fra poco sarà il nostro 43° anniversario, così in questi giorni io e mio marito stiamo pensando di fare una piccola vacanza on the road, e stiamo valutando la meta...a dire il vero ne ho molte in mente, ma vedremo.....
intanto ripenso a quello che abbiamo voluto regalarci in occasione del quarantesimo, le nozze di smeraldo, una specie di secondo viaggio di nozze, noi
soli, in auto, verso posti che da tempo desideravamo vedere...ve lo racconto..
Avevo tutto organizzato da tempo, e finalmente arriva il momento di partire.. destinazione Camargue e Provenza.
Partiamo di buonora, la strada è lunga e la vogliamo fare con
calma...e poi voglio mangiare la bouillabaisse...dove se non a
Marsiglia?
La prima tappa è qui
davanti al mare, al porto vecchio...una vista bellissima e un pranzo da ricordare..
riprendiamo il viaggio, destinazione Arles...
un alberghetto molto carino,suggeritomi da Sandra Venturoli, minuscolo ma molto accogliente, proprio nel
centro storico della cittadina francese. Che ci da il benvenuto con il
Mistral che soffia a 80 km all'ora, rendendo il cielo di un blu
incredibile, ma che ci penetra fin nelle ossa...
Arles è sul fiume Rodano, che a vederlo è molto grande, due volte
il Po e forse più¹... metto qualche notizia presa in rete:
La città di Arles
conserva importanti rovine d'epoca romana, tra cui l'arena (1° - 2°
secolo d.C.), l'obelisco rinvenuto nel Rodano e ora in Place de la
République, il teatro dove fu trovata la statua di Afrodite (oggi al
Louvre) e il complesso delle terme sul Rodano. Altri monumenti di
valore sono la chiesa romanica di Saint-Trophime e il municipio, opera
di Hardouin-Mansart. Arles è celebre anche per le sue case con i
tetti di coppi e per i suoi ombrosi, tortuosi e stretti vicoli. Il suo
centro storico è iscritto dal 1981 alla lista del Patrimonio
Mondiale dell'UNESCO e con i suoi 77 000 ha di superficie, Arles è
il più esteso comune di Francia. Centro artistico e culturale, alla
fine del 19° secolo Arles ospitò i pittori Gauguin e Van Gogh.
Quest'ultimo vi si stabilìper oltre un anno (febbraio 1888 - maggio
1889) e dipinse oltre 200 tele, compresi quadri celeberrimi come "I
girasoli", "Campo di grano", "La sedia di Van Gogh", "Notte stellata" e
"Il ponte di Arles". Curioso notare che nessuno dei suoi lavori sia
conservato ad Arles...
E' molto carina, il centro lo si gira a piedi tranquillamente, e si
viene catturati dall'atmosfera che si respira, dalle brasserie, dai
vicoli e dai colori...
i lampioni sono rosa, o a volte alternati con queli bianchi....si intonano alle persiane azzurre che hanno quasi tutte le case
lungo il Rodano
una piazza davanti all'anfiteatro romano
case
l'anfiteatro
uno scorcio
la piazza del Comune
un palazzo dipinto, in un angolo del centro aperto al traffico, purtroppo,
St. Trophime col suo magnifico portale
le finestre hanno tutte le persiane azzurre, un azzurro più o meno
forte, più o meno acceso, che va dal celeste/grigio al blu
cobalto....alcune veramente strane
la mattina dopo decidiamo di andare a Carcassonne, 200 km più in giù, verso il confine spagnolo.....
arrivando, questo è quello che si vede dal parcheggio
e già si ha una mezza idea di quello che ci aspetta...
qualche nota informativa:
Carcassonne E' un borgo
medievale perfettamente restaurato. Improvvisamente trovandosela
davanti, sembra di essere piombati a mille anni fa. Posta su una
ripida sponda sopra il fiume Aude. Quando si arriva dall'autostrada
vicina, non si crede quasi ai propri occhi, una visione incredibile con
le sue torrette e i suoi bastioni che dominano la città più
bassa. La posizione strategica tra l'Atlantico e il Mediterraneo, tra
la penisola iberica e il resto dell'Europa, ha fatto di Carcassonne un
presidio militare fin dai tempi dei romani, e quindi un luogo che si è ripetutamente trovato al centro di guerre sanguinose. Nel periodo
del suo massimo splendore, nel XII secolo, era governata dai Trencavel,
che costruirono il castello e la cattedrale. Spostamenti militari e il
Trattato dei Pirenei (1659), che risistemo il confine con la
Spagna, resero obsolete le grandiose fortificazioni e avviarono
contemporaneamente il declino. Lo storico e architetto Viollet-le-Duc
fece si che fosse restaurata nel XIX secolo.
Il borgo vecchio è
suggestivo e molto bello caratterizzato da strade piccole e
tortuose che finiscono in piazzette da favola, animante da
negozietti e boutiques di varia natura, insieme a non pochi
ristorantini. La rue Cros-Mayrevielle porta al castello. Prima
di entrare nell'antico borgo dalla porta Narbonnaise da non
perdere è il giro delle Lices, il largo spazio tra le due cinte
di murarie, con scorci suggestivi e panoramici. Da qui si potranno
osservare le varie epoche di costruzione della città, dal periodo
tardo-romano del III-IV secolo cui appartengono le torri basse e
semicilindriche della cinta interna al secondo periodo del XI- XIII
secolo a cui risale il castello comitale, gran parte della cinta
esterna e le opere di rafforzamento delle mura romane.
La posizione strategica di Carcassonne ne fece spesso il centro di
conflitti religiosi. I Catari trovarono qui rifugio nel 1209 grazie a
Raymond-Roger Trencaval quando furono assediati da Simon de Mondort
nella sua crociata contro gli eretici. Nel XIV secolo l'Inquisizione
continuò la lotta contro i Catari e Carcassonne divenne uno dei
centri di questa lotta sanguinaria contro questa eresia.
infatti restiamo impressionati da quello che vediamo
la doppia cinta di mura
nei cortili interni sono esposte sculture in ferro
il ritorno ad Arles lo facciamo escludendo l'autostrada, così abbiamo modo di fare strade secondarie, dove non incontriamo traffico, e
dove la campagna offre spettacoli incredibilmente belli...
siamo nella regione dell'Aude e le vigne si distendono a perdita d'occhio
arriviamo a Lagrasse dove sappiamo esserci una bellissima abbazia
lasciamo la macchina fuori dal paesetto e ci inoltriamo a piedi fra i vicoli
una casa a colombiers
qui le porte sono di un bel blu
ma proprio blu
e finalmente arriviamo all'Abbazia, o meglio, sulla sponda di fronte
all'abbazia.....abbiamo sbagliato lato del fiume, e son troppo stanca
per rifare tutto il giro...
così la vediamo solo da fuori, anche se sappiamo che all'internoè completamente spoglia
le note informative:
La fondazione
della abbazia di sainte Marie d'Orbieu in Lagrasse è anteriore al VIII sec. confermata da una carta di Carlo Magno (ora
conservata a Carcassonne). Ben presto, grazie a numerose donazioni,
divenne una delle abbazie più importanti. Adottà la
regola di S. Bernardo de Nursie fino alla decadenza del XVII
sec. in cui venne integrata alla congregazione di S.Maur. I rivoluzionari la divisero in due e la vendettero.
