venerdì 29 giugno 2012

28 giugno 1973

faceva caldo, tanto caldo. Come in questi giorni.
Ero stata male la notte, le contrazioni cominciavano a farsi sentire,  solo random, ma il tanto che bastava a non permettermi di dormire.  Strano, perchè il mio termine sarebbe stato a luglio, e questo un poco aumentava la mia ansia già abbastanza alta, avevo 23 anni, ero al primo figlio con tutte le paure che questo comporta....
Niente corsi pre-parto, niente parto pilotato o monitorato, niente mariti in sala parto. Non erano ancora stati nemmeno pensati.
Il ginecologo mi auscultava con lo stetoscopio di legno, un piccolo strumento con due specie di  rotelle altrettanto di legno alle estremità, una più grande e una più piccola...ecografia era una parola ancora sconosciuta...
al mattino le contrazioni erano aumentate, ma ancora ad intervalli abbastanza lunghi. Che si fa? Arriva mia madre e mi convince ad andare in ospedale..
Niguarda,  un posto fatiscente a quel tempo, molto più di oggi che stanno ristrutturandolo  da anni e anni anche se non se ne vede ancora la fine da tanto è grande.
Muri bianchi dalla calce scrostata, stanzoni enormi che richiamavano quelli degli ospedali militari della Grande Guerra, pavimenti di mattonelle rosse tirate a lucido, con una greca bianca a formare un disegno ai lati.
Finestroni inamovibili e tende chiare di tela grezza, a pacchetto, come a scuola. Suore e infermiere sono in piena attività fra le corsie.
Mi visitano e decidono di tenermi anche se la dilatazione è minima.
Fa sempre più caldo, e mi ritrovo su un letto di una di quelle camerate. La stanza è al completo, siamo in 16 più due lettini volanti piazzati  fra le due file di letti allineati al muro, proprio in mezzo alla stanza.
L'inquietudine mi assale e mi sento sola, persa. Nessuno mi chiede niente. Io passo il tempo fra una contrazione e l'altra, finchè la sera alle 20 cambia il turno.
Arriva una infermiera e mi chiede se ho contrazioni.....e certo che le ho, caspita! E' dalla notte prima che ho dolori....
Così mi fa prender su ciabatte e vestaglia e si va....la sala travaglio mi aspetta.
Mio marito, venuto durante l'orario di visita, è stato mandato a casa...ci vorrà ancora parecchio gli han detto...
nessun modo di comunicare con lui, il telefono a gettone è sulle scale della sala travaglio, e io non posso muovermi. Il travaglio si affrontava solo a letto, vigevano regole rigidissime. Nessuno poteva muoversi come succede ora nelle maternità. Il parto era considerato qualcosa di esclusivamente medico, da trattare in quel modo, e non un avvenimento naturale da assecondare e  accompagnare, come ora...
mi rompono le acque, e mi fanno un paio di punture a base di ossitocina per affrettare le doglie...
Se penso a quelle ore di solitudine, con i dolori che  aumentano, con il rumore dell'orologio meccanico sopra la mia testa che  scandisce ogni minuto,  con quel suo suono metallico che mi perfora il cervello, mi sembra di rivivere ancora tutto...lo stesso senso di angoscia, di paura per qualcosa che devo affrontare ma che non conosco, paura del dolore anche....ma sto zitta, non emetto nemmeno un lamento.....l'unico pensiero confortante  che mi sostiene è che poi avrei avuto il mio bambino fra le braccia, e questo mi avrebbe ripagato di tutto. Penso solo al mio bambino che sta per nascere, tengo gli occhi chiusi e mi concentro solo su questo...
Finalmente l'ossitocina fa il suo lavoro, mi sento squartare ma arriva il periodo espulsivo. Mi fanno alzare fra una contrazione e l'altra e mi portano in sala parto, di fronte. Un'ora ancora o più, non so, ho perso il senso del tempo....sono le undici di sera qundo finalmente arriva il momento più bello, nasce mia figlia, la sento uscire da me, trattengo il respiro finché non la sento piangere...me la fanno vedere per un attimo, alzo la mano e le tocco il sederino ancora sporco di vernice caseosa, mi fanno controllare il numero al suo polso e al mio,  faccio solo in tempo a vedere i suoi occhi tanto grandi e di un viola incredibile e me la portano via...direttamente alla nursery, un altro stanzone enorme dove una trentina di bambini stava nelle piccole culle di metallo, maneggiati da puericultrici o infermiere. Li potevi vedere solo da dietro i vetri, o quando te li portavano per l'allattamento allineati come piccole bambole su lunghissimi carrelli... la rivedrò solo dopo due giorni.
Credo che niente più di quel distacco sia stato così devastante...avrei voluto stringerla a me, guardarla, baciarla, tenerla sul mio cuore, rassicurarla.....ma funzionava così a quel tempo la maternità in ospedale. Fortunatamente, con la mia seconda figlia le cose erano nel frattempo cambiate, non ancora  del tutto, ma sicuramente è stata una esperienza decisamente migliore..
Ero felice quella notte, mio marito era stato avvisato da una comprensiva infermiera a cui avevo chiesto di farlo, e io  ero  immensamente felice. Distrutta ma felice. Tanto felice da sopportare di stare tutto il resto della notte su un lettino volante nell'anticamera della sala travaglio, con il solito orologio che mi trapanava la testa ogni minuto, e una ostetrica che ogni ora veniva, mi scopriva  e con tutta la sua forza mi dava un colpo a mano tesa sulla pancia, era necessario sosteneva......eh sì, ma lo so io il male che faceva! 

