Calendario del Cibo italiano
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Bavarese di ricciarelli e salsa all'arancia
E siamo arrivati alla seconda ricetta, continua il flash mob ispirato ai dolci tipici senesi.
Voglio ricordare che l'iniziativa si è svolta sotto l'egida del
Calendario del Cibo Italiano grazie alla perfetta organizzazione della CNA Siena, e CNA Siena Food&Tourism che hanno coordinato e sponsorizzato l'evento.
La cronaca vera e propria dei giorni passati a Siena, se non l' avete ancora letta, la trovate in questo post e in questo successivo, mentre questo è il post della ricetta precedente preparata col panpepato.
Oggi invece ci dedichiamo totalmente ai Ricciarelli. Che dire di questo meraviglioso dolcetto? Funziona come con le ciliegie, uno tira l'altro, non riesci a fermarti e senza nemmeno rendertene conto ne hai già fatti fuori una decina...danno dipendenza, e lo dico io che non sono una grande fan dei dolci con le mandorle.
Ricciarelli, dolci universalmente conosciuti che identificano la meravigliosa Siena. Un bocconcino alle mandorle, abbracciato amorosamente dallo zucchero a velo, talmente morbido che si fonde in bocca regalando sapori che restano a lungo.
La pasta di mandorle, in forma di marzapane era molto diffusa in città e conosciuta anche fuori già dal XV secolo. I dolci a base di mandorle erano preziosi e venivano perlopiù riservati ai sontuosi banchetti di chi se li poteva permettere, i signori di quel tempo. Tanto preziosi da essere venduti addirittura nelle botteghe degli speziali insieme alle droghe e alle spezie più ricercate dell'epoca. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Oggi fortunatamente i Ricciarelli ce li possiamo regalare sia per Natale,come tradizione vuole, che in qualsiasi altro momento dell'anno.
Vederli nascere dalle mani sapienti di Fabio e Giolisca del Forno Ravacciano
respirare il loro profumo ancora caldi, assaggiarli fragranti, è stata una esplosione di sapore.
Intanto, per fare ottimi ricciarelli, il segreto è far riposare la farina di mandorle affinchè regali i suoi profumi e il suo sapore in modo da dare la texture perfetta all'impasto. Una volta pronta, la si mescola (nella impastatrice) con lo zucchero, gli albumi e la pasta di arancia ricavata tritando finemente la scorza d'arancia candita. Il tutto poi va mescolato a lungo fin quando è ben amalgamato e della consistenza giusta per poter formare i ricciarelli. Fabio lo fa con grande maestria, sul tavolo cosparso di zucchero a velo le sue mani volano. Forma dei cilindretti di circa 4 cm di diametro e ne ricava pezzetti che mette sulle placche foderate di carta forno. Cuociono pochi minuti, ed è bello osservare la rotazione delle placche nel forno e vedere che si gonfiano e coloriscono man mano poi, una volta sfornati, il loro profumo pervade qualsiasi cosa, scatenando la voglia irrefrenabile di addentarne subito uno, ancora così caldo.
Come rendere omaggio a questi dolci così buoni e al posto importante che occupano nella tradizione senese e nella nostra cultura?
Io, che adoro i dolci al cucchiaio, li ho pensati così:
Bavarese di ricciarelli e salsa all'arancia
per 6/8 persone
180 g di ricciarelli
350 g di latte
150 g di panna liquida fresca
100 g di zucchero
5 tuorli di uova grandi
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
8 g di gelatina in fogli
3 cucchiai di Vinsanto
250 ml di panna liquida fresca
per la salsa all'arancia:
200 g di succo d'arancia
200 g di zucchero
la scorza di due arance non trattate
2 cucchiaini di amido di riso
poca acqua
1 cucchiaio di Cointreau o altro liquore all'arancia
per completare:
zeste d'arancia
Preparate la crema inglese. Scaldate il latte e i 150 g di panna insieme, nel frattempo, con le fruste elettriche, sbattete i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare bianchi e spumosi, unite l'essenza di vaniglia e il latte caldo a filo mescolando con una spatola o una frusta. Ammollate i fogli di gelatina in acqua fredda. Ponete la crema su fuoco dolce e cuocetela sempre mescolando finchè si addensa e vela il cucchiaio. Se avete un termometro, portatela a 82/85° e non oltre questa temperatura, non deve impazzire.
Strizzate la gelatina e unitela alla crema, mescolate per farla sciogliere completamente.