E' formata da due
piani: il pianterreno con un cortile delimitato da due gallerie
del XII sec, la cappella dell'abate, le cantine (300 mq), il
forno e la sacrestia; il primo piano con il grande dormitorio
(poteva contenere centinaia di frati), la cappella di
Saint-Barthelemy del 1296 e la sala con la mostra del maestro di
Cabestany. Al tutto si aggiunge una torre del X sec.
torniamo ad Arles che é sera inoltrata. E' il giorno dell'anniversario e ci regaliamo una cena buonissima di pesce qui:
Le Cilantro
andiamo a letto stanchi morti, col vento che soffia, sibila e penetra dapperutto, sperando che il giorno dopo si calmi un po'.
Speranza vana, ma abbiamo deciso di andare verso gli stagni e verso la
foce del Rodano, proprio nella Camargue e allora sveglia presto e, vento
o no, ci corazziamo bene e andiamo...
Percorriamo una strada secondaria, dove incontriamo si e no una decina
di macchine, una strada che corre in mezzo agli stagni e alle risaie,
agli alberi piegati dal vento e alle canne che ondeggiano creando
movimenti ed effetti bellissimi...
Incontriamo subito i famosi cavalli della Camargue..
mi colpisce il loro modo di stare tutti allineati, completamente
immobili, uno di loro si gira a guardarmi e poi riprende la sua posa,
probabilmente é per difendersi dal Mistral
questi due erano intenti a leccarsi l'un l'altro
una strana razza, sono bianchi ma i puledri invece no...
a un certo punto vediamo un cartello che indica le bocche del Rodano, e
allora lasciamo questa strada lunga e completamente dritta e
svoltiamo....dopo poco ci troviamo incanalati in due corsie obbligate.
Leggo che una é per gli abbonati.....eravamo all'attracco dei
barcarin...le chiatte che trasbordano le vetture, attraversando le
bocche del Rodano....confesso che con quel vento forte non ero proprio
tranquilla...ma eravamo lì e non si poteva tornare indietro..
così, dopo aver attesa circa un quarto d'ora arriva il nostro turno per
l'imbarco
la traversata dura circa 5 minuti più o meno, il tempo che io scatti
un paio di foto al fiume. Il vento increspa l'acqua e crea delle onde
come fosse il mare, e l'occhio si perde all'orizzonte..E' talmente
largo che l'obiettivo della macchina non riesce a prenderlo tutto da
sponda a sponda.
scendiamo dal barcarin e prendiamo la direzione di Saintes Marie de la
Mer, ma a un certo punto vedo una freccia che indica una spiaggia a 11
km.
Prendiamo quella strada e ci troviamo improvvisamente in un paesaggio
quasi lunare, con alla nostra sinistra il Rodano e alla destra stagni e
bassa vegetazione. Arriviamo alle saline. Il vento è sempre fortissimo, mi sposta la macchina fotografica dalle mani, anche
se la tengo con più forza che posso...questo è quello che vedo
c'é, su un piazzale tutto bianco di sale, una specie di baracca di
legno, tipo di quelle che ci sono anche da noi lungo le strade, dove
vendono frutta o cose del posto.
vendevano il sale, e allora ci fermiamo, e cerco di scendere dalla
macchina, ma il vento é talmente forte che devo lottare qualche
minuto per riuscire ad aprire la portiera. Finalmente scendo e sono
avvolta dal pulviscolo salino, entro di corsa nella casa di legno e
trovo un sacco di cose....dal riso rosso, tipico della Camargue, al
riso lungo, al sale in tutte le maniere.....sono uscita da lì con un
bel po' di zavorra....il vento non mi sposta più...
Salgo a fatica su un piccolo promontorio cintato, uno spazio apposito
per fare le foto penso. Cerco di scattare, ma é davvero difficile....davanti
a me una distesa sterminata di colore rosso, divisa in zone delimitate
da muretti piani....realizzo che sono le vasche di
salinizzazione...l'acqua é completamente rossa, increspata dal vento:
La zona é talmente estesa che ogni tanto qualche auto di servizio
passa fra le vasche, l'unica specie di costruzione si intravede
lontanissimo, sfocata dal pulviscolo che il vento muove....
proseguiamo in mezzo a questo panorama bellissimo e andiamo verso la foce del Rodano
scendo a fotografare e disturbo una intera colonia di oche bianche e
nere che si levano in volo nonostante io avessi cercato di non fare
rumore...
le foci sono vicine, ma la spiaggia ancora non si vede
finalmente arriviamo alla spiaggia. Che non é, come si potrebbe pensare, una spiaggia tipo le nostre, attrezzata, ma forse è perchè non è ancora stagione.
E' immensa e non c'é assolutamente niente a parte una costruzione
bassa gialla, della guardia costiera, e un baracchino che fa da bar
ristorante.
Qualche camper staziona sulla lingua di terra che separa il mare dal
Rodano per un pezzetto, e io scendo per fotografare. Immediatamente la
sabbia mi colpisce con mille punture di spillo, fatico a tenere in mano
la macchina fotografica, e camminare col vento contro, é una vera
impresa, non mi era mai capitata una sensazione simile
il mare é davanti a me, di un azzurro carico, increspato da migliaia
di onde bianche di spuma, mentre il vento crea e modifica le dune
secondo come spira, creando con la sabbia una specie di nebbia fluttuante
sul dorso delle dune con un effetto bellissimo, che non so se sono
riuscita a fermare con le foto...
risalire in macchina é un vero sollievo, e ci dirigiamo verso Les Saintes Marie de la Mer, capoluogo di Camargue.