Lì, in quello stanzone di Niguarda, in quel giugno caldissimo, è cambiata la mia vita...
qualche giorno dopo tornavo a casa con il mio fagottino fra le braccia. Eravamo al settimo cielo, noi due anzi,  noi tre.
Ora mia figlia è una donna fatta, ma io, ogni suo compleanno, me la rivedo avvolta in quella copertina di cotone giallo pesca,  e non posso fare a meno di pensare a quanto sono fortunata..

A giugno compie gli anni anche mia madre, il 27. Un giorno prima di mia figlia, per cui l'occasione di festeggiare si raddoppia, così ieri sera tutti a casa mia, complice anche la partita della nazionale...
tutta la famiglia si è riunita, compreso Valerio, il nostro piccolino appena nato....è stato bellissimo vedere tutte quelle generazioni insieme...

la cena, fredda,  è stata questa:







Coniglio alla monferrina
(o tonno di coniglio)

1 coniglio in pezzi
1 carota
1 costola di sedano
1 cipolla
1 spicchio  d'aglio
1 bouquet garni
(1 ciuffo abbondante di prezzemolo, uno di basilico, un rametto di rosmarino, 2 o 3 fogliesalvia, maggiorana, origano fresco, timo,  alloro)
1 bicchiere colmo di vino bianco, ho usato un Arneis, molto aromatico e profumato.
sale, pepe nero in grani

per condire:

olio di ottima qualità
1 spicchio d'aglio
sale, pepe nero macinato al momento,
salvia q.b.


mondare le verdure,  portare a ebollizione abbondante acqua, una volta che prende il bollore, unire i pezzi di coniglio, sedano, carota e cipolla, l'aglio, il mazzetto di erbe aromatiche legato in modo che non si disperda nella pentola, magari cucito in una pezzuola bianca, il pepe in grani e poco sale grosso.
Quando si rialza il calore, aggiungere anche il bicchiere di vino bianco, abbassare il fuoco, coprire e lasciar sobbollire dolcemente per un'ora circa. Dopodichè spegnere e lasciar raffreddare il coniglio nel suo brodo.
Una volta freddo, spolpare il coniglioper bene, riducendolo in piccoli pezzetti  mettendoli man mano in una terrina, una insalatiera, o altro recipiente, procedendo a strati,   su ogni strato spargere un pizzico di sale, una macinata di pepe, foglie di salvia a pezzetti, e sottili fettine d'aglio e alla fine, coprire bene il tutto con abbondante olio, proprio come fosse tonno.




Tenere in frigorifero, e controllare ogni tanto che l'olio non manchi, nel qual caso, rabboccare.

E' una preparazione che va assolutamente fatta in anticipo di almeno tre giorni prima di assaggiare..così il coniglio diventa morbidissimo e assume la consistenza del tonno..
Un piatto che a casa  mia va moltissimo, soprattutto d'estate.







