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verdure
Champignons alla greca per il Recipe-tionist
La mia amica Elena del Blog Lo zibaldone culinario
è la vincitrice dello scorso Recipe-tionist, il contest bimestrale che propone il blog Cuoci cuci dici e questo mi ha fatto molto piacere. Il suo blog è una miniera di ricette e di consigli, e per sceglierne qualcuna da riprodurre confesso che mi ci è voluto un po', non sapevo decidermi, le rifarei tutte.
In questo periodo però i miei tempi sono sempre strettissimi e alla fine la mia scelta è caduta su un contorno semplice e veloce ma che è stato molto apprezzato.
Champignons alla greca
per 2 persone:
250 g funghi champignon
20 pomodorini datterini
50 ml vino rosso
1/2 limone
1 foglia di alloro
1 rametto di timo fresco
un goccio d'olio e.v. d'olia
1 spicchio d'aglio (mia aggiunta)
sale, pepe
Lavate i pomodorini, tagliateli a metà ed eliminate i semini.
In una padella scaldare un goccio d'olio e.v. d'oliva, aggiungete l'aglio e fateci saltare i pomodorini a fuoco vivo, poi sfumateli con il vino rosso, profumate con il rametto di timo e la foglia di alloro, e fate cuocere per circa 5 minuti, il tempo che evapori il vino e che i pomodorini appassiscano.
Nel frattempo mondate, lavate e affettate gli champignon, raccoglieteli in una ciotola e bagnateli man mano col succo del mezzo limone.
Uniteli ai pomodori e lasciate cuocere circa una decina di minuti, salate e pepate.
Io non ho dovuto aggiungere liquido perchè i funghi ne hanno rilasciato abbastanza di loro, ma se fosse il caso aggiungete pochissima acqua calda per volta. Alla fine erano perfetti, saporiti e profumati.
Grazie Elena!
I
è la vincitrice dello scorso Recipe-tionist, il contest bimestrale che propone il blog Cuoci cuci dici e questo mi ha fatto molto piacere. Il suo blog è una miniera di ricette e di consigli, e per sceglierne qualcuna da riprodurre confesso che mi ci è voluto un po', non sapevo decidermi, le rifarei tutte.
In questo periodo però i miei tempi sono sempre strettissimi e alla fine la mia scelta è caduta su un contorno semplice e veloce ma che è stato molto apprezzato.
Champignons alla greca
per 2 persone:
250 g funghi champignon
20 pomodorini datterini
50 ml vino rosso
1/2 limone
1 foglia di alloro
1 rametto di timo fresco
un goccio d'olio e.v. d'olia
1 spicchio d'aglio (mia aggiunta)
sale, pepe
Lavate i pomodorini, tagliateli a metà ed eliminate i semini.
In una padella scaldare un goccio d'olio e.v. d'oliva, aggiungete l'aglio e fateci saltare i pomodorini a fuoco vivo, poi sfumateli con il vino rosso, profumate con il rametto di timo e la foglia di alloro, e fate cuocere per circa 5 minuti, il tempo che evapori il vino e che i pomodorini appassiscano.
Nel frattempo mondate, lavate e affettate gli champignon, raccoglieteli in una ciotola e bagnateli man mano col succo del mezzo limone.
Uniteli ai pomodori e lasciate cuocere circa una decina di minuti, salate e pepate.
Io non ho dovuto aggiungere liquido perchè i funghi ne hanno rilasciato abbastanza di loro, ma se fosse il caso aggiungete pochissima acqua calda per volta. Alla fine erano perfetti, saporiti e profumati.
Grazie Elena!
I
dolci alla frutta
dolci e dessert
Recipe-tionist
torte da credenza
di torte e di bionde
conosco una ragazza bionda, bellissima e dolcissima, che ha un blog dal nome curioso 121 gradi . Immagino lo abbia chiamato così per via della cottura dello zucchero, a quella temperatura è tutto in divenire, si sta a metà fra la media e la grande bolla in attesa della trasformazione. Quasi una metafora a pensarci...
Leggetelo questo blog, ci troverete l'essenza di Francesca, un pezzetto della sua anima che condivide sempre generosamente.