Filtratela attraverso un colino a maglia fine, profumatela con il Vinsanto e, mentre è ancora calda, sbriciolatevi dentro i ricciarelli, tenendone da parte 4 o 5 per lo stampo. Mescolate per amalgamare bene tutto e mettetela a raffreddare mescolando ogni tanto perché non cominci a tirare.
Una volta fredda o quasi, semimontate i 250 ml di panna fresca e incorporateli con pazienza al composto. Abbiate cura che la panna sia completamente amalgamata alla crema.
Foderate con un doppio strato di pellicola uno stampo a piacere, lasciandola debordare un poco e posate in fila sul fondo i ricciarelli tenuti da parte.
Con delicatezza iniziate a versare la crema nello stampo, poca alla volta per non spostare i ricciarelli. Poi sbattete delicatamente lo stampo per eliminare eventuali bolle d'aria, sigillatelo con dell'altra pellicola e mettete in frigorifero a rassodare.
Preparate la salsa all'arancia: con un rigalimoni ricavate delle striscioline di scorza dalle due arance. Un terzo di queste tenetelo da parte.
Spremete le due arance, ma sicuramente ne serviranno altre per arrivare a 200 g di succo.
Filtratelo e trasferitelo in un pentolino, unite lo zucchero, i due terzi delle scorze e scaldatelo a fuoco dolce mescolando.
In una tazza stemperate l'amido di mais con un goccio d'acqua e aggiungetelo al succo che sarà giunto a ebollizione, mescolate velocemente e lasciate addensare il tutto. Dovrete avere una crema densa e vellutata. Profumate la salsa con un cucchiaio di Cointreau o altro liquore all'arancia. Tenete in frigorifero.
Al momento di servire, estraete delicatamente la bavarese dallo stampo aiutandovi con la pellicola debordante, capovolgetela sul piatto di servizio e decoratela qua e là con le scorze tenute da parte.
Servite con la salsa d'arancia.
che dire? A noi è piaciuta moltissimo, con la sua consistenza cremosa e soffice e il sapore delicato dei ricciarelli.
E non finisce mica qui, il flash mob continua...
Voglio ricordare che l'iniziativa si è svolta sotto l'egida del
Calendario del Cibo Italiano grazie alla perfetta organizzazione della CNA Siena, e CNA Siena Food&Tourism che hanno coordinato e sponsorizzato l'evento.
La cronaca vera e propria dei giorni passati a Siena, se non l' avete ancora letta, la trovate in questo post e in questo successivo, mentre questo è il post della ricetta precedente preparata col panpepato.
Oggi invece ci dedichiamo totalmente ai Ricciarelli. Che dire di questo meraviglioso dolcetto? Funziona come con le ciliegie, uno tira l'altro, non riesci a fermarti e senza nemmeno rendertene conto ne hai già fatti fuori una decina...danno dipendenza, e lo dico io che non sono una grande fan dei dolci con le mandorle.
Ricciarelli, dolci universalmente conosciuti che identificano la meravigliosa Siena. Un bocconcino alle mandorle, abbracciato amorosamente dallo zucchero a velo, talmente morbido che si fonde in bocca regalando sapori che restano a lungo.
La pasta di mandorle, in forma di marzapane era molto diffusa in città e conosciuta anche fuori già dal XV secolo. I dolci a base di mandorle erano preziosi e venivano perlopiù riservati ai sontuosi banchetti di chi se li poteva permettere, i signori di quel tempo. Tanto preziosi da essere venduti addirittura nelle botteghe degli speziali insieme alle droghe e alle spezie più ricercate dell'epoca. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Oggi fortunatamente i Ricciarelli ce li possiamo regalare sia per Natale,come tradizione vuole, che in qualsiasi altro momento dell'anno.
Vederli nascere dalle mani sapienti di Fabio e Giolisca del Forno Ravacciano
Intanto, per fare ottimi ricciarelli, il segreto è far riposare la farina di mandorle affinchè regali i suoi profumi e il suo sapore in modo da dare la texture perfetta all'impasto. Una volta pronta, la si mescola (nella impastatrice) con lo zucchero, gli albumi e la pasta di arancia ricavata tritando finemente la scorza d'arancia candita. Il tutto poi va mescolato a lungo fin quando è ben amalgamato e della consistenza giusta per poter formare i ricciarelli. Fabio lo fa con grande maestria, sul tavolo cosparso di zucchero a velo le sue mani volano. Forma dei cilindretti di circa 4 cm di diametro e ne ricava pezzetti che mette sulle placche foderate di carta forno. Cuociono pochi minuti, ed è bello osservare la rotazione delle placche nel forno e vedere che si gonfiano e coloriscono man mano poi, una volta sfornati, il loro profumo pervade qualsiasi cosa, scatenando la voglia irrefrenabile di addentarne subito uno, ancora così caldo.
