un poco dimenticate, ma che ogni tanto mi viene voglia di rispolverare.
Sarà qualcosa che leggo, o qualche profumo che improvvisamente mi porta indietro, oppure la vista di qualcosa che fa riaffiorare i ricordi, non so...
Quando succede, mi prende l'impazienza. Devo fare al più presto quello che mi è venuto in mente e che mi resta in testa finchè non lo realizzo.
Così, in vista della domenica, dopo una rassegna della dispensa, penso a preparare questo dolce.
Ormai lo sanno anche i sassi, non è domenica a casa mia, senza un dolce.
La zuppa inglese ha origini lontanissime, ma le note informative che ho trovato su Wikipedia ve le metto in calce. Ora vi dico come l'ho fatta, anche se penso che forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di spiegarla..comunque so che si fa in diversi modi, secondo le varie usanze e tradizioni regionali . Io la faccio nel modo classico. E' quello che preferisco in assoluto.
Ho solo giocato un po' con la presentazione.
Zuppa inglese
1 l. latte
8 tuorli d'uovo
250 gr zucchero
80 gr farina
150 gr cioccolato fondente al 70%
1 cucchiaino essenza di vaniglia
poca scorza di limone
per completare il dolce :
100 gr zucchero
100 gr acqua
mezzo bicchiere di Alchermes
mezo bicchiere suddiviso fra Rhun e Cognac
savoiardi q.b.
scaglie di cioccolato per decorare
Scaldate il latte insieme a un po' di scorza di limone.
Spezzettate, o tritate a coltello, il cioccolato in una ciotola.
Montate i tuorli con lo zucchero finchè sono bianchi e spumosi, aggiungete la farina e mescolate bene sempre usando le fruste elettriche.
Appena il latte è caldo, versatelo a filo sulle uova e rimettete tutto sul fuoco. Cuocete la crema mescolando continuamente in modo che non attacchi, ci vorrà qualche minuto perchè si addensi, poi continuate ancora per qualche momento la cottura.
Oppure usate il metodo Montersino, cioè lasciate che il latte con la vaniglia inizi a sobbollire piano, e poi aggiungete la montata di uova che dovrà aver incorporato bene l'aria, non toccatela perchè rimarrà in superficie, quando il latte riprende l'ebollizione dopo qualche momento, mescolate bene e la crema sarà pronta.
Io la faccio nel modo classico, e non uso amidi di nessun tipo, non mi piace la consistenza gelatinosa che prende.
Una volta pronta, eliminate la scorza di limone, versatene la metà sul cioccolato spezzettato e coprite la restante crema con la pellicola trasparente messa direttamente a contatto, in modo che non si indurisca in superficie.
Mescolate bene la crema col cioccolato in modo da farlo sciogliere completamente bene ed avere una crema perfettamente liscia. Coprite anche questa con la pellicola a contatto.
Ora preparate lo sciroppo 1:1. Sciogliete a caldo lo zucchero nell'acqua. Lasciate sobbollire qualche istante spegnete il fuoco e lasciate raffreddare. Poi suddividete lo sciroppo in due ciotole. Ad una aggiungete l'Alchermes, e all'altra il mix di Cognac e Rhum.
A questo punto si può montare il dolce.
Mettete le due creme in due sac à poche, munite di bocchetta spizzata.
Passate i savoiardi, tagliati a misura del bicchiere, nel mix di Cognac e Rhum, strizzateli leggermente se sono troppo imbevuti, e foderate il fondo facendo un bello strato.
Coprite i biscotti con la crema al cioccolato. Fate in modo di avanzare un po' di crema al cioccolato perchè servirà come decorazione finale.
Ora fate uno strato con i savoiardi bagnati nell'Alchermes e finite con uno strato di crema gialla.
Coprite i bicchieri con della pellicola e tenete in frigorifero, tenete in frigorifero anche la crema al cioccolato che avrete conservato, lasciandola dentro la sac à poche.
Al momento di servire, eliminate la pellicola, strizzate dalla sac à poche un ciuffo di crema al cioccolato posandolo al centro e guarnite a piacere.
Con le dosi che ho messo ho fatto due bicchieri e una bella coppa, con gli strati messi allo stesso modo, ma decorata con una pioggia di trucioli su cioccolato fatti scendere da una grattugia a fori grossi.
ed ecco le note informative di Wikipedia sulla storia della zuppa inglese:
"È un dolce antico di secoli, che appare nella cucina di diverse città dell'Emilia Romagna nell'Ottocento.
Sebbene la sua origine non sia certa, la sua denominazione tradisce la derivazione dalla ricca e creativa cucina inglese del periodo elisabettiano. Originalmente composta di una base di pasta morbida lievitata, intrisa di vino dolce arricchita di pezzetti di frutta, o frutti di bosco, e coperta da crema pasticcera e panna o crema di latte sembra fosse un modo di recuperare gli avanzi dei ricchi pasti dell'epoca.
Le origine e l'etimologia del nome sono estremamente dubbie. In mancanza
di documenti prevalgono diverse tesi sull'origine della preparazione.
Alcune delle leggende sul nome dichiarano che essa in realtà sia stata
inventata in terra francese durante la Guerra dei Cent'anni e proprio per schernire il rivale inglese fu nominata "Zuppa Inglese";
queste fonti non trovano riscontro provato ma alcuni accenni su questa
leggenda sono presenti in scritti dell'epoca. Rimane il fatto che questa
ricetta non trova riscontri nella culinaria francese dell'epoca ed è
quindi da ritenere una leggenda.
Le origini del dolce italiano si collocano più probabilmente nel 1500 presso la corte dei duchi d' Este
quale rielaborazione di un dolce rinascimentale anglosassone, il
trifle, considerato un po’ la madre di tutti i dolci, fatto con crema e
pan di Spagna, il tutto innaffiato da bevande alcoliche (per esempio lo
Sherry di Cadice).
I contatti commerciali e diplomatici con la casa reale inglese erano
frequenti, ed è probabile che sia stato proprio un diplomatico di
ritorno da Londra a richiedere ai cuochi di corte di riassaggiare il trifle Lo stesso sarebbe accaduto anche in Toscana.
La preparazione, così come la conosciamo oggi, fa la sua comparsa nel
modenese verso la prima metà dell'Ottocento. Leo Codacci, in "Civiltà
della tavola contadina", afferma che la zuppa inglese sarebbe stata
"inventata" da una donna di servizio di una famiglia inglese residente
sulle colline di Fiesole. Quella contadina toscana, avvezza da
generazioni a non gettare niente di quanto restava sulla tavola, non
riusciva a buttare via il pasto consumato, a base di biscotti
soprattutto, come se fosse una piccola merenda. Volendo fare economia
anche in casa di chi non ne aveva bisogno, la domestica pensò di
utilizzare quella grazia di Dio e di mescolare gli "avanzi" dei
biscotti, della crema pasticceria* e del budino di cioccolato. Poiché i
biscotti del giorno prima erano divenuti secchi, per ammorbidirli li
inzuppò con il vino dolce. L'unico elemento che risulterebbe a favore di
questa tesi è la presenza del cacao che divenne di uso comune durante il Seicento.
Adoro la zuppa inglese, la tua è bellissima!!!
RispondiEliminaInteressantissime le note su questo dolce. Ci credi che non l'ho mai preparato?
RispondiEliminaIl tuo è molto bello ed invitante :)
Io adoro le ricette antiche! Non sbagli mai quando le proponi!!! La tua zuppa inglese direi che è perfetta! Complimenti! Anche per il tuo splendido blog! Da oggi ti seguo anch'io con estremo piacere!!!!
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