martedì 12 dicembre 2017

Il Miacetto per il Calendario del Cibo Italiano

Grazie alla giornata  che il Calendario del Cibo Italiano dedica ai Pani Dolci,  ne ho scoperto uno che non avevo mai sentito nominare, il Miacetto.
E' nato a  Cattolica, la città romagnola, ed è il tipico dolce delle feste di Natale, anche se ora si può trovare  tutto l'anno.
Perfetto per la vigilia  perchè è un dolce magro, tra i suoi ingredienti non c'è nulla che vada contro la tradizione. Ha una certa somiglianza con il panforte toscano, la certosa bolognese e il pan pepato di Modena e ricorda altri dolci veneti e lombardi, ma si distingue nettamente per la quasi assenza di spezie, compensata però dal meraviglioso profumo di arancia e limone la cui scorza, dosata perfettamente, regala al dolce un aroma davvero unico.
Dobbiamo pensare che Cattolica fin da tempi molto antichi era una cittadina la cui economia era legata al passaggio, al transito di viaggiatori e pellegrini e definita, nel Cinquecento, contrada di taverne. Normale quindi che la sua popolazione avesse molta cura per tutto quello che erano gastronomia e cibo,  e il Miacetto potrebbe essere nato come dolce da offrier ai viaggiatori nel periodo dell'Avvento, tempo di astinenza.
Essendo un dolce comunque squisito, sopperiva alla proibizione di consumare altri dolci caratteristici come il ciambellone, le frittelle, il casadello in un periodo di regime magro, privo di carni, condimenti e grassi animali.
Mi ha davvero sorpreso e conquistato e non è facile perchè solitamente  non amo questo tipo di dolci.
E' veloce da preparare, ci vuole solo la pazienza di far riposare l'impasto poi,  mentre cuoce,   la casa si riempie di un profumo meraviglioso, lo sforni e vorresti che si raffreddasse al più presto perchè sei impaziente di assaggiare.
Fatelo, è buono, profumato, perfetto per la tavola delle feste!





 Il Miacetto di Cattolica

con le dosi  della ricetta  se ne  ottengono due, se invece optate per  uno solo basta dimezzare le quantità previste, come ho fatto io.


250 g semolino a grana fine
100 g farina
150 g mandorle
150 g gherigli di noci
200 g uvetta sultanina
50 g pinoli + altri 50 g per la decorazione
la scorza di 2 arance
la scorza di 2 limoni
300 g miele di acacia o millefiori
100 g zucchero
50 g olio d'oliva
50 g olio di semi
1 pizzico di cannella
1 pizzico di sale
acqua tiepida q.b.
poco zucchero a velo

Procedimento:
Tritate grossolanamente sia le mandorle che le noci.
Mettete a bagno l'uvetta in poca acqua tiepida per qualche minuto, poi scolatela e asciugatela al meglio possibile.
In una ciotola riunite tutti gli ingredienti,tranne i secondi 50 grammi di pinoli.
Mescolate bene con una spatola o una marisa e aggiungete acqua tiepida il tanto che basta ad avere un composto  morbido e abbastanza fluido. Tenete conto che col riposo si addensa di più, perchè semolino e farina assorbono e gonfiano.
Fatelo riposare almeno 12 ore circa.
Al momento di cuocere,  ungete leggermente due stampi a cerniera da 24 cm. foderateli con carta forno facendola ben aderire. Dividete il composto in due parti possibilmente uguali e fate colare ognuno nel proprio stampo foderato, livellate bene e pareggiate tutto con l'aiuto di una marisa o di una spatola.
Cuocete in forno già caldo a 180° ventilato, per circa 45 /50 minuti, dipende dal forno.
Non essendoci lievito potrete aprire  lo sportello  per controllare agevolmente la cottura, e saranno  pronti quando saranno ben dorati. In caso temiate che  si scuriscano troppo spostate sulla funzione statica e copriteli con dell'alluminio.


Una volta pronti, toglieteli dal forno e lasciateli raffreddare nella  loro teglia poi, con delicatezza sganciate, eliminate la carta forno e fateli scivolare sul loro piatto.  Distribuite i pinoli rimasti sulla superficie e date una leggera spolverata di zucchero a velo.

Non avendolo mai fatto, spero di essere riuscita a riprodurlo fedelmente, in caso contrario, chiedo venia ai cattolicini.  
Posso dire che è veramente buono,  ne è rimasto solo un pezzettino e anch'esso non durerà a lungo...




7 commenti:

  1. Non conosco questo dolce e devo sicuramente provare anch'io a farlo. Complimenti!

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  2. Non conoscevo questo dolce, però mi piacciono molto i dolci con il semolino, lo proverò magari una dose minima perché li vorrei provare tutti, saluti cara

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  3. Non lo conoscevo, ma ne hai fatto una descrizione e una realizzazione che non so se sia 'fedele', ma per me è proprio invitante!

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  4. Giuliana che delizia solo leggendo la ricetta e ammirando la tua bellissima foto, me lo mangerei tutto in un boccone. Chissà che profumino!

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  5. Non lo conosco, ma deve essere buono!!!
    Buona giornata

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  6. Giuliana viene un dolce umido-morbido o rimane farinoso? Grazie.

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