Note informative sulla Camargue
" la Camargue é il
risultato dell'azione congiunta del Rodano, del Mediterraneo e dei
venti. Alla fine dell'era terziaria e inizio di quella quaternaria,
mentre il mare arretra i corsi d'acqua trasportano enormi quantitativi
di pietruzze che si stratificano su centinania di metri di spessore. Su
questa base di ciottoli si depositano in seguito strati di sedimenti
marini (il mare infatti si estendeva fino alla riva nord dello Stagno
di Vaccarès) e il paesaggio non cessa di modificarsi: il Rodano
trasporta enormi masse di detriti e si formano delle terre che isolano
le zone paludose: appaiono cordoni litorali modellati dalle correnti
costiere che chiudono delle lagune. Assieme alle lontre e ai castori,
sono le varie specie di uccelli a regnare su quest'immenso terreno
paludoso. Se ne contano circa 400 specie diverse, delle quali circa 160
migratrici. L'avifauna cambia secondo la stagione: uccelli migratori
vengono a svernare dal Nord Europa (anatre alzavole) o vi fanno scalo
in primavera e in autunno (aironi rossi). Vi sono anche aironi
guardabuoi, eleganti garzette, aironi cinerini, anatre tuffatrici,
trampolieri bianchi e tarabusi, senza dimenticare gli abitanti
tradizionali dei litorali: gabbiani di varie specie e dimensioni,
grandi cormorani e una moltitudine di passeracei, falchi di palude e,
vedettes incontrastate, i fenicotteri rosa. L'acqua é ricca di
pesci: carpe, pesci castagna, persici e soprattutto anguille che vivono
nei piccoli canali di acqua dolce della Camargue. Vi si trovano anche
raganelle, piccole tartarughe d'acqua e biscie dal collare (non
velenose). "
S.tes Marie de la Mer é un paese di mare come tanti, abbastanza
deludente, con basse case bianche e vicoli pieni di botteghe di
souvenirs e ristoranti e bar da turisti...niente di che. Ma é bello,
molto bello invece il percorso per arrivarci, in mezzo a campi di
fiori, a stagni e marcite popolati di animali bellissimi, garzette,
aironi, fenicotteri rosa, folaghe, anitre selvatiche, alzavole... un
percorso in mezzo a una natura quasi incontaminata, una sensazione a cui
non siamo più abituati...
Un intero campo di Iris gialli, sulla strada
un fenicottero rosa ha deciso di venirsi a cercare il cibo proprio
davanti alla mia macchima fotografica, e lo vedo incamminarsi
nell'acqua con quelle sue lunghe e sottili zampe, elegantissimo e
sussiegoso, non mi ha degnato di uno sguardo pur sapendo che ero a pochi
passi da lui...abituato ormai agli umani..
il vento, a Ste Maries de la Mer émeno forte, e i gabbiani, in gran numero, si lasciano trasportare
scegliamo per il pranzo un piccolo ristorante defilato, con le tovaglie e i tovaglioli di stoffa finalmente.
Solitamente tutti quei ristoranti tipo brasserie, apparecchiano con tovagliette e tovaglioli di carta...
Un ottimo pranzo di pesce, con una saporitissima zuppa, con l'aioli, lo zafferano e le erbe di Provenza...dopodiche decidiamo di andare ad Aigues Mortes, una città fortificata sul fiume Gardon
le note:
"Il
borgo di Aigues Mortes, é un interessante esempio di
fortificazione militare del medioevo francese. Comunque vi lavorarono
anche maestranze genovesi assoldate da Filippo III l'Ardito e poi da
Filippo il bello. Per un po' di tempo il completamento della
cittadella fu infatti affidato ai genovesi Nicola Cominelli e Guglielmo
Boccanegra. Quest'ultimo, fuggito per motivi politici dalla sua
città, intorno al 1262 fu anche governatore del borgo fortificato.
La
cittadina si chiama Aigues -Mortes per via delle vicine paludi.
Anticamente veniva chiamata in latino "Aquae Mortuae". La zona é
infatti quella della Camargue, dipartimento Gard, regione Languedoc
-Roussillon. All'interno del borgo sono visitabili alcuni interessanti
monumenti: fra i più antichi la chiesa di Notre-Dame des Sablons
(più volte rimaneggiata) e la "tour Constance".un
imponente mastio in muratura a sezione cilindrica eretto nell'angolo
nord-occidentale della città e terminato nel 1248. E' costituito da
un torrione cilindrico alto 30 metri e di diametro di 22 con pareti
spesse sei metri, sormontato da una torretta alta 11 metri terminante a
cuspide. Le sue fondamenta sono state poggiate su palafitte profonde
che rimediano alla scarsa consistenza del terreno paludoso. La torre
principale contiene all'interno due grosse sale sovrapposte dotate di
soffitto ad ogiva. Nel XVII secolo fu adibita a prigione ove venivano rinchiusi gli ugonotti. Nella torre sono visitabili tre ambienti: la "salle des Gardes", la cappella di S.Luigi e la "salle des chevaliers""
qui, nella cittadella, la solita teoria di negozi da turisti, e le
piazze tutte completamente occupate da tavolini e ombrelloni di
ristoranti e bar, a tal punto che quasi non si vede più la piazza
stessa..
ho scattato qualche foto ai monumenti più inmportanti e siamo fuggiti...
arrivando, mi ha colpito il cimitero, molto piccolo, ma con le tombe tutte più o meno simili, alternate fra le grandi e piccole, con una sorta di cappelletta sopra.
la Chiesa di Notre Dame des Sables
Le mura dall'interno con il Mastio sullo sfondo
le mura e una parte del castello, viste da fuori
Il mastio
proprio qui sotto il Mastio e tutto intorno alle mura ci sono i
parcheggi delle auto, abbastanza incasinati, ho evitato quindi di
inquadrare la parte sottostante..
siamo fuggiti dicevo...e siamo andati al Pont du Gard, un pezzo dell'antico acquedotto romano, molto ben conservato.
I francesi, al contrario di noi, sanno valorizzare molto bene anche la più piccola cosa,
per qualsiasi reperto storico, anche il più piccolo, o di valore
relativo, loro giustamente fanno una politica di promozione e
salvaguardia...dovremmo imparare....
promozione a tal punto che per vedere un pezzo di acquedotto romano,
come ne abbiamo noi nella campagna toscana e in altri luoghi, arrivi a
un certo punto che la strada è incanalata obbligatoriamente in due
corsie divise da un alto cordolo, non puoi più cambiare idea, e
arrivi nel parcheggio.