Come rendere omaggio a questi dolci così buoni e al posto importante che occupano nella tradizione senese e nella nostra cultura?
Io, che adoro i dolci al cucchiaio, li ho pensati così:
Bavarese di ricciarelli e salsa all'arancia
per 6/8 persone
180 g di ricciarelli
350 g di latte
150 g di panna liquida fresca
100 g di zucchero
5 tuorli di uova grandi
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
8 g di gelatina in fogli
3 cucchiai di Vinsanto
250 ml di panna liquida fresca
per la salsa all'arancia:
200 g di succo d'arancia
200 g di zucchero
la scorza di due arance non trattate
2 cucchiaini di amido di riso
poca acqua
1 cucchiaio di Cointreau o altro liquore all'arancia
per completare:
zeste d'arancia
Preparate la crema inglese. Scaldate il latte e i 150 g di panna insieme, nel frattempo, con le fruste elettriche, sbattete i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare bianchi e spumosi, unite l'essenza di vaniglia e il latte caldo a filo mescolando con una spatola o una frusta. Ammollate i fogli di gelatina in acqua fredda. Ponete la crema su fuoco dolce e cuocetela sempre mescolando finchè si addensa e vela il cucchiaio. Se avete un termometro, portatela a 82/85° e non oltre questa temperatura, non deve impazzire.
Strizzate la gelatina e unitela alla crema, mescolate per farla sciogliere completamente.
Filtratela attraverso un colino a maglia fine, profumatela con il Vinsanto e, mentre è ancora calda, sbriciolatevi dentro i ricciarelli, tenendone da parte 4 o 5 per lo stampo. Mescolate per amalgamare bene tutto e mettetela a raffreddare mescolando ogni tanto perché non cominci a tirare.
Una volta fredda o quasi, semimontate i 250 ml di panna fresca e incorporateli con pazienza al composto. Abbiate cura che la panna sia completamente amalgamata alla crema.
Foderate con un doppio strato di pellicola uno stampo a piacere, lasciandola debordare un poco e posate in fila sul fondo i ricciarelli tenuti da parte.
Con delicatezza iniziate a versare la crema nello stampo, poca alla volta per non spostare i ricciarelli. Poi sbattete delicatamente lo stampo per eliminare eventuali bolle d'aria, sigillatelo con dell'altra pellicola e mettete in frigorifero a rassodare.
Preparate la salsa all'arancia: con un rigalimoni ricavate delle striscioline di scorza dalle due arance. Un terzo di queste tenetelo da parte.
Spremete le due arance, ma sicuramente ne serviranno altre per arrivare a 200 g di succo.
Filtratelo e trasferitelo in un pentolino, unite lo zucchero, i due terzi delle scorze e scaldatelo a fuoco dolce mescolando.
In una tazza stemperate l'amido di mais con un goccio d'acqua e aggiungetelo al succo che sarà giunto a ebollizione, mescolate velocemente e lasciate addensare il tutto. Dovrete avere una crema densa e vellutata. Profumate la salsa con un cucchiaio di Cointreau o altro liquore all'arancia. Tenete in frigorifero.
Al momento di servire, estraete delicatamente la bavarese dallo stampo aiutandovi con la pellicola debordante, capovolgetela sul piatto di servizio e decoratela qua e là con le scorze tenute da parte.
Servite con la salsa d'arancia.
che dire? A noi è piaciuta moltissimo, con la sua consistenza cremosa e soffice e il sapore delicato dei ricciarelli.
E non finisce mica qui, il flash mob continua...
appunti di viaggio
blogtour
Calendario del Cibo italiano
Iniziative
Siena e i dolci senesi, cronaca di un blogtour parte seconda
come avevo scritto nel post pubblicato ieri il nostro blogtour prosegue alla scoperta dei dolci senesi.
La prima tappa è al Forno Ravacciano, che vanta una presenza di oltre cinquant'anni a Siena, conosciutissimo e molto apprezzato in città.
Giolisca e Fabio sono i fornai che con grande passione e professionalità producono ogni giorno il pane, ma anche i dolci tradizionali senesi come ricciarelli, cavallucci, panforte e panpepato.
