Questo è il terzo capitolo legato al blogtour dedicato ai dolci senesi.
Tutto è cominciato COSI' e abbiamo conosciuto tantissime persone, artigiani che portano avanti le loro attività con grande professionalità e passione, abbiamo assistito alla preparazione dei ricciarelli, del panforte e dei cavallucci nel Forno Ravacciano abbiamo avuto la possibilità, e la fortuna aggiungo io, di assaggiare questi dolci ancora tiepidi e fragranti e apprezzarne appieno la bontà.
Siamo stati ospiti della Pasticceria Nocino che ci ha fatto conoscere il Pan co'santi e tutta la loro produzione di dolci senesi, compreso il Bacio di Siena, una loro creazione a base di panforte e crema gelata.
Abbiamo visitato questa città stupenda che è Siena, accompagnati dalla più esperta guida che potevamo avere e che ci ha intrattenuti col suo sapere di storia dei monumenti, di aneddoti e dettagli sulle famiglie nobili senesi che si sono succedute nel corso dei secoli. Abbiamo inoltre avuto una madrina eccezionale, Sabrina del blog Architettando in cucina che ha fatto in modo che ci sentissimo a casa prevenendo ogni nostra necessità e aiutandoci negli spostamenti, coadiuvata da Mariangela, simpatica e travolgente, che ci ha scarrozzato in ogni dove.
Siamo tornati a casa arricchiti, in ogni senso.
E tutto questo grazie al Calendario del Cibo Italiano e alla organizzazione perfetta di CNA Siena e diCna Siena Food and Tourism che hanno sponsorizzato l'evento.
Concludiamo questo bellissimo Flash Mob di ricette con il Panforte, il dolce che forse più rappresenta Siena, conosciuto e apprezzato sin da quando la città era nodo strategico del commercio delle spezie lungo la via Francigena.
La sua storia arriva da lontano, probabilmente discende dal più semplice "pan melato" ovvero una focaccia fatta con farina, acqua e miele a cui sarebbe stata aggiunta in seguito la frutta e che veniva principalmente consumata da cittadini e contadini. Però durante l'estate questo dolce si seccava e inacidiva, da qui l'appellativo "panforte" .
Poi, dal 1400 questo dolce acquista grande notorietà, grazie al florido commercio al di fuori del territorio senese. Veniva infatti apprezzato oltre che da Roma, anche dalle principali corti europee. Sul finire del 1800 infine nasce il panforte bianco, in onore della Regina Margherita, leggermente più delicato grazie al più leggero dosaggio delle spezie miste, con il profumo della vaniglia e con canditi "moderni". Per la regina solo zucchero raffinato, spezie garbate
e quell’impalpabile strato di zucchero a velo superiore come ultimo
tocco di stile.
Per cui, il gusto del Panforte che conosciamo oggi e che lo caratterizza, è il risultato del sapiente uso delle spezie e dei canditi da parte degli artigiani senesi che ne fanno oggi un dolce molto speciale, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Per quanto mi riguarda, per rendere omaggio al Panforte, ho pensato a un paté di fegatini. Natale sta arrivando e questa è l'occasione giusta per unire grandi tradizioni.
Paté di fegatini, riduzione di Vinsanto al Panforte, panbrioche e cachi Persimon
per 6/8 persone
per il patè:
300 g di fegatini di pollo
200 g di petto di pollo
100 g di pancetta liscia, tagliata a piccoli pezzetti
2 piccoli scalogni
1 carota
1 costa di sedano
2 foglie di alloro
3 foglie di salvia
80 g di Vinsanto
poco brodo di pollo o di carne
150 g di burro
sale
1 cucchiaino di pepe in grani
1 scodella di latte
per la riduzione di Vinsanto e Panforte:
150 g di Panforte
300 ml di Vinsanto
per il Panbrioche:
150 g di farina 00
350 g di farina Manitoba
25 g di zucchero semolato
12 g di lievito di birra fresco
2 uova intere (medie)
2 tuorli (medi)
200 g di latte intero
180 g di burro a temperatura ambiente
10 g di sale fino
per spennellare: 1 uovo medio, 2 cucchiai di panna liquida fresca
per completare:
2 cachi Persimon (a polpa soda)
petali di Panforte
Tagliate a pezzetti sottili il Panforte, metteteli in una ciotola, aggiungete il Vinsanto, coprite con la pellicola e tenete al fresco per una notte.
Il paté:
in una scodella mettete a bagno i fegatini ben puliti da eventuali nervature e fiele, con il latte e aggiungete una foglia di salvia, una di alloro e il pepe in grani, fate in modo che restino ben immersi nel liquido. Coprite con la pellicola e lasciate in frigorifero per tutta la notte.
