Semifreddo al Cubano
Quello che vi propongo oggi è stato il dolce del mio compleanno.
Visto e preso sulla monografia della Cucina Italiana di questo mese dedicata a Niko Romito.
Difficilmente compro riviste di cucina ma il viso sorridente di Romito che occhieggiava dalla cover mi ha attirato. E bene ho fatto. Ci sono ricette davvero interessanti e decisamente alla mia portata, come questo semplicissimo semifreddo, facile e goloso abbastanza da farmi venire voglia di farlo subito approfittando del mio compleanno.
Mi son chiesta cosa fosse il Cubano e, presto svelato l'arcano, l'ho ordinato subito su Amazon perchè non credo avrei avuto fortuna a cercare qualcosa di simile qui.
I cubani sono dei confetti morbidi ripieni di cioccolato bianco, Rum, mandorle e cannella, un vero peccato di gola. Arrivati in tempo per la festa, ho aperto la scatola, ne ho assaggiato uno e ho capito perchè Romito ne ha fatto un dolce. Sono da sveno, e meglio tenerli lontani perchè sparirebbero in un amen..
Semifreddo al Cubano
per 8/10 persone
300 g di panna liquida fresca
90 g di tuorli
170 g di zucchero
150 g di confetti il Cubano
50 g di acqua
Per guarnire:
cannella in polvere
qualche Cubano sbriciolato
Nel tritatutto mettete i confetti e tritateli grossolanamente non troppo sottili ma nemmeno troppo granulosi.
In una ciotola montate a lungo i tuorli fino a farli diventare una massa spumosa e chiara.
In un pentolino mettete lo zucchero con l'acqua e portate tutto alla temperatura di 121°, quindi versate lo sciroppo a filo sui tuorli continuanto a montare con le fruste elettriche alla massima velocità, (potete farlo nella planetaria se preferite) finchè il composto è completamente freddo.
Semimontate la panna e aggiungetela alle uova mescolando delicatamente dal basso verso l'altro per non fare smontare il composto. Una volta incorporata la panna, unite i confetti tritati. Mescolate con cura per avere alla fine un insieme perfettamente amalgamato ed omogeneo.
Foderate con la pellicola antiaderente un normale stampo da plumcake, versate l'impasto ottenuto e livellatelo dando dei leggeri colpi allo stampo in modo che non si formino bolle d'aria e tutto si assesti.
Mettete in freezer fino al momento di servire, comunque non meno di 6 ore.
Servitelo a fette completando il piatto con un pizzico di cannella in polvere e un po' di confetti sbriciolati.
che dire, facile e buonissimo.
Grazie Niko Romito, chissà se ce la farò prima o poi a venire ad assaggiare la tua cucina!
Gnocchi alla barbabietola con broccoli e baccalà
Questa ricetta nasce dalla condivisione di Federica su Fb di un piatto che ha cucinato dopo averlo visto sulla pagina Instagram di Renatone, il famoso cuoco già protagonista delle prime edizioni della Prova del Cuoco in Tv. Sinceramente non conoscevo le sue ricette, nè me ne sono mai interessata, visto che seguo pochissimi programmi televisivi e men che meno quelli di cucina.
Ma le ricette hanno le gambe, camminano per conto loro e a un certo punto arrivano a colpire la tua fantasia.
Avevo anche in casa tutto l'occorrente quando Federica l'ha pubblicata, più o meno un mese fa, ma poi per diversi motivi ho dovuto rimandare la preparazione, e così l'ho messa in stand by in attesa di tempi migliori.
Finalmente mi decido, solo che avevo già fatto la spesa senza trovare il broccolo romano e ho ripiegato sul broccoletto. Quello che è uscito, dopo le modifiche, è decisamente un altro piatto. Non me ne vorranno Federica e Renatone, l'idea è la loro e io ne ho preso solo lo spunto, a testimonianza che la cucina è davvero circolare, come sostiene Igles Corelli.
Gnocchi alla barbabietola con broccoli e baccalà
per 4 persone
500/600 g di cuore di filetto di baccalà già ammollato
1,5 kg di patate possibilmente a pasta bianca, pesate pulite
2 cucchiai rasi di polvere di barbabietola
q.b. di farina 00
2 piccoli broccoletti
1 spicchio d'aglio
1 bustina di pinoli
olio e.v. d'oliva
sale, pepe
Cuocete a vapore le patate con la buccia.
Mentre le patate cuociono, mondate e lavate i broccoletti, divideteli in cimette e lasciateli insaporire in un tegame con olio e lo spicchio d'aglio, dopo qualche minuto copriteli di acqua calda o brodo vegetale. Mettete un coperchio e portateli a cottura. Dovranno essere lenti ma non troppo. Una volta pronti, schiacciatene una metà con la forchetta in modo da avere una crema rustica.