Ci hanno aperto le porte del loro laboratorio facendoci assistere alla preparazione dei dolci.
Fabio ha iniziato subito coi cavallucci, e per me è stato come andare in paradiso perchè sono dolci che amo alla follia. Vederli fare, e poi assaggiare in diretta è stato bellissimo!
Arriviamo mentre Fabio completa la lavorazione del panforte Margherita:
E qui Fabio dosa gli ingredienti dei cavallucci:
i cavallucci pronti, fragranti e profumati. Una tortura dover aspettare che si freddassero
ora si passa ai ricciarelli:
ed eccoli qui, dorati e morbidi
mentre i dolci entravano ed uscivano dal forno, col loro profumo che si spandeva dappertutto, Giolisca insieme a Sabrina del blog Architettando in cucina e padrona di casa per questo blogtour, ci spiegavano alcuni passaggi delle ricette.
Giolisca e Fabio con grande generosità ci hanno anche ospitato per il pranzo, e qui ho scoperto quanti abbinamenti sono possibili con questi meravigliosi dolci. Mi ha sorpreso moltissimo la bontà del pecorino senese assaggiato insieme al panpepato o al panforte.
Il panpepato:
il panforte:
è stata una mattinata intensa e decisamente bella, siamo usciti dal Forno Ravacciano con il profumo dei ricciarelli appiccicato piacevolmente addosso, con negli occhi la bravura e la capacità di Fabio e Giolisca di rendere omaggio a questi dolci arrivati fno a noi da un tempo antico, e di continuare a tramandarne la tradizione e la bontà.
Il tempo ci ha graziato, ci ha fatto assaporare la città per ammirarne l'assoluta bellezza e così, nel pomeriggio siamo approdati alla Pasticceria Nocino altro luogo storico di Siena e dove ci ha accolto Riccardo.
La pasticceria è un posto davvero accogliente e la simpatia e la preparazione del nostro ospite ci ha messo a nostro completo agio.
Sui tavolini sono comparsi ricciarelli, ricciarelli di pasta di mandorle cruda ricoperta di cioccolato, pan co' santi, pignolata, panforte e panpepato.
il panforte e il panpepato:
il pan co' santi:
Riccardo ci ha spiegato la lavorazione di questi dolci, di come la pasticceria segue la tradizione delle ricette e ci ha dato alcune notizie sulla loro storia.
La pasticceria Nocino è un luogo di delizie, e fra queste ho scoperto anche
il bacio di Siena, inventato dalla creatività di Riccardo
briciole di torrone alla base, con crema e panna montata, ricoperti di cioccolato e congelati come i baci sottozero... Una vera delizia per il palato!
Le vetrine con i diversi formati di panforte e panpepato
e io non ho resistito, mi sono portata a casa un panforte di quelli alti, che terrò per le feste di Natale, quando tutta la famiglia sarà riunita.
è stata una giornata davvero piena di emozioni e belle sensazioni, e torno a casa un po' più ricca. Ho incontrato persone meravigliose che con tanta passione e abnegazione fanno un lavoro silenzioso ma importantissimo per continuare a tramandare tradizioni secolari.
A loro e a tutto lo staff che ha organizzato l'evento, che ci ha assistito in ogni momento durante questo blogtour, il mio grazie più sentito.
Come in tutte le cose arriva anche il momento di ripartire, e allora prima di andarmene ho fatto un ultimo giro nel giardino incantato dell'albergo Borgo Grondaie che ci ha ospitato in questi giorni.
Sono tornata da qualche giorno, ma ho ancora gli occhi pieni di quella meravigliosa città che è Siena, della sua storia, dei suoi palazzi, delle persone che la fanno grande.
E ora tocca a me ricambiare tutto quello che ho ricevuto in questo meraviglioso blog tour...
state pronti, appuntamento a dicembre.
La prima tappa è al Forno Ravacciano, che vanta una presenza di oltre cinquant'anni a Siena, conosciutissimo e molto apprezzato in città.
Giolisca e Fabio sono i fornai che con grande passione e professionalità producono ogni giorno il pane, ma anche i dolci tradizionali senesi come ricciarelli, cavallucci, panforte e panpepato.
Ci hanno aperto le porte del loro laboratorio facendoci assistere alla preparazione dei dolci.
Fabio ha iniziato subito coi cavallucci, e per me è stato come andare in paradiso perchè sono dolci che amo alla follia. Vederli fare, e poi assaggiare in diretta è stato bellissimo!
