MTC
Mtc S-cool
primi
Mezzi ziti con carciofi pancetta e olive taggiasche per Mtc s-cool
Vi ho parlato QUI della seconda lezione sulla pasta della MTC S - Cool.
Se avete letto, sapete che la prima prova obbligatoria consisteva nella preparazione della classica pasta cacio e pepe.
E' stata prevista anche una prova creativa, da fare osservando sempre e comunque le regole della mantecatura e io ho optato per una pasta liscia che amo sempre molto, i mezzi ziti. Mantecarla è stato facile, il difficile è stato fare le foto velocemente perchè assorbiva il condimento a vista d'occhio...vabbè. Spero si capisca lo stesso.
Vi riporto qui le regole per una perfetta mantecatura, lezione magistrale di Greta De Meo a cui sarò eternamente grata, prima per l'affumicatura casalinga e ora per la pasta. Credo che non potrò più mangiare un piatto di pasta, ovunque, senza giudicare la mantecatura.
"Partiamo proprio dalla base e quindi dalla pasta. Bollitela in abbondante acqua salata e scolatela molto al dente che vuol dire 4/5 minuti prima che sia cotta alla perfezione.
Cercate di scolare la pasta con un ragno o con un mestolo forato nel caso di pasta corta, con le pinze in caso di pasta lunga, direttamente nella padella, senza spostarvi dai fornelli. Il fuoco delle essere allegro, cioè medio alto. A questo punto, aiutati dall’umidità del sugo e dall’acqua che la pasta così scolata avrà trattenuto, si comincia! No panic e non abbassate mai la fiamma!
Le tecniche sono due, che io alterno sempre: la prima è una rotazione della padella in senso antiorario ( orario per i mancini ) senza staccarla dal fornello. Posizionare le pinze ( o il forchettone ) al centro della padella e cominciate a far roteare la padella in modo che la pasta contenuta giri intorno al perno centrale. Controllate l’umidità per i primi tre minuti, la pasta non deve galleggiare nel liquido, ma neanche asciugarsi troppo. Vedrete che a questo punto amido acqua e grasso si staranno già emulsionando dando vita ad una cremina fantastica.
Siamo quasi al momento del salto, indispensabile alla fine del processo per legare condimento e pasta. Solo un minuto prima della fine della cottura (assaggiate sempre! ) regolate il condimento, aggiungete se serve un filo d’olio a crudo, mezzo mestolo d’acqua, quindi inclinate la padella in avanti e con un movimento rotatorio del polso dal basso verso l’alto fate saltare la pasta in padella facendo leva sul bordo. Attenzione alla forza che imprimerete durante il movimento perché la pasta torna indietro!
Se non siete a vostro agio con il salto c’è un trucchetto per farlo senza alzare la padella dal fornello, spingete la pasta verso la testa della padella, quindi con un movimento secco, deciso all’indietro fatela riavvolgere su se stessa. Il risultato è lo stesso, farete solo più rumore nel caso di fornello a gas, un sacco di beep con il fornello a induzione
Pasta senza glutine? nessun problema! le tecniche sono le stesse, anzi: in fase di salto finale, vi aiuterà moltissimo quel filino di olio a crudo che menzionavo più su, proprio perchè saltando la pasta con acqua e grasso si creerà l’emulsione che legherà insieme pasta e sugo.
attenzione alla cottura del pesce! qualsiasi pesce abbiate deciso di utilizzare (compresi molluschi e conchiglie),inseritelo nella padella con la pasta solo a fuoco spento! Sempre fuori dal fuoco, saltate ancora per qualche secondo e servite"
Mezzi ziti con carciofi pancetta e olive taggiasche
per 2 persone di buon appetito
200/220 g di pasta mezzi ziti
4 carciofi
100 g di pancetta dolce a cubetti
olive taggiasche denocciolate q.b.(a piacere)
1 spicchio d'aglio
poco vino bianco
rametti di timo
poco peperoncino (facoltativo)
poco limone
olio e.v. d'oliva
sale, pepe
Mondate i carciofi in modo da eliminare tutte le foglie più coriacee, arrivando quasi al cuore, tagliate la parte superiore, divideteli a metà ed eliminate l'eventuale fieno con uno spelucchino, ora tagliateli a spicchietti e tuffateli immediatemente in acqua cidulata con il limone.