Ti fai la tua bella escursione, le tue belle foto, e quando torni e vai a
pagare ti prendi una stangata che te la ricordi per un bel pezzo. 15
euro per parcheggiare 30 minuti.
E nessuno con cui prendersela, sono tutte casse automatiche nei parcheggi francesi...
comunque eccolo qua il Pont du Gard, foto scattate in controluce ma pazienza..
le note
Dopo il Mont St Michel è il monumento di provincia più visitato ed é il più
grande, il più bello e il meglio conservato fra i ponti-acquedotti
romani. Fu costruito verso il 60 d.C. sotto il regno dell'Imperatore
Claudio e si tratta solo della parte centrale e più bella di un
immenso acquedotto lungo 50 km che arrivava fino a
Nimes. Il Pont du Gard attraversa la Valle del Gardon, in un punto in
cui questo é particolarmente stretto. La sua massima altezza é
48.7 m sul livello del fiume, la lunghezza attualeé 275 m al terzo
piano.E' quasi interamente costruito con grosse pietre calcaree le cui
cave si trovano a qualche centinaia di metri di distanza. Comprende 3
ordini di archi, rientranti gli uni rispetto agli altri. Il 1° piano
misura 21.87 m di altezza e si compone di 6 archi di 6.36 m di
larghezza ciascuno (raggiungendo la lunghezza totale di 142.35 m), il
piano intermedio misura 19.50 m di altezza e 4.56 m di larghezza e si
compone di 11 archi (lunghezza complessiva di 242.55 m). L'apertura
degli archi dei primi due livelli é identica in quanto i pilastri di
sostegno di quelli del 2° piano sono stati posti nell'asse dei
pilastri di sostegno del 1° piano e questo per dare al ponte una
maggiore stabilità. La larghezza varia dai 24.52 m di quelli che
attraversano il fiume, ai 19.50 m per quelli che seguono, fino ad
arrivare ai più stretti che misurano solo 15.50 m; il terzo piano
misura 275 m di lunghezza e possiede 35 archetti di 7.40 m di altezza e
3.50 m di larghezza con un'apertura costante di 4.80 m. Lo spessore
dei pilastri varia in modo che un numero di archetti completi possa
essere inserito nello spazio fra i pilastri di sostegno degli archi dei
piani inferiori: cioé 4 archetti nell'arco più grande (quello
che attraversa il Gardon) e 3 negli altri (eccezionalmente l'ultimo
grande arco sulla riva sinistra sostiene solo 2 archetti). I
primi due livelli sono formati da grandi blocchi di pietra di più
di 50 cm di spessore, che possono raggiungere anche i 2 m di lunghezza e
il cui peso é di circa 6 tonnellate e venivano posizionati con la
tecnica del montacarichi, azionato da uomini che salivano gli scalini
interni di una ruota del tipo di quella delle gabbie per piccoli
animali. Erano montati a secco e il bugnato lasciato grezzo. Le volte
dei due piani inferiori sono costituite da archi accoppiati e che
venivano sistemati uno ad uno. Questo processo permetteva anche di fare
economie sul legno che serviva a misurare l'apertura dell'arco e che
veniva spostato di volta in volta. I pilastri inferiori sono posti
direttamente sulla roccia che resta asciutta anche in periodo di piena e
questo per evitare ogni rischio di erosione. Pare che il letto del
fiume sia stato scavato perchél'acqua non raggiungesse mai la base
dei pilastri.
lasciamo il Pont du Gard, un po' delusi e di malumore per la cifra assurda del parcheggio, in direzione di Avignone.
arriviamo verso il tramonto, la luce é bellissima. Avignone é una
delle città che più mi é piaciuta. Il centro é davvero
molto caratteristico con tutti i suoi vicoli colorati e circondati da
palazzi d'epoca e da bellissime chiese...il tutto poi conduce nella
piazza del Palais des Papes, che ti lascia senza fiato per la sua
bellezza. E vederla con la luce del tramonto éstato davvero
emozionante..
peccato non aver potuto visitarlo, all'interno era tutto transennato e
c'erano dei lavori per cui era chiuso per la maggior parte e quella
visibile chiudeva alle 16,30 per via dei lavori che dovevano continuare
comunque. E noi, per colpa del ponte di Gard siamo arrivati troppo
tardi. Ma ci tornerò prima o poi....
la piazza dall'altra parte del palazzo dei Papi
intanto i Mori sul campanile battono le ore..
la piazza dell'Orologio con tutti i suoi ristorantini e caffé e
l'immancabile Carrousel si va pian piano riempiendo di gente..
passiamo davanti a Molière e Corneille pietrificati all'entrata del teatro di Avignone
sta scendendo la sera e noi ce ne torniamo lemme lemme a Les Halles, al parcheggio....direzione Arles..
la mattina dopo il vento é sempre forte, ma ormai ci stiamo
abituando. Decidiamo di andare a Les Baux. Partiamo presto e sulla
strada incontriamo l'abbazia di Montmajour.
qualche nota informativa..
"L'abbazia di
Montmajour deve il suo nome al grande scoglio emerso dalla palude su
cui i benedettini la edificarono a partire dal 948. Dopo la
guerra dei cent'anni fu fortificata per proteggerla dai
saccheggi dei mercenari. Ritornà in auge nel XVII sec sotto
la congregazione di S. Mauro. Nel 1791 fu venduta al comune di
Arles. Si entra attraverso la dispensa (cava di pietra nel
periodo rivoluzionario). Il primo edificio che si incontra è
il chiostro. La parte più antica è la galleria est (XII
sec.) visto che il lato ovest �¨ stato pesantemente rimaneggiato
nel XVII sec. causa crolli. La chiesa (1153) ha una la crociera del
transetto e della navata ogivale e abside con tre aperture.