Arriviamo mentre Fabio completa la lavorazione del panforte Margherita:
E qui Fabio dosa gli ingredienti dei cavallucci:
i cavallucci pronti, fragranti e profumati. Una tortura dover aspettare che si freddassero
ora si passa ai ricciarelli:
ed eccoli qui, dorati e morbidi
mentre i dolci entravano ed uscivano dal forno, col loro profumo che si spandeva dappertutto, Giolisca insieme a Sabrina del blog Architettando in cucina e padrona di casa per questo blogtour, ci spiegavano alcuni passaggi delle ricette.
Giolisca e Fabio con grande generosità ci hanno anche ospitato per il pranzo, e qui ho scoperto quanti abbinamenti sono possibili con questi meravigliosi dolci. Mi ha sorpreso moltissimo la bontà del pecorino senese assaggiato insieme al panpepato o al panforte.
Il panpepato:
il panforte:
è stata una mattinata intensa e decisamente bella, siamo usciti dal Forno Ravacciano con il profumo dei ricciarelli appiccicato piacevolmente addosso, con negli occhi la bravura e la capacità di Fabio e Giolisca di rendere omaggio a questi dolci arrivati fno a noi da un tempo antico, e di continuare a tramandarne la tradizione e la bontà.
Il tempo ci ha graziato, ci ha fatto assaporare la città per ammirarne l'assoluta bellezza e così, nel pomeriggio siamo approdati alla Pasticceria Nocino altro luogo storico di Siena e dove ci ha accolto Riccardo.
La pasticceria è un posto davvero accogliente e la simpatia e la preparazione del nostro ospite ci ha messo a nostro completo agio.
Sui tavolini sono comparsi ricciarelli, ricciarelli di pasta di mandorle cruda ricoperta di cioccolato, pan co' santi, pignolata, panforte e panpepato.
il panforte e il panpepato:
il pan co' santi:
Riccardo ci ha spiegato la lavorazione di questi dolci, di come la pasticceria segue la tradizione delle ricette e ci ha dato alcune notizie sulla loro storia.
La pasticceria Nocino è un luogo di delizie, e fra queste ho scoperto anche
il bacio di Siena, inventato dalla creatività di Riccardo
briciole di torrone alla base, con crema e panna montata, ricoperti di cioccolato e congelati come i baci sottozero... Una vera delizia per il palato!
Le vetrine con i diversi formati di panforte e panpepato
e io non ho resistito, mi sono portata a casa un panforte di quelli alti, che terrò per le feste di Natale, quando tutta la famiglia sarà riunita.
è stata una giornata davvero piena di emozioni e belle sensazioni, e torno a casa un po' più ricca. Ho incontrato persone meravigliose che con tanta passione e abnegazione fanno un lavoro silenzioso ma importantissimo per continuare a tramandare tradizioni secolari.
A loro e a tutto lo staff che ha organizzato l'evento, che ci ha assistito in ogni momento durante questo blogtour, il mio grazie più sentito.
Come in tutte le cose arriva anche il momento di ripartire, e allora prima di andarmene ho fatto un ultimo giro nel giardino incantato dell'albergo Borgo Grondaie che ci ha ospitato in questi giorni.
Sono tornata da qualche giorno, ma ho ancora gli occhi pieni di quella meravigliosa città che è Siena, della sua storia, dei suoi palazzi, delle persone che la fanno grande.
E ora tocca a me ricambiare tutto quello che ho ricevuto in questo meraviglioso blog tour...
state pronti, appuntamento a dicembre.
appunti di viaggio
Calendario del Cibo italiano
Iniziative
Una iniziativa volta a valorizzare in particolare i dolci senesi ma anche l'artigianato in generale che, oltre al suo patrimonio storico unico al mondo, fa di questa meravigliosa città una meta molto ambita.
Grazie alla perfetta organizzazione di Cna Siena Food and Tourism, sponsor dell'evento, abbiamo potuto essere testimoni di come sia davvero sentita la tradizione dolciaria e di quanta professionalità, passione e risorse investano gli artigiani senesi nelle loro attività.
Tutto comincia con una passeggiata nella città, attraverso strade, vicoli, piazzette, salite e discese che ti fanno sentire dentro a un'altra dimensione.
Arriviamo davanti al piccolo negozio di Alice, Giulia e Giulia, che si sono inventate un modo nuovo di scoprire la città attraverso il Polaroad.