In una larga padella, dove poi dovrete mantecare la pasta, scaldate un goccio d'olio, unite lo spicchio d'aglio e fatelo imbiondire, nel frattempo scolate i carciofi e asciugateli in un telo pulito, quindi aggiungeteli nella padella e lasciateli insaporire bene, profumate con un paio di rametti di timo, salate, pepate e aggiungete poca acqua calda. Fateli cuocere ma lasciateli ancora leggermente indietro, poi toglieteli dalla padella. Eliminate anche l'aglio.
Dopo aver tolto i carciofi, nella stessa padella fate rosolare la pancetta nel condimento rimasto, lasciatecela qualche minuto e poi sfumatela con un goccio di vino bianco, unite le olive e fate insaporire tutto.Tenete in caldo e riaccendete il fuoco non appena la pasta è al punto giusto.
Cuocete la pasta e, con l'aiuto di un mestolo ragno, toglietela 4 o 5 minuti prima che sia davvero cotta e mettetela man mano nella padella con pancetta e olive, unite un poco della sua acqua di cottura ed iniziate a mantecare come descritto nelle istruzioni di Greta che ho riportato sopra. Inizierà a formarsi l'emulsione e a questo punto unite anche i carciofi e continuate la mantecatura aggiungendo dell'altra acqua di cottura se serve (occhio a non sballare con la quantità in rapporto alla cottura della pasta) fino a perfetta cottura al dente della pasta e conseguente legatura col condimento.
Servite subito.
Se avete letto, sapete che la prima prova obbligatoria consisteva nella preparazione della classica pasta cacio e pepe.
E' stata prevista anche una prova creativa, da fare osservando sempre e comunque le regole della mantecatura e io ho optato per una pasta liscia che amo sempre molto, i mezzi ziti. Mantecarla è stato facile, il difficile è stato fare le foto velocemente perchè assorbiva il condimento a vista d'occhio...vabbè. Spero si capisca lo stesso.
Vi riporto qui le regole per una perfetta mantecatura, lezione magistrale di Greta De Meo a cui sarò eternamente grata, prima per l'affumicatura casalinga e ora per la pasta. Credo che non potrò più mangiare un piatto di pasta, ovunque, senza giudicare la mantecatura.
"Partiamo proprio dalla base e quindi dalla pasta. Bollitela in abbondante acqua salata e scolatela molto al dente che vuol dire 4/5 minuti prima che sia cotta alla perfezione.
Cercate di scolare la pasta con un ragno o con un mestolo forato nel caso di pasta corta, con le pinze in caso di pasta lunga, direttamente nella padella, senza spostarvi dai fornelli. Il fuoco delle essere allegro, cioè medio alto. A questo punto, aiutati dall’umidità del sugo e dall’acqua che la pasta così scolata avrà trattenuto, si comincia! No panic e non abbassate mai la fiamma!
Le tecniche sono due, che io alterno sempre: la prima è una rotazione della padella in senso antiorario ( orario per i mancini ) senza staccarla dal fornello. Posizionare le pinze ( o il forchettone ) al centro della padella e cominciate a far roteare la padella in modo che la pasta contenuta giri intorno al perno centrale. Controllate l’umidità per i primi tre minuti, la pasta non deve galleggiare nel liquido, ma neanche asciugarsi troppo. Vedrete che a questo punto amido acqua e grasso si staranno già emulsionando dando vita ad una cremina fantastica.
Siamo quasi al momento del salto, indispensabile alla fine del processo per legare condimento e pasta. Solo un minuto prima della fine della cottura (assaggiate sempre! ) regolate il condimento, aggiungete se serve un filo d’olio a crudo, mezzo mestolo d’acqua, quindi inclinate la padella in avanti e con un movimento rotatorio del polso dal basso verso l’alto fate saltare la pasta in padella facendo leva sul bordo. Attenzione alla forza che imprimerete durante il movimento perché la pasta torna indietro!