La mattina dopo, tagliate le fette di pollo a pezzetti, tritate finemente gli scalogni, il sedano e la carota e fateli appassire in una noce di burro insieme alla pancetta tagliata a pezettini, aggiungete i fegatini ben scolati dal latte e il petto di pollo insieme all'alloro e alla salvia rimasti. Lasciate insaporire bene tutto, sfumate col Vinsanto e fate insaporire qualche minuto mescolando, salate e aggiungete poco brodo caldo, fino a coprire la carne e il fegato. Lasciate cuocere per circa un'ora finchè tutto è ben cotto e il fondo ancora abbastanza morbido.
Lasciate raffreddare, poi eliminate salvia e alloro e passate tutto, compreso il fondo di cottura al cutter o in un buon tritatutto fino ad avere un composto molto fine, io ho usato il Bimby.
Man mano unite il burro a pezzetti continuando a tritare il composto, fino a quando il burro sarà perfettamente incorporato e la crema di fegato il più liscia possibile e senza piccoli grumi. A questo punto se volete che il paté abbia una consistenza liscia e setosa, potete passare il paté in un setaccio a maglia fine.
Una volta pronto, trasferite il paté in uno stampo a piacere, opportunamente foderato di pellicola. Livellate la superficie con una spatola, premendo leggermente e sbattete delicatamente lo stampo perchè si assesti e non ci siano vuoti. Coprite con la pellicola e lasciate in frigorifero fino al momento di servire.
Il panbrioche:
Intiepidite il latte, unite il lievito e fatelo sciogliere bene, aggiungete anche le uova e i tuorli e sbattete bene il tutto con la forchetta.
Nella ciotola della planetaria mettete le due farine e lo zucchero semolato, miscelatele, poi con la frusta a gancio azionate la planetaria a bassa velocità e aggiungete a filo il composto di uova. Lasciate impastare a velocità media finchè l'impasto inizia ad incordarsi (quando si attorciglia al gancio). A questo punto unite il burro, un pezzetto alla volta, senza aggiungerne altro finchè il precedente non è del tutto assorbito. Ci vorranno circa 15 minuti.A questo punto unite il sale. Lasciate impastare ancora qualche minuto, poi togliete l'impasto dalla planetaria, trasferitelo su un piano di lavoro leggermente infarinato e lavoratelo il tanto che basta per dargli la forma di una palla ruotandolo su se stesso.
Imburrate una ciotola, ponete l'impasto a lievitare per circa 2 ore, 2 ore e mezza, nel forno spento ma con la luce accesa.
Nel frattempo imburrate e infarinate uno stampo da plumcake 25x12.
Quando l'impasto è pronto, infarinate leggermente il piano di lavoro e lavoratelo di nuovo leggermente. Dividetelo in tante palline di circa lo stesso peso e disponetele all'interno dello stampo. Rimettetelo in forno spento con la lucina accesa e lasciatelo lievitare di nuovo fino al raddoppio, ci vorranno circa 60 minuti.
A questo punto, sbattete l'uovo e mescolatelo ai due cucchiai di panna liquida e spennellatelo delicatamente sulla superficie del panbrioche.
Portate il forno a 175° funzione statica e cuocetelo per circa 35/40 minuti, finchè è ben dorato.
La riduzione di Vinsanto e Panforte:
Passate al colino il Vinsanto che ha riposato tutta la notte col Panforte.
Trasferitelo in un pentolino e mettetelo su fuoco dolce, portatelo a ebollizione e tenetelo sempre mescolato finchè si sarà ridotto e diventerà una salsa densa e sciropposa.
Fatelo raffreddare.
Al momento di servire, velate ogni piatto con la riduzione di Vinsanto al Panforte, appoggiatevi sopra il paté, guarnite con delle fettine di cachi Persimon e con petali sottili di Panforte. Lasciate in tavola la riduzione per chi la desiderasse in aggiunta e accompagnate il tutto con le fette di panbrioche tostate.
Una esperienza bellissima, che mi resterà per sempre nel cuore.
Grazie a tutti gli amici e le amiche blogger, per le risate, i sorrisi e i bei momenti che abbiamo condiviso.
Grazie agli organizzatori e sponsor CNA Siena e CNA Siena Food and Tourism perchè ci hanno fatto passare giorni perfetti immersi nella bellezza immortale di Siena e del suo territorio e perchè ci hanno dato la possibilità di conoscere le realtà artigiane e le persone che ne sono protagoniste, grande valore aggiunto per la città.