Tagliate a pezzetti il baccalà già ammollato ed eventualmente spinato, in caso avesse ancora qualche lisca.
Infarinateli leggermente dopo averli asciugati tamponandoli con carta da cucina e friggeteli pochi per volta in un piccolo pentolino, in olio profondo.
Scolateli, man mano si dorano, su carta assorbente da cucina e tenete in caldo.
In un padellino antiaderente, tostate velocemente i pinoli e teneteli da parte.
Passate a fare gli gnocchi. Sulla spianatoia mettete le patate pelate e passate allo schiacciapatate, lasciate evaporare un attimo il calore poi salate, cospargete con la polvere di barbabietola e iniziate ad impastare aggiungendo la farina poca per volta finchè sotto le mani sentite che l'impasto è abbastanza omogeneo e compatto.
Questo dipende sempre dalle patate. Per questa volta a me non è servita molta farina, credo di averne usata non più di 200 grammi e non è servita nemmeno l'aggiunta dell'uovo. Quasi non ci credevo, perchè ho sempre paura di non azzeccare le patate...
Una volta fatto l'impasto, procedete a formare e a rigare gli gnocchi (se li rigate).
Cuoceteli pochi per volta, prelevateli e depositateli nel tegame dei broccoletti che avrete rimesso su fuoco dolcissimo.
Continuate fino a terminare gli gnocchi e, sempre su fuoco dolce, unite i pezzetti di baccalà, regolate di sale e di pepe e spadellate delicatamente il tutto. Alla fine aggiungete i pinoli tostati e servite.
sono piaciuti molto!
Butternut Bakewell Bars per il Club del 27
Con l'autunno torna il Club del 27, sono sicura che vi sono mancate le sue ricette!
Ripartiamo con uno degli ingredienti più rappresentativi della stagione, la zucca.
E' ormai arcinoto che io e questo coloratissimo ortaggio non abbiamo un buon rapporto, ma a volte capita che qualcosa mi stuzzichi e allora ci provo, e in questo dolce che Leila Capuzzo aveva fatto per la rubrica di MTChallenge, Passiamole in rivista, devo dire che mi è proprio piaciuta. Sarà che zucca e noci sono un connubio perfetto?
Non vi resta che provare...
Butternut Bakewell Bars
per la crostata:
250 g di farina
150 g di burro freddo
1 tuorlo
1 pizzico di sale
per il ripieno:
300 g di zucca Butternut pesata cotta
per cui servirà un pezzo di circa 7/800 g intero.
200 g di noci pecan
100 g di burro ammorbidito
150 g di zucchero di canna chiaro (Demerara)
150 g di farina
2 uova grandi
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino di cannella
la scorza grattugiata di una arancia
q.b. di marmellata di arance
1 pizzico di sale
per il topping:
50 g di zucchero a velo
un pizzico di cannella
q.b. di acqua
qualche noce pecan
Scaldate il forno a 180°, disponete la zucca, liberata da semi e filamenti, con la parte tagliata verso il basso su una teglia rivestita di carta forno.
Cuocetela per un'ora o più, o fino a quando al tatto è completamente morbida.
Approfittate del forno per tostare anche le noci pecan, negli ultimi venti minuti di cottura della zucca mettete anch'esse su una teglia rivestita di carta forno e infilatele in forno a tostare.
Quando la zucca è pronta, toglietela dal forno e lasciatela raffreddare completamente. Fate raffreddare anche le noci tostate.
Una volta fredda, raschiate la polpa della zucca e trasferitela in una ciotola, schiacciatela bena per ridurla a purea.
Preparate la frolla mescolando la farina con il burro e il pizzico di sale in un robot da cucina, fino a quando si formeranno delle grosse briciole, a questo punto unite il tuorlo e impastate per amalgamare il tutto, raccogliete l'impasto e avvolgetelo nella pellicola, quindi mettetelo a riposare in frigorifero per almeno 2 ore.
Poi stendetelo in una teglia rettangolare, preferibilmente col fondo rimovibile da 30x20 imburrata e infarinata, badando di farla aderire bene anche negli angoli.
In un tritatutto tritate finemente le noci tostate, unitele alla purea di zucca, aggiungete tutti gli altri ingredienti del ripieno, uova, farina, zucchero, lievito, cannella, burro morbidissimo, scorza d'arancia e un pizzico di sale. Mescolate molto bene e a lungo per amalgamare il tutto.
Con una forchetta bucherellate il fondo della frolla, scaldate leggermente la marmellata di arance e distribuitela su tutta la superficie della frolla stesa, quindi versate l'impasto di noci e zucca. Con il dorso di un cucchiaio o una spatola ad angolo, livellate bene e mettete in forno già caldo a 180° ventilato.
Cuocete per circa mezz'ora o fino a quando il ripieno sarà solido al tatto e la pasta frolla ben dorata.