Una volta entrati nel suo mondo sarà difficile uscirne, come me non riuscirete a fare a meno di leggerla e scoprire le sue belle ricette.
A Francesca è dedicato il Recipe-tionist di luglio/agosto, la rubrica a cura del blog Cuoci cuci dici essendosi lei aggiudicata la vittoria del mese precedente.
Non potevo non esserci con una sua ricetta, e anche se ne avevo adocchiate due o tre che mi ispiravano molto, la scelta di quella da riproporre è stata quasi obbligata. Mia figlia e mio nipote erano qui in vacanza in questo periodo e prima che ripartissero ne ho approfittato per preparare i dolci che amano più di tutti. Fra questi, la torta pere e ricotta di Francesca appunto.
Spero che lei mi perdoni se ho unito le due cose, ma è stato bello vedere Valerio divorarsi più di una fetta di torta con molta soddisfazione.
Torta di pere e ricotta
Una premessa, ho fatto una sostituzione, ho usato il burro anzichè l'olio leggero che indicava la ricetta. Non che abbia qualcosa in contrario ad usare l'olio d'oliva nei dolci, ma solo il fatto che in casa, quando ho deciso di prepararla, non avevo un olio adatto.
Vi riporto pari pari la ricetta di Francesca, e la mia modifica fra parentesi
300 g di ricotta vaccina
3 pere williams
200 g di zucchero
250 g di farina 00
3 uova
100 ml di latte intero 70 ml di olio evo delicato (* 60 g burro fuso intiepidito)
scorza di 1 limone 10g di lievito per dolci semi di 1 baccello di vaniglia zucchero a velo q.b.
Setacciate la farina insieme al lievito. Sbucciate le pere e tagliateli a cubetti, bagnatele con qualche goccia di limone per non farle annerire. Imburrate e infarinate una tortiera apribile da 24 cm, scaldate il forno a 180° statico. In una ciotola, con l'aiuto di una frusta elettrica, montate per qualche minuto le uova con lo zucchero finchè saranno gonfie e spumose. Unite la ricotta passandola al setaccio, i semi della bacca di vaniglia, la scorza del limone grattugiata finemente e mescolate bene in modo che l'impasto sia perfettamente liscio. A questo punto aggiungete il burro fuso e iniziate ad unire la farina aiutandovi con il latte versandolo poco alla volta. Ora aggiungete le pere, un'altra bella mescolata e versate tutto nella tortiera imburrata e infarinata.
Cuocete per circa 40/45 minuti. A me ne sono occorsi 50 abbondanti, ho continuato dopo la prova stecchino perchè mi sembrava ancora un po' indietro. E' probabilmente dipeso dalle pere molto succose, dalle uova forse un poco più grandi, dalla presenza del burro, da come ha assorbito la farina, le variabili possono essere diverse.
Togliete la torta dal forno, lasciatela raffreddare poi spolverizzate con zucchero a velo.
Una torta umida, fondente, che non ingozza, di quelle che piacciono a me. Fatela, è uno di quei dolci sani dai sapori semplici che non stancano mai.
Alla fine Valerio: nonna è per me vero? Me la porto a casa tutta io.
Morale, ne ho assaggiata una fettina-ina-ina. Mi toccherà rifarla.
Franci non è bella come la tua, ma era buonissima, grazie!
Leggetelo questo blog, ci troverete l'essenza di Francesca, un pezzetto della sua anima che condivide sempre generosamente.
Una volta entrati nel suo mondo sarà difficile uscirne, come me non riuscirete a fare a meno di leggerla e scoprire le sue belle ricette.
A Francesca è dedicato il Recipe-tionist di luglio/agosto, la rubrica a cura del blog Cuoci cuci dici essendosi lei aggiudicata la vittoria del mese precedente.
Non potevo non esserci con una sua ricetta, e anche se ne avevo adocchiate due o tre che mi ispiravano molto, la scelta di quella da riproporre è stata quasi obbligata. Mia figlia e mio nipote erano qui in vacanza in questo periodo e prima che ripartissero ne ho approfittato per preparare i dolci che amano più di tutti. Fra questi, la torta pere e ricotta di Francesca appunto.