Grazie a tutti gli artigiani che abbiamo conosciuto, per la loro pazienza, per la disponibilità, la generosità, l'accoglienza, per le cose che ho imparato, e anche per la passione che mettono nel loro lavoro che abbiamo sentito e condiviso pienamente.
Grazie a Sabrina, Mariangela, per aver fatto anche l'impossibile per facilitarci ogni cosa.
Grazie a Lucia, che ha condiviso con noi il suo infinito sapere, entusiasmandoci e contagiandoci
E infine grazie al Calendario del Cibo Italiano, sotto la cui egida abbiamo potuto vivere tutto questo.
venerdì 20 dicembre 2019
mercoledì 18 dicembre 2019
Biscotti con noci macadamia mincemeat e mirtilli rossi
Vi avevo fatto vedere la mia mincemeat in vista della preparazione di questi biscotti, ricordate? ERA QUI
Ecco, e ora il prodotto finito. I biscotti, buonissimi. Saranno perfetti da regalare insieme a tutti gli altri biscotti di Natale
Questo è il bellissimo Post di MTchallenge dove potrete trovare tutte le ricette realizzate con le mincemeat del post precedente.
Biscotti con noci macadamia, mincemeat e mirtilli rossi
325 g di farina autolievitante
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino di cannella in polvere
150 g di zucchero semolato
2 uova grandi, leggermente sbattute
100 g di mincemeat
2 cucchiai di Sherry dolce
100 g di noci macadamia
75 g di mirtilli rossi secchi
Scaldate il forno a 180°, tritate grossolanamente le noci e anche i mirtilli rossi.
Mettete la farina autolievitante, il lievito, la cannella e lo zucchero nella ciotola e mescolate. Sbattete leggermente le uova e unite anch'esse, mescolate nuovamente fino ad avere una sorta di pangrattato grossolano, unite la mincemeat, lo sherry, le noci e i mirtilli rossi tritati. Impastate di nuovo il tutto, poi trasferite il composto su una superficie leggermente infarinata e lavorate un poco l'impasto per amalgamarlo bene e farne una palla.
Foderate una teglia con della carta forno.
Dividete a metà l'impasto e ricavatene due filoncini lunghi più o meno 24 cm.
Trasferiteli sulla teglia tenendoli ben distanziati perchè in cottura si allargheranno un pochino.
Cuocete per circa 30 minuti, poi toglieteli dal forno e lasciateli intiepidire.
Una volta tiepidi, con l'aiuto di un coltello da pane, tagliateli a fette oblique, spesse circa 1 centimetro. Dovreste ricavare 15/18 pezzi da ogni filoncino.
Rimetteteli nella teglia, con la parte tagliata verso l'alto e metteteli di nuovo
in forno a 150° per 20 minuti se vi piacciono croccanti, per circa 5 o 6 minuti se li volete ancora un poco morbidi.
Perfetti da "pucciare" nel Vinsanto!
mercoledì 11 dicembre 2019
Bavarese di ricciarelli e salsa all'arancia
E siamo arrivati alla seconda ricetta, continua il flash mob ispirato ai dolci tipici senesi.
Voglio ricordare che l'iniziativa si è svolta sotto l'egida del
Calendario del Cibo Italiano grazie alla perfetta organizzazione della CNA Siena, e CNA Siena Food&Tourism che hanno coordinato e sponsorizzato l'evento.
La cronaca vera e propria dei giorni passati a Siena, se non l' avete ancora letta, la trovate in questo post e in questo successivo, mentre questo è il post della ricetta precedente preparata col panpepato.
Oggi invece ci dedichiamo totalmente ai Ricciarelli. Che dire di questo meraviglioso dolcetto? Funziona come con le ciliegie, uno tira l'altro, non riesci a fermarti e senza nemmeno rendertene conto ne hai già fatti fuori una decina...danno dipendenza, e lo dico io che non sono una grande fan dei dolci con le mandorle.
Ricciarelli, dolci universalmente conosciuti che identificano la meravigliosa Siena. Un bocconcino alle mandorle, abbracciato amorosamente dallo zucchero a velo, talmente morbido che si fonde in bocca regalando sapori che restano a lungo.
La pasta di mandorle, in forma di marzapane era molto diffusa in città e conosciuta anche fuori già dal XV secolo. I dolci a base di mandorle erano preziosi e venivano perlopiù riservati ai sontuosi banchetti di chi se li poteva permettere, i signori di quel tempo. Tanto preziosi da essere venduti addirittura nelle botteghe degli speziali insieme alle droghe e alle spezie più ricercate dell'epoca. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Oggi fortunatamente i Ricciarelli ce li possiamo regalare sia per Natale,come tradizione vuole, che in qualsiasi altro momento dell'anno.