Se non siete a vostro agio con il salto c’è un trucchetto per farlo senza alzare la padella dal fornello, spingete la pasta verso la testa della padella, quindi con un movimento secco, deciso all’indietro fatela riavvolgere su se stessa. Il risultato è lo stesso, farete solo più rumore nel caso di fornello a gas, un sacco di beep con il fornello a induzione
Pasta senza glutine? nessun problema! le tecniche sono le stesse, anzi: in fase di salto finale, vi aiuterà moltissimo quel filino di olio a crudo che menzionavo più su, proprio perchè saltando la pasta con acqua e grasso si creerà l’emulsione che legherà insieme pasta e sugo.
attenzione alla cottura del pesce! qualsiasi pesce abbiate deciso di utilizzare (compresi molluschi e conchiglie),inseritelo nella padella con la pasta solo a fuoco spento! Sempre fuori dal fuoco, saltate ancora per qualche secondo e servite"
Mezzi ziti con carciofi pancetta e olive taggiasche
per 2 persone di buon appetito
200/220 g di pasta mezzi ziti
4 carciofi
100 g di pancetta dolce a cubetti
olive taggiasche denocciolate q.b.(a piacere)
1 spicchio d'aglio
poco vino bianco
rametti di timo
poco peperoncino (facoltativo)
poco limone
olio e.v. d'oliva
sale, pepe
Mondate i carciofi in modo da eliminare tutte le foglie più coriacee, arrivando quasi al cuore, tagliate la parte superiore, divideteli a metà ed eliminate l'eventuale fieno con uno spelucchino, ora tagliateli a spicchietti e tuffateli immediatemente in acqua cidulata con il limone.
In una larga padella, dove poi dovrete mantecare la pasta, scaldate un goccio d'olio, unite lo spicchio d'aglio e fatelo imbiondire, nel frattempo scolate i carciofi e asciugateli in un telo pulito, quindi aggiungeteli nella padella e lasciateli insaporire bene, profumate con un paio di rametti di timo, salate, pepate e aggiungete poca acqua calda. Fateli cuocere ma lasciateli ancora leggermente indietro, poi toglieteli dalla padella. Eliminate anche l'aglio.
Dopo aver tolto i carciofi, nella stessa padella fate rosolare la pancetta nel condimento rimasto, lasciatecela qualche minuto e poi sfumatela con un goccio di vino bianco, unite le olive e fate insaporire tutto.Tenete in caldo e riaccendete il fuoco non appena la pasta è al punto giusto.
Cuocete la pasta e, con l'aiuto di un mestolo ragno, toglietela 4 o 5 minuti prima che sia davvero cotta e mettetela man mano nella padella con pancetta e olive, unite un poco della sua acqua di cottura ed iniziate a mantecare come descritto nelle istruzioni di Greta che ho riportato sopra. Inizierà a formarsi l'emulsione e a questo punto unite anche i carciofi e continuate la mantecatura aggiungendo dell'altra acqua di cottura se serve (occhio a non sballare con la quantità in rapporto alla cottura della pasta) fino a perfetta cottura al dente della pasta e conseguente legatura col condimento.
Servite subito.
MTC
Mtc S-cool
primi
La cacio e pepe per Mtc S-Cool
E siamo arrivati alla seconda lezione della Mtc S-Cool, la scuola di cucina online più faiga di tutto il web. Ne faccio parte, fortunella me, anche come allieva e ne sento tutta l'importanza perchè ancora una volta ho imparato qualcosa.
Stavolta parliamo di pastasciutta.
Noi italiani possiamo dire che la pasta ce l'abbiamo nel DNA, normale saperla cucinare, lo abbiamo sempre visto fare da nonne, zie, mamme, e che ci vuole?
Ci vuole un gran polso direi di primo acchito, ma ci vuole anche molto altro, per esempio la mantecatura. Siamo sicuri di saperla fare bene? Non basta scolare la pasta, mescolarla al sugo e farla saltare un attimo. Facendo così avremo un buon piatto di pasta ma non un ottimo piatto di pasta.
Questa volta la prova verteva sulla preparazione di un nostro classico nazionale, amatissimo in ogni dove. Gli spaghetti cacio e pepe.
Che sembra un piatto di una facilità estrema, e invece nasconde insidie che possono far fallire anche il più esperto degli chef.
Per me è stato anche un battesimo, non l'avevo mai preparata prima d'ora. Non vado pazza per il pecorino in genere, come si conviene a una friul-lombarda abituata al parmigiano e ai formaggi teneri o semi stagionati. Per cui una sfida nella sfida. Posso dire di non aver avuto grosse difficoltà, ma soltanto perchè Greta De Meo è una insegnante eccezionale e seguendo le sue istruzioni, organizzandomi tutto prima (anche per le foto che vanno fatte alla Speedy Gonzales perchè la cacio e pepe non aspetta) ho lavorato in scioltezza e divertendomi pure molto.