Toglietela dal forno e lasciatela raffreddare completamente.
Preparate il topping mescolando in una scodella lo zucchero a velo con acqua sufficiente a formare una crema dalla consistenza abbastanza densa, unite la cannella, mescolate bene e distribuitela sopra la torta, aggiungete qua e là qualche noce pecan tostata e spezzettata.
Con un coltello affilato tagliate la torta a tranci, metteteli su una piccola alzatina o sul piatto di servizio.
Un dolce particolare ma molto versatile, le basi (frolla, purea di zucca, noci tostate) si possono preparare in anticipo e i tranci si conservano anche in congelatore.
A noi è piaciuta molto col suo ripieno umido e fondente, e se lo dico io che solitamente non amo la zucca, potete credermi.
Appuntamento al prossimo 27, chissà con quale ricetta??
Crostata meringata al curd di pesche e rosmarino per The Garda Egg Co
sì, lo so, questa ricetta è leggermente fuori stagione anche se le pesche le ho viste ancora sui banchi del supermercato, fra l'uva e i primi agrumi.
Ce l'avevo da pubblicare da oltre un mese, ma fra un problema e un altro, siamo arrivati all'autunno. Però è talmente buona che merita di essere condivisa, magari la potete conservare fra le ricette da provare, fino alle prossime pesche.
Ho fatto questo dolce con le uova di The Garda Egg Co
e precisamente con quelle di gallina livornese, dal guscio candido e dalla cremosità accentuata. Perfette per ogni tipo di crema.
Io me le immagino le loro galline, so che vivono in un piccolo paradiso, serene e tranquille, pascolando libere fra cespugli fioriti, alberi e arbusti in un giardino incantato.
Quando da bambina trascorrevo le vacanze dai nonni in Friuli, capitava spesso che entrassi nel pollaio a raccogliere le uova con mia nonna, oppure a dare loro da mangiare e a cambiare la loro acqua. C'era una gallina dal piumaggio bianco e nero, diversa dalle altre che erano tutte bianche o fulve, molto curiosa, che mi seguiva ad ogni passo. Mi guardava spostando la testa di lato in un modo curioso, girandola a scatti, e osservava tutti i miei movimenti. Pareva ragionare ed era davvero buffa. Aspettava che finissi il giro e poi mi accompagnava fino al cancelletto del serraglio. La chiamavamo Grisina, mia nonna le parlava con dolcezza e lei pareva capire ogni cosa.
Si dice "cervello di gallina" a sottolinearne la scarsa intelligenza, ma non tutti sanno che le galline invece sono molto intelligenti, e alcune sono anche compagne affettuose.... Intanto hanno già conquistato il mondo, accompagnando l'uomo fin dalla notte dei tempi. E chissà...
Crostata meringata al curd di pesche e rosmarino
per la frolla:
300 g di farina
200 g di burro
100 g di zucchero
1 tuorlo
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
poca scorza di limone grattugiata
1 pizzico di sale
per il curd di pesche:
250 g di polpa di pesche gialle, mature
150 g di burro
180 g di zucchero
1 uovo intero
4 tuorli
15 g di amido di mais
2 rametti di rosmarino
1 cucchiaio di succo di limone
per la meringa italiana:
110 g di albumi
40 g di zucchero
uno sciroppo ottenuto con
150 g di zucchero e 85 g di acqua
per completare il dolce:
1 pesca gialla, matura
lamponi, mirtilli
foglioline di menta
pistacchi tritati
La sera prima preparate le frolla. Se avete una planetaria potete usare quella con la frusta a K, iniziate col mescolare il burro morbido con lo zucchero, poi aggiungete l'uovo, la vaniglia, la scorza del limone e infine la farina setacciata. Azionate la planetaria a bassa velocità finchè l'impasto si raccoglie a palla.
Prelevatelo, appiattitelo un poco dandogli una forma tonda e avvolgetelo nella pellicola. Mettetelo a riposare in frigorifero per un'ora circa.
Nel frattempo preparate il curd di pesche. Tritate il rosmarino. In un pentolino, a fuoco dolce, fondete il burro insieme al rosmarino tritato. Lasciatelo intiepidire.
Sbucciate le pesche, tagliatele a pezzetti e frullatele insieme al cucchiaio di succo di limone per ridurle in una crema perfettamente liscia.
In una ciotola sbattete insieme i tuorli, l'uovo, lo zucchero e l'amido di mais. Quando tutto è perfettamente amalgamato, aggiungete la polpa frullata delle pesche, il burro filtrato dal rosmarino mescolate e cuocete in un pentolino sempre a fuoco dolce e sempre mescolando senza mai far bollire, finchè il curd si addensa.
Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire.
Ora riprendete la frolla dal frigorifero, tiratela col mattarello in modo da foderare uno stampo da circa 24 cm. imburrato e infarinato.
