mercoledì 27 novembre 2019

Il mio plumcake ai datteri, banane e rum per il Club del 27

Di nuovo, ci risiamo. Il 27  è ritornato anche stavolta e mi sembra che sia arrivato di gran carriera, tanto è volato Novembre.
Questo mese  abbiamo pensato al lato dolce della polenta  e se cliccate sul link, scoprirete quanto è versatile la farina di mais, quanto sono buoni i dolci che io e le mie amiche blogger abbiamo preparato.
Per quanto mi riguarda ho scelto un dolce molto ricco, dall'aspetto un po' rustico che nasconde profumi e sapori sorprendenti.


Plumcake ai datteri, banane e rum 


250 g di datteri (ho usato i Medjol)
2 piccole banane mature (1 se grande)
2 uova grandi
85 g di noci pecan
100 g di uvetta sultanina
100 g di farina di mais fioretto (molto sottile)
2 cucchiaini di spezie miste (cannella, noce moscata, garofano, cardamomo)
1 cucchiaio abbondante di lievito
1 cucchiaio colmo di zucchero di canna
4  cucchiai abbondanti di Rum scuro

per completare:
15 g di noci pecan
poco zucchero di canna



Tritate grossolanamente le noci pecan.  Mettete a rinvenire l'uvetta in una scodella con un poco  di acqua calda e un cucchiaio di  Rum.
Snocciolate i datteri, metteteli  in un pentolino con 200 ml di acqua bollente e portate a ebollizione, lasciate sobbollire qualche minuto, poi scolateli conservando l'acqua di bollitura. Fate raffreddare.
In una ciotola mescolate la farina fioretto, il lievito, le spezie e le noci tritate.
Ora riprendete i datteri ormai freddi ed eliminate la eventuale pellicina, raccoglieteli in una ciotola, schiacciate le banane con la forchetta e unitele ai datteri, aggiungete 100 ml dell'acqua di cottura dei datteri tenuta da parte, gli altri 3 cucchiai di Rum  e con le fruste elettriche montate il tutto fino ad avere una crema pressocchè liscia.
Aggiungete la miscela di farina e noci, l'uvetta scolata e asciugata,  mescolate per amalgamare il tutto, unite  due tuorli d'uovo e continuate a mescolare.
Montate i bianchi a neve e incorporateli al composto con pazienza finchè saranno perfettamente assorbiti.
Foderate uno normale stampo da plumcake,  leggermente imburrato,  con della carta forno, versate l'impasto e livellatelo, sbattete leggermente lo stampo in modo che si assesti. Cospargetelo con lo zucchero di canna e le noci pecan .
Cuocete in forno a 180° ventilato  per un'ora circa, è pronto quando lo stecchino infilato nel centro, esce asciutto.
Toglietelo dal forno e fatelo raffreddare una decina di minuti poi, aiutandovi con la carta forno, estraetelo dallo stampo e trasferitelo a raffreddare su una gratella.






l'ho fatto ieri  e ne sono rimaste un paio di fette...










martedì 26 novembre 2019

Siena e i dolci senesi, cronaca di un blogtour parte seconda

come avevo scritto nel post pubblicato ieri il  nostro blogtour prosegue alla scoperta dei dolci senesi.
La prima tappa è al Forno Ravacciano,  che vanta una presenza di oltre cinquant'anni a Siena, conosciutissimo e molto apprezzato in città.
Giolisca e Fabio sono i fornai che con grande passione e professionalità producono ogni giorno il pane, ma anche i dolci tradizionali senesi come  ricciarelli, cavallucci, panforte e panpepato.
Ci hanno aperto le porte del loro laboratorio  facendoci assistere alla preparazione dei dolci.

Fabio ha iniziato subito coi cavallucci, e per me è stato come andare in paradiso perchè sono dolci che amo alla follia. Vederli fare, e poi assaggiare in diretta è stato bellissimo!
Arriviamo mentre Fabio completa la lavorazione del panforte Margherita:



E qui  Fabio dosa gli ingredienti dei cavallucci:





i cavallucci pronti, fragranti e profumati. Una tortura dover aspettare che si freddassero
ora si passa ai ricciarelli:


ed eccoli qui,  dorati e morbidi


mentre i dolci entravano ed uscivano dal forno,  col loro profumo che si spandeva dappertutto,  Giolisca insieme a Sabrina del blog Architettando in cucina e padrona di casa per questo blogtour, ci spiegavano alcuni passaggi delle ricette.


