antipasti
buffet
cucina regionale
Il Club del 27
torte salate
Rieccoci di nuovo all'appuntamento con la Community MTC, e col Club del 27, se non vi ricordate che cos'è, vi rinfresco la memoria:
ad ogni sfida MTC viene collegato un Tema del Mese inerente all'argomento su cui ci si sta sfidando, un completo approfondimento fatto di informazione, storia, curiosità, aneddoti, e anche ricette sempre molto interessanti.
Una volta risolta la sfida tutto viene archiviato, si passa a quella successiva e procedendo verso il nuovo a gran carriera coi ritmi ormai imposti dalla rete, ci si lascia alle spalle tutto il patrimonio di approfondimenti e di ricette provate che, alla fine, rimane a prender polvere in archivio.
Così Nostra Signora Van Pelt, coadiuvata da persone del valore di Ilaria, Francesca eValentina ha pensato che potrebbe essere una bella cosa ripresentare le ricette di Temi del Mese passati, ma comunque legati in qualche modo all'argomento della sfida attualmente in corso, che questo mese è sulle Terrine.
E il 27 alfine arrivò
e io ho scelto di fare l'Erbazzone. La prima volta che l'ho assaggiato è stato a un raduno di Coquinaria, molti anni fa, preparato dalla Meris, reggiana doc, io non lo conoscevo e ne sono stata folgorata. Ma, mi vergogno a dirlo, in tanti anni non l'ho mai fatto. Così quando ho visto che era fra le ricette dei Temi del mese, mi sono buttata a pesce. L'occasione perfetta per riuscire finalmente a farlo, ho pensato.
L'Erbazzone è una di quelle preparazioni tradizionali di cui ogni famiglia pretende di avere la vera, unica, sola ricetta, e di versioni in giro ce ne sono tante, chi prevede strutto, chi olio per la pasta. Sinceramente non amo lo strutto, anche se sono perfettamente conscia che in certe preparazioni è indispensabile, ma pur seguendo la ricetta del Tema del Mese, ho preferito usare l'olio , memore degli insegnamenti di Meris, ho allungato il riposo della pasta.
il mio erbazzone per il Club del 27
Rieccoci di nuovo all'appuntamento con la Community MTC, e col Club del 27, se non vi ricordate che cos'è, vi rinfresco la memoria:
ad ogni sfida MTC viene collegato un Tema del Mese inerente all'argomento su cui ci si sta sfidando, un completo approfondimento fatto di informazione, storia, curiosità, aneddoti, e anche ricette sempre molto interessanti.
Una volta risolta la sfida tutto viene archiviato, si passa a quella successiva e procedendo verso il nuovo a gran carriera coi ritmi ormai imposti dalla rete, ci si lascia alle spalle tutto il patrimonio di approfondimenti e di ricette provate che, alla fine, rimane a prender polvere in archivio.
Così Nostra Signora Van Pelt, coadiuvata da persone del valore di Ilaria, Francesca eValentina ha pensato che potrebbe essere una bella cosa ripresentare le ricette di Temi del Mese passati, ma comunque legati in qualche modo all'argomento della sfida attualmente in corso, che questo mese è sulle Terrine.
E il 27 alfine arrivò
e io ho scelto di fare l'Erbazzone. La prima volta che l'ho assaggiato è stato a un raduno di Coquinaria, molti anni fa, preparato dalla Meris, reggiana doc, io non lo conoscevo e ne sono stata folgorata. Ma, mi vergogno a dirlo, in tanti anni non l'ho mai fatto. Così quando ho visto che era fra le ricette dei Temi del mese, mi sono buttata a pesce. L'occasione perfetta per riuscire finalmente a farlo, ho pensato.
L'Erbazzone è una di quelle preparazioni tradizionali di cui ogni famiglia pretende di avere la vera, unica, sola ricetta, e di versioni in giro ce ne sono tante, chi prevede strutto, chi olio per la pasta. Sinceramente non amo lo strutto, anche se sono perfettamente conscia che in certe preparazioni è indispensabile, ma pur seguendo la ricetta del Tema del Mese, ho preferito usare l'olio , memore degli insegnamenti di Meris, ho allungato il riposo della pasta.
Erbazzone
Per la farcia:
500g di erbette fresche
500g di spinaci freschi
120g di pancetta o lardo
500g di spinaci freschi
120g di pancetta o lardo
2 uova medie
1 spicchio di aglio
2 cipollotti
80 di parmigiano reggiano grattugiato
1 spicchio di aglio
2 cipollotti
80 di parmigiano reggiano grattugiato
4 cucchiai di olio
sale, pepe
Per l’impasto:
300g di farina debole
60/70 g olio e.v. oliva
½ cucchiaino di sale
300g di farina debole
60/70 g olio e.v. oliva
½ cucchiaino di sale
poca acqua fredda
Impastate velocemente
la farina con l'olio, aggiungete il resto degli ingredienti, facendo attenzione
all'acqua fredda, da unire poco alla volta, per evitare che
l’impasto risulti troppo bagnato, dipenderà anche dalla farina, quanta ne
prenderà per arrivare ad avere un impasto morbido ma non appiccicoso. Io ho
fatto tutto con la planetaria.
Continuate ad
impastare qualche minuto poi raccogliete la pasta in una palla liscia,
ungetela con abbondante olio, mettetela in una ciotola, aggiungete
ancora un goccio d'olio, sigillate bene la ciotola con la pellicola e
lasciate riposare in frigorifero per almeno un paio di giorni, tre anche
meglio. In questo tempo, giratela 0gni tanto dentro la ciotola in modo
che l'olio la bagni bene dappertutto. Trascorsi i giorni del riposo,
stufate in padella con coperchio le erbette lavate e ben sgocciolate, un
goccio d'olio. Fate lo stesso con gli spinaci. Aggiustate di sale e pepe.