Una volta sistemata la frolla nello stampo, refilate i bordi e regolateli, poi bucherellate leggermente il fondo, rivestitelo di carta forno e riempite il guscio di frolla con dei fagioli o con le apposite sfere per la cottura in bianco.
Cuocete in forno già caldo a 180° per circa 30/35 minuti, finchè la frolla è ben dorata.
Togliete dal forno, lasciate intiepidire poi eliminate la carta con i fagioli o con le sfere e tenete da parte.
Preparate la meringa italiana.
Nella ciotola della planetaria, mettete gli albumi con lo zucchero e iniziate a montare con la frusta a fili.
In un pentolino preparate lo sciroppo con lo zucchero e l'acqua, portatelo a ebollizione fino a 121°, quando sarà cotto, versatelo a filo nella planetaria lasciandola sempre in funzione e continuate a montare finché tutto sarà completamente freddo.
La meringa sarà pronta quando sollevandola con le fruste formerà il famoso "becco".
Ora completate il dolce. Versate il curd di pesche nel guscio di frolla, mettetela una mezz'ora in frigorifero a compattarsi, nel frattempo sbucciate la pesca e riducetela a pezzetti, lavate e asciugate delicatamente lamponi, menta e mirtilli, poi riempite una sac à poche con la meringa e decorate a piacere la torta, fiammeggiate con l'apposito cannello, disponete frutta, menta e pistacchi a completare.
Un dolce che ha conquistato i miei ospiti, e che rifarò non appena torneranno le pesche.
Intanto un grazie sentito a Marco e Roberto Magnani de La Kuccagna perchè è grazie a loro che ho conosciuto Federica Bin e la bellissima azienda
The Garda Egg nata dalla grande passione e dall' impegno di questa fantastica donna.
Mi sono divertita moltissimo a giocare con le uova colorate e ho scoperto che ad ogni tipo di uovo corrispondono sapori e consistenze del tutto diverse, ma tutti di grande qualità.
Per cui ancora grazie, e a presto!
Patate golose per The Garda Egg
La deposizione delle uova è un evento naturale che fin dall’antichità ha sempre attratto la curiosità dell’essere umano. L’uovo, con quella sua forma perfetta,
è un accadimento così meraviglioso, prodigioso, che è stato poi
investito anche culturalmente di tutta una serie di simboli. La genesi del mondo da un uovo primordiale non è
nota soltanto nel mondo orfico della creazione (dove la Notte, alata e
nera, corteggiata dal Vento, diede alla luce un uovo, da cui uscirono
Eros e Fanete e quindi Crono), ma compare anche nei miti dell’origine
polinesiani, giapponesi, peruviani, indiani, fenici, cinesi, finnici e
slavi. Secondo la mitologia egizia, il dio Ra, divinità suprema del Sole, nasce da un uovo cosmico, formato dall’unione di otto divinità rappresentanti le forze del caos.
Plutarco ricorda una conversazione tra amici che, tra le altre cose, si domandano se sia nato prima l’uovo o la gallina; la disputa la decide Fermo, che ricorda come nella religione l’uovo sia il simbolo del principio originario materiale delle cose.
Aristofane, nella sua commedia “Uccelli”, rappresentata
nelle “Grandi Dionisie” (celebrazioni liturgiche dedicate a Dioniso),
fa dichiarare a uno dei protagonisti, cioè un uccello, il primato dell’uovo: “Nel seno smisurato d’Erebo, all’inizio di tutto, Notte la nero alata, genera un uovo d’aria"
Secondo Omero invece, l’uovo primigenio non è d’aria, ma d’argento.
Nei testi indù, l’uovo precede anche ogni turbinio di Dei: “All’inizio
non v’era che il Non–Essere. Esso fu l’Essere. Crebbe e si cambiò in
uovo. Riposò tutto un anno e poi si divise. Apparvero due frammenti di
conchiglia: uno d’argento, l’altro d’oro. Da quello d’argento venne la
terra, da quello d’oro, il cielo.”
Nel mito pelasgico della creazione però è Eurinome, Dea di tutte le cose, a covare l’uovo universale in forma di colomba divina che, nel mondo sumero, è Iahu, e girovagando approderà sino al battesimo di Cristo.
Di molti eroi si narra che non siano stati partoriti, ma siano usciti da un uovo: per esempio un antichissimo re della Corea del Sud o i Dioscuri Castore e Polluce o ancora, le famose uova di Leda, che Giove aveva resa gravida sotto forma di cigno.
Per concludere, l’uovo come simbolo di un seme primordiale
da cui successivamente sarebbe nato il mondo. La
totalità racchiusa in un guscio che indica la creazione prefigurata fin dall’inizio. Mica poco, no?