Vederli nascere dalle mani sapienti di Fabio e Giolisca del Forno Ravacciano
respirare il loro profumo ancora caldi, assaggiarli fragranti, è stata una esplosione di sapore.
Intanto, per fare ottimi ricciarelli, il segreto è far riposare la farina di mandorle affinchè regali i suoi profumi e il suo sapore in modo da dare la texture perfetta all'impasto. Una volta pronta, la si mescola (nella impastatrice) con lo zucchero, gli albumi e la pasta di arancia ricavata tritando finemente la scorza d'arancia candita. Il tutto poi va mescolato a lungo fin quando è ben amalgamato e della consistenza giusta per poter formare i ricciarelli. Fabio lo fa con grande maestria, sul tavolo cosparso di zucchero a velo le sue mani volano. Forma dei cilindretti di circa 4 cm di diametro e ne ricava pezzetti che mette sulle placche foderate di carta forno. Cuociono pochi minuti, ed è bello osservare la rotazione delle placche nel forno e vedere che si gonfiano e coloriscono man mano poi, una volta sfornati, il loro profumo pervade qualsiasi cosa, scatenando la voglia irrefrenabile di addentarne subito uno, ancora così caldo.
Come rendere omaggio a questi dolci così buoni e al posto importante che occupano nella tradizione senese e nella nostra cultura?
Io, che adoro i dolci al cucchiaio, li ho pensati così:
Bavarese di ricciarelli e salsa all'arancia
per 6/8 persone
180 g di ricciarelli
350 g di latte
150 g di panna liquida fresca
100 g di zucchero
5 tuorli di uova grandi
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
8 g di gelatina in fogli
3 cucchiai di Vinsanto
250 ml di panna liquida fresca
per la salsa all'arancia:
200 g di succo d'arancia
200 g di zucchero
la scorza di due arance non trattate
2 cucchiaini di amido di riso
poca acqua
1 cucchiaio di Cointreau o altro liquore all'arancia
per completare:
zeste d'arancia
Preparate la crema inglese. Scaldate il latte e i 150 g di panna insieme, nel frattempo, con le fruste elettriche, sbattete i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare bianchi e spumosi, unite l'essenza di vaniglia e il latte caldo a filo mescolando con una spatola o una frusta. Ammollate i fogli di gelatina in acqua fredda. Ponete la crema su fuoco dolce e cuocetela sempre mescolando finchè si addensa e vela il cucchiaio. Se avete un termometro, portatela a 82/85° e non oltre questa temperatura, non deve impazzire.
Strizzate la gelatina e unitela alla crema, mescolate per farla sciogliere completamente.
Filtratela attraverso un colino a maglia fine, profumatela con il Vinsanto e, mentre è ancora calda, sbriciolatevi dentro i ricciarelli, tenendone da parte 4 o 5 per lo stampo. Mescolate per amalgamare bene tutto e mettetela a raffreddare mescolando ogni tanto perché non cominci a tirare.
Una volta fredda o quasi, semimontate i 250 ml di panna fresca e incorporateli con pazienza al composto. Abbiate cura che la panna sia completamente amalgamata alla crema.
Foderate con un doppio strato di pellicola uno stampo a piacere, lasciandola debordare un poco e posate in fila sul fondo i ricciarelli tenuti da parte.
Con delicatezza iniziate a versare la crema nello stampo, poca alla volta per non spostare i ricciarelli. Poi sbattete delicatamente lo stampo per eliminare eventuali bolle d'aria, sigillatelo con dell'altra pellicola e mettete in frigorifero a rassodare.
Preparate la salsa all'arancia: con un rigalimoni ricavate delle striscioline di scorza dalle due arance. Un terzo di queste tenetelo da parte.
Spremete le due arance, ma sicuramente ne serviranno altre per arrivare a 200 g di succo.
Filtratelo e trasferitelo in un pentolino, unite lo zucchero, i due terzi delle scorze e scaldatelo a fuoco dolce mescolando.
In una tazza stemperate l'amido di mais con un goccio d'acqua e aggiungetelo al succo che sarà giunto a ebollizione, mescolate velocemente e lasciate addensare il tutto. Dovrete avere una crema densa e vellutata. Profumate la salsa con un cucchiaio di Cointreau o altro liquore all'arancia. Tenete in frigorifero.
Al momento di servire, estraete delicatamente la bavarese dallo stampo aiutandovi con la pellicola debordante, capovolgetela sul piatto di servizio e decoratela qua e là con le scorze tenute da parte.