Tritate finemente il lardo o la pancetta, non si dovrà vedere nell'impasto una
volta cotto. Rosolate i cipollotti affettati con l’olio rimanente, la
pancetta (o il lardo) e l’aglio. Aggiungete gli spinaci e le erbette
tritate a coltello e continuate la cottura per circa 10 minuti finchè eventuale
liquido si sarà completamente assorbito e le erbe saranno ben asciutte.
Fate raffreddare,
poi unite il parmigiano, le uova, regolate di sale e di pepe, mescolate
bene.
Riprendete la pasta dal frigorifero, dividetela
in 2/3 e 1/3. stendete i due terzi della pasta e in una
teglia apribile rotonda da 26 cm, bucherellatela e versatevi
il composto di erbe.
Con il resto
dell’impasto, steso decisamente più sottile, coprite tutto e formate un
cordoncino tutto attorno sigillando con la pasta sottostante. Bucherellate la
superficie con i rebbi di una forchetta e spennellatela leggermente di
olio.
Cuocete in forno
statico, già caldo a 180°C , sulla griglia nella parte bassa del
forno per circa 20 minuti, spostatelo poi al centro e cambiate funzione
inserendo il ventilato per circa 10 minuti.
Fate raffreddare un
poco prima di servire, ottimo tiepido ma anche freddo.
appuntamento al 27
aprile!
antipasti
pesce
secondi
Tartare di orata, mango, finocchio e frutto della passione
Ho non so quante ricette da pubblicare, tutte in fila, che se aspetto ancora un po' va a finire che manco mi ricordo come le ho fatte. Più i giorni passano e più la mia vecchia memoria da elefante passa non dal lungo termine al breve, ma dal breve all'istantaneo. Quindi meglio che mi dia da fare.
Partirei da quello che è piaciuto particolarmente, qui, all'uomo di casa. Lo sapete, è lui il mio assaggiatore ufficiale. Capisco se è qualcosa che vale la pena pubblicare quando assaggia il primo boccone, vedo le espressioni facciali, conto il numero dei vari mugolii e infine valuto la grandezza dei sorrisi e il calore dei complimenti. Non crediate, è un critico talmente severo che a volte mi viene la voglia di preparare solo e sempre pastina in brodo, di dado ovviamente.
Scherzi a parte, ecco un crudo di orata, fresco e leggero che spero vi piaccia quanto è piaciuto a noi.
Tartare di orata, mango, finocchio e frutto della passione
per due o tre persone
1 grossa orata
1/2 mango
3 spicchi medi di finocchio
1 frutto della passione
3 cucchiai di olio d'oliva
sale e pepe macinato al momento
per accompagnare
mango, arancia
finocchi, 1 mela verde
radicchio tardivo
Sfilettate l'orata, o fatevela sfilettare in pescheria. Eliminate anche la pelle.
Abbattete i filetti ricavati e lasciateli in congelatore per almeno 96 ore, onde evitare sorprese con l'Anisakis.
La carcassa e la testa non buttatela, vi servirà per fare un brodetto di pesce che potrete usare in altre preparazioni.
Trascorso il tempo, fate scongelare in frigorifero i filetti. Una volta pronti, lavati e asciugati, tagliateli a coltello in modo da ricavare una tartare e trasferitela in una ciotola.
Frullate velocemente il finocchio, mondato, lavato e asciugato, fermatevi prima che diventi crema, deve essere un trito molto fine, ma riconoscibile.
Sbucciate e tagliate a pezzetti piccoli il mezzo mango.
Unite sia finocchio che mango nella ciotola della tartare, salate, pepate e mescolate delicatamente tutto.
Aprite a metà il frutto della passione, e con un colino filtrate il succo dai semi. Mescolate il succo all'olio d'oliva e versate il composto sulla tartare di orata. Mescolate bene di nuovo e mettete in frigorifero per 10 minuti.
Nel frattempo tagliate a bastoncini la mela verde lasciando la buccia, lavate le foglie di un piccolo cespo di radicchio tardivo, tagliate a spicchi molto sottili quello che resta del finocchio, pelate a vivo una arancia e ricavatene dei piccoli spicchi puliti dalle pellicine, affettate il resto del mango.
Poi prendete un coppa pasta della misura che volete, dipende se pensate di servire la tartare come antipasto o come vero e proprio secondo, posizionatelo sul piatto e riempitelo di tartare, premete bene e sfilate alla fine il coppa pasta.
Decorate a piacere con la frutta e la verdura e qualche barba verde di finocchio e servite.
Veloce, leggero e molto molto buono. Provate!
Partirei da quello che è piaciuto particolarmente, qui, all'uomo di casa. Lo sapete, è lui il mio assaggiatore ufficiale. Capisco se è qualcosa che vale la pena pubblicare quando assaggia il primo boccone, vedo le espressioni facciali, conto il numero dei vari mugolii e infine valuto la grandezza dei sorrisi e il calore dei complimenti. Non crediate, è un critico talmente severo che a volte mi viene la voglia di preparare solo e sempre pastina in brodo, di dado ovviamente.
Scherzi a parte, ecco un crudo di orata, fresco e leggero che spero vi piaccia quanto è piaciuto a noi.