Giolisca e Fabio con grande generosità  ci hanno anche ospitato per il pranzo, e qui ho scoperto quanti abbinamenti sono possibili con questi meravigliosi dolci. Mi ha sorpreso moltissimo la bontà del pecorino senese assaggiato insieme al panpepato o al panforte.

Il panpepato:
il panforte:

è stata una mattinata intensa e decisamente bella, siamo usciti dal Forno Ravacciano  con il profumo dei ricciarelli appiccicato piacevolmente  addosso, con negli occhi la bravura e la capacità di Fabio e Giolisca di rendere omaggio a questi dolci  arrivati  fno a noi da un tempo antico,  e di continuare a tramandarne la tradizione e la  bontà.
Il tempo ci ha graziato, ci ha fatto assaporare la città per ammirarne l'assoluta bellezza e così, nel pomeriggio siamo approdati alla  Pasticceria Nocino  altro luogo storico di Siena  e  dove  ci ha accolto Riccardo.
La pasticceria è un posto davvero accogliente e la simpatia e la preparazione del nostro ospite ci ha messo a nostro completo agio.
Sui tavolini sono comparsi ricciarelli, ricciarelli di pasta di mandorle cruda ricoperta di cioccolato, pan co' santi, pignolata, panforte e panpepato.


il panforte e il panpepato:
il pan co' santi:


Riccardo ci ha spiegato la lavorazione di questi dolci, di come la pasticceria segue la tradizione delle ricette e ci ha dato alcune notizie sulla loro storia.
La pasticceria Nocino è un luogo di delizie, e fra queste ho scoperto anche
il bacio di Siena, inventato dalla creatività di Riccardo


briciole di torrone alla base, con crema e panna montata, ricoperti di cioccolato e congelati come i baci sottozero... Una vera delizia per il palato!

Le vetrine con i diversi  formati di panforte e panpepato
e io non ho resistito, mi sono portata a casa un panforte di quelli alti, che terrò per le feste di Natale, quando tutta la famiglia sarà riunita.



è stata una giornata davvero piena di emozioni e belle sensazioni, e torno a casa un po' più ricca. Ho incontrato persone meravigliose che con tanta passione e abnegazione  fanno un lavoro silenzioso ma importantissimo per continuare a tramandare tradizioni secolari.
A loro e a tutto lo staff che ha organizzato l'evento, che ci ha assistito in ogni momento durante questo blogtour, il mio grazie più sentito.
Come in tutte le cose arriva anche il momento di ripartire, e allora prima di andarmene ho fatto un ultimo giro nel  giardino incantato  dell'albergo  Borgo Grondaie che ci ha ospitato in questi giorni.




Sono tornata da qualche giorno, ma ho ancora gli occhi pieni di quella meravigliosa città che è Siena, della sua storia, dei suoi palazzi, delle persone che la fanno grande.
E ora tocca a me ricambiare tutto quello che ho ricevuto in questo meraviglioso blog tour...
state pronti, appuntamento a dicembre.

lunedì 25 novembre 2019

Siena e i dolci senesi, cronaca di un blogtour


Una iniziativa volta a valorizzare in particolare  i dolci senesi  ma anche  l'artigianato in generale che, oltre al suo patrimonio  storico unico al mondo, fa di  questa meravigliosa città una meta molto  ambita.
Grazie alla perfetta organizzazione di Cna Siena Food and Tourism, sponsor dell'evento, abbiamo potuto essere testimoni di come sia davvero sentita la tradizione dolciaria e di quanta professionalità, passione e  risorse investano gli artigiani senesi  nelle loro attività.
Tutto comincia con  una passeggiata nella città, attraverso strade, vicoli, piazzette, salite e discese che ti fanno sentire dentro a un'altra dimensione.
Arriviamo davanti al piccolo negozio di Alice, Giulia e Giulia, che si sono inventate un modo nuovo di scoprire la città attraverso il Polaroad.
Propongono  il  Polatour,  un’esperienza nuova per esplorare la città, semplice e intuitiva: viene consegnato un Polakit  e una Polaguide,  un libro-guida  che racconta non solo le date e gli eventi storici ma tutte le curiosità e gli aneddoti del luogo che si sta visitando, il tutto combinato con una macchina fotografica Polaroid a noleggio che sarà poi restituita alla fine del tour.  Alla fine del percorso prescelto,  si potrnno  incollare le  proprie foto su un diario/guida della città.







complimenti ragazze, sono sicura che la vostra idea piacerà moltissimo!