Spero che lei mi perdoni se ho unito le due cose, ma è stato bello vedere Valerio divorarsi più di una fetta di torta con molta soddisfazione.
Torta di pere e ricotta
Una premessa, ho fatto una sostituzione, ho usato il burro anzichè l'olio leggero che indicava la ricetta. Non che abbia qualcosa in contrario ad usare l'olio d'oliva nei dolci, ma solo il fatto che in casa, quando ho deciso di prepararla, non avevo un olio adatto.
Vi riporto pari pari la ricetta di Francesca, e la mia modifica fra parentesi
300 g di ricotta vaccina
3 pere williams
200 g di zucchero
250 g di farina 00
3 uova
100 ml di latte intero 70 ml di olio evo delicato (* 60 g burro fuso intiepidito)
scorza di 1 limone 10g di lievito per dolci semi di 1 baccello di vaniglia zucchero a velo q.b.
Setacciate la farina insieme al lievito. Sbucciate le pere e tagliateli a cubetti, bagnatele con qualche goccia di limone per non farle annerire. Imburrate e infarinate una tortiera apribile da 24 cm, scaldate il forno a 180° statico. In una ciotola, con l'aiuto di una frusta elettrica, montate per qualche minuto le uova con lo zucchero finchè saranno gonfie e spumose. Unite la ricotta passandola al setaccio, i semi della bacca di vaniglia, la scorza del limone grattugiata finemente e mescolate bene in modo che l'impasto sia perfettamente liscio. A questo punto aggiungete il burro fuso e iniziate ad unire la farina aiutandovi con il latte versandolo poco alla volta. Ora aggiungete le pere, un'altra bella mescolata e versate tutto nella tortiera imburrata e infarinata.
Cuocete per circa 40/45 minuti. A me ne sono occorsi 50 abbondanti, ho continuato dopo la prova stecchino perchè mi sembrava ancora un po' indietro. E' probabilmente dipeso dalle pere molto succose, dalle uova forse un poco più grandi, dalla presenza del burro, da come ha assorbito la farina, le variabili possono essere diverse.
Togliete la torta dal forno, lasciatela raffreddare poi spolverizzate con zucchero a velo.
Una torta umida, fondente, che non ingozza, di quelle che piacciono a me. Fatela, è uno di quei dolci sani dai sapori semplici che non stancano mai.
Alla fine Valerio: nonna è per me vero? Me la porto a casa tutta io.
Morale, ne ho assaggiata una fettina-ina-ina. Mi toccherà rifarla.
Franci non è bella come la tua, ma era buonissima, grazie!
antipasti
Recipe-tionist
torte salate
Tatin di cipolle rosse
Ho conosciuto Chiara del blog Chicche di Kika prima virtualmente, per un master sulla vitamina B12 e poi ci siamo incontrate anzi, abbiamo addirittura diviso la stanza d'albergo, durante il blogtour della Garfagnana, l'anno scorso. Un faccino da monella con due occhi scuri, ironici, che guizzano allegri sotto la frangia. Un folletto dal carattere solare, pieno di energia e sempre in movimento, ma non lasciatevi ingannare troppo. Sotto quella frangia si cela una donna tenace, pragmatica, determinata e volitiva. Veste una corazza a volte, e le corazze servono a proteggere e a celare qualcosa che comunque traspare, emozioni e grande sensibilità. Mi chiama zia Giuli anche se, per età, potrei essere sua madre. Scoprire che abitiamo abbastanza vicine e che la sua zona è quella che mi ha visto ragazza, è stata una bella sorpresa e questo ci permette di vederci ogni tanto. Credo di averla stressata non poco con le domande sui cambiamenti della zona!
Anche lei cucina molto bene, le piace sperimentare senza timori e se fate un giro sul suo blog ve ne accorgerete.
Per renderle omaggio, partecipo al The Recipe-tionist di Flavia, con una della ricette del suo blog.
E' stato ed è un tour de force questo mese per me e le avevo detto che non ce l'avrei fatta, ma all'ultimo secondo eccomi qua. Per lei.
Per motivi di tempo ho scelto fra le sue, una ricetta abbastanza veloce, ma ricca di sapore.