Tartare di orata, mango, finocchio e frutto della passione
per due o tre persone
1 grossa orata
1/2 mango
3 spicchi medi di finocchio
1 frutto della passione
3 cucchiai di olio d'oliva
sale e pepe macinato al momento
per accompagnare
mango, arancia
finocchi, 1 mela verde
radicchio tardivo
Sfilettate l'orata, o fatevela sfilettare in pescheria. Eliminate anche la pelle.
Abbattete i filetti ricavati e lasciateli in congelatore per almeno 96 ore, onde evitare sorprese con l'Anisakis.
La carcassa e la testa non buttatela, vi servirà per fare un brodetto di pesce che potrete usare in altre preparazioni.
Trascorso il tempo, fate scongelare in frigorifero i filetti. Una volta pronti, lavati e asciugati, tagliateli a coltello in modo da ricavare una tartare e trasferitela in una ciotola.
Frullate velocemente il finocchio, mondato, lavato e asciugato, fermatevi prima che diventi crema, deve essere un trito molto fine, ma riconoscibile.
Sbucciate e tagliate a pezzetti piccoli il mezzo mango.
Unite sia finocchio che mango nella ciotola della tartare, salate, pepate e mescolate delicatamente tutto.
Aprite a metà il frutto della passione, e con un colino filtrate il succo dai semi. Mescolate il succo all'olio d'oliva e versate il composto sulla tartare di orata. Mescolate bene di nuovo e mettete in frigorifero per 10 minuti.
Nel frattempo tagliate a bastoncini la mela verde lasciando la buccia, lavate le foglie di un piccolo cespo di radicchio tardivo, tagliate a spicchi molto sottili quello che resta del finocchio, pelate a vivo una arancia e ricavatene dei piccoli spicchi puliti dalle pellicine, affettate il resto del mango.
Poi prendete un coppa pasta della misura che volete, dipende se pensate di servire la tartare come antipasto o come vero e proprio secondo, posizionatelo sul piatto e riempitelo di tartare, premete bene e sfilate alla fine il coppa pasta.
Decorate a piacere con la frutta e la verdura e qualche barba verde di finocchio e servite.
Veloce, leggero e molto molto buono. Provate!
MTC
terrine
Terrine di carne
Terrine
in crosta
Terrina di vitello in crosta, vinaigrette alle erbe e maionese all'arancia
600 g carne di spalla di vitello tritata ( o altro taglio basta che non sia troppo magro)
150 g pancetta di maiale cruda, tritata insieme alla carne di vitello
(quella che vende il macellaio, non ancora stagionata)
1 uovo
150 g pancetta liscia, tesa, affettata.
100 g prosciutto cotto a dadi
2 carote lessate al dente
20 g pistacchi
1 rametto di rosmarino, gli aghi tritati finemente
1 piccolo spicchio d'aglio
mezzo cucchiaino noce moscata
sale, pepe nero
1 tuorlo per la doratura diluito con
1 cucchiaio di latte
1 compressa di gelatina Ideal
2 cucchiai vino bianco
la pâte à foncer:
per il mio stampo da 28x11 ho raddoppiato le dosi previste dal libro Mtc sulle Torte Salate quindi:
500 g farina
250 g burro freddo a tocchetti
2 cucchiaini di sale
2 cucchiaini di zucchero
2 uova medie
80 g acqua ghiacciata
Preparate prima la pasta seguendo le modalità spiegate nel libro. Separatene già 1/3 dal totale. Raccogliete le due quantità a palla, avvolgetele nella pellicola e mettetele in frigo per almeno mezz'ora.
Le operazioni sono esattamente le stesse che ho spiegato sopra, cioè, impastate la carne prima da sola e poi con tutti gli altri ingredienti, tranne la pancetta affettata che servità per bardare lo stampo. Alla fine aggiungete i cubetti di prosciutto cotto e i pistacchi. Impastate ancora qualche attimo per amalgamare il tutto.
Tirate i 2/3 di pasta e foderate lo stampo scelto, lasciando debordare l'eccesso, rivestite l'interno della pasta con la pancetta tesa a fette, quindi procedete come sopra, prima uno strato di ripieno e premete bene, poi allineatevi sopra le carote tagliate a metà per il lungo, quindi ricoprite con il resto dell'impasto, premete bene di nuovo in modo che non restino bolle d'aria, o spazi vuoti, ripiegate la pancetta sul ripieno e comprimete ancora tutto. Non riempite fino all'orlo lo stampo, lasciate un paio di centimentri.
Tirate la pasta avanzata e ricoprite la terrina, con un coltellino a lama liscia refilate i bordi poi sigillateli bene con i rebbi di una forchetta.
Dai ritagli di pasta avanzati ricavate dei motivi con qualche stampino tagliabiscotti e appoggiateli sulla pasta. Spennellate la superficie con il tuorlo diluito con il cucchiaio di latte, poi preparate il camino con il piccolo coppa pasta. Premetelo leggermente nel centro della terrina, eliminate la pasta tagliata e lasciate il coppapasta inserito.
mettete in forno già caldo a 180° statico. Cuocete per 30 minuti poi abbassate a 160°, e cuocete per altri 45/50 minuti. Se la superficie si dovesse scurire troppo, coprite tutto con un foglio di alluminio.
Verso la fine della cottura preparate la gelatina seguendo le istruzioni della confezione.
Togliete dal forno la terrina, lasciatela raffreddare poi con delicatezza toglietela dallo stampo.
controllate il camino, se vedete del liquido, cercate di eliminarlo inclinando la terrina, sempre con le dovute cautele, perchè la pasta è comunque delicata e si rischia di rovinarla.
Una volta eliminato il liquido in superifice, con l'ausilio di una piccola brocca o un imbutino, versate la gelatina pian piano, quanta ne riceve, e se ne riceve.