Interessante é la cripta che fa da fondamenta e da chiesa: ha
pianta rotonda con cinque cappelle radiali che formano il
capocroce. L'edificio é dominato dalla torre Pons de l'Orme
(1369, 3 piani per 26 m). All'esterno c'é la necropoli con
diverse tombe scavate nella roccia"
saliamo
e cominciamo a gironzolare, non c'è molta gente, solo due o tre coppie di francesi, di mezza età come noi...
quando capiscono che siamo italiani ci vengono incontro e ci fanno
moltissime domande e moltissimi complimenti sull'Italia...e dai francesi
proprio non me l'aspettavo, di solito sono abbastanza superbi e non é che ci pigliamo molto.... ..diciamo che ci sopportiamo....
non c'éuna guida vera e propria, ma prendiamo dei dépliants che tutte le biglietterie all'entrata delle Abbazie e ai
monumenti hanno...
l'abbazia é completamente disadorna, vuota, e alcune parti non sono
finite, ma conserva un fascino molto particolare. E' un posto che
consiglio di vedere...
la torre e una parte della necropoli
la necropoli, e la vista sulla campagna di Arles, pare che Van Gogh
venisse qui molto spesso, infatti ha dedicato molti disegni a questa
Abbazia. Guardando da lassù la vista spazia su campi di grano ondeggianti al vento, ed è stata una bellissima emozione essere fra quelle mura e vedere quel panorama..
il chiostro:
poco distante, in un terreno privato, cintato c'é la Cappella di Sainte Croix, patrimonio mondiale dell'Unesco.
Il cancello era momentaneamente aperto e ne ho approfittato per scattare una foto.
passiamo da St. Rhemy de Provence, il paese natale di Nostradamus, ma
non c'é molto da vedere, per andare a Les baux dovremmo attraversare
il paese ma i vigili fanno deviare tutto il traffico, così non ci
fermiamo, e proseguiamo verso Les Baux. L'aria éfrizzantina, il
vento é molto meno, stiamo andando verso l'interno.....poco fuori St.
Rhemy imbocchiamo una larga strada fiancheggiata da platani, e per
oltre 15 km é così
bellissima davvero, tanto che obbligo mio marito a fermarsi perché
voglio scendere a fotografare, rischiando anche, era maledettamente
trafficata e ho dovuto aspettare un po' perché non ci fossero
macchine..facendo perdere la pazienza al mio chauffeur..
passiamo da Fontvieille, dove c'é il Mulino descritto da Daudet,
vorrei andare a vederlo, ma arrivati in paese non esiste nessun cartello
indicatore, niente di niente, per cui ci é impossibile trovarlo, e
nessuno in giro a cui chiedere,..decidiamo che possiamo vivere anche
senza averlo visto e continuiamo la strada per Les Baux, infatti dopo
poco cominciamo a salire lungo una strada che si inerpica su falesie
bianche...
Arriviamo, lasciamo la macchina al parcheggio in basso, e ci
incamminiamo... Les Baux é pressocché deserta, ed é una
meraviglia poterla girare cos^, con calma, godendone ogni angolo
senza fretta e senza gente....i negozietti stanno aprendo man mano, si
stanno svegliando poco a poco...
iniziamo la salita.
passiamo davanti al piccolo edificio del Comune
e giriamo per i vicoli deserti, in un silenzio incredibile, a cui non sono più abituata.
e riscendiamo per altri vicoli, riempiendoci gli occhi di altri scorci..
edifici imbandierati
scendiamo verso il parcheggio mentre una frotta di giapponesi sta
salendo.....siamo contenti di essere arrivati presto, infatti sono le
9,30 e i pullman di turisti stanno arrivando alla spicciolata...
mentre scendiamo da Les Baux, direzione Gordes, unn Canadair fa delle
continue evoluzioni nel cielo, pensiamo a qualche incendio, e invece
no...dopo poco scopriamo che c'è in corso una esercitazione di
pompieri, ci sono autobotti sulla strada, macchine e mezzi rossi
dappertutto. Fanno una specie di staffetta lungo la strada che va a
Gordes, attraverso le montagne....noi siamo in mezzo a loro. Ogni tanto,
dove la strada lo consente, un altro gruppo di camion che
aspetta quelli che arrivano, e danno loro il cambio....questa cosa va
avanti per molti chilometri, sui tornanti della montagna, e interessa
diversi piccoli paesi.....
finalmente la cosa finisce al loro punto di ritrovo e noi possiamo filare via un po' più velocemente...
arriviamo a Gordes, che ci accoglie così
anche Gordes é un piccolo paese medioevale, arroccato sul Plateau de
Vaucluse e da cui si domina uno spettacolare panorama sulla valle.
facciamo un giro fra le stradine e i vicoli. La mia attenzione viene
attratta da un piccolo negozietto di frutta e verdura, e mi faccio
tentare da delle bellissime fragole che avevano l'aria si essere state
appena colte, entro e ne compro due cestini....spendo come in
gioielleria e un po' mi pento, ma quando le assaggio mi passa
subito......sono fantastiche, erano anni che non mangiavo fragole
così buone....e così spiluccando fragole siniziamo il nostro giro
per Gordes...
appena dentro le mura, la piccola piazza
sovrastata dal Castello
vicoli e stradine medioevali
e strane finestre
Gordes P chiamata il balcone della Provenza, ed hanno perfettamente ragione...
scendiamo al belvedere, il mio sherpa personale, rimane un po' indietro...
mentre davanti e sotto di noi si apre un panorama mozzafiato
finte le fragole, finita la visita di Gordes, ci avviamo
all'auto.....uscendo dalla cittadella vedo un cartello per l'Abbazia di
Sénanque. E' quella rappresentata in tutte le foto con la lavanda, mi
ricordo di aver visto la foto, bellissima, anche se ora la lavanda non é fiorita.....
Ci andiamo. La strada é un senso unico in discesa, strettissimo e tortuoso a
picco su un canyon...si scende lentamente, a tornanti stretti. Mio marito, pazientemente, si
ferma per farmi guardare cosa c'é nel canalone sotto di noi e la
sopresa e il colpo d'occhio sono fantastici...nel vallone sottostante,
incastonata fra i boschi c'é l'Abbazia, e la vedo dall'alto in tutto
il suo splendore.
Quelle righe che si vedono dietro, é tutta lavanda...immaginatevi cosa deve essere quando sarà in fiore...
finalmente la strada scende verso l'Abbazia, ma é chiusa, e non possiamo visitarla.
Allora consultiamo la cartina e vista la non eccessiva distanza, ci dirigiamo verso Roussillon...
per arrivarci, attraversiamo territori e campagne che mi ricordano molto
la Toscana, con vigneti e ulivi, scendo dall'auto per fotografare e
ancora una volta mi colpisce il silenzio, un silenzio vero, rotto solo
dal fruscio del vento e dal canto degli uccellini, una poesia, e l'aria é fine e profumata di erba e fiori....
Roussillon é una cittadina rossa come le sue crete...e pur essendo
medioevale, é comunque diversa da tutte le altre, appunto per i suoi colori.