Praticamente mi è talmente piaciuta che sono entrata nel tunnel della cacio e pepe e della mantecatura della pasta, qualunque sia il sugo o il condimento previsto.
Vi riporto le istruzioni di Greta, talmente perfette che non si può sbagliare. Provare per credere.
"La pasta deve essere di ottima qualità, la cacio e pepe chiama gli spaghetti, possibilmente grossi. Altri formati adatti ad accogliere questo sugo sono i rigatoni o le mezze maniche.
La pasta va cotta
in abbondante acqua poco salata, se normalmente la grammatura di sale per litro
d’acqua sarebbe tra gli 8 e i 10 gr, per la cacio e pepe calcoliamo 4 massimo 5
gr di sale per litro d’acqua, misurateli.
Il pecorino deve
essere rigorosamente romano e stagionato, almeno 12 mesi, uno degli errori piu
frequenti è l’uso di formaggi e pecorini poco stagionati che non reggono le
temperature. Il pecorino va lavorato a temperatura
ambiente, assicuratevi di tirarlo fuori dal frigorifero per tempo, gli sbalzi
di temperatura sono un altro errore da evitare
Il calore deve
sciogliere il formaggio poco alla volta, grattugiarlo finemente aiuterà a
scioglierlo completamente ed eviterà grumi di formaggio non sciolto. Vi servirà
una frusta e un mestolo ed una bastardella d’acciaio, lavorate il formaggio
fino a renderlo una crema aggiungendo poca acqua per volta, e attenzione, questo è un momento molto delicato continuate a mescolare e tenete
in caldo. Questa operazione va fatta assolutamente al momento, non è possibile
preparare prima la crema e lasciarla in attesa, si separerà e il grasso
affiorerà in superficie, la cacio e pepe è la regina delle paste espresse.
Il pepe in questione è
sicuramente quello nero, scegliete un pepe buono, evitate i confezionati da
grande distribuzione, sono spezie veramente molto vecchie che hanno perso quasi
tutti i loro profumi originari, concedetevi un pepe buono. Il pepe va pestato al momento, possibilmente a mortaio,
ma va bene anche un macina pepe, la cosa importante è non macinarlo troppo
sottile, la cacio e pepe chiama un pepe grossolano. La quantità di pepe non può
essere calcolata perché ogni spezia ha la propria forza, calcolate comunque che
il pepe è uno dei protagonisti, due granelli non bastano per intenderci.
Se vi accorgete di avere un pepe con poco profumo tostatelo velocemente in una padella senza grassi, occhio però a non fargli prendere troppo calore"
E la mia eccola qui:
Spaghetti quadrati cacio e pepe
per 4 persone
400 g di spaghetti quadrati
120 g di pecorino stagionato grattugiato fino
Pepe nero
Lessate la pasta in
abbondante acqua poco salata. Mentre la pasta cuoce sciogliete il formaggio in
una ciotola aiutandovi con una frusta, aggiungendo poca acqua per volta, fino ad
ottenere una crema, tenete in caldo.
Tirate su la pasta
3 minuti prima del punto di dente e continuate la cottura nella padella con un
filo d’olio, il pepe e abbastanza acqua per permettere la cottura. Fate
riprendere calore sempre mescolando e agitando la pasta nell padella così da
creare un’emulsione tra amidi e grasso, continuate fino ad arrivare a cottura.
Fuori dal fuoco e lontano dal fornello caldo aggiungete velocemente la crema di
pecorino, saltate la pasta velocemente e servite fumante.
Aggiungete un altro pizzico di pepe sul piatto prima di servire
Stavolta parliamo di pastasciutta.
Noi italiani possiamo dire che la pasta ce l'abbiamo nel DNA, normale saperla cucinare, lo abbiamo sempre visto fare da nonne, zie, mamme, e che ci vuole?
Ci vuole un gran polso direi di primo acchito, ma ci vuole anche molto altro, per esempio la mantecatura. Siamo sicuri di saperla fare bene? Non basta scolare la pasta, mescolarla al sugo e farla saltare un attimo. Facendo così avremo un buon piatto di pasta ma non un ottimo piatto di pasta.