Lasciate che l'interno si assesti, e trasferitela in frigorifero. Tagliatela dopo un giorno almeno.
Accompagnamenti:
per la vinaigrette alle erbe
un ciuffo di prezzemolo
due o tre grosse foglie di basilico
un rametto di dragoncellp
1 cucchiaio di aceto
1 pizzico di sale
olio e.v. d'oliva
mondate e lavate le erbe, tritatele finemente. Sciogliete il sale nell'aceto, aggiungete le erbe tritate e l'olio, mescolate e servite.
Per la maionese all'arancia
3 cucchiai colmi di maionese
2 cucchiai di succo d'arancia
scorza d'arancia a piacere
mescolate tutto insieme fino ad avere una salsa fluida, aggiungete qualche scorzetta ricavata col rigalimoni come decorazione.
Terrine per la sfida MTC 64
Tocca a me raccogliere il
testimone della sfida, vincerla è stata una grande emozione che mi ha lasciata senza parole e senza fiato. E dire che quasi avevo pensato di “passare”
questa volta! Un mese pesantissimo febbraio, temevo di non riuscire
a trovare il ritmo. Poi sono arrivate ricetta e foto di Silvia.
Il diabolico primo piano di quelle
dorate cosce di pollo talmente perfette da sentirle sotto i denti
scrocchiarelle scrocchiarelle, mi ha fatto decidere. Il resto lo
sapete...
Un affettuoso grazie a Silvia, per
avermi insegnato come si fa un pollo fritto perfetto, per aver
apprezzato la mia versione e per la sua stima.
E ora sono qui, felice che ancora non
mi rendo conto, a parlarvi di Terrine.
Credo si sappia urbi et orbi quanto le
amo!
Antipasto, piatto principale o dessert,
calda, tiepida o fredda, la terrina è sempre una grande
protagonista della tavola. Trovo che sia una alleata indispensabile
in diverse occasioni, perchè si deve preparare in anticipo, non sfigura nei pranzi importanti come in quelli rustici, è perfetta anche per buffet e pic nic e poi
perchè piace sempre a tutti.
E' facile da fare, è una preparazione
che libera la fantasia, dove si può spaziare con gli ingredienti,
usare combinazioni di carni diverse, di pesci e di verdure, di
frutta persino! Si possono profumare con le spezie, con le erbe, e
arricchire con frutta secca di ogni tipo.
Le terrine di carne hanno un sapore
squisitamente complesso e il risultato è una pienezza di aromi per
me paragonabili al bouquet di un vino pregiato.
Le terrine di pesce o di verdure sono
in genere più semplici e più leggere e il loro pregio dipende
dalla freschezza, dal gusto e dalla qualità della materia prima.
Ancor più scenografiche e ricche se le
si racchiude dentro uno scrigno di pasta fragrante e burrosa.
Quando le porterete in tavola, gli ospiti ammutoliranno, stupiti e
curiosi di vedere cosa nasconde quella pasta dorata. Leggermente più impegnative, è vero, ma vuoi mettere la soddisfazione di vederle perfette, quando tagli la prima fetta?
E non preoccupatevi se appena uscita
dal forno non è come vi aspettate, datele un paio di giorni di
riposo e sarà più buona!
Vediamo come si articolano le terrine.
Gli stampi.
La terrina si chiama così perché
prende il nome del recipiente, terrina appunto, solitamente in
terracotta smaltata, o ceramica da forno, in cui viene cotta. Il
loro coperchio è sempre dotato di un forellino che serve per la
fuoriuscita del vapore.
Ne esistono di varie fogge e capienza,
e le ricette vanno rapportate in base allo stampo che avete a
disposizione.
Le terrine, tranne quella in crosta,
non vanno sformate, si portano in tavola nel loro stampo e lì,
affettate.
Per quella in crosta va bene uno
stampo tipo plumcake, meglio se antiaderente, molto ben imburrato e
infarinato in modo da poterla estrarre senza rovinarla. Il meglio
sarebbero gli stampi appositi, rettangolari o di altre forme, coi ganci
apribili, ma non è sempre facile procurarseli.
Le carni possono essere bianche (pollo,
faraona, coniglio, vitello, tacchino agnello e maiale) rosse (manzo,
vitellone, ecc.) oppure di selvaggina ( anatra, fagiano, pernice,
piccione, cervo, capriolo, ecc.).
Le carni rosse non sono molto
frequentate, tuttalpiù le si usa in ridotta percentuale in caso di carni miste oppure in terrine specifiche tipo quella di
coda di bue, mentre si
tende sempre a scegliere carni bianche o selvaggina, per la loro
delicatezza.
Una terrina deve contenere carne magra
sufficiente a darle corpo e tanto grasso quanto ne occorre a
mantenerla morbida. Per una terrina di carne che non risulti né
troppo asciutta né troppo grassa, si usa più o meno il doppio di
carne magra rispetto al grasso, considerando anche il lardo o la
pancetta del rivestimento.
La farcia si può preparare partendo da
carne cruda già tritata, oppure da carne cruda a pezzi, fatta marinare
qualche ora, poi parata, pulita da eventuali nervature e passata
al tritacarne.
Se volete un impasto a grana grossa,
passate la carne col disco a fori grossi, per contro, se lo volete più
omogeneo, usate quello a fori più piccoli.
Per la marinatura, oltre a spezie,
erbe e verdure, si possono usare vini aromatici e profumati, Marsala,
Passito, Sherry, Cognac, Acquaviti di frutta.