E io, cullandomi nella mia beata ignoranza e senza sapere davvero se è nato prima l'uovo o la gallina, rimango nella mia cucina insieme alle uova delle galline felici di The Garda Egg co e cerco di rendere omaggio al meglio a questo ingrediente così importante, significativo e basilare per la nostra alimentazione.
Per questa ricetta mi sono affidata alle uova di gallina Marans, dal sapore intenso e burroso
Patate golose
per 2 persone
4 patate della stessa misura
100 g di scamorza bianca (o altro formaggio a piacere)
4 tuorli
60 g di burro
1 piccolo tartufo nero estivo
un rametto di timo
sale, pepe
Lavate accuratamente le patate strofinandole delicatamente per eliminare i residui di terra. Cuocetele a vapore, senza togliere la buccia, per circa 20/25 minuti mantenendole ancora un po' al dente.
Controllate la cottura con uno stecchino.
Scolatele e lasciatele intiepidire.
Nel frattempo fondete il burro in in un pentolino insieme alle foglioline di timo. Quando si sarà sciolto del tutto, spegnete e lasciate riposare in modo che si insaporisca.
Con un coltellino affilato asportate orizzontalmente la parte superiore delle patate poi, con uno scavino, da ogni patata togliete un poco della polpa e incavate l'interno, poi spennellate sia esternamente che internamente le patate con un poco di burro al timo.
Trasferitele in una teglia foderata di carta e mettetele in forno a 160° per circa 6 o 7 minuti, coperte di altra carta forno bagnata e strizzata.
Mentre le patate cuociono, tagliate a piccoli pezzetti la scamorza (o altro formaggio a scelta).
Riprendete le patate dal forno, eliminate la carta forno di copertura, sistemate all'interno di ognuna qualche pezzetto di formaggio, ancora un poco del burro fuso, e disponetevi sopra i tuorli, qualche altro pezzetto di formaggio e irroratele con il resto del burro.
Ripassate in forno per altri 3 minuti, poi sfornate e all'ultimo guarnite con una generosa macinata di pepe nero e lamelle di tartufo.
E buon appetito!
Se non sapete dove trovare le uova di The Garda Egg Co, fate un giro sul sito de la Kuccagna Market. loro spediscono in ogni dove.
Spuma di zabaione al Moscato, gelée di Moscato e lamponi per The Garda Egg
Un dolce al cucchiaio questa volta, tanto per non smentirmi. Lo sanno ormai anche le pietre quanto amo questo tipo di dessert. E avendo a disposizione le meravigliose uova colorate di The Garda Egg Co come resistere alla tentazione di prepararne uno goloso goloso?
Da brava gallina vintage, approfitto del lavoro delle simpatiche galline di Federica. Me le vedo che zampettano libere nel giardino vista lago, chissà, becchettando allegramente fra i cespugli fioriti e l'erbetta tenera. Magari discutono fra loro come allegre comari per decidere chi deve avere l'erba più fresca, o qualche seme in più, o qualche bacca caduta dai cespugli. Stanche, si vannno a riposare al fresco sui trespoli, e fan quel suono come le fusa prima di addormentarsi e poi, quando sono belle riposate, lasciano cadere nella paglia un bell'ovetto, speciale speciale.
Io vi domando se si può trovare
un più bravo animal della gallina.
Se non avesse il vizio di raspare
ne vorrei sempre avere una vicina.
Tutti i giorni a quell’ora: – Coccodè
Corri a guardar nell’orto e l’uovo c’è.
Tutto perchè io, vecchia gallina fortunata, possa fare questo dolce.
In questo caso ho scelto le uova bianche di gallina livornese, che trovo perfette per preparazioni di pasticceria.
Spuma di zabaione al Moscato, gelée di Moscato e lamponi
per 6 persone
4 tuorli
50 g di zucchero
200 ml di Moscato spumante a temperatura ambiente
300 ml di panna liquida fresca
1 vaschetta di lamponi
foglioline di menta per guarnire
per la gelée:
200 ml di Moscato spumante a temperatura ambiente
2 cucchiai di zucchero
2 o 3 g di gelatina in fogli
In una bastardella montate i tuorli con lo zucchero e ponetela su un bagnomaria caldo. Continuando a montare con le fruste elettriche e fate prendere corpo alla crema, quindi aggiungete il vino Moscato a filo fino ad incorporarlo tutto, poi continuate a montare fino a che lo zabaione sarà bello gonfio e spumoso.
Toglietelo dal bagnomaria e continuate con le fruste elettriche fin quando sarà completamente freddo.
Montate la panna a neve e incorporatela con pazienza allo zabaione freddo aiutandovi con una spatola. Dovrete avere alla fine un composto gonfio, spumoso, abbastanza sostenuto.
Distribuitelo nei bicchierini o in altro recipiente a scelta.
Mettete tutto in frigorifero per almeno un paio d'ore.
Nel frattempo preparate la gelée. Versate il Moscato in una ciotola, prelevatene un paio di cucchiai e metteteli in un piccolo pentolino.