Sfumature incredibili che vanno dal giallo vivo all'ocra, dal rosso cupo
al carminio....e il contrasto con quel cielo così terso e azzurro
ce l'ha mostrata al suo massimo...lasciamo l'auto al solito parcheggio
esterno e saliamo...
incontriamo prima questa vista
svoltiamo l'angolo ed ecco la Mairie
quella porticina e quella scaletta mi attiravano tantissimo...
case ombreggiate da viti e fiori
e l'ultima immagine prima di andarcene...
avevo letto non so più dove che c'era in zona un posto che chiamano
il Colorado Provençal, così convinco il marito a portarmici......
nel tragitto incontriamo queste costruzioni antichissime, risalgono
all'età del bronzo, ai bordi delle strade...le bories. Questa è solo un piccolo esemplare, ma c'é un intero villaggio museo, molto
grande.
lungo la strada, vedo da lontano un mulino su una collina, allora deviamo dalla strada per il Colorado..
riscendiamo e riprendiamo ad andare verso il Colorado, non immaginando cosa ci aspetta..
nel frattempo il paesaggio é completamente cambiato, stiamo correndo in mezzo a
verdi colline intervallate da campi coltivati a grano e a vite..uno spettacolo bellissimo vedere il gioco del vento nel grano....e il
silenzio regna...
dopo una decina di chilometri arriviamo al Colorado provençal, e sono già le 16,30 circa....
prendiamo il biglietto e ci consegnano una piantina. Evito di mostrarla subito al marito.....
Ci sono tre possibili giri da fare, uno di 5 ore, uno di 3 e uno di 1
ora e mezza. Scelgo il più breve naturalmente, e comincio a
preoccuparmi..
zaino in spalla cominciamo il percorso rosso.... dopo un quarto d'ora di
cammino nel bosco, guadando fiumiciattoli fangosi , in precario
equilibrio su pietre e tronchi di alberi caduti messi a bella posta...
arriviamo a un sentiero un po' pi§ agevole....ma la strada é
ancora lunga e mio marito comincia a brontolare...... nel bosco é umido, fa caldo, siamo molto sudati e benché fossimo attrezzati
relativamente per camminare, non lo eravamo abbastanza per quel
posto..... la mia preoccupazione aumenta.....
sul sentiero, due gazze ghiandaie ci fanno compagnia....iin lontananza
sento voci, segno di presenze che come noi stanno facendo i vari
percorsi....
dopo un'altra mezzora buona di cammino veloce i colori cambiano, il
bosco si dirada e ci troviamo catapultati in un mondo irreale, che mai
penseresti esistere in mezzo a tutte quelle verdissime colline...
il marito si ferma all'iombra rossa di un piccolo canyon
mentre io mi arrampico faticosamente su una collina per metà sabbiosa, di una sabbia giallo ocra, che contro quel cielo é abbagliante..
un posto incredibile da cui non riesco a staccarmi, e continuo a
scattare foto, mentre incrocio persone che a loro volta incrociano i
percorsi....
Mino é stanco, ma proseguiamo, sempre bosco,
ruscellii, sentieri su e giù e fatica, tanta fatica....finalmente
vediamo la fine. Le scarpe sono rosse di polvere, noi siamo bagnati
fradici e stanchissimi, ma consapevoli di aver visto un posto veramente
unico.
Si torna a casa, e verso Arles ci godiamo un tramonto sulla campagna....
qui finisce il giro in Camargue e ci trasferiamo a Cannes, dove faremo base....
e sulla strada per Cannes cé l'abbazia di Thoronet...ci fermiamo naturalmente.
ecco le note
"Le Thoronet, situata nel Var a 24 km a sud-est di Draguignan, E' una delle trois soeurs provençales
cistercensi. Monaci cistercensi che abbandonarono l'abbazia di
Mazan e iniziarono la costruzione dell'abbazia nel
1160. Raggiunse il massimo splendore nel XIII sec., ma dopo un
paio di secoli cominciò la sua decadenza. Nel 1790
c'erano ancora 7 monaci. La chiesa (orientata ad est) a tre navate ha
solo due porte laterali.
L'abside ha tre finestre a tutto sesto simboleggianti la
trinità. Dalla chiesa a nord si accede all'armarium (piccola
biblioteca) e poi alla sala del capitolo con influenze gotiche. Il
dormitorio é al piano superiore e si accede con una scala a
volta.
Il Chiostro trapezoidale, sobrio ed eccezionalmente rivolto a
nord, ha un buon dislivello a causa del terreno. Appoggiata ad
ovest c'é la cantina (i monaci producevano vino ed olio) con
volta a botte e camini di ventilazione."
fa caldo, il vento qui non c'é. Entriamo in chiesa, il marito si
siede al fresco mentre io giro per foto. C' é un gruppo tedesco che
sta ascoltando la guida....esco per non disturbare mentre scatto..
il chiostro
sono completamente sola, mi dirigo verso il retro dell'abbazia ed entro
in una specie di cortile....e mi sembra di tornare indietro nel tempo...
fa davvero molto caldo, finisco di girare intorno all'abbazia e torno in
chiesa a chiamare Mino....mi dice che mi sono persa una cosa
bellissima. La guida aveva un CD portatiile ed ha fatto sentire
l'acustica con un canto gregoriano, che anche lui accompagnava
cantando...dice che è stato bellissimo....e io me lo sono perso....
restiamo ancora un attimo al fresco e poi guadagnamo l'uscita
Cannes ci aspetta. C'é ancora il festival del cinema, la città è tutta decorata in tema...
i palazzi sono dipinti trompe l'oeil con tutti gli attori e registi possibili immaginabili...
c'é chi si svacca nell'erba delle aiuole, non so se stanco, sbronzo, o fatto...
nel porto é la solita selva di alberi di barche a vela..
gironzoliamo un po', ceniamo e poi a nanna presto che il giorno dopo sarà pesantino....
Era da tanto che volevo tornare alle gole del Verdon. Le avevamo viste
in minima parte e di sfuggita la prima volta che siamo venuti in Provenza,
più di vent'anni fa. Stavolta me le voglio fare proprio tutte....o
quasi. Così partiamo presto. E' sabato e temo ci sia traffico e
parecchia gente. Invece no. Per i francesi é Pentecoste e sono da
altre parti evidentemente. Meglio per noi.