Alcune carni bianche possono essere
mescolate, tipo maiale e vitello, pollo e vitello, mentre la
selvaggina, tranne qualche volta, si usa tal quale o si aggiunge qualche altro tipo di carne (vitello o pollo, salsiccia) in minima quantità.
Nell'impasto si possono unire altri
ingredienti, pezzetti di carne, pezzetti di verdura, di prosciutto,
pancetta, secondo l'effetto che volete ottenere al taglio.
Si accompagnano con salse alla frutta,
mostarde, verdure all'agro, composte, chutneys, vinaigrettes, dipende dal
tipo di carne che scegliete, dal vostro gusto e la vostra fantasia.
Si possono foderare con lardo, pancetta liscia tesa, verdure.
Un esempio:
Terrina di maiale ai pistacchi, marmellata di cipolle rosse, crema di erba cipollina e scalogni
Si possono foderare con lardo, pancetta liscia tesa, verdure.
Un esempio:
Terrina di maiale ai pistacchi, marmellata di cipolle rosse, crema di erba cipollina e scalogni
180 g abbondanti di pancetta tesa a fette
600 g polpa di maiale tritata
120 g pancetta affumicata
1 uovo
80 g prosciutto cotto in una fetta spessa
2 o 3 rametti di timo
1 cucchiaio abbondante di pistacchi sgusciati
1/2 spicchio d'aglio
2 o 3 cucchiai di panna liquida
sale, pepe
Imburrate generosamente una terrina da 1,5 l e foderatela con le fette di pancetta tesa in modo da coprire perfettamente il fondo e i lati, lasciando debordare un poco le fette.
In una ciotola mettete la carne di maiale tritata e lavoratela con le mani per ammorbidirla, aggiungete l'uovo, la pancetta affumicata a dadini. Continuate a mescolare con le mani, impastando come se fosse pane.
Unite tutti gli altri ingredienti , regolate di sale e di pepe e mescolate, sempre con le mani, a lungo finché avrete un impasto morbido e ben amalgamato.
Mettete metà dell'impasto dentro la terrina foderata e fate un primo strato premendo bene per far assestare il tutto, ricavate due bastoncini dalla fetta di prosciutto e posateli sul ripieno, distanziandoli. Copriteli con il resto del ripieno e premete molto bene per evitare che si formino spazi o bolle d'aria, sbattete anche leggermente la terrina. Ricoprite tutto con le fette di pancetta debordanti.
Coprite con il suo coperchio e mettete in forno già caldo a 180° a bagnomaria, per circa un'ora e mezza.
Una volta cotta, toglietela dal forno e facendo molta attenzione a non scottarvi, scolate il liquido di risulta che si sarà formato.
Coprite la carne con un poco di alluminio e metteteci sopra un peso, in modo che si compatti. Lasciatela intiepidire così, con sopra il peso, poi toglietelo e lasciatela raffreddare completamente. Eliminate l'alluminio, sigillate tutto con la pellicola e tenetela in frigorifero per almeno un giorno, ma è ancora più buona dopo due giorni.
Uso un modo un po' empirico per questa operazione, come potete vedere dalle foto. O un pentolino colmo d'acqua o un pacco di farina o di zucchero, o quello che ho sottomano intonso.
600 g polpa di maiale tritata
120 g pancetta affumicata
1 uovo
80 g prosciutto cotto in una fetta spessa
2 o 3 rametti di timo
1 cucchiaio abbondante di pistacchi sgusciati
1/2 spicchio d'aglio
2 o 3 cucchiai di panna liquida
sale, pepe
Imburrate generosamente una terrina da 1,5 l e foderatela con le fette di pancetta tesa in modo da coprire perfettamente il fondo e i lati, lasciando debordare un poco le fette.
In una ciotola mettete la carne di maiale tritata e lavoratela con le mani per ammorbidirla, aggiungete l'uovo, la pancetta affumicata a dadini. Continuate a mescolare con le mani, impastando come se fosse pane.
Unite tutti gli altri ingredienti , regolate di sale e di pepe e mescolate, sempre con le mani, a lungo finché avrete un impasto morbido e ben amalgamato.
Mettete metà dell'impasto dentro la terrina foderata e fate un primo strato premendo bene per far assestare il tutto, ricavate due bastoncini dalla fetta di prosciutto e posateli sul ripieno, distanziandoli. Copriteli con il resto del ripieno e premete molto bene per evitare che si formino spazi o bolle d'aria, sbattete anche leggermente la terrina. Ricoprite tutto con le fette di pancetta debordanti.
Coprite con il suo coperchio e mettete in forno già caldo a 180° a bagnomaria, per circa un'ora e mezza.
Una volta cotta, toglietela dal forno e facendo molta attenzione a non scottarvi, scolate il liquido di risulta che si sarà formato.
Coprite la carne con un poco di alluminio e metteteci sopra un peso, in modo che si compatti. Lasciatela intiepidire così, con sopra il peso, poi toglietelo e lasciatela raffreddare completamente. Eliminate l'alluminio, sigillate tutto con la pellicola e tenetela in frigorifero per almeno un giorno, ma è ancora più buona dopo due giorni.
Uso un modo un po' empirico per questa operazione, come potete vedere dalle foto. O un pentolino colmo d'acqua o un pacco di farina o di zucchero, o quello che ho sottomano intonso.
per gli accompagnamenti:
Marmellata di cipolle rosse di Tropea
Crema di Erba cipollina e scalogni
4 cucchiai crème fraiche
1 cucchiaio olio d'oliva
1 cucchiaio scalogno tritato finissimamente
2 cucchiai erba cipollina taglizzata
4 gocce di Tabasco
sale, pepe
Mescolate tutti gli ingredienti e condite con l'olio.