Servite con la salsa d'arancia.
che dire? A noi è piaciuta moltissimo, con la sua consistenza cremosa e soffice e il sapore delicato dei ricciarelli.
E non finisce mica qui, il flash mob continua...
Voglio ricordare che l'iniziativa si è svolta sotto l'egida del
Calendario del Cibo Italiano grazie alla perfetta organizzazione della CNA Siena, e CNA Siena Food&Tourism che hanno coordinato e sponsorizzato l'evento.
La cronaca vera e propria dei giorni passati a Siena, se non l' avete ancora letta, la trovate in questo post e in questo successivo, mentre questo è il post della ricetta precedente preparata col panpepato.
Oggi invece ci dedichiamo totalmente ai Ricciarelli. Che dire di questo meraviglioso dolcetto? Funziona come con le ciliegie, uno tira l'altro, non riesci a fermarti e senza nemmeno rendertene conto ne hai già fatti fuori una decina...danno dipendenza, e lo dico io che non sono una grande fan dei dolci con le mandorle.
Ricciarelli, dolci universalmente conosciuti che identificano la meravigliosa Siena. Un bocconcino alle mandorle, abbracciato amorosamente dallo zucchero a velo, talmente morbido che si fonde in bocca regalando sapori che restano a lungo.
La pasta di mandorle, in forma di marzapane era molto diffusa in città e conosciuta anche fuori già dal XV secolo. I dolci a base di mandorle erano preziosi e venivano perlopiù riservati ai sontuosi banchetti di chi se li poteva permettere, i signori di quel tempo. Tanto preziosi da essere venduti addirittura nelle botteghe degli speziali insieme alle droghe e alle spezie più ricercate dell'epoca. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Oggi fortunatamente i Ricciarelli ce li possiamo regalare sia per Natale,come tradizione vuole, che in qualsiasi altro momento dell'anno.
Vederli nascere dalle mani sapienti di Fabio e Giolisca del Forno Ravacciano
Intanto, per fare ottimi ricciarelli, il segreto è far riposare la farina di mandorle affinchè regali i suoi profumi e il suo sapore in modo da dare la texture perfetta all'impasto. Una volta pronta, la si mescola (nella impastatrice) con lo zucchero, gli albumi e la pasta di arancia ricavata tritando finemente la scorza d'arancia candita. Il tutto poi va mescolato a lungo fin quando è ben amalgamato e della consistenza giusta per poter formare i ricciarelli. Fabio lo fa con grande maestria, sul tavolo cosparso di zucchero a velo le sue mani volano. Forma dei cilindretti di circa 4 cm di diametro e ne ricava pezzetti che mette sulle placche foderate di carta forno. Cuociono pochi minuti, ed è bello osservare la rotazione delle placche nel forno e vedere che si gonfiano e coloriscono man mano poi, una volta sfornati, il loro profumo pervade qualsiasi cosa, scatenando la voglia irrefrenabile di addentarne subito uno, ancora così caldo.
Come rendere omaggio a questi dolci così buoni e al posto importante che occupano nella tradizione senese e nella nostra cultura?
Io, che adoro i dolci al cucchiaio, li ho pensati così:
Bavarese di ricciarelli e salsa all'arancia
per 6/8 persone
180 g di ricciarelli
350 g di latte
150 g di panna liquida fresca
100 g di zucchero
5 tuorli di uova grandi
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
8 g di gelatina in fogli
3 cucchiai di Vinsanto
250 ml di panna liquida fresca
per la salsa all'arancia:
200 g di succo d'arancia
200 g di zucchero
la scorza di due arance non trattate
2 cucchiaini di amido di riso
poca acqua
1 cucchiaio di Cointreau o altro liquore all'arancia
per completare:
zeste d'arancia
Preparate la crema inglese. Scaldate il latte e i 150 g di panna insieme, nel frattempo, con le fruste elettriche, sbattete i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare bianchi e spumosi, unite l'essenza di vaniglia e il latte caldo a filo mescolando con una spatola o una frusta. Ammollate i fogli di gelatina in acqua fredda. Ponete la crema su fuoco dolce e cuocetela sempre mescolando finchè si addensa e vela il cucchiaio. Se avete un termometro, portatela a 82/85° e non oltre questa temperatura, non deve impazzire.
Strizzate la gelatina e unitela alla crema, mescolate per farla sciogliere completamente.
Filtratela attraverso un colino a maglia fine, profumatela con il Vinsanto e, mentre è ancora calda, sbriciolatevi dentro i ricciarelli, tenendone da parte 4 o 5 per lo stampo. Mescolate per amalgamare bene tutto e mettetela a raffreddare mescolando ogni tanto perché non cominci a tirare.