Finto tabuleh


1 conf. cous cous medio
2 piccoli cipollotti freschi
1 cetriolo medio
pomodorini datterini q.b.
1 mazzetto di prezzemolo
5 o 6 foglie di menta un po' grandi
1 limone
sale, pepe, olio buono



tostare il cous cous in una larga padella, finchè comincerà a dorarsi e a profumare di pane caldo.
Procedere poi alla idratazione come descritto dalle istruzioni sulla scatola.
Ho sperimentato che non è per tutte le marche uguale, per cui meglio seguire le indicazioni della casa che lo produce.
Una volta ben sgranato il cous cous, trasferirlo in una coppa, una insalatiera, o altro a piacere, unire i pomodorini tagliati a piccoli pezzi, il cetriolo liberato dai semi e ridotto in dadolata minuta anche quello, i cipollotti tritati finemente, il mazzetto di basilico pulito e tritato finemente insieme alla menta.
Condire con olio, sale, pepe e il succo del limone, assaggiando via via per assestare bene il tutto.
Coprire con la pellicola e tenere in frigo fino al momento di consumarlo.



Carpaccio a modo mio


carne di manzo tagliata sottile q.b.
un ciuffo abbondante di erba cipollina
1 cucchiaio abbondante di capperi sotto sale
1 limone
sale, pepe nero, olio e.v.
pepe rosa per colorare


poco prima di andare a tavola, appoggiare la carne su un largo piatto da portata, cospargere con l'erba cipollina tagliuzzata, i capperi dissalati, il pepe rosa.
Condire con sale e pepe nero, e irrorare con olio e limone.







a grande richiesta anche il mio solito pollo marinato, la cui ricetta è QUI




 Roast beef all'inglese



1 bel pezzo di roast beef o altra carne adatta a questo tipo di cottura, su per giù 1 kg abbondante
sale, pepe, senape in polvere
olio abbondante
1 rametto di rosmarino


lavare e asciugare la carne, massaggiarla con sale e pepe nero abbondanti, poi con la senape in polvere e lasciarla riposare una mezzoretta.
Scaldare il forno a 220°.
In un tegame che lo contenga di misura, scaldare bene l'olio e rosolare il pezzo di carne da tutti i lati a fuoco vivo,  insieme a un rametto di rosmarino quindi trasferirlo in forno già a temperatura.
Cuocere circa 20 minuti, a seconda di come si vuole che sia la cottura.
A me qui è scappata leggermente, di solito mi piace un poco più crudo, ma era tenerissimo lo stesso.
Una volta cotto, togliere il tegame del forno, avvolgere il pezzo di carne  ben stretto in un poco di stagnola e lasciarlo riposare in modo che la carne si riprenda i suoi succhi. Dopodichè affettarlo  disponendo le fette in una tortiera, una pirofila, o altro in modo che  le fette siano ben allineate. Filtrare il fondo di cottura e nappare la carne.
Servire tiepido.



I dolci...
avevo avuto una richiesta specifica per un rotolo, così ho accontentato mia figlia piccola, e poi ho fatto invece un dolce al cucchiaio  come torta per i due compleanni.. l'ho lasciato imperfetto, perchè avevo paura che la panna si smontasse con questo caldo infernale, per cui non è preciso preciso..






Rotolo ai lamponi



per la pasta biscotto:

100 gr farina
100 gr tuorli
150 gr albumi
90 gr zucchero
10 gr miele
1 cucchiaino estratto di vaniglia


per la farcitura:

lamponi q.b.
300 gr panna liquida
zucchero a velo




Dividere i tuorli dagli albumi. Nella ciotola dell'impastatore  montare a lungo  i tuorli con lo zucchero, il miele e l'estratto di vaniglia finchè sono quasi bianche e spumose.
Montare gli albumi a neve fermissima.
Con una spatola o un cucchiaio di legno unire gli albumi ai tuorli, con molta molta delicatezza, mescolando dal basso verso l'alto per non smontare il tutto.
Una volta incorporato l'albume, unire la farina fatta scendere poco alla volta da un setaccino, mescolando sempre dal basso verso l'alto con molta molta molta delicatezza e pazienza, finchè il tutto è ben amalgamato.
Foderare una teglia rettangolare con della carta forno. Versare il composto e  con una spatola a gomito stenderlo in altezza omogenea sulla carta.
Mettere in forno già caldo a 240° per circa 6 o 7 minuti, o finchè la superficie è leggermente dorata.
Una volta pronto, togliere dal forno con tutta la carta sotto, spolverizzare la superficie del biscotto con dello zucchero semolato, quindi  coprirecon della pellicola a contatto, cercando di rincalzarla fin sotto.
Così facendo il biscotto conserverà la sua umidità e si potrà arrotolore facilissimamente, senza rotture.
Lasciar raffreddare completamente, poi rovesciarlo con la parte bianca  in su, in modo che arrotolando compaia la parte dorata.
Montare la panna ben ferma aggiungendo un mezzo cucchiaio di zucchero a velo,  spalmarla sulla pasta biscotto stando leggermente scostati dai bordi, aggiungere i lamponi e arrotolare spolverando di zucchero a velo.