Chiara mi scuserà se non ho preparato niente di più elaborato, le sue ricette sono tutte da provare, ma non credevo nemmeno di potercela fare.
Anche lei cucina molto bene, le piace sperimentare senza timori e se fate un giro sul suo blog ve ne accorgerete.
Per renderle omaggio, partecipo al The Recipe-tionist di Flavia, con una della ricette del suo blog.
E' stato ed è un tour de force questo mese per me e le avevo detto che non ce l'avrei fatta, ma all'ultimo secondo eccomi qua. Per lei.
Per motivi di tempo ho scelto fra le sue, una ricetta abbastanza veloce, ma ricca di sapore.
Chiara mi scuserà se non ho preparato niente di più elaborato, le sue ricette sono tutte da provare, ma non credevo nemmeno di potercela fare.
Tatin di cipolle rosse caramellate
1 conf. pasta sfoglia pronta
500 g cipolle Tropea
50 g burro
2 cucchiai di aceto rosso
2 cucchiai aceto balsamico
1 cucchiaio di zucchero
sale e pepe
In un tegame antiaderente di circa 24 cm, fondete il burro, unite lo zuccero e le cipolle mondate, lavate e asciugate, tagliate a rondelle di spessore medio. Lasciatele cuocere, senza muoverle molto, a fuoco dolce, poi sfumate con l'aceto rosso e unite anche l'aceto balsamico, regolate di sale e di pepe. Continuate la cottura per qualche minuto. Nel frattempo accendete il forno a 180°.
Togliete il tegame dal fuoco, coprite tutto con la pasta sfoglia rincalzando bene ibordi verso il fondo del tegame, in modo da coprire tutte le cipolle e mettete in forno ventilato per circa 20/25 minuti.
Trascorso il tempo, togliete la tatin dal forno e lasciatela riposare 5 minuti prima di capovolgere il tegame sul piatto da portata.
Ottima appena sfornata, ma con questo caldo noi l'abbiamo apprezzata anche tiepida.
pesce
Recipe-tionist
secondi
Polenta con baccalà all'arancia
800 g di baccalà già ammollato
500 g di farina bianca da polenta
Come l'arancia per il baccalà
un paio di inverni fa,
durante una di quelle domeniche in cui siamo tutti riuniti intorno al tavolo,
le mie figlie avevano avuto da recriminare su qualcosa che avevo fatto con
l'arancia, non ricordo se fosse un piatto salato oppure dolce. Sta di fatto che
da quella volta, spesso, se non sempre, quando è stagione e quando vengono a
pranzo, si ritrovano nel piatto qualcosa che cucino apposta con quell'arancia
che mi avevano contestato.
Sì lo so, sono bastarda inside.
Ovviamente ci scherziamo sempre su questo, tanto che è diventato un tormentone di famiglia, e se a tavola c'è solo una delle due, è tutto un mandarsi sms e foto fra di loro per commentare l'ennesimo piatto all'arancia, e per prendermi in giro. Mischinedde!! Mi conoscono da tutta la vita, dovrebbero sapere che più mi prendono in giro e più si troveranno davanti piatti con l'arancia!
Ora che vi ho raccontato l'antefatto, vi racconto pure che per la seconda volta partecipo al Recipe-tionist di Cucicucidici che questo mese è dedicato a Cristiana del blog Beuf à la mode.
Mi ci son persa nel suo blog, leggendo le sue ricette, così presa e catturata da non accorgermi nemmeno del tempo che correva via. Ho raffazzonato la cena in qualche modo, quella sera, ma con in testa un sacco di pensieri sulle cose particolarmente interessanti che avevo visto da Cristiana e che mi sarebbe piaciuto fare. Poi arriva la telefonata: Mamma, domenica mattina lavoro e sono sola perchè gli altri sono via per una gara di Alice, mi ospiti a pranzo?
Avete presente lo sguardo compiaciuto e un po' maligno di chi pregusta uno scherzo? Ecco, quello.
Fra le belle ricette di Cristiana ne avevo viste diverse che di base hanno un ingrediente che qui si ama molto, in tutte le sue declinazioni, il baccalà. Una di quelle ricette era accompagnata da una salsa all'arancia.