Attraversiamo Grasse, direzione Castellane. E mi controllo, non dico a mio marito di fermarsi da Fragonard a comprare qualche essenza.....se lo
facessi credo che spenderei un botto....
la strada non é male, un po' sale a tornanti, un po' attraversa pianori.....ma del Verdon ancora nessuna traccia.....boh....
le valli sono bellissime, offrono paesaggi maestosi e molto diversi pur a poca distanza
intanto arriviamo a Castellane, dopo quasi un'ora di montagna....
finalmente incontriamo il fiume....qui corre relativamente tranquillo,
ma vediamo alcune persone che stanno discendendolo facendo rafting
cominciamo costeggiando il fiume...
incontriamo paesini arroccati
arriviamo a La Palud e scegliamo la riva sinistra del canyon...seguiamo
la strada che si inerpica in cima al canyon, su fino a 1300 m.
d'altitudine, offrendoci panorami da vertigine
ed infatti mi fa un po' effetto guardare giù. La strada ha pochi
parapetti, e non sono del tutto tranquilla, anche se so di avere
un ottimo autista....
il Verdon e il lago di Sainte Croix, ottenuto con uno sbarramento.
dal Pont Sublime
sempre dal Pont Sublime, dall'altro lato. Per la proporzione, guardate
sulla destra, si vede la strada e le macchine parcheggiate in una
piazzola da foto
arrivando al lago
a un certo punto, corriamo a livello del lago e vediamo un grande ponte
con un po' di gente ferma. Scendiamo ed ecco lo spettacolo:
dall'alto
le note informative sul Verdon
"durante l'era terziaria le acque del fiume Verdon hanno scavato in Provenza
le gole più profonde d'Europa, un ambiente selvaggio che fino agli
inizi del 1900 era ancora praticamente inesplorato (la prima discessa
del Grand Canyon del Verdon ebbe luogo nel 1905 da un gruppo guidato da
André-Emile Martel a cui il Touring Club di Francia ha dedicato un
sentiero lungo 14 km). Si tratta del Canyon più grande d'Europa e
del 2° al mondo dopo il Grand Canyon del fiume Colorado in Arizona.
Misura 21 km di lunghezza ed é delimitato da pareti calcaree alte
fino a 800 metri, che sono il risultato dell'azione erosiva del
ghiaccio e del fiume nel corso dei millenni. Le Gole del Verdon sono
strette e profonde: da 250 a 700 metri di profondità, da 6 a 100
metri di larghezza a livello del fiume e da 200 a 1500 metri da una
parete rocciosa all'altra. Nelle Gole regnano una bellezza ed un
silenzio vertiginosi, mentre nei dintorni il panorama è stupendo con
villaggi arroccati, altopiani e vette. In questa zona si possono
trovare numerosi prodotti naturali: oltre al miele e all'olio d'oliva,
la terra rossa e le querce bianche del Verdon offrono tartufi rari e
profumati (da novembre a marzo si possono trovare al mercato di Aups).
Le Gole del Verdon costituiscono per un buon tratto la frontiera fra i
dipartimenti del Var a sud e delle Alpes-de-Haute-Provence a nord. In
certi punti, in fondo alle gole, i due dipartimenti sono separati solo
da una distanza di pochi metri."
alla fine ce la facciamo ad arrivare fino a Moustier St. Marie, un paese
medioevale abbarbicato alla montagna, famosoper le maioliche.
C'éuna piccola cappella su, sopra le rocce, e ci si arriva solo a piedi. Non ce la sentiamo....
meglio prendere una bibita qui...
e poi gironzolare per i vicoli arrivando alla chiesa
attraversando un ponte vediamo graziosissimi balconcini fioriti
i negozietti sono davvero particolari
ma si sente tuonare in lontananza, il cielo si sta annuvolando...la strada è lunga e ci conviene tornare verso casa.....
rifacciamo la strada di prima, tornando verso il lago
il Verdon ci saluta così, con un cielo minaccioso e cupo...i colori
cambiano ma lo spettacolo è sempre bello e ancor più affascinante
anche il fiume é più cupo
vedo quella montagna lassù che sembra un castello turrito e la
avvicino con la macchina fotografica. E' come una cattedrale e la luce
del temporare che si avvicina la illumina regalandoci una immagine
emozionante
comincia a piovere, quattro gocce, giusto per bagnare la polvere....scendiamo lentamente verso
Grasse e a un tratto, in un pezzo pianeggiante pieno di prati verdissimi
mi accorgo che tutti quei fiori bianchi che li punteggiano sono
narcisi.... narcisi!!! Sono anni che non ne vedo più! Da noi non ci
sono quasi più nei prati, a forza di coglierli dissennatamente sono
spariti....
Mi fermo e ne raccolgo due o tre, solo per ritrovarne il profumo. Poco
lontano invece sono ferme un paio di macchine e gli occupanti ne stanno
raccogliendo dei mazzi enormi....
io mi accontento di questi 5 o 6 che ho colto, e me li godo mentre torniamo a Cannes
arriva anche l'ultimo giorno di vacanza. Si avvicina il rientro a casa...
Ultima tappa, St. Paul de Vence, e Tourrettes sur Loup. Appuntamento
con Sandra, una amica virtuale fino a questo momento, conosciuta fin dai tempi di frequentazione di C.I. e che
abita a Vence, che ci aspetta per farci da cicerone.
Mi riconosce subito, pur non avendomi mai vsto ma è bello incontrarla e sentire che è come se ci fossimo lasciate la sera prima....
Con lei passeggiamo per i caratteristici vicolo arrampicati ....non
c'é molta gente in giro ed é piacevolissimo passeggiare
chiacchierando..
mentre entriamo nel cuore del paese passiamo da una piazza molto
animata, c'é in corso una partita a bocce, la Pétanque, una variante
del gioco delle bocce nata in Provenza..
Folon parla con alberi e rondoni
ci inoltriamo nelle viuzze, fra luci e ombre
fontane e tavolini
fontane e cortili
sottoportici che nascondono angoli deliziosi
la via romana passava qui
poi strani ciclisti
molto carina davvero St. Paul de Vence, ma un vero gioiellino é
Tourrettes sur Loup, che ho conosciuto grazie a Sandra. E' il paese
delle violette e ricorda moltissimo certi paesini toscani......
il tempo scorre veloce, fra passeggiate, pranzo, chiacchiere, caffé......
salutiamo Sandra e riprendiamo la via di Cannes....e questaé l'ultima immagine di Tourrettes sur Loup che porto con me...