Proseguendo il nostro blogtour fra le attività artigiane senesi ecco il laboratorio
Bianco e Nero che produce maioliche artistiche della tipica tradizione legata alla città. Il verde, il blu, il color salmone delle loro creazioni ti colpiscono subito, e rallegrano di colpo il grigiore della giornata. Sonia Staccioli e sua sorella Giada,  sono  figlie d'arte, i loro antenati fin dal 1450 forgiavano armature, stemmi nobiliari, e confezionavano bandiere e scudi, e nel corso dei secoli alcuni si rivolsero proprio alla pittura e alla scultura, fino ad arrivare al 1984 quando Walter Staccioli aprì la bottega attuale. Ora Sonia e Giada portano avanti la tradizione, supportate dalla grande esperienza del babbo. Entrare in negozio, ammirare i disegni creati da Sonia e osservare il lavoro di Gaia intenta a decorare alcune campanelle,  è stato molto interessante e coinvolgente.






 Un lavoro non facile, dove serve concentrazione, manualità, precisione il tutto unito a una grande fantasia. Complimenti sinceri e l'augurio di tante soddisfazioni.

Riprendiamo la passeggiata e a un certo punto sbuchiamo nella piazza del Duomo.

 

l'ora del tramonto da una parte e le nuvole plumbee dall'altra lo ammantano di
una luce incredibile e l'emozione diventa palpabile. Lo ammiriamo in religioso
silenzio in attesa che ci raggiunga Lucia, la guida messaci a disposizione dall'organizzazione.
Mai mi è capitato di incontrare una persona come lei, appassionata del suo lavoro, con la conoscenza di infiniti dettagli e particolari su ogni monumento e sul più piccolo episodio o evento di ogni famiglia e dinastia che si sono succedute,  con una capacità di trasmettere il suo sapere che mi ha davvero catturato. Un grazie sentito anche a lei, che ci ha fatto rivivere la storia della città come fosse stata appena ieri.
Inizia a piovere e ci dirigiamo verso Piazza del Campo,  la torre del Mangia svetta da lontano, nella pioggia




Con Lucia entriamo nel Palazzo di Città, grazie anche all'assessore al Turismo  Alberto Tirelli, che  ci ha accolto  e accompagnato nella visita.
Ogni stanza è un capolavoro, e si può solo ammirare in silenzio, beandosi di quegli affreschi, di quei colori, di quella storia, immaginando quanta vita è passata di lì prima di noi, lasciandoci in eredità un patrimonio dal valore inestimabile.

La Maestà di Simone Martini


 tutti  con il naso in su a fotografare e ammirare







lo sguardo si posa su queste pareti e l'emozione è fortissima.


e in quel momento mi sono sentita davvero fortunata, oltre che grata.

Piove e tira un vento gelido, ci congediamo da Lucia e concludiamo la serata con un'ottima cena  all' Enoteca ai Terzi.

Si torna in albergo perchè l'indomani sarebbe stata una giornata impegnativa.

Il seguito alla prossima puntata, stay tuned.









sabato 2 novembre 2019

risotto al Castelmagno e castagne, bocconcini di coniglio in civet e castagne caramellate al Brandy

L'idea nasce dal fatto che devo svuotare la cella freezer del frigorifero per sbrinarla e darle una pulita. Io non amo tanto congelare e se lo faccio è per necessità, perchè magari mi rendo conto che non potrò cucinare in tempo quello che ho comprato. E allora metto in freezer. Ma a forza di metterci cose, prima o poi il piccolo spazio si riempie e  quando mi serve davvero averlo vuoto (vedi gelati o dolci  che hanno bisogno di congelamento) non posso usarlo. E' arrivata l'ora di fare spazio.
Così ho fatto una piccola ricognizione e ho scovato un intero coniglio disossato che avevo intenzione di fare per una cena con gli amici saltata all'ultimo momento.
Scongelo in frigorifero, apro il pacchetto e mi trovo davanti la bestia bella grossa e spianata. Son rimasta un paio di minuti a guardarla distesa sul tagliere pensando a cosa fare, poi si è accesa la lampadina.
Ho parato i contorni per ricavarne un perfetto rettangolo, e di quello ne farò un rotolo,  mentre ho ottenuto  oltre 400 g di polpa  che ho tagliato in pezzi.  Quello che mi serviva per il risotto che avevo in mente.
Ne è uscito un piatto robusto  e gustoso che abbiamo annaffiato col resto della bottiglia di Dolcetto, il vino che ho usato per la marinatura, adatto per questa giornata grigia e fredda che annuncia l'inverno. 