Ammollate in acqua fredda la gelatina in fogli, quando è pronta, scaldate il vino nel pentolino, sarà caldo quasi subito e allora unite la gelatina ammollata e fate sciogliere completamente. Toglietela dal fuoco e, mescolando velocemente il Moscato nella ciotola, versatela a filo fino a quando è completamente incorporata.
Lasciate raffreddare il tutto.
Riprendete i bicchierini dal frigorifero, versate un paio di cucchiai di gelée sulla superficie di ognuno e rimettete tutto in frigorifero, ben coperto.
Al momento di servire, togliete dal frigorifero e lasciate a temperatura ambiente per qualche minuto, decorate con i lamponi e le foglioline di menta.
Un dolce ricco, che mi ha lasciato lungamente il suo sapore così cremoso e avvolgente.
Dove potete trovare le uova colorate di The Garda Egg? Kuccagna Market
spedisce ovunque.
Cocottine di uova spumose alla liquerizia e the Garda Egg
Continua la mia voglia di sperimentare con le uova di The Garda Egg, e se volete farvi un giro in quel piccolo paradiso dove le galline vivono felici, cliccate QUI.
Potrete ascoltare dalla viva voce di Federica il racconto di come e perchè ha deciso di impegnarsi in una attività così particolare e vi renderete conto di quanta passione e di quanto lavoro ci vuole per una attività come questa.
Intanto ho scelto le uova di gallina New Hampshire. Hanno sapore intenso, burroso, le ho trovate perfette per questa ricetta:
Cocottine di uova spumose alla liquerizia
per 2 persone
4 uova
4 cucchiai di parmigiano reggiano
4 cucchiai di panna liquida fresca
1 cucchiaio di liquerizia in polvere
una grossa noce di burro
sale.
Per prima cosa separate i tuorli dagli albumi e raccogliete questi ultimi in una ciotola, montateli a neve ben ferma.
Ungete generosmente quattro cocottine con la noce di burro.
Mettete in ogni cocottina una parte di albume, tenendone da parte almeno quattro o cinque cucchiaiate. In ogni cocottina fate un leggero incavo e fate scivolare un tuorlo in ognuna.
Su ogni tuorlo mettete un cucchiaio di panna liquida e un cucchiaio di parmigiano reggiano e coprite bene il tutto con l'albume a neve tenuto da parte in precedenza.
Fate in modo che i tuorli siano completamente chiusi nell'albume.
Mettete le cocottine su una teglia e infornatele a 170° per circa 10/12 minuti, finchè saranno dorate.
Una volta pronte, distribuite un pizzico abbondante di liquerizia in polvere sulla superficie di ognuna.
Servitele ben calde e buon appetito!
Mio marito ha apprezzato moltissimo. Lui adora le uova in ogni loro declinazione e con queste ci è andato a nozze.
un grazie va a Roberto e Marco Magnani, di Kuccagna market distributori di The Garda Egg per avermi fatto conoscere queste bontà!
The Garda egg e le uova ripiene alle zucchine
E' stato grazie a Kuccagna market che ho conosciuto Federica Bin, una donna che con un impegno solido e costante ha fatto una scelta ben precisa, quella di mettersi in gioco con un progetto davvero molto speciale, direi unico. Qualcuno le parla di galline di razze particolari che regalano uova colorate, eccezionali per bellezza e qualità e lei cosa fa? Acquista una decina di galline immaginando che quelle uova superiori per qualità saranno sempre più richieste da grandi chef, pasticceri e gelatieri.
Le fa crescere in grandi spazi all'aperto, le nutre esclusivamente con granaglie biologiche certificate e compie così una scelta etica e definitiva. Nasce The Garda Egg Co e i risultati arrivano, la produzione si amplia e Federica con The Garda Egg, raggiunti 100 esemplari di galline, pensa a nuovi investimenti per preparare ripari e terreno pronti ad accoglierne più di 500.
ditemi, non sono bellissime queste uova? Io mi sono innamorata di quelle azzurre, e sono le prime che ho scelto per preparare un piccolo antipasto. Le fa una gallina inglese, la Cream Legbar, e hanno un gusto denso, caldo e un aroma vegetale. Perfette per quello che avevo in mente.
Uova ripiene alle zucchine
8 uova
pancetta affumicata q.b.
1 piccola zucchina
una noce di burro
sale, pepe nero di mulinello
per la crema inglese salata:
60 ml di panna liquida fresca
60 ml di latte intero
2 tuorli
2 cucchiai rasi di parmigiano grattugiato
1 pizzico di noce moscata
sale, pepe
Per prima cosa mondate, lavate e asciugate le zucchine, fatele a rondelle e cuocetele in padella con una noce di burro finchè sono morbide ma ancora consistenti. Salatele e pepatele, lasciatele intiepidire poi tritatele abbastanza finemente.