Una volta fredda o quasi, semimontate i 250 ml di panna fresca e incorporateli con pazienza al composto. Abbiate cura che la panna sia completamente amalgamata alla crema.
Foderate con un doppio strato di pellicola uno stampo a piacere, lasciandola debordare un poco e posate in fila sul fondo i ricciarelli tenuti da parte.
Con delicatezza iniziate a versare la crema nello stampo, poca alla volta per non spostare i ricciarelli. Poi sbattete delicatamente lo stampo per eliminare eventuali bolle d'aria, sigillatelo con dell'altra pellicola e mettete in frigorifero a rassodare.
Preparate la salsa all'arancia: con un rigalimoni ricavate delle striscioline di scorza dalle due arance. Un terzo di queste tenetelo da parte.
Spremete le due arance, ma sicuramente ne serviranno altre per arrivare a 200 g di succo.
Filtratelo e trasferitelo in un pentolino, unite lo zucchero, i due terzi delle scorze e scaldatelo a fuoco dolce mescolando.
In una tazza stemperate l'amido di mais con un goccio d'acqua e aggiungetelo al succo che sarà giunto a ebollizione, mescolate velocemente e lasciate addensare il tutto. Dovrete avere una crema densa e vellutata. Profumate la salsa con un cucchiaio di Cointreau o altro liquore all'arancia. Tenete in frigorifero.
Al momento di servire, estraete delicatamente la bavarese dallo stampo aiutandovi con la pellicola debordante, capovolgetela sul piatto di servizio e decoratela qua e là con le scorze tenute da parte.
Servite con la salsa d'arancia.
che dire? A noi è piaciuta moltissimo, con la sua consistenza cremosa e soffice e il sapore delicato dei ricciarelli.
E non finisce mica qui, il flash mob continua...
martedì 3 dicembre 2019
gnudi di ricotta e patate, crema di pecorino, burro fuso all' arancia e granella di panpepato
come vi ho raccontato in questo post e in questo successivo, sotto l'egida del Calendario del Cibo Italiano e con perfetta organizzazione della CNA Siena, e CNA Siena Food&Tourism sponsor dell'evento, ho partecipato a un blog tour dedicato ai dolci senesi.
Per me, nata, cresciuta al Nord dove vivo, e abituata mio malgrado ad acquistare dolci tradizionali senesi di produzione industriale, è stata una vera rivelazione.
La cosa più bella e significativa è stata assistere alla preparazione di ricciarelli, panforte, panpepato. Vedere con quanta esperienza, bravura e passione, mani sapienti sanno trasformare materie prime di grande qualità in dolci profumati e golosi è stato impagabile.
Nel loro Forno Ravacciano ogni giorno oltre al pane, Fabio e Rolisca sfornano
delle vere delizie, e così succede anche alla Pasticceria Nocino, dove Riccardo pur restando nella classicità, ha saputo innovare restando dentro i confini della tradizione stessa, inventando dolci particolari come i baci di Siena.
Giorni pieni e densi di curiosità ed emozioni, oltre che di incontri con belle persone che svolgono il loro lavoro di artigiani con passione e grande capacità, portando avanti una delle tradizioni toscane più antiche.
Sono tornata a casa pensando a come rendere onore a questi grandi prodotti dell'artigianato senese e a chi ne porta avanti la tradizione.
Riflettendo, ho voluto usare il panpepato in qualcosa di salato, e questo è quello che è uscito dalla mia mente e dalle mie mani:
Gnudi di ricotta e patate, crema di pecorino, burro fuso all'arancia e granella di panpepato
Per 6 persone
per gli gnudi:
400 g di ricotta di pecora
400 g di patate pesate pulite
3 cucchiai rasi di farina
1 uovo grande
70 g di parmigiano reggiano
1 pizzico di noce moscata
sale
per la crema di pecorino:
300 g di pecorino senese
latte q.b.
sale, pepe
per il burro d'arancia:
100 g di burro
la scorza di una arancia non trattata, grattugiata
per completare:
150 g di panpepato
tritato
Cuocete le patate. Mettete la ricotta a scolare in un setaccio.
Fondete il burro e fuori dal fuoco aggiungete la scorza grattugiata di una arancia. Tenete da parte.
Tritate il panpepato riducendolo in una granella non troppo fine.
Schiacciate le patate raccogliendole in una ciotola, mescolatele per amalgamarle e lasciatele intiepidire, poi unite la ricotta, il parmigiano e l'uovo intero, la farina, la noce moscata e regolate di sale.