Propongono il Polatour, un’esperienza nuova per esplorare la città, semplice e intuitiva: viene consegnato un Polakit e una Polaguide, un libro-guida che racconta non solo le date e gli eventi storici ma tutte le curiosità e gli aneddoti del luogo che si sta visitando, il tutto combinato con una macchina fotografica Polaroid a noleggio che sarà poi restituita alla fine del tour. Alla fine del percorso prescelto, si potrnno incollare le proprie foto su un diario/guida della città.
complimenti ragazze, sono sicura che la vostra idea piacerà moltissimo!
Proseguendo il nostro blogtour fra le attività artigiane senesi ecco il laboratorio
Bianco e Nero che produce maioliche artistiche della tipica tradizione legata alla città. Il verde, il blu, il color salmone delle loro creazioni ti colpiscono subito, e rallegrano di colpo il grigiore della giornata. Sonia Staccioli e sua sorella Giada, sono figlie d'arte, i loro antenati fin dal 1450 forgiavano armature, stemmi nobiliari, e confezionavano bandiere e scudi, e nel corso dei secoli alcuni si rivolsero proprio alla pittura e alla scultura, fino ad arrivare al 1984 quando Walter Staccioli aprì la bottega attuale. Ora Sonia e Giada portano avanti la tradizione, supportate dalla grande esperienza del babbo. Entrare in negozio, ammirare i disegni creati da Sonia e osservare il lavoro di Gaia intenta a decorare alcune campanelle, è stato molto interessante e coinvolgente.
Un lavoro non facile, dove serve concentrazione, manualità, precisione il tutto unito a una grande fantasia. Complimenti sinceri e l'augurio di tante soddisfazioni.
Riprendiamo la passeggiata e a un certo punto sbuchiamo nella piazza del Duomo.

l'ora del tramonto da una parte e le nuvole plumbee dall'altra lo ammantano di
una luce incredibile e l'emozione diventa palpabile. Lo ammiriamo in religioso
silenzio in attesa che ci raggiunga Lucia, la guida messaci a disposizione dall'organizzazione.
Mai mi è capitato di incontrare una persona come lei, appassionata del suo lavoro, con la conoscenza di infiniti dettagli e particolari su ogni monumento e sul più piccolo episodio o evento di ogni famiglia e dinastia che si sono succedute, con una capacità di trasmettere il suo sapere che mi ha davvero catturato. Un grazie sentito anche a lei, che ci ha fatto rivivere la storia della città come fosse stata appena ieri.
Inizia a piovere e ci dirigiamo verso Piazza del Campo, la torre del Mangia svetta da lontano, nella pioggia
Con Lucia entriamo nel Palazzo di Città, grazie anche all'assessore al Turismo Alberto Tirelli, che ci ha accolto e accompagnato nella visita.
Ogni stanza è un capolavoro, e si può solo ammirare in silenzio, beandosi di quegli affreschi, di quei colori, di quella storia, immaginando quanta vita è passata di lì prima di noi, lasciandoci in eredità un patrimonio dal valore inestimabile.
La Maestà di Simone Martini
tutti con il naso in su a fotografare e ammirare
lo sguardo si posa su queste pareti e l'emozione è fortissima.
e in quel momento mi sono sentita davvero fortunata, oltre che grata.
Piove e tira un vento gelido, ci congediamo da Lucia e concludiamo la serata con un'ottima cena all' Enoteca ai Terzi.
Si torna in albergo perchè l'indomani sarebbe stata una giornata impegnativa.
Il seguito alla prossima puntata, stay tuned.
Siena e i dolci senesi, cronaca di un blogtour
Grazie alla perfetta organizzazione di Cna Siena Food and Tourism, sponsor dell'evento, abbiamo potuto essere testimoni di come sia davvero sentita la tradizione dolciaria e di quanta professionalità, passione e risorse investano gli artigiani senesi nelle loro attività.
Tutto comincia con una passeggiata nella città, attraverso strade, vicoli, piazzette, salite e discese che ti fanno sentire dentro a un'altra dimensione.
Arriviamo davanti al piccolo negozio di Alice, Giulia e Giulia, che si sono inventate un modo nuovo di scoprire la città attraverso il Polaroad.
Propongono il Polatour, un’esperienza nuova per esplorare la città, semplice e intuitiva: viene consegnato un Polakit e una Polaguide, un libro-guida che racconta non solo le date e gli eventi storici ma tutte le curiosità e gli aneddoti del luogo che si sta visitando, il tutto combinato con una macchina fotografica Polaroid a noleggio che sarà poi restituita alla fine del tour. Alla fine del percorso prescelto, si potrnno incollare le proprie foto su un diario/guida della città.
complimenti ragazze, sono sicura che la vostra idea piacerà moltissimo!