In un padellino caldo e senza alcun condimento, scottate le fette di pancetta affumicata finchè diventano croccanti. Mettetele man mano su della carta da cucina in modo che perdano l'unto in eccesso.
Ora tagliate la calotta alle uova. Se avete l'apposito attrezzino sarà facilissimo, altrimenti con molta delicatezza e una forbicina iniziate a rompere la sommità, poi pian piano cercate di regolare i bordi, anche se non saranno perfettamente uguali non perderanno il bellissimo effetto una volta riempite.
Separate il bianco dal tuorlo delle due uova, le altre sei svuotatele in una ciotola e vi potranno servire per altre preparazioni.
Ora lavate i gusci, eliminate delicatamente l'eventuale pellicina interna rimasta e sterilizzateli facendoli bollire in un pentolino per qualche minuto.
Poi prelevateli delicatamente e metteteli ad asciugare capovolti su una griglia.
Nel frattempo preparate la crema inglese salata.
In una casseruola sbattete i tuorli con la frusta, portate quasi a ebollizione il latte mescolato con la panna e versatelo a filo sulle uova e, sempre mescolando con la frusta, cuocetele a bagnomaria finchè la crema velerà il cucchiaio, se avete un termometro da cucina portatele a 82°.
Togliete dal fuoco e dal bagnomaria, aggiungete il parmigiano, la noce moscata, le zucchine tritate, regolate di sale.
Mettete i gusci ormai asciutti in un contenitore per le uova e con un cucchiaino riempitele con la crema ottenuta.
Completate con una macinata di pepe nero e con la pancetta croccante.
Una ricetta facile direi, ma l'effetto così stupefacente lo regalano queste uova color del cielo.
Questo è solo l'inizio, sappiatelo. Ho intenzione di provare tutti i tipi di uova di The Garda Egg.
Stay tuned...
Risotto alle pesche e Prosecco
E' da un po' che non mi affaccio sul blog, ma è tuttora un periodaccio. Cucino e fotografo piatti che poi rimangono in coda e va a finire che passano nel dimenticatoio perchè passa pure la stagione. Ma questa ricetta la voglio condividere perchè vale la pena di farla finchè ancora ci sono le pesche.
E' un ottimo risotto semplice e veloce da fare e, come sempre, massima resa con minimo sforzo.
Risotto alle pesche e Prosecco
per due persone
250 g di riso Carnaroli
2 pesche gialle
1 bicchiere e mezzo di Prosecco a temperatura ambiente
1 cipolla bionda
80 g di burro
un goccio d'olio
2 cucchiai abbondanti di Parmigiano Reggiano
brodo vegetale q.b.
1 pizzico di Piment d'Espelette (o paprika in alternativa)
Scaldate il brodo in modo che sia sempre in leggera ebollizione.
Frullate le due pesche anche grossolanamente, tenetene però da parte due o tre fettine per la decorazione finale.
Tritate finemente la cipolla, mettetela ad appassire dentro una casseruola insieme a metà del burro e un goccio d'olio. Unite il riso e lasciatelo tostare mescolando finchè tenderà a diventare traslucido e inizierà a "cantare".
Sfumatelo con un bicchiere di Prosecco, lasciate evaporare e iniziate a tirare il risotto unendo il brodo bollente poco per volta, sempre mescolando.
Verso fine cottura fate attenzione a non aggiungere troppo liquido.
Quando il riso è quasi cotto unite la crema di pesche, mescolate continuamente e poco prima che sia pronto iniziate a mantecarlo unendo il resto del burro e un goccio alla volta del Prosecco rimasto. Spegnete il fuoco, continuando a mantecare aggiungete il parmigiano e infine lasciatelo riposare qualche secondo, poi servitelo decorando il piatto con le fettine di pesca tenute da parte e qualche foglia di spinacini, o altro a piacere, e un pizzico di Piment d'Espelette o paprika.
MTChallenge - Taste the World, i Gullah Geechee e il Red Rice della prova creativa
Le ricette Gullah sono state tramandate per secoli e riflettono la memoria storica collettiva con piatti deliziosi, preservati nella ricca tradizione culinaria del South Carolina. Il più rappresentativo è il Red Rice, e lo potete vedere nel mio POST PRECEDENTE relativo alla prova tecnica. Ora però è il momento della prova creativa e io ho scelto di fare qualcosa di molto basico, pensando alla semplicità della ricetta di partenza.