Bavarese bicolore lamponi e cioccolato bianco, e aspic di lamponi in gelatina di Moscato


per la bavarese di cioccolato bianco

3 dl latte
2 dl panna fresca
2 tuorli d'uovo
200 gr cioccolato bianco
50 gr zucchero
10 gr colla di pesce
1 bicchierino di  liquore Crema Cacao


per la bavarese di lamponi:

250 gr lamponi più quelli  per la decorazione
1 bicchierino sciroppo di lamponi
2 cucchiai di Kirsch
300 gr panna liquida fresca
150 gr zucchero a velo
8 gr colla di pesce


per la pasta biscotto:

100 gr farina
100 gr tuorli
90 gr zucchero
10 gr miele
1 cucchiaino estratto di vaniglia



per l'aspic di lamponi:

1 vaschetta di lamponi belli sani
400 gr di Moscato spumante
12 gr di colla di pesce (o gelatina in polvere)
foglie di menta fresca






Per prima cosa preparare la pasta biscotto.

Dividere i tuorli dagli albumi. Nella ciotola dell'impastatore  montare a lungo  i tuorli con lo zucchero, il miele e l'estratto di vaniglia finchè sono quasi bianchi e spumosi.
Montare gli albumi a neve fermissima.
Con una spatola o un cucchiaio di legno unire gli albumi ai tuorli, con molta molta delicatezza, mescolando dal basso verso l'alto per non smontare il tutto.
Una volta incorporato l'albume, unire la farina fatta scendere poco alla volta da un setaccino, mescolando sempre dal basso verso l'alto con molta molta molta delicatezza e pazienza, finchè il tutto è ben amalgamato.
Foderare una teglia rettangolare con della carta forno. Versare il composto e  con una spatola a gomito stenderlo in altezza omogenea sulla carta.
Mettere in forno già caldo a 240° per circa 6 o 7 minuti, o finchè la superficie è leggermente dorata.
Togliere dal forno e lasciar raffreddare completamente, dopodichè tagliarla a misura dello stampo prescelto.



 
Per la bavarese di lamponi:

ammollare la colla di pesce.

nel bicchiere del frullatore mettere i lamponi, lavati delicatamente, e lo zucchero a velo frullare bene per qualche minuto in modo che il tutto sia ben liscio.
Prelevarne una tazza da caffè, mettere sul fuoco e appena il succo di lamponi si scalda, aggiungere la colla di pesce ben strizzata.
Lasciarla sciogliere completamente poi unire la parte di succo fredda mescolando velocemente per amalgamare il tutto.

Trasferire il tutto in una terrina, passandolo al colino fine per eliminare i fastidiosi semini.
Semimontare la panna  ed incorporare al succo di lampone filtrato. Mescolare con pazienza finchè il tutto è perfettamente liscio ed omogeneo.

foderare di carta forno  uno stampo a cerniera, oppure appoggiare un anello direttamente sul piatto che servirà per servire il dolce. Appoggiarvi il disco di pasta biscotto tagliato a misura.

Diluire lo sciroppo di lamponi con il Kirsch e, con un pennello, bagnare il fondo di pasta biscotto.
versare la bavarese ai lamponi in modo che arrivi a metà stampo, livellare bene.
Mettere in frigorifero a rassodare.


Nel frattempo preparare la bavarese di cioccolato bianco:

ammollare la colla di pesce. Portare a ebollizione il latte.
Battere i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare bianchi e spumosi, sempre
mescolando unire a filo il latte caldo, riportare sul fuoco e lasciar cuocere a fuoco basso
finchè velerà il cucchiaio, o se avete un termometro, portare la crema inglese a 85°. A questo punto aggiungere il cioccolato bianco spezzettato e
la colla di pesce ben strizzata, mescolare bene per sciogliere i due ingredienti e togliere
dal fuoco.
Raffreddare il composto mescolando per non farlo rapprendere. Quando il composto è
completamente freddo, semimontare la panna e incorporarla delicatamente.
Versare la bavarese al cioccolato bianco sulla bavarese ai lamponi, livellare bene lisciando il più possibile la superficie, sbattere leggermente per assestare il tutto e mettere in frigorifero fino al momento di servire.