Marmellata di cipolle rosse di Tropea
Crema di Erba cipollina e scalogni
4 cucchiai crème fraiche
1 cucchiaio olio d'oliva
1 cucchiaio scalogno tritato finissimamente
2 cucchiai erba cipollina taglizzata
4 gocce di Tabasco
sale, pepe
Mescolate tutti gli ingredienti e condite con l'olio.
solitamente di carne, qualche volta anche di
pesce, raramente di verdure.
Per il guscio di pasta, si può
utilizzare una normalissima pasta brisé oppure una pâte à foncer,
meno friabile, che dovrebbe tenere meglio gli impasti umidi. Le
ricette le trovate sul libro MTC delle Torte salate.
Naturalmente le dosi vanno rapportate alla misura dello stampo che
avete intenzione di utilizzare.
La pasta va spennellata con tuorlo
sbattuto insieme a un goccio di latte o acqua, in modo che una volta
cotta si presenti lucida, e decorata a piacere con i ritagli di pasta
che sicuramente avanzeranno.
Nella centro della copertura va
praticata una apertura, il cosiddetto camino, che serve per fare
uscire il vapore che si genera in cottura, e che si può fare
inserendo un piccolissimo coppa pasta o un cono di carta forno.
Una volta cotta la terrina, attraverso
quel camino va versata della gelatina fluida nell'interno.
Rapprendendosi, solidificherà anche
l'eventuale liquido che si è prodotto in cottura e manterrà
ancorato il ripieno alla pasta.
600 g carne di spalla di vitello tritata ( o altro taglio basta che non sia troppo magro)
150 g pancetta di maiale cruda, tritata insieme alla carne di vitello
(quella che vende il macellaio, non ancora stagionata)
1 uovo
150 g pancetta liscia, tesa, affettata.
100 g prosciutto cotto a dadi
2 carote lessate al dente
20 g pistacchi
1 rametto di rosmarino, gli aghi tritati finemente
1 piccolo spicchio d'aglio
mezzo cucchiaino noce moscata
sale, pepe nero
1 tuorlo per la doratura diluito con
1 cucchiaio di latte
1 compressa di gelatina Ideal
2 cucchiai vino bianco
la pâte à foncer:
per il mio stampo da 28x11 ho raddoppiato le dosi previste dal libro Mtc sulle Torte Salate quindi:
500 g farina
250 g burro freddo a tocchetti
2 cucchiaini di sale
2 cucchiaini di zucchero
2 uova medie
80 g acqua ghiacciata
Preparate prima la pasta seguendo le modalità spiegate nel libro. Separatene già 1/3 dal totale. Raccogliete le due quantità a palla, avvolgetele nella pellicola e mettetele in frigo per almeno mezz'ora.
Le operazioni sono esattamente le stesse che ho spiegato sopra, cioè, impastate la carne prima da sola e poi con tutti gli altri ingredienti, tranne la pancetta affettata che servità per bardare lo stampo. Alla fine aggiungete i cubetti di prosciutto cotto e i pistacchi. Impastate ancora qualche attimo per amalgamare il tutto.
Tirate i 2/3 di pasta e foderate lo stampo scelto, lasciando debordare l'eccesso, rivestite l'interno della pasta con la pancetta tesa a fette, quindi procedete come sopra, prima uno strato di ripieno e premete bene, poi allineatevi sopra le carote tagliate a metà per il lungo, quindi ricoprite con il resto dell'impasto, premete bene di nuovo in modo che non restino bolle d'aria, o spazi vuoti, ripiegate la pancetta sul ripieno e comprimete ancora tutto. Non riempite fino all'orlo lo stampo, lasciate un paio di centimentri.
Tirate la pasta avanzata e ricoprite la terrina, con un coltellino a lama liscia refilate i bordi poi sigillateli bene con i rebbi di una forchetta.
Dai ritagli di pasta avanzati ricavate dei motivi con qualche stampino tagliabiscotti e appoggiateli sulla pasta. Spennellate la superficie con il tuorlo diluito con il cucchiaio di latte, poi preparate il camino con il piccolo coppa pasta. Premetelo leggermente nel centro della terrina, eliminate la pasta tagliata e lasciate il coppapasta inserito.
mettete in forno già caldo a 180° statico. Cuocete per 30 minuti poi abbassate a 160°, e cuocete per altri 45/50 minuti. Se la superficie si dovesse scurire troppo, coprite tutto con un foglio di alluminio.
Verso la fine della cottura preparate la gelatina seguendo le istruzioni della confezione.
Togliete dal forno la terrina, lasciatela raffreddare poi con delicatezza toglietela dallo stampo.
controllate il camino, se vedete del liquido, cercate di eliminarlo inclinando la terrina, sempre con le dovute cautele, perchè la pasta è comunque delicata e si rischia di rovinarla.
Una volta eliminato il liquido in superifice, con l'ausilio di una piccola brocca o un imbutino, versate la gelatina pian piano, quanta ne riceve, e se ne riceve.
Lasciate che l'interno si assesti, e trasferitela in frigorifero. Tagliatela dopo un giorno almeno.
Accompagnamenti:
per la vinaigrette alle erbe
un ciuffo di prezzemolo
due o tre grosse foglie di basilico
un rametto di dragoncellp
1 cucchiaio di aceto
1 pizzico di sale
olio e.v. d'oliva
mondate e lavate le erbe, tritatele finemente. Sciogliete il sale nell'aceto, aggiungete le erbe tritate e l'olio, mescolate e servite.