In un pentolino, a fuoco dolce fate fondere il pecorino tagliato a pezzetti insieme a un poco di latte..
Regolatevi con il latte, partite con una quantità minima e aggiungetene man mano che il formaggio si scioglie, in modo da avere una crema liscia e abbastanza densa.
Velate i piatti con un poco di crema.
Portate a ebollizione una pentola d'acqua. Poi abbassate il fuoco in modo che l'acqua abbia solo un fremito, e a questo punto salatela.
Con le mani inumidite fate delle palline non troppo piccole ma nemmeno troppo grosse con l'impasto e calate gli gnudi pochi per volta nell'acqua. Raccoglieteli con il mestolo ragno man mano che salgono in superficie facendo attenzione che non si rompano perchè sono molto morbidi e delicati.
Posate gli gnudi nei piatti con la crema di pecorino, conditeli con il burro all'arancia e spolverateli con la granella di panpepato.
Come dicevo, sono tornata a casa più ricca e più consapevole di quanto lavoro ci sia dietro a dolci di questa importanza e con la loro storia che viene da lontano
di come la tradizione venga portata avanti da persone che fanno il loro lavoro con tanta passione e sì, anche con sacrificio.
Posso solo essere grata per l'opportunità, per l'accoglienza e per quanto ho imparato in questo blogtour.
Un grazie speciale a Sabrina Fattorini del blog Architettando in cucina ospite perfetta che ci ha assistito in ogni momento.
E non finisce mica qui... state in campana!
Per me, nata, cresciuta al Nord dove vivo, e abituata mio malgrado ad acquistare dolci tradizionali senesi di produzione industriale, è stata una vera rivelazione.
La cosa più bella e significativa è stata assistere alla preparazione di ricciarelli, panforte, panpepato. Vedere con quanta esperienza, bravura e passione, mani sapienti sanno trasformare materie prime di grande qualità in dolci profumati e golosi è stato impagabile.
Nel loro Forno Ravacciano ogni giorno oltre al pane, Fabio e Rolisca sfornano
delle vere delizie, e così succede anche alla Pasticceria Nocino, dove Riccardo pur restando nella classicità, ha saputo innovare restando dentro i confini della tradizione stessa, inventando dolci particolari come i baci di Siena.
Giorni pieni e densi di curiosità ed emozioni, oltre che di incontri con belle persone che svolgono il loro lavoro di artigiani con passione e grande capacità, portando avanti una delle tradizioni toscane più antiche.
Sono tornata a casa pensando a come rendere onore a questi grandi prodotti dell'artigianato senese e a chi ne porta avanti la tradizione.
Riflettendo, ho voluto usare il panpepato in qualcosa di salato, e questo è quello che è uscito dalla mia mente e dalle mie mani:
Gnudi di ricotta e patate, crema di pecorino, burro fuso all'arancia e granella di panpepato
Per 6 persone
per gli gnudi:
400 g di ricotta di pecora
400 g di patate pesate pulite
3 cucchiai rasi di farina
1 uovo grande
70 g di parmigiano reggiano
1 pizzico di noce moscata
sale
per la crema di pecorino:
300 g di pecorino senese
latte q.b.
sale, pepe
per il burro d'arancia:
100 g di burro
la scorza di una arancia non trattata, grattugiata
per completare:
150 g di panpepato
tritato
Cuocete le patate. Mettete la ricotta a scolare in un setaccio.
Fondete il burro e fuori dal fuoco aggiungete la scorza grattugiata di una arancia. Tenete da parte.
Tritate il panpepato riducendolo in una granella non troppo fine.
Schiacciate le patate raccogliendole in una ciotola, mescolatele per amalgamarle e lasciatele intiepidire, poi unite la ricotta, il parmigiano e l'uovo intero, la farina, la noce moscata e regolate di sale.
In un pentolino, a fuoco dolce fate fondere il pecorino tagliato a pezzetti insieme a un poco di latte..
Regolatevi con il latte, partite con una quantità minima e aggiungetene man mano che il formaggio si scioglie, in modo da avere una crema liscia e abbastanza densa.
Velate i piatti con un poco di crema.
Portate a ebollizione una pentola d'acqua. Poi abbassate il fuoco in modo che l'acqua abbia solo un fremito, e a questo punto salatela.
Con le mani inumidite fate delle palline non troppo piccole ma nemmeno troppo grosse con l'impasto e calate gli gnudi pochi per volta nell'acqua. Raccoglieteli con il mestolo ragno man mano che salgono in superficie facendo attenzione che non si rompano perchè sono molto morbidi e delicati.