 Per l'aspic di lamponi:


Idratare la gelatina con 5 volte il suo peso in acqua, cioè, per 12 gr di colla di pesce, 60 gr di acqua.
Scaldare una piccola parte di Moscato, aggiungervi la gelatina ammollata con tutto il suo liquido rimasto e fare sciogliere bene, quindi unire il tutto al restante vino. Mescolare bene per amalgamare il tutto, e lasciar raffreddare.
Una volta freddo, eliminare tutta la schiuma che si sarà inevitabilmente formata.
Riprendere la bavarese che ormai sarà solida, e con un cucchiaio versare la gelatina di Moscato sulla superficie, in modo da fare un leggero strato omogeneo. Questo la renderà lucida.
Foderare con abbondante pellicola in modo che sbordi,  uno stampo a cupola, o una ciotola, una scodellina,  allinearvi  i lamponi con la punta in giù in modo che siano fitti e non si girino. Unire a cucchiaiate la gelatina di Moscato ormai fredda, raggiungendo solo la metà dello stampo. Porre il tutto a raffreddare. Quando si sarà rappresa, versare il resto della gelatina in modo che copra tutti i lamponi, e rimettere in frigorifero fino al momento di guarnire il dolce.


Sformare il dolce con molta attenzione e delicatezza, appoggiare delle foglie di menta nel punto in cui andrà messo l'aspic.
Sformare anche quello togliendolo dallo stampo usando la pellicola che sborda, eliminarla delicatamente  e poggiarlo sulle foglie di menta, al centro della bavarese.





Buon compleanno mamma!
Buon compleanno Serena!



11 commenti:

  1. Ti ho visto sai Giuli, durante tutto il tuo travaglio, hai descritto così perfettamente i particolari fisici e i tuoi sentimenti e le tue sensazioni che è stato come essere li. adesso lei è grande, una donna che ti ha dato la gioia di essere nonna ma credo che per te sarà sempre il tuo fagottino.
    I piatti son come sempre fantastici ma quella bavarese è uno spettacolo!
    Auguri a Serena e alla tua mamma.
    elena

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  2. ogni volta leggo il racconto o vedo partorire qualcuno (la tv oggi entra anche in sala parto, che tempi! altro che privacy e discrezione!) non posso fare a meno di commuovermi davanti al grande miracolo della nascita di una nuova vita. Tantissimi auguri di buon compleanno alla tua mamma e alla tua figliola (donne fortunate ad avere te). Superflui i commenti sulla cena, sarebbero solo lodi ripetitive ;)))

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  3. Che racconto meraviglioso Giuliana! Mi ha commosso...

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  4. Cara Giuliana i tuoi racconti sono da mettere in un libro, sono pieni di sentimento e ricordi , quello che ci vuole in questo momento che niente ha valore!
    Il vino Arneis è fatto a Canale in prov . di Cuneo dove son nata io !!
    Naturalmente le tue ricette son sempre speciali . ciao Anna

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  5. I tuoi nipotini avranno sempre i tuoi ricordi Giuli! e i ricordi dei tuoi piatti preparati con tanto amore!

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  6. questi tuoi ricordi indelebili mi hanno commossa, Giuli sei veramente una donna rara! Il menù è perfetto per questo periodo, segno tutto, grazie ! un abbraccio a te e alla tua splendida famiglia...

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  7. Anche la mia prima figlia è nata nel 1973, le nostre vite si somigliano davvero tanto

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  8. Anche quando è nata la mia Chiara faceva molto caldo... era agosto, in un ospedale a dir poco in rivina, anche se era il 2009! Quando ho letto il tuo post mi sono commossa perchè ho rivissuto quei momenti bellissimi e tremendi al tempo stesso.

    Il menù è perfetto per questi giorni di afa, nei quali l'unica cosa che vorrei è infilarmi nel frigorifero ^_^
    Un abbraccio alla tua splendida foto di famiglia!

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  9. Ciao Giuliana,

    Tu per me sei la garanzia, che nelle mie cene faccia una bella cenetta.
    Ti conosco da tempo, e ho un grande rispeto per te.
    Sono brasiliana, con marito italiano, e ho un dubbio in questa ricetta del rotolo, quanto è di ALBUME ?? (100 gr).

    Obrigada, Graziee

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    1. grazie a te!
      Avevo dimenticato di scrivere la quantità di albumi, scusami tanto.

      Ho provveduto a correggere la ricetta, sono 150 gr.

      Grazie di cuore!

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