Questa volta la prova verteva sulla preparazione di un nostro classico nazionale, amatissimo in ogni dove. Gli spaghetti cacio e pepe.
Che sembra un piatto di una facilità estrema, e invece nasconde insidie che possono far fallire anche il più esperto degli chef.
Per me è stato anche un battesimo, non l'avevo mai preparata prima d'ora. Non vado pazza per il pecorino in genere, come si conviene a una friul-lombarda abituata al parmigiano e ai formaggi teneri o semi stagionati. Per cui una sfida nella sfida. Posso dire di non aver avuto grosse difficoltà, ma soltanto perchè Greta De Meo è una insegnante eccezionale e seguendo le sue istruzioni, organizzandomi tutto prima (anche per le foto che vanno fatte alla Speedy Gonzales perchè la cacio e pepe non aspetta) ho lavorato in scioltezza e divertendomi pure molto.
Praticamente mi è talmente piaciuta che sono entrata nel tunnel della cacio e pepe e della mantecatura della pasta, qualunque sia il sugo o il condimento previsto.
Vi riporto le istruzioni di Greta, talmente perfette che non si può sbagliare. Provare per credere.
"La pasta deve essere di ottima qualità, la cacio e pepe chiama gli spaghetti, possibilmente grossi. Altri formati adatti ad accogliere questo sugo sono i rigatoni o le mezze maniche.
Se vi accorgete di avere un pepe con poco profumo tostatelo velocemente in una padella senza grassi, occhio però a non fargli prendere troppo calore"
Spaghetti quadrati cacio e pepe
per 4 persone
400 g di spaghetti quadrati
120 g di pecorino stagionato grattugiato fino
Pepe nero
Aggiungete un altro pizzico di pepe sul piatto prima di servire
dolci al cucchiaio
dolci e dessert
Crème brulée ai marroni
Un pomeriggio grigio e piovoso, la voglia di starsene semplicemente sul divano sotto un plaid morbido e caldo con un libro e il gatto acciambellato accanto che ronfa beato, lasciando novembre fuori dalla finestra con il rumore ovattato di qualche auto che passa lontano. Direi una giornata perfetta, oziosa e rilassante. Poi una voce dal fondo dell'altra stanza reclama: non c'è niente di buono da mangiare oggi? E' domenica!
Eh già, è domenica. A volte mi dico che forse li ho abituati troppo bene.
Potevo non avere un dessert per la domenica? No.
Allora esco dal plaid, Golia apre gli occhi, solleva la testa e mi guarda assonnato poi, appurato che non è successo niente, torna a ronfare tranquillamente mentre io vado in cucina. Sospiro, prendo lo zucchero e accendo il cannello.
Crème brulée ai marroni
400 ml di panna liquida fresca
5 tuorli
60 g di zucchero di canna chiaro
120 g di crema di marroni
1 cucchiaio di scorza d'arancia non trattata, grattugiata
1 cucchiaio abbondante di Cognac
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
per completare:
poco zucchero di canna (o semolato)
qualche marron glacé
qualche fogliolina di menta candita
qualche violetta candita
Scaldate il forno a 150° ventilato.
Mettete a scaldare la panna, dovrà essere calda ma non arrivare al bollore.
Con una frusta a mano in una ciotola montate i tuorli con lo zucchero fino a quando saranno spumosi e ben amalgamati, poi aggiungete la panna calda a filo, lentamente, sempre mescolando con la frusta. Unite la crema di marroni, la scorza d'arancia e la vaniglia, mescolate bene e lasciate intiepidire, poi aggiungete anche il Cognac e mescolate bene di nuovo.
Dividete il composto nei ramequin. Dovrebbero venirne 6 non troppo pieni. Io li ho riempiti un po' di più e alla fine erano 5. Posizionateli in una teglia profonda, una lasagnera va benissimo, e aggiungete acqua fredda fino ad arrivare a metà dell'altezza della crema. Lasciate riposare qualche minuto, poi eliminate il grosso della schiuma che si sarà formata, mescolate ogni ramequin in modo che il composto non si divida e infornate.
Cuocete per circa 50 o 60 minuti. Sarà pronto quando al tatto la crema sarà consistente anche se tremolante al centro. Si rassoderà raffreddando.