Proseguendo il nostro blogtour fra le attività artigiane senesi ecco il laboratorio
Bianco e Nero che produce maioliche artistiche della tipica tradizione legata alla città. Il verde, il blu, il color salmone delle loro creazioni ti colpiscono subito, e rallegrano di colpo il grigiore della giornata. Sonia Staccioli e sua sorella Giada, sono figlie d'arte, i loro antenati fin dal 1450 forgiavano armature, stemmi nobiliari, e confezionavano bandiere e scudi, e nel corso dei secoli alcuni si rivolsero proprio alla pittura e alla scultura, fino ad arrivare al 1984 quando Walter Staccioli aprì la bottega attuale. Ora Sonia e Giada portano avanti la tradizione, supportate dalla grande esperienza del babbo. Entrare in negozio, ammirare i disegni creati da Sonia e osservare il lavoro di Gaia intenta a decorare alcune campanelle, è stato molto interessante e coinvolgente.
Un lavoro non facile, dove serve concentrazione, manualità, precisione il tutto unito a una grande fantasia. Complimenti sinceri e l'augurio di tante soddisfazioni.
Riprendiamo la passeggiata e a un certo punto sbuchiamo nella piazza del Duomo.

una luce incredibile e l'emozione diventa palpabile. Lo ammiriamo in religioso
silenzio in attesa che ci raggiunga Lucia, la guida messaci a disposizione dall'organizzazione.
Mai mi è capitato di incontrare una persona come lei, appassionata del suo lavoro, con la conoscenza di infiniti dettagli e particolari su ogni monumento e sul più piccolo episodio o evento di ogni famiglia e dinastia che si sono succedute, con una capacità di trasmettere il suo sapere che mi ha davvero catturato. Un grazie sentito anche a lei, che ci ha fatto rivivere la storia della città come fosse stata appena ieri.
Inizia a piovere e ci dirigiamo verso Piazza del Campo, la torre del Mangia svetta da lontano, nella pioggia
Con Lucia entriamo nel Palazzo di Città, grazie anche all'assessore al Turismo Alberto Tirelli, che ci ha accolto e accompagnato nella visita.
Ogni stanza è un capolavoro, e si può solo ammirare in silenzio, beandosi di quegli affreschi, di quei colori, di quella storia, immaginando quanta vita è passata di lì prima di noi, lasciandoci in eredità un patrimonio dal valore inestimabile.
La Maestà di Simone Martini
tutti con il naso in su a fotografare e ammirare
lo sguardo si posa su queste pareti e l'emozione è fortissima.
e in quel momento mi sono sentita davvero fortunata, oltre che grata.
Piove e tira un vento gelido, ci congediamo da Lucia e concludiamo la serata con un'ottima cena all' Enoteca ai Terzi.
Si torna in albergo perchè l'indomani sarebbe stata una giornata impegnativa.
Il seguito alla prossima puntata, stay tuned.
antipasti
Calendario del Cibo italiano
pesce
piatti freddi
ricette per le feste
Carpaccio di branzino al Prosecco e verdure
Oggi il Calendario del Cibo Italiano si occupa di tutto quello che si può consumare "crudo" verdure, carne o pesce che sia...il mio contributo a questa giornata è un saporito carpaccio di branzino.
Carpaccio di branzino al Prosecco e verdure
Per 2 persone
300 g di filetti di
branzino
Per la marinata:
1 bicchiere abbondante di Prosecco
100 g di fumetto di
pesce
2 limoni verdi, solo il succo
1 pezzetto di zenzero di circa 2 cm.
1 costa di sedano verde
1 grosso cipollotto rosso di Tropea
Mezzo peperone rosso
1 peperoncino piccante
1 peperoncino piccante
1 spicchio d’aglio
2 o 3 rametti di
prezzemolo
Sale, pepe
Per guarnire:
pepe rosa
qualche anello di cipollotto rosso di Tropea
foglioline di prezzemolo
Sfilettate, o fatevi
sfilettare in pescheria, un branzino di
pezzatura medio/grande. Da ogni filetto, lavato e asciugato, ricavate delle fettine il più possibile
sottili. Tenete da parte in frigorifero.