Risotto al Castelmagno e castagne, bocconcini di coniglio in civet e castagne caramellate al Brandy

per 2 persone


per il civet:
500 g circa di  polpa di coniglio
1 piccola carota
1 costa di sedano
1 piccola cipolla
1 pezzetto di cannella
1 chiodo di garofano
1 cucchiaino di bacche di ginepro
1 cucchiaino di noce moscata
1 foglia di alloro
1 rametto di rosmarino
2 rametti di timo
1 ciuffo di salvia
1 spicchio d'aglio
1  e 1/2 bicchiere di vino rosso di buona qualità(io Dolcetto)
sale, pepe





per il risotto:
300/350  g di riso Carnaroli
1 piccola cipolla
mezzo bicchiere di vino bianco
una decina di castagne cotte e pulite
60 g di formaggio Castelmagno
60 g di burro
un goccio d'olio
2 o 3  cucchiai abbondanti di parmigiano grattugiato per la mantecatura
q.b. di brodo di carne

per le castagne caramellate:
3 o 4  cucchiai di zucchero
un goccio d'acqua
1 bicchierino di Brandy
qualche bella castagna cotta e pulita


Per il civet si dovrebbe mettere a marinare il  classico coniglio a pezzi con tutti gli ingredienti la sera prima, io  l'ho lasciato marinare solo un paio d'ore,  era poca carne e temevo che prendesse troppo di salmì, ma a volte si lascia marinare anche fino a 2 giorni.
Dunque, tritate carota, sedano e cipolla, mettete la carne di coniglio in una ciotola, unite il trito e tutti gli altri ingredienti tranne l'aglio, aggiungete il vino rosso,  mescolate tutto e coprite avendo cura che la carne sia ben coperta, sigillate la ciotola con la pellicola e tenete in frigorifero.
Dopo un paio d'ore togliete i bocconcini dalla marinata, rosolateli in una casseruola con un filo d'olio, una noce di burro e lo spicchio d'aglio.
Salate e pepate. Filtrate le verdure dal vino, aggiungetele nella casseruola e sfumate con metà del vino della marinata. Abbassate il fuoco e continuate la cottura per circa un'ora, aggiungendo poco per volta il vino rimasto.
Alla fine dovrete avere un fondo abbastanza ristretto ma non troppo asciutto.

Caramellate le castagne. In un pentolino mettete a caramellare lo zucchero con poca acqua, lasciatelo su fuoco medio senza mai mescolare.
Nel frattempo scaldate il Brandy.
Quando il caramello è di un colore biondo dorato, unite il brandy caldo, facendo molta attenzione. Stemperate lo zucchero nel liquore, unite le castagne e lasciate che si avvolgano bene nel caramello, unite ancora un paio di cucchiai di brandy
in modo che il caramello rimanga fluido e tenete da parte.

Preparate il risotto.  Tritate finemente la cipolla, fatela appassire in un goccio d'olio e metà del burro, quindi unite il riso e lasciatelo tostare nel condimento fino a quando i chicchi iniziano a "cantare", sfumatelo con il vino bianco,  lasciatelo evaporare e iniziate a  tirare il risotto aggiungendo poco brodo bollente per volta, unendolo man mano che si assorbe, a metà cottura unite le castagne cotte, sbriciolate. Qualche minuto prima che sia cotto, unite il Castelmagno sbriciolato e mantecate il risotto  con il restante burro e il parmigiano,  assaggiate e regolate di sale se è il caso e lasciatelo riposare un minuto.

Servitelo guarnito con i bocconcini di coniglio e un po' del loro fondo, un paio o più di  castagne caramellate  e colorate il piatto con una foglia fresca di alloro.

Qui è stato molto apprezzato.
Richiede un po' di impegno in più, ma ne vale la pena. Potete anche fare il civet il giorno prima e scaldarlo all'ultimo, anzi, forse è anche più buono perchè il riposo aiuta ad amalgamare i sapori.
Lo vedo anche come  un  buon  piatto unico, se ci aggiungerete qualche altro bocconcino di carne.