E' il momento di partire, come tutte le cose belle questa vacanzaé finita proprio in un attimo.....abbiamo ancora uno scampolo da
ritagliarci sulla riviera ligure, dove decidiamo di fermarci a
pranzare...
armi (non vi dico cosa ho comprato....) e bagagli in macchina
riprendiamo le autostrade francesi..... una volta in Italia usciamo a
Bordighera e andando lungo il mare in cerca di un ristorante che ci
ispiri incrociamo un cartello turistico: Bussana Vecchia. Decidiamo di
andarci, ne avevo sentito parlare da tempo ma non c'é mai stata
l'occasione di venirci e allora perché non approfittare del fatto che ci
passiamo proprio sotto?
Intanto si fa una sosta tecnica e io scendo a guardare il mare....c'é
gente sugli scogli che prende il sole e io li invidio da morire
la strada che porta su a Bussana é strettissima, ci passa solo una
macchina alla volta....un problema se scende qualcuno mentre noi
saliamo. Per fortuna non succede. La strada finisce in un piccolo
slargo dove si fa manovra e giriamo l'auto, pronta per la discesa
successiva......
intanto un po' di storia di questo posto:
"Bussana
Vecchia é una parte speciale di Sanremo. Un angolo che racchiude
una storia unica: un paese distrutto dal terremoto più di un secolo
fa, con i suoi drammi umani, le sue ansie, le sue caratteristiche di
cui sono testimonianza ultracentenaria le sue rovine. Un paese unico.
"Morto", perché distrutto da un rovinoso terremoto nel 1887,
abbandonato dai suoi abitanti e ricostruito più a valle; rinato alla
vita neglia anni Sessanta quando un gruppo di artisti lo scelse come
luogo del proprio lavoro. Da allora la "magia" di Bussana continua. Gli
artisti, in silenzio, continuano a lavorare nelle sue vie e nelle sue
piazze fra gli antichi ruderi, e turisti di tutto il mondo arrivano a
cercare di capire i segreti di questo paese che ha saputo tornare alla
vita."
dalla strada che sale, la prima immagine di Bussana arriva d'improvviso, dietro una curva
cominciamo a inerpicarci sulle stradine a ciottoli, faticosissime, fra
ateliers di pittura, laboratori di scultura e oggetti d'arte
alcune case sono state risistemate, a volte alla meglio, altre volte in
maniera adeguata, altre ancora invece sono ruderi che il tempo ha
coperto di vegetazione lussureggiante
lasciamo il caffé degli artisti, unico punto di ristoro dopo aver bevuto un vero caffé espresso...
la strada sale ancora, il suono di una armonica a bocca mi incuriosisce e cerco di capire da dove viene
seguendolo mi perdo in vicoli stretti e bui, coperti di edera
che improvvisamente si aprono su piccoli spazi molto creativi
continuo a salire, fino ad arrivare alla chiesa diroccata, ma del suonatore di armonica ancora nessuna traccia
seguo sempre il suono dell' armonica...e lo trovo qui dentro. Un uomo
sulla quarantina la sta suonando. Mi fermo ad ascoltare, ma non lo
fotografo. Lui se ne sta ad occhi chiusi suonando e ascoltando la sua
armonica.....
riscendo verso l'inizio del paese e un ramo di rose rosse mi saluta mentre lascio la stradina
e mi lascio Bussana alle spalle
ce ne andiamo, per la stessa strada stretta e tortuosa. Stavolta
incrociamo una panda che sale a tutta birra. Fortunatamente in un punto
dove c'era un poco più di spazio sulla destra........
Il ristorante lo troviamo a S. Stefano al mare, dentro un carrugio. Un ottimo pranzo di pesce per concludere in bellezza.....
un ragazzo sta pescando sugli scogli...
mi fermo a guardare il mare mentre mio marito fa manovra, e mi riempio gli
occhi e la mente dei suoi colori, del suo profumo, perché so che per
molto tempo non lo rivedrò.
E' finita. si torna a casa. Salgo in macchina e ripartiamo.
Ora è un altro bellissimo ricordo solo nostro, e sono in attesa di quello che sarà il prossimo....
....sarò in vacanza ad Antibes quest'estate .... ma quanti spunti mi hai fornito?!?! spero di poterne godere almeno uno perché con le nanerottole non è sempre facile muoversi aimè, ma davvero hai mostrato dei luoghi che definire incantevoli è proprio riduttivo!
RispondiEliminaUn post poetico...
Sei riuscita ad emozionarmi !!! è una parte della Francia a cui sono particolarmente affezionata. In particolare il Vaucluse, meta del primo viaggio in questa nazione a cui sono molto legata. Il mio posto del cuore è un piccolo e "charmant" B&B a Menerbes. Magari se ti può interessare ti darò il nome. Ah ! sono anche "amica di Pinella" su fb. Assunta
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaabbiamo visitato questi stessi posti durante diversi viaggi ma è passato così tanto tempo. Tu mi hai fatto venir voglia di tornarci subito, grazie!
RispondiEliminaSono la solita pasticciona...litigo con i commenti. E' che, in realtà, non commento molto, ma qui non potevo farne a meno ! ;-D
RispondiEliminasono stata in questi luoghi meravigliosi alcuni anni fa, ne ho un ricordo struggente ma malinconico, vorrei ritornare con un altro spirito, vorrei barattare i miei ricordi con altri più allegri e spensierati.... ti abbraccio forte cara Giuli....
RispondiEliminaGiuli, che meraviglia, ho trattenuto il fiato per tutto il tuo racconto, splendido davvero! e grazie di aver condiviso questo viaggio
RispondiEliminaGuardando le stupende foto del tuo splendido viaggio mi si e' stretto il cuore, adoro la Francia e queste zone.....mamma mia quanti ricordi.... sono curiosa anch'io di sapere la prossima meta......a proposito BUON ANNIVERSARIO
RispondiEliminaGiuly che reportage stupendo!!!! Anche noi due anni fa abbiamo visitato la Carmague, la Costa azzurra, qualche anno prima la Bretagnna e la Normandia....insomma stiamo facendo la Francia a tappe perchè voglio girarla tuuuutaaaaa.
RispondiEliminaBaci ma cherie.
Manu/Pap
Hi Giuliana , some wonderful places you visit during your travel in Provence , thanks so much to share with me your shots and words !!
RispondiEliminaBest Regards from French.
Jean-Michel
bello bello bello
RispondiEliminastesso viaggio e quasi stessi posti ma con un anno di differenza
foto splendide
GRAZIE :)