cosa c'è di più lombardo di un risotto?
E cosa c'è di più lombardo di un Salva Cremasco DOP, o della raspadura del Bella Lodi?
Me ne hanno regalato un bel pezzo di questo formaggio così particolare, la raspadura ce l'ho spesso in frigorifero...
Unico intruso qui è l'asparago. Ma ci sta benissimo, col suo sapore deciso contrasta perfettamente la cremosa consistenza del formaggio, e poi viene comunque dalla pianura padana emiliana...
Da questo incontro padano è uscito un magnifico e saporito risotto:
Risotto agli asparagi, Salva Cremasco DOP e raspadüra lodigiana
Riso Carnaroli per due persone
1 mazzetto di asparagi
80 gr Salva Cremasco Dop
1 cipolla
poco burro
poco olio
sale, pepe
1cucchiaio colmo di parmigiano grattugiato
raspadüra di grana Bella Lodi (quello con la crosta nera)
mondare gli asparagi, spezzarli fin dove cedono, conservarne la parte finale.
Lavare bene il tutto. Mettere a bollire gli scarti dei gambi in abbondante acqua leggermente salata.
Tagliare a pezzetti gli asparagi lasciando intere le punte.
In una capace pentola, far appassire la cipolla tritata in una noce di burro e poco olio.Aggiungere gli asparagi spezzettati e lasciar insaporire qualche minuto, mescolando spesso.
Aggiungere il riso e lasciar tostare tutto insieme qualche minuto, poi aggiungere un poco del brodo di cottura degli scarti di asparagi, e procedere al normale risotto aggiungendo poco brodo alla volta.
Quando il riso sarà quasi pronto, aggiungere il formaggio spezzettato, una noce di burro e il parmigiano. Mantecare qualche secondo affinché il formaggio sia completamente sciolto e il risotto all'onda.
Quando il riso sarà quasi pronto, aggiungere il formaggio spezzettato, una noce di burro e il parmigiano. Mantecare qualche secondo affinché il formaggio sia completamente sciolto e il risotto all'onda.
Spegnere, lasciar riposare un attimo, poi mettere nel piatto e apoggiarvi sopra un cappellino di raspadüra lodigiana.
Il Salva Cremasco DOP è un formaggio molle da tavola a pasta cruda,
prodotto esclusivamente con latte vaccino intero tal quale, a crosta
lavata, con stagionatura di oltre 75 giorni.
Per
la produzione del Salva Cremasco è utilizzato il latte vaccino intero crudo
derivante dalle razze bovine allevate nell’area di interesse, la Frisona
italiana e la Bruna Alpina e le zone prevalentemente preposte vanno dal comprensorio delle provincie di Brescia, Bergamo, Lecco, Cremona, Milano, Lodi.
Ha caratteristiche di sapore, di colore della pasta e d’aspetto
strettamente legate alla fase di stagionatura. Il periodo minimo di 75
giorni di stagionatura consente un graduale affinamento del sapore e del
colore della pasta. Infatti, il sapore diviene progressivamente più
aromatico ed intenso ed il colore vira gradualmente dal bianco al
paglierino. L’aspetto si contraddistingue per la presenza di una sottile
crosta costituita da una microflora di superficie che nel corso della
stagionatura permette il successivo impianto di altre forme microbiche
autoctone che svolgono specifica attività lipolitica e proteolitica.
Inoltre, anche la forma di parallelepipedo quadrangolare costituisce un
elemento di distinzione rispetto ad formaggi italiani e lombardi.
Deve l’origine
semantica del nome proprio alla sua funzione, cioè alla necessità di salvare
le eccedenze di latte.
Intorno
ai primi decenni del ‘900, i "bergamini" scendevano nel cremasco con le loro mandrie, provenienti dal bresciano e dalla bergamasca e salvavano così
le eccedenze di latte durante il loro tragitto.
I bergamini che si erano fermati in pianura avevano la
necessità di utilizzare il latte in sovrabbondanza e impiegarlo nella
produzione di un formaggio che potesse avere una durata medio-lunga.
Le
origini di questo formaggio quindi, sono legate alla sua paziente, limitata e domestica lavorazione, e sono da ricercare nella sapiente capacità contadina, frutto di un'economia del non spreco.
Invece la nascita della raspadüra si perde nella notte dei tempi..
pietanza povera della gente povera, sposata facilmente con la polenta.
pietanza povera della gente povera, sposata facilmente con la polenta.
In origine, quando le forme di formaggio preparato nelle casere
delle cascine senza tanti accorgimenti stagionavano così così, e al primo
taglio presentavano difetti di compattezza o di altro
genere, il proprietario della casera faceva togliere con una grossa lama - raspando
- la parte segnata e, bontà sua, donava
quei riccioli difettosi ai contadini, ai mezzadri, che li trovarono
subito gustosi.
la raspadüra rimase per moltissimo tempo un cibo buono solo per
i poveri, ma ai giorni nostri la raspadüra è squisitezza ricercata e oggi, per ottenerla, certamente non si utilizzano forme mal riuscite,
ma formaggio di ottima qualità e di prima scelta,
e la raspadüra viene eseguita ad arte da
esperti perché i riccioli siano
leggeri, trasparenti, quasi impalpabili..
Il salva cremasco nemmeno mi metto a cercarlo ma il Lodigiano con la crosta nera l'ho già comperato ed apprezzato a dovere.Un risotto magnifico Giuli,la cremosità è talmente visibile da uscire dallo schermo, un bacione, passa un felice weekend...
RispondiEliminaun formaggio che non conoscevo e che ha una storia davvero particolare.... e il risotto è spettacolare!
RispondiEliminaciao
roberta
Ciao Giuliana, passa da me, c'è un premio per te :)
RispondiEliminaUn baciotto
Sembra dire "mangiami"
RispondiEliminaChe buono dev'essere ^_^