Togliete dal forno e lasciate raffreddare tutto nell'acqua del bagnomaria, poi coprite ogni ramequin con la pellicola e mettete in frigorifero.
Al momento di servire, spolverate la superficie con dello zucchero di canna, ma va bene anche quello semolato, e caramellatelo con l'apposito cannello.
Decorate con marron glacés e violette candite.
Ce lo siamo mangiato in silenzio, guardando fuori dalla finestra. Le foglie portate dal vento cadevano nel giardino e alla fine una coperta multicolore si confondeva con il verde dell'erba. Cornacchie e gazze pascolavano in cerca di cibo, e io pensavo che lunedì stava per arrivare...
Eh già, è domenica. A volte mi dico che forse li ho abituati troppo bene.
Potevo non avere un dessert per la domenica? No.
Allora esco dal plaid, Golia apre gli occhi, solleva la testa e mi guarda assonnato poi, appurato che non è successo niente, torna a ronfare tranquillamente mentre io vado in cucina. Sospiro, prendo lo zucchero e accendo il cannello.
Crème brulée ai marroni
400 ml di panna liquida fresca
5 tuorli
60 g di zucchero di canna chiaro
120 g di crema di marroni
1 cucchiaio di scorza d'arancia non trattata, grattugiata
1 cucchiaio abbondante di Cognac
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
per completare:
poco zucchero di canna (o semolato)
qualche marron glacé
qualche fogliolina di menta candita
qualche violetta candita
Scaldate il forno a 150° ventilato.
Mettete a scaldare la panna, dovrà essere calda ma non arrivare al bollore.
Con una frusta a mano in una ciotola montate i tuorli con lo zucchero fino a quando saranno spumosi e ben amalgamati, poi aggiungete la panna calda a filo, lentamente, sempre mescolando con la frusta. Unite la crema di marroni, la scorza d'arancia e la vaniglia, mescolate bene e lasciate intiepidire, poi aggiungete anche il Cognac e mescolate bene di nuovo.
Dividete il composto nei ramequin. Dovrebbero venirne 6 non troppo pieni. Io li ho riempiti un po' di più e alla fine erano 5. Posizionateli in una teglia profonda, una lasagnera va benissimo, e aggiungete acqua fredda fino ad arrivare a metà dell'altezza della crema. Lasciate riposare qualche minuto, poi eliminate il grosso della schiuma che si sarà formata, mescolate ogni ramequin in modo che il composto non si divida e infornate.
Cuocete per circa 50 o 60 minuti. Sarà pronto quando al tatto la crema sarà consistente anche se tremolante al centro. Si rassoderà raffreddando.
Togliete dal forno e lasciate raffreddare tutto nell'acqua del bagnomaria, poi coprite ogni ramequin con la pellicola e mettete in frigorifero.
Al momento di servire, spolverate la superficie con dello zucchero di canna, ma va bene anche quello semolato, e caramellatelo con l'apposito cannello.
Decorate con marron glacés e violette candite.
Ce lo siamo mangiato in silenzio, guardando fuori dalla finestra. Le foglie portate dal vento cadevano nel giardino e alla fine una coperta multicolore si confondeva con il verde dell'erba. Cornacchie e gazze pascolavano in cerca di cibo, e io pensavo che lunedì stava per arrivare...
antipasti
pesce
secondi
Ceviche nikkei
Anche questa è una ricetta che ho fatto qualche tempo fa, quando faceva ancora caldo, ma che merita di essere pubblicata anche se siamo a novembre. La scrivo a futura memoria perchè se non la metto nel blog va a finire che col tempo mi dimentico e invece voglio proprio condividerla perchè ne vale davvero la pena.
Ormai è arcinoto che raccatto ricette in ogni dove, dal parrucchiere, in edicola, e al supermercato. Questa l'ho vista e presa sulla rivista mensile Da noi, che Esselunga dà in omaggio. Non è malaccio, ha ricette per tutti i gusti, e ogni tanto qualche exploit che riesco a cogliere. Questo ceviche è uno di quelli.