Per la maionese all'arancia
3 cucchiai colmi di maionese
2 cucchiai di succo d'arancia
scorza d'arancia a piacere
mescolate tutto insieme fino ad avere una salsa fluida, aggiungete qualche scorzetta ricavata col rigalimoni come decorazione.
Terrine di verdure
Le terrine a base di verdure si
differenziano da quelle di carne per il fatto che non vengono
composte con ingredienti crudi, bensì con verdure che hanno subito
una breve cottura preliminare, lessate, rosolate, grigliate, o
stufate nel burro o nell'olio. Questa previa cottura le fa diventare
tenere al punto giusto e, salvo per quelle lessate, serve ad
eliminare un poco della loro acqua. Le verdure offrono la possibilità
di ottenere diverse combinazioni di sapori, consistenze, forme e
colori.
Possono essere mescolate fra loro,
insieme ad altri ingredienti, quindi il legante in questo caso sarà
a base di uova, di ricotta o altro formaggio, di pane, possono essere racchiuse in un manto di verdure come porri, biete, verza, peperoni, zucchine..
(immagini dal web)
oppure potete optare per una
coreografica terrina in gelatina, componendola a strati in modo
da creare un colorato motivo regolare.
(immagini dal web)
(immagini dal web)
(immagini dal web)
Potete servirla con una vinaigrette a
piacere, con della maionese aromatizzata ecc.ecc.
Terrine di pesce
Con la loro consistenza delicata e
leggera, le terrine di pesce sono molto adatte a precedere una cena
importante. Si possono preparare con una grande varietà di pesci e
frutti di mare. Sola, indispensabile condizione è la loro
freschezza.
Ottima la carne del salmone, di trota,
di branzino, pescatrice, sogliola e altri pesci a polpa delicata a cui si
possono aggiungere molluschi e crostacei. Per ovviare alla mancanza
di colore, se si usa pesce bianco, si possono aggiungere pistacchi e
un pizzico di zafferano. Mentre si possono realizzare bellissimi
effetti cromatici combinando tutto con i colori delle
verdure.
Se si parte da crudo, una volta sfilettato
e spellato il pesce o i pesci scelti, con pazienza bisogna
eliminare tutte le lische rimaste con l'aiuto della apposita
pinzetta, poi potete optare o per una mousseline, ovvero la polpa
del pesce crudo, frullato insieme ad albume e panna a cui
aggiungere molluschi, crostacei, verdure o altro, oppure potrete
procedere a strati alternando verdure alla mousseline.
Se si parte da cotto, cuocete il pesce in un profumato court bouillon, che poi, filtrato potrà anche servire per preparare la gelatina che userete nell'impasto se opterete per una ricetta che la preveda.
Vale anche qui la possibilità di foderare lo stampo con verdure, o con lo stesso pesce a filetti sottili.
Se si parte da cotto, cuocete il pesce in un profumato court bouillon, che poi, filtrato potrà anche servire per preparare la gelatina che userete nell'impasto se opterete per una ricetta che la preveda.
Vale anche qui la possibilità di foderare lo stampo con verdure, o con lo stesso pesce a filetti sottili.
La base di una mousseline di pesce:
500 g filetti di pesce pesati già
spellati e diliscati
2 albumi
300 ml panna liquida
Mettete il pesce nel mixer, conditelo
con sale e pepe, e iniziate a frullare tutto, aggiungete gli albumi e
pian piano la panna liquida, lasciate frullare fino ad avere una
specie di mousse, e una base da cui partire per realizzare una
terrina di pesce.
Meglio fare questa operazione a
ingredienti ben freddi.
La panna dosatela pian piano, in modo da
regolarvi con la densità della mousseline. Magari non servirà
tutta, soprattutto se scegliete il salmone, che ha già di suo una
base abbastanza grassa, quindi procedete a vista.
Ovviamente rapportate le dosi della
base alla quantità di pesce che intendete usare.
le cotture
Le terrine di
carne abbiamo visto che vengono avvolte in lardo o pancetta, cosa
che serve a dare morbidezza, si possono utilizzare anche verdure a
foglia, porri, verze, lattuga, magari per richiamare la stessa
verdura se l'avete messa nell'impasto, oppure per dare una nota più
verde.
Lo stesso discorso
vale per le terrine di pesce, si possono cuocere tal quali, oppure si
può foderare lo stampo con le verdure come ho detto sopra, facendo
sempre attenzione che il loro sapore si si sposi bene con le farce, o addirittura con fettine sottili di pesce bianco, sogliola per esempio.
Anche le verdure si possono cuocere foderando la terrina con altre verdure. Bisognerà stare attenti ai tempi di cottura preventiva di ogni verdura scelta, in modo che alla fine tutto risulti cotto alla stessa maniera. Un peperone ha tempi diversi di cottura rispetto a una cipolla o a una melanzana, o una zucchina.
Anche le verdure si possono cuocere foderando la terrina con altre verdure. Bisognerà stare attenti ai tempi di cottura preventiva di ogni verdura scelta, in modo che alla fine tutto risulti cotto alla stessa maniera. Un peperone ha tempi diversi di cottura rispetto a una cipolla o a una melanzana, o una zucchina.
Per avere una consistenza uniforme, le
terrine che siano di carne, pesce o verdura, vengono generalmente
cotte, coperte, a bagnomaria nel forno. Metodo che garantisce una
penetrazione lenta e uniforme del calore. Nel bagnomaria vanno
immerse per i 2/3 e in caso si abbassasse il livello, basterà
rabboccare con altra acqua calda.
