Lo zio Pietro andava
matto per le verze. Cominciava verso agosto a seminarne le delicate piantine in uno speciale semenzaio, le
concimava con molta cura, le controllava tutti i giorni, le guardava
crescere con molta attenzione...le coccolava praticamente, pregustando il
momento in cui le avrebbe mangiate...
Quando erano alte circa 15 cm, aspettava un giorno
nuvoloso e le trapiantava e continuava le amorevoli cure, così verso novembre le sue amate verze cominciavano a dare segni di maturazione,
quando il cuore era bello gonfio e sodo
e le foglie esterne belle ricce......
la brina poi arrivava presto in campagna, ed era un balsamo per il sapore e la tenerezza delle verze....
lo zio Pietro, a differenza di mio nonno, suo fratello, era
un uomo di bassa statura, con occhi di
un verde azzurro molto penetranti e le orecchie abbastanza pronunciate...
avevano fra loro una vaga somiglianza,
ma erano completamente differenti di carattere, diametralmente opposti, infatti
non sono mai andati d’accordo.
Tanto era avido, prepotente e cattivo lo zio Pietro quanto era generoso, altruista e
gioviale il nonno...
In paese, della loro famiglia, erano rimasti solo loro e una sorella, le altre 2 sorelle erano
emigrate in Francia. Non le ho mai conosciute, ne ho solo sentito parlare da
mio padre...
Non sono mai corsi buoni rapporti, non ho mai saputo il vero
perché, ma una buona parte di queste ruggini deve avere avuto a che fare con la
malattia del mio bisnonno Paolo, il loro padre. A causa del suo mal di
cuore e
varie vicissitudini legate al costo delle cure, tutta la famiglia, che possedeva
mezze Grave del Friuli, si ritrovò senza
più nulla, e furono costretti ad andare
a mezzadria.
Tutti insieme, a
vivere poco appassionatamente, in una
grande famiglia patriarcale per dividersi
finalmente, ognuno con la propria
famiglia, quando la riforma agraria degli anni ’50 mise praticamente fine al regime di mezzadria.
Anche lì credo ci siano state incomprensioni,
forse perché la liquidazione che spettava al mezzadro, secondo l’idea dello zio Pietro, non fu
divisa equamente.....ma è solo una mia supposizione.
Io me lo ricordo già vecchio, con l’eterno cappello a tesa
calcato in testa, le bretelle tener su i pantaloni, e le grandi
mani nodose, rovinate dalla fatica dei
campi...
viveva con la moglie, la zia Fiorina, in una grande
casa in fondo alla strada principale,
uscendo dal paese, verso le
caserme. I figli emigrati giovanissimi
in Canada, dove sono tuttora.
Soli e anziani, in
quella grande casa, ad occuparsi della
campagna, dell’orto e delle bestie...
finché hanno potuto.... Lei, instancabile ad occuparsi di
tutto quasi da sola fino a minare il
suo fisico, sopportava pazientemente, in
silenzio, tutte le sue cattiverie e le sue prepotenze, e lo accudiva e lo
curava come aveva fatto tutta la vita...
Una delle ultime volte che lo vidi, ormai molto vecchio, era
seduto in cucina davanti alla stufa a legna, con
quel suo cappello perennemente in testa, appoggiato a mani giunte sul bastone
che teneva davanti, lo sguardo
incattivito, mentre inveisce contro sua
moglie per non so quale motivo.
Ero adolescente e ricordo che pensai a quanto tempo aveva vissuto in
più rispetto a mio nonno, che adoravo, scomparso a 55 anni...... e mi sembrò ingiusto......
forse la cattiveria d’animo preserva di più, aiuta a vivere più a lungo? Me lo chiesi, e ogni tanto me lo chiedo tuttora...
forse la cattiveria d’animo preserva di più, aiuta a vivere più a lungo? Me lo chiesi, e ogni tanto me lo chiedo tuttora...