Red Rice, piattoni e maiale fritto
per 4 persone
230 g di riso Basmati
430 ml di brodo di pollo o acqua
180 gr di passata di pomodoro
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di pepe nero
1 piccola cipolla rossa Tropea
300 g di piattoni
700 g di costine di maiale
100/120 g di farina 00
1 cucchiaino di aglio in polvere
2 cucchiaini di cipolla in polvere
2 cucchiaini di paprica dolce
1 cucchiaino di timo secco
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di pepe nero di mulinello
qualche rametto di timo fresco
poco olio e.v. d'oliva
una noce abbondante di burro
q.b. di olio di semi di arachide per la frittura
Mettete il riso in un colino e lasciatelo per qualche minuto sotto
l'acqua fredda in modo che perda un poco del suo amido, poi lasciatelo
scolare.
Mondate, tagliate a pezzi i piattoni, lavateli e asciugateli grossolanamente.
Tritate finemente la cipolla.
In una casseruola fondete il burro insieme all'olio, lasciate che scurisca leggermente poi aggiungete la cipolla tritata, lasciate rosolare a fuoco dolce finchè inizia ad appassire quindi unite il riso e lasciatelo insaporire mescolando continuamente finchè diventa traslucido, a questo punto unite i piattoni e mescolate, lasciate cuocere un paio di minuti poi aggiungete la passata di pomodoro, il cucchiaino di sale, quello di zucchero e il pepe, un paio di rametti di timo fresco e continuate mescolando per qualche istante poi aggiungete il brodo di pollo (o l'acqua) caldo.
Coprite col coperchio e abbassate la fiamma ; mescolate di tanto in tanto, controllando che il riso assorba bene il liquido.
Mentre il riso cuoce, in una ciotola mescolate la farina con aglio, cipolla, paprica, timo secco, sale e pepe quindi unite le costine di maiale e infarinatele bene.
Friggetele in olio profondo, dentro a un piccolo pentolino, per alcuni minuti, finchè sono cotte e ben dorate. Cuocetene due o tre per volta per non abbassare troppo la temperatura dell'olio. Scegliete possibilmente quelle meno grosse, in modo che cuociano bene allo stesso tempo
prelevatele man mano e posatele su un piatto foderato di carta cucina in modo che possano rilasciare l'unto in eccesso.
Lasciatele intiepidire poi spolpatene un paio di quelle più "cicciose" e mettete la carne ricavata insieme al riso e tenete le altre in caldo.
Quando il riso sarà cotto e il liquido completamente assorbito ( a me ci sono voluti 15 -16 minuti) spegnete il fuoco e mettete un canovaccio pulito fra pentola e coperchio, lasciate riposare il riso per 5 minuti.
Dopodiché sgranatelo un poco e trasferitelo in una capiente ciotola, aggiungete le costine fritte tenute da parte, completate con qualche rametto di timo fresco e servite.
To pay homage to Gullah Geechee culinary culture, in MTChallenge creative test about iconic red rice I choose something very basic, inspired by the fragrant simplicity of the classic recipe: I enrich it with snowpeas (I wanted okra but couldn’t find it where I live) and with pork ribs fried in Gullah-spiced flour.
Red Rice, snowpeas and fried pork
Serves 4
230 g long grain rice, here Basmati
430 ml chicken broth
180 g tomato sauce
1 teaspoon salt
1 teaspoon of sugar
1/2 teaspoon black pepper
1 small red onion
300 g snowpeas
little extra virgin olive oil
a generous nut of butter
700 g pork ribs
100/120 g all pourpose flour
1 teaspoon garlic powder
2 teaspoons onion powder
2 teaspoons sweet paprika
1 teaspoon dry thyme
1 teaspoon salt
1 teaspoon black pepper
a few sprigs of fresh thyme
peanut oil for frying
Leave the rice in a colander under running cold water for a few minutes to lose starch, then drain it. Cut snowpeas into pieces, wash and dry them roughly. Finely chop the onion.
In a saucepan melt the butter together with the oil and, when golden brown, add the onion and cook on a low heat until it starts to brown; add the rice and stir constantly until it becomes translucent; add snowpeas and cook for a couple of minutes.
Add the tomato sauce, salt, sugar and ground pepper, a couple of sprigs of fresh thyme and stir, then add the hot chicken broth. Cover with the lid and lower the heat; stir occasionally, checking that the rice absorbs the liquid well.
While rice is cooking, in a bowl mix flour with garlic, onion, paprika, dried thyme, salt and ground pepper, then add the pork ribs and flour them well.
Fry them in deep hot oil, in a small saucepan, for a few minutes, until they are cooked and golden brown. Cook two or three at a time, possibly of the same size, so as not to lower the oil temperature too much and have them ready at the same time.
Once cooked place them on paper towel to release the excess oil. Cut the meat of the twofleshiest ones to bits an mix them with rice; keep warm remaining pork chops..
When rice is ready and its liquid completely absorbed (it tooks 15-16 minutes) turn off the heat, put a clean towel between the pot and the lid and let the rice rest for 5 minutes.
Stir with a fork to separate rice grains, transfer it to a large bowl, add the fried ribs, decorate with a few sprigs of fresh thyme and serve.