I tempi di cottura variano a seconda del peso e dal tipo di carne della vostra terrina. Comunque, per mia esperienza, meglio cuocere a forno statico. Generalmente, per una terrina da un kg di carne ci vorranno più o meno un'ora e mezza, a volte due ore, dipende appunto dal tipo di carne, a 180°. Per quelle in crosta si può partire da questa temperatura per abbassarla a 160° dopo la prima mezz'ora. Una cottura a più bassa temperatura sarà quindi un po' più lunga. E in ogni caso dipende da ogni forno, regolatevi secondo il vostro.
Per le terrine di pesce ci vorranno dai 40 ai 60 minuti con temperature che possono variare dai 130° ai 180°, dipende sempre se usate baccalà, branzino o capesante.
Per le terrine di verdure, normalmente 150° e circa 30 minuti dovrebbero essere sufficienti.
Potete sempre controllare la cottura al tatto. Facendo attenzione a non scottarvi, togliete il coperchio alla terrina, e provate a premere leggermente sulla superficie, se è resistente e soda, è pronta.
Ovviamente non vanno a bagnomaria
quelle in crosta e quelle che si sceglie di fare a freddo in
gelatina.
Passaggi Importanti
Terrine di carne. Prima di completare il rivestimento con la pancetta o il
lardo, premete bene con le mani in modo che non restino spazi vuoti,
premete e compattate tutto. A maggior ragione se avete inserito
anche pezzetti di carne, verdura o altro. Una volta che è pronta per andare in
forno, battete qualche colpetto sul tavolo o su un tagliere
in modo che si assesti, datele un'ultima cauta premuta, mettetele il suo coperchio e infornate.
Una volta tolta dal forno la terrina,
vi accorgerete che all'interno la carne avrà rilasciato parecchio
liquido.
Con molta, molta, molta prudenza e muniti
di presine sicure, eliminatelo subito il più possibile inclinando la
terrina direttamente sul lavandino di cucina, in modo che possa
fuoriuscire. Occhio a non far scivolare fuori la carne!
Immediatamente dopo appoggiate un
foglio di alluminio piegato in due sulla superficie, se
avete quelle terrine di ultima tendenza dotate di placchetta
poggiapesi, meglio, usate quella, e ponetevi sopra un peso. Il mio metodo empirico lo avete visto più sopra, nelle foto.
Fatela intiepidire poi togliete il peso e lasciate che raffreddi completamente, dopodichè eliminate l'alluminio eventuale o
la placchetta, controllate ancora se si è riformato liquido dopo l'operazione peso ed eliminatelo di nuovo, avvolgete con la pellicola e tenete in frigorifero.
Non lasciatela a lungo sotto il peso, si rischia che perdendo troppo del suo liquido, diventi molto asciutta. Quando vedete che si è abbassata abbastanza, toglietelo. L'importante è che questa operazione venga fatta immediatamente tolta dal forno e liberata dal liquido di governo.
Non lasciatela a lungo sotto il peso, si rischia che perdendo troppo del suo liquido, diventi molto asciutta. Quando vedete che si è abbassata abbastanza, toglietelo. L'importante è che questa operazione venga fatta immediatamente tolta dal forno e liberata dal liquido di governo.
Il problema del peso non si pone sempre per le terrine di pesce o di verdura, solo nel caso che il composto da cotto si gonfi particolarmente, men che meno se scegliete di
farle in gelatina.
Terrine di verdure in gelatina. Preparate la dose come
da indicazioni sull' astuccio della compressa, profumatela con un
paio di cucchiai di vino bianco, versatene una parte sul fondo della
terrina, fate uno strato di circa 2 cm e mettete in frigorifero a rassodare.
Quando la gelatina è soda, procedete
allineando le verdure o seguendo la ricetta che avete in mente di fare, tenendole però un po'
discoste dai bordi dello stampo. Lasciate uno spazio adeguato in modo che la
gelatina poi racchiuda completamente le verdure anche ai lati.
Con un cucchiaio versate delicatamente un altro po' di gelatina
proprio partendo prima dai bordi lasciati vuoti tutto intorno e poi
anche sulle verdure in un leggero velo, in questo modo le verdure non si sposteranno. Rimettete in frigorifero a
rassodare e ripetete l'operazione a strati allo stesso identico
modo.
Finite ricoprendo totalmente di gelatina verdure e bordi e rimettete in frigorifero fino al momento di servire.
Se optate invece per rivestire la terrina in gelatina con delle verdure che la avvolgano, basterà gelatinare strato per strato.
Terrine di pesce. Se decidete per una ricetta che contiene gelatina, normalmente va messa nell'impasto.
Finite ricoprendo totalmente di gelatina verdure e bordi e rimettete in frigorifero fino al momento di servire.
Se optate invece per rivestire la terrina in gelatina con delle verdure che la avvolgano, basterà gelatinare strato per strato.
Terrine di pesce. Se decidete per una ricetta che contiene gelatina, normalmente va messa nell'impasto.
Le terrine di carne una volta cotte,
vanno lasciate in frigorifero per un paio di giorni, in modo che
assestino i sapori. Si servono generalmente fredde o tuttalpiù
appena tiepide.
Quelle di verdure e di pesce vanno ovviamente conservate in frigorifero ed è meglio consumarle in breve.
Quelle di verdure e di pesce vanno ovviamente conservate in frigorifero ed è meglio consumarle in breve.
Penso di avervi detto tutto, più o meno, e spero di essere stata esauriente e chiara.
Sono sicura che farete meraviglie, buon lavoro!
Sono sicura che farete meraviglie, buon lavoro!
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