Ceviche nikkei
(liberamente tratta da Da Noi di Esselunga)
per 4 o 6 persone
1 piccolo polpo
250 g di code di gamberi
100 g di filetto di tonno fresco
mezzo mango
1 cetriolo
1 cipollotto fresco
1 ciuffo di coriandolo o prezzemolo
semi di sesamo nero
per il condimento:
2 cucchiai di olio di sesamo
4 lime, il succo
1/4 di peperoncino rosso tritato o a filetti sottilissimi
3 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di zucchero
Per prima cosa abbattete il filetto di tonno in congelatore per almeno 96 ore.
Poi lasciatelo scongelare in frigorifero o, se l'avete, nell' abbattitore.
Preparate la salsa. In una ciotola fate sciogliere lo zucchero nella salsa di soia leggermente intiepidita, unite il succo dei lime, l'olio di sesamo, il peperoncino tritato molto fine o fatto a filetti sottilissimi, mescolate e tenete da parte.
In un padellino tostate velocemente i semi di sesamo nero.
Pulite il cetriolo, tagliatelo a metà per il lungo e ogni metà a lunghi bastoncini, eliminate la parte centrale coi semi e riducete a pezzetti la parte bianca rimasta. Mettete tutto in una capiente ciotola, unite anche il cipollotto affettato, il ciuffo di coriandolo o prezzemolo tritato, il mango a cubetti.
Una volta scongelato il tonno lavatelo e asciugatelo, tagliatelo a pezzetti piccoli e aggiungeteli nella ciotola.
Cuocete il polpo e lasciatelo intiepidire nella sua acqua, poi eliminate il grosso della pelle e tagliatelo a pezzi, quindi preparate le code di gamberi, eliminate il carapace e il budelletto e passateli velocemente sotto l'acqua fredda. Cuoceteli per pochissimi minuti in acqua già bollente profumata con un poco di vino bianco.
Scolate anche i gamberi e uniteli a tutto il resto.
Condite il tutto con la salsa preparata, aggiungete i semi di sesamo nero e servite tiepido.
Ormai è arcinoto che raccatto ricette in ogni dove, dal parrucchiere, in edicola, e al supermercato. Questa l'ho vista e presa sulla rivista mensile Da noi, che Esselunga dà in omaggio. Non è malaccio, ha ricette per tutti i gusti, e ogni tanto qualche exploit che riesco a cogliere. Questo ceviche è uno di quelli.
Ceviche nikkei
(liberamente tratta da Da Noi di Esselunga)
per 4 o 6 persone
1 piccolo polpo
250 g di code di gamberi
100 g di filetto di tonno fresco
mezzo mango
1 cetriolo
1 cipollotto fresco
1 ciuffo di coriandolo o prezzemolo
semi di sesamo nero
per il condimento:
2 cucchiai di olio di sesamo
4 lime, il succo
1/4 di peperoncino rosso tritato o a filetti sottilissimi
3 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di zucchero
Per prima cosa abbattete il filetto di tonno in congelatore per almeno 96 ore.
Poi lasciatelo scongelare in frigorifero o, se l'avete, nell' abbattitore.
Preparate la salsa. In una ciotola fate sciogliere lo zucchero nella salsa di soia leggermente intiepidita, unite il succo dei lime, l'olio di sesamo, il peperoncino tritato molto fine o fatto a filetti sottilissimi, mescolate e tenete da parte.
In un padellino tostate velocemente i semi di sesamo nero.
Pulite il cetriolo, tagliatelo a metà per il lungo e ogni metà a lunghi bastoncini, eliminate la parte centrale coi semi e riducete a pezzetti la parte bianca rimasta. Mettete tutto in una capiente ciotola, unite anche il cipollotto affettato, il ciuffo di coriandolo o prezzemolo tritato, il mango a cubetti.
Una volta scongelato il tonno lavatelo e asciugatelo, tagliatelo a pezzetti piccoli e aggiungeteli nella ciotola.
Cuocete il polpo e lasciatelo intiepidire nella sua acqua, poi eliminate il grosso della pelle e tagliatelo a pezzi, quindi preparate le code di gamberi, eliminate il carapace e il budelletto e passateli velocemente sotto l'acqua fredda. Cuoceteli per pochissimi minuti in acqua già bollente profumata con un poco di vino bianco.
Scolate anche i gamberi e uniteli a tutto il resto.
Condite il tutto con la salsa preparata, aggiungete i semi di sesamo nero e servite tiepido.
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