Potevo non scegliere quella sapendo che sarebbe venuta mia figlia a pranzo? E allora eccola qui, in tutto il suo sapore e con una sola variazione, la farina per la polenta. L'uomo di casa, pur essendo lombardo doc da generazioni, non ama particolarmente la polenta, diciamo che la tollera, ma quella taragna no. Allora l'ho sostituita con quella che si usa dalle mie parti, quella bianca, di mais perla.
Sì lo so, sono bastarda inside.
Ovviamente ci scherziamo sempre su questo, tanto che è diventato un tormentone di famiglia, e se a tavola c'è solo una delle due, è tutto un mandarsi sms e foto fra di loro per commentare l'ennesimo piatto all'arancia, e per prendermi in giro. Mischinedde!! Mi conoscono da tutta la vita, dovrebbero sapere che più mi prendono in giro e più si troveranno davanti piatti con l'arancia!
Ora che vi ho raccontato l'antefatto, vi racconto pure che per la seconda volta partecipo al Recipe-tionist di Cucicucidici che questo mese è dedicato a Cristiana del blog Beuf à la mode.
Mi ci son persa nel suo blog, leggendo le sue ricette, così presa e catturata da non accorgermi nemmeno del tempo che correva via. Ho raffazzonato la cena in qualche modo, quella sera, ma con in testa un sacco di pensieri sulle cose particolarmente interessanti che avevo visto da Cristiana e che mi sarebbe piaciuto fare. Poi arriva la telefonata: Mamma, domenica mattina lavoro e sono sola perchè gli altri sono via per una gara di Alice, mi ospiti a pranzo?
Avete presente lo sguardo compiaciuto e un po' maligno di chi pregusta uno scherzo? Ecco, quello.
Fra le belle ricette di Cristiana ne avevo viste diverse che di base hanno un ingrediente che qui si ama molto, in tutte le sue declinazioni, il baccalà. Una di quelle ricette era accompagnata da una salsa all'arancia.
Potevo non scegliere quella sapendo che sarebbe venuta mia figlia a pranzo? E allora eccola qui, in tutto il suo sapore e con una sola variazione, la farina per la polenta. L'uomo di casa, pur essendo lombardo doc da generazioni, non ama particolarmente la polenta, diciamo che la tollera, ma quella taragna no. Allora l'ho sostituita con quella che si usa dalle mie parti, quella bianca, di mais perla.
Polenta con baccalà all'arancia
800 g di baccalà già ammollato
500 g di farina bianca da polenta
1 arancia
non trattata
250 ml
di panna liquida fresca
4
piccole cipolle
olio
e.v. d'oliva
poca
farina 00
scorza
d'arancia e alloro per decorare
Sciacquate
bene il baccalà e pulitelo eliminando pelle e spine.
Asciugatelo
e tagliatelo a pezzi, infarinatelo premendo bene ogni pezzo, poi scuotetelo
leggermente per eliminare l'eccesso di farina.
Scaldate
l'olio in un capace tegame, unite il baccalà infarinato, fategli prendere
colore da ogni lato poi aggiungete le cipolle affettate, il succo e la scorza
grattugiata dell’arancia, e lasciate evaporare.
Aggiungete
la panna, avendo cura che tutti i pezzi di baccalà siano ben coperti col fondo
di cottura, abbassate il fuoco e cuocete per circa 20 minuti,
controllando ogni tanto in modo che non si attacchi al fondo del tegame,
eventualmente aggiungete poco latte o ancora poca panna.
Nel
frattempo preparate la polenta come indicato sulla confezione. Appena sarà
pronta disponetela su un piatto e versatevi sopra il baccalà all’arancia,
guarnite con della scorza d'arancia ricavata col rigalimoni, una foglia
di alloro per dare colore e servite.
Bene, è
stato apprezzatissimo. Mia figlia si è portata a casa tutto quello che è
rimasto, confermandomi che dopo un giorno di riposo in frigo,
era ancora più buono.
Io non
uso quasi mai la panna in cucina, se non per i dolci, ma non la demonizzo
affatto. Se ci vuole, ce la metto. E qui ci voleva, e ci è stata pure di molto
bene, rendendo delicato un piatto che solitamente nasce robusto.
Grazie
Cristiana! A presto
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