A parte il carattere, di lui mi resta una immagine stampata
nella testa....il suo sorriso di soddisfazione mentre, nell’orto, tiene fra le mani una grossa verza....e a
quell’immagine, adesso, sorrido anch’io.
Chissà, forse un poco ho preso da lui, anche a me piacciono molto le verze, trovo che siano un ortaggio benefico che si presta a tantissime preparazioni....
certo, ha un sapore "robusto" ma a volte può diventare anche raffinato...basta un po' di fantasia...
Terrina di maiale e verze in crema di patate al cumino
200 gr salsiccia grossa
200 gr carne di vitello macinata
200 gr carne di maiale, macinata,
200 gr carne di maiale, macinata,
preferibilmente la parte dell'arrosto di coppa che è un po' più grassina e quindi un po' meno asciutta
4 piccoli scalogni
1 piccola verza ( più o meno sul chilo scarso)
3 uova
2 o 3 cucchiai di parmigiano
un trito di erbe miste, (prezzemolo, aglio, maggiorana, basilico, erba cipollina, origano fresco)
sale, pepe, noce moscata
4 piccoli scalogni
1 piccola verza ( più o meno sul chilo scarso)
3 uova
2 o 3 cucchiai di parmigiano
un trito di erbe miste, (prezzemolo, aglio, maggiorana, basilico, erba cipollina, origano fresco)
sale, pepe, noce moscata
per la crema di patate:
2 grosse patate
mezza cipolla bionda
sale, cumino
un goccio d'olio
Sfogliare la verza, tenendo anche qualche foglia di quelle esterne, anche se più dure, per foderare la terrina.
Scottare velocemente le foglie intere, in acqua bollente e tuffarle subito in acqua fredda per conservare il colore. Asciugarle con un canovaccio, schiacciare e refilare con un coltello la costola esterna se fosse troppo grossa.
Nella stessa acqua bollente, scottare velocemente anche il resto della verza, tagliato a pezzi grossolani, quindi scolare ben bene, passarla in un canovaccio asciutto in modo da eliminare il più possibile l'acqua e una volta fredda tritare tutto a coltello..
Passare le carni e la salsiccia un paio di volte al tritacarne, se non lo avete, fatevelo fare dal vostro macellaio di fiducia.
In una terrina mescolare bene la carne macinata, aggiungere le uova, il parmigiano , la noce moscata, gli scalogni tritati finemente, il trito di erbe e le verze triturate, regolare di sale e pepe. Mescolare bene impastando anche con le mani fino ad avere un composto perfettamente omogeneo.
Imburrare molto bene uno stampo da terrina, foderarlo con le foglie intere in modo da non lasciare spazi vuoti, facendole sbordare leggermente e conservandone qualcuna per la chiusura.
Riempire la terrina con il composto, premendo bene per far uscire eventuali bolle d'aria, ricoprire con un'altra foglia di verza e sigillare bene rincalzandole in modo che tutto sia ben racchiuso.
Coprire la terrina con suo coperchio dotato di forellino per il vapore, se non disponete dello stampo, va bene anche uno da plumcake, coperto con dell'alluminio, bucherellato leggermente.
Magari, gonfiandosi, la verza della copertura toccherà il coperchio e si scurirà un poco, ma non sarà un problema. Anzi.
In una terrina mescolare bene la carne macinata, aggiungere le uova, il parmigiano , la noce moscata, gli scalogni tritati finemente, il trito di erbe e le verze triturate, regolare di sale e pepe. Mescolare bene impastando anche con le mani fino ad avere un composto perfettamente omogeneo.
Imburrare molto bene uno stampo da terrina, foderarlo con le foglie intere in modo da non lasciare spazi vuoti, facendole sbordare leggermente e conservandone qualcuna per la chiusura.
Riempire la terrina con il composto, premendo bene per far uscire eventuali bolle d'aria, ricoprire con un'altra foglia di verza e sigillare bene rincalzandole in modo che tutto sia ben racchiuso.