Posate gli gnudi nei piatti con la crema di pecorino, conditeli con il burro all'arancia e spolverateli con la granella di panpepato.
Come dicevo, sono tornata a casa più ricca e più consapevole di quanto lavoro ci sia dietro a dolci di questa importanza e con la loro storia che viene da lontano
di come la tradizione venga portata avanti da persone che fanno il loro lavoro con tanta passione e sì, anche con sacrificio.
Posso solo essere grata per l'opportunità, per l'accoglienza e per quanto ho imparato in questo blogtour.
Un grazie speciale a Sabrina Fattorini del blog Architettando in cucina ospite perfetta che ci ha assistito in ogni momento.
E non finisce mica qui... state in campana!
Tutte le ricette del Panpepato Team:
lunedì 2 dicembre 2019
Biscotti con noci macadamia, mincemeat e mirtilli rossi
Arrivano le feste e tradizione vuole che si facciano i biscotti, tanti biscotti di ogni tipo.
Ma ce ne sono alcuni molto particolari per cui bisogna preparare degli ingredienti molto tempo prima in modo che si assestino e si arricchiscano di sapore.
Quello che vi propongo sono di tradizione inglese e sono buonissimi, ma come ho detto ci vuole la mincemeat che va preparata almeno 15 giorni prima.
Andate QUI a vedere quante belle ricette e quanti tipi di mincemeat preparare per fare dei dolcetti speciali per le feste!
Dunque, vi consiglio di scegliere ora la ricetta che preferite, e poi sotto a prepararla! Sarà pronta in tempo per fare sia i biscotti che ho scelto di fare io che tantissimi altri meravigliosi dolcetti.
Mincemeat
150 g di uvetta sultanina
100 g di mirtilli rossi secchi
70 g di datteri
60 g di albicocche secche
80 g di ciliegie candite
240 g di marmellata d'arancia
120 g Rum bianco
60 g di liquore alla Crema cacao
60 g di ribes nero secco
80 g di zucchero di canna
2 cucchiaini di spezie miste
la scorza grattugiata di una arancia non trattata
la scorza grattugiata di un limone non trattato.
Tritate grossolanamente l'uvetta, tritate anche i datteri e le ciliegie candite, tagliate a dadini anche le albicocche secche.
Riunite tutto in una ciotola, aggiungete i mirtilli rossi, il ribes, la marmellata, il Rum, il liquore di Crema cacao , lo zucchero e le spezie.
Mescolate tutto in modo che sia omogeneo, poi coprite con la pellicola e tenete al fresco e al buio per almeno una settimana, mescolando di tanto in tanto per consentire ai sapori di assestarsi bene.
La mia sta riposando e appuntamento al 18 dicembre prossimo, con i biscotti e la ricetta completa!
A presto!
Ma ce ne sono alcuni molto particolari per cui bisogna preparare degli ingredienti molto tempo prima in modo che si assestino e si arricchiscano di sapore.
Quello che vi propongo sono di tradizione inglese e sono buonissimi, ma come ho detto ci vuole la mincemeat che va preparata almeno 15 giorni prima.
Andate QUI a vedere quante belle ricette e quanti tipi di mincemeat preparare per fare dei dolcetti speciali per le feste!
Dunque, vi consiglio di scegliere ora la ricetta che preferite, e poi sotto a prepararla! Sarà pronta in tempo per fare sia i biscotti che ho scelto di fare io che tantissimi altri meravigliosi dolcetti.
Mincemeat
150 g di uvetta sultanina
100 g di mirtilli rossi secchi
70 g di datteri
60 g di albicocche secche
80 g di ciliegie candite
240 g di marmellata d'arancia
120 g Rum bianco
60 g di liquore alla Crema cacao
60 g di ribes nero secco
80 g di zucchero di canna
2 cucchiaini di spezie miste
la scorza grattugiata di una arancia non trattata
la scorza grattugiata di un limone non trattato.
Tritate grossolanamente l'uvetta, tritate anche i datteri e le ciliegie candite, tagliate a dadini anche le albicocche secche.
Riunite tutto in una ciotola, aggiungete i mirtilli rossi, il ribes, la marmellata, il Rum, il liquore di Crema cacao , lo zucchero e le spezie.
Mescolate tutto in modo che sia omogeneo, poi coprite con la pellicola e tenete al fresco e al buio per almeno una settimana, mescolando di tanto in tanto per consentire ai sapori di assestarsi bene.
La mia sta riposando e appuntamento al 18 dicembre prossimo, con i biscotti e la ricetta completa!
A presto!
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