Preparate la marinata. Mondate e lavate il sedano, il mezzo peperone liberato da semi e
filamenti, il peperoncino, il cipollotto fresco di
Tropea. Tagliate le verdure a pezzi e raccoglietele nel frullatore o nel Bimby se lo avete, unite lo zenzero
sbucciato e tagliato a pezzetti, lo spicchio d’aglio, il fumetto di pesce, il
Prosecco, il succo dei limoni verdi, il
sale e il pepe. Frullate tutto per un paio di minuti, poi trasferite il
composto in una ciotola, copritela e tenetela in frigorifero per almeno un paio
d’ore, dopodichè filtratelo attraverso un colino cinese premendo bene per
estrarre tutto il liquido possibile.
Mettetelo in un’altra ciotola più capiente e immergete le
fettine di branzino dentro la marinata.
Coprite e lasciate riposare
in frigorifero. Quando è il momento di
servire, allineate le fettine di banzino su ogni piatto, aggiungete un
poco della marinata e colorate con il pepe rosa, cipollotto rosso
di Tropea fresco e foglioline di prezzemolo.
Calendario del Cibo italiano
verdure
Insalata di patate
A casa mia, quando ero ragazza, l'insalata di patate consisteva nel condire le patate lesse con prezzemolo e aglio e stop. Mi è sempre piaciuta anche così, e per molto tempo ho continuato a prepararla in questo modo, fino a quando non sono andata dai miei parenti a Vancouver. Mia cugina ce l'ha preparata alla maniera canadese per un brunch domenicale e mi era piaciuta parecchio, era una buonissima alternativa e da allora, ogni tanto, la preparo, magari aggiungendo qualche ingrediente, sperimentando insomma, ma alla fine la versione che preferisco è questa che vi propongo oggi nel quadro delle giornate del Calendario del Cibo Italiano.
L'insalata di patate di Myra
per 2 o 3 persone
4 grosse patate
2 uova
1 cipollotto fresco
2 cucchiai maionese
1 cucchiaio senape
erba cipollina q.b.
2 cucchiai olio e.v. oliva
1 cucchiaio aceto bianco
sale, pepe
Cuocete le patate con la buccia poi scolatele, lasciatele intiepidire e poi pelatele e tagliatele a tocchi raccogliendoli in una ciotola.
Rassodate le uova, raffreddatele sotto l'acqua corrente, eliminate il guscio e tagliatele a metà, sbriciolate il tuorlo sodo sulle patate, tagliate a pezzetti piccoli il bianco.
Pulite il cipollotto conservando la parte bianca. Dividetelo a metà e affettatelo sottilmente nella ciotola con le patate.
Completate con un ciuffo di erba cipollina tagliuzzata.
Condite tutto con olio, sale, pepe e l'aceto. Mescolate delicatamente per non rompere più di tanto le patate.
In una scodella miscelate la senape con la maionese in modo da avere un insieme omogeneo.
Versatelo sulle patate e mescolate con una spatola di silicone per non rovinare tutto. Lasciate riposare l'insalata ben sigillata e al fresco per almeno un'ora, poi colorate l'insalata con dell'altra erba cipollina tagliuzzata, prima di portare in tavola.
L'insalata di patate di Myra
per 2 o 3 persone
4 grosse patate
2 uova
1 cipollotto fresco
2 cucchiai maionese
1 cucchiaio senape
erba cipollina q.b.
2 cucchiai olio e.v. oliva
1 cucchiaio aceto bianco
sale, pepe
Cuocete le patate con la buccia poi scolatele, lasciatele intiepidire e poi pelatele e tagliatele a tocchi raccogliendoli in una ciotola.
Rassodate le uova, raffreddatele sotto l'acqua corrente, eliminate il guscio e tagliatele a metà, sbriciolate il tuorlo sodo sulle patate, tagliate a pezzetti piccoli il bianco.
Pulite il cipollotto conservando la parte bianca. Dividetelo a metà e affettatelo sottilmente nella ciotola con le patate.
Completate con un ciuffo di erba cipollina tagliuzzata.
Condite tutto con olio, sale, pepe e l'aceto. Mescolate delicatamente per non rompere più di tanto le patate.
In una scodella miscelate la senape con la maionese in modo da avere un insieme omogeneo.
Versatelo sulle patate e mescolate con una spatola di silicone per non rovinare tutto. Lasciate riposare l'insalata ben sigillata e al fresco per almeno un'ora, poi colorate l'insalata con dell'altra erba cipollina tagliuzzata, prima di portare in tavola.
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