Coprire la terrina con suo coperchio dotato di forellino per il vapore, se non disponete dello stampo, va bene anche uno da plumcake, coperto con dell'alluminio, bucherellato leggermente.
Magari, gonfiandosi, la verza della copertura toccherà il coperchio e si scurirà un poco, ma non sarà un problema. Anzi.
Cuocere a bagnomaria in forno statico già caldo a 170° per circa due ore, dipende dal forno.
Una volta cotta togliere dal forno e dal bagnomaria e, con moltissima cautela, inclinare la terrina per far uscire il liquido che si sarà formato, facendolo sgocciolare nel lavandino il più possibile, dopodichè appoggiarvi sopra un peso, in modo che la terrina si compatti bene.
Una volta cotta togliere dal forno e dal bagnomaria e, con moltissima cautela, inclinare la terrina per far uscire il liquido che si sarà formato, facendolo sgocciolare nel lavandino il più possibile, dopodichè appoggiarvi sopra un peso, in modo che la terrina si compatti bene.
Io di solito ci appoggio sopra un piattino e sopra al piattino una piccola casseruola con dell'acqua per fare peso. Lascio così per venti minuti, mezz'ora circa e poi tolgo e di nuovo elimino il liquido che si é formato.
per la crema di patate:
pelare, lavare e asciugare le patate, tagliarle a piccoli pezzi.
Tritare la cipolla, farla appassire in un goccio d'olio, aggiungere le patate, lasciar insaporire regolando di sale, quindi coprire il tutto con dell'acqua bollente e portare a cottura lasciandole però un po' lente.
Una volta cotte, passare tutto al frullatore o al minipimer fino ad avere una salsa perfettamente liscia e morbida, aggiungere il cumino e tenere in caldo.
Servire la terrina ben calda, accompagnata dalla crema di patate.
Le quantità che ho dato sono sufficienti per un stampo da terrina della capienza di 1,5 l.
ho tenuto un po' dell'impasto per farne anche una più piccola...
spero che piaccia anche a voi..
Meraviglia Giuliana!!! Mi metto all'opera!!! Grazie!
RispondiEliminaChe delizia questo piatto Giuliana!!! Io ho piantato una verza sul balcone...riuscirà a crescere?:) buona serata!
RispondiEliminaUn piatto invernale , con molto gusto mi pare . Sempre belle sorprese da te . Ciao
RispondiEliminaanche io me lo chiedo spesso, sarà la scorza dura della cattiveria che li preserva.....Adoro le verze e presentate così forse riuscirei a farle mangiare anche a mio figlio....Buon weekend cara Giuli, un bacione...
RispondiEliminami piace tantissimo, sappilo :-p
RispondiEliminaHai ragione Giuliana, la verza è un ortaggio benefico e dai mille utilizzi. Il tuo abbinamento con la carne di maiale lo trovo azzeccato...!!!! Durante queste feste sarà un piatto che proporrò...PS: se passi da me c'è una sorpresina ad attenderti!!!! Un abbraccio!!!!
RispondiEliminaGiuliana, il tuo racconto mi fa riaffiorare tanti racconti fatti da mia nonna..che fratelli ne aveva 11 (!) e tutte le magagne familiari e le incomprensioni che sorgevano forse perchè mancava anche il tempo e la forza per chiarirsi. Ti dico che a 86 anni la mia nonnia piangeva ancora pensando che lei la Comunione la fece con la veletta nera mentre la sorella con la veletta bianca nuova...e alla sorella glielo rifancciava ogni volta! Quando ci penso provo mola tenerezza ...
RispondiEliminabellissima questa terrina, anch'io apprezzo molto le verze e il loro sapore così delicato ma nello stesso tempo deciso. Ti auguro un bellisismo w-e!
E ... ecco, sperando di averti fatto cosa gradita....un pensiero ti attende oggi sul mio blog :) Clara
Che brava come sempre Giuliana! Questa ricetta mi pare davvero un modo di nobilitare ingredienti semplici, a volte - a torto - poco apprezzati (non da me che amo verza e tutto il resto!)
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