Oggi è il Giorno nazionale della Peperonata,  ne parla  Manuela Valentini del blog Profumi e colori per il
 Calendario del cibo Italiano   iniziativa della Associazione Italiana Food Blogger

Il mio contributo è questa ricetta, una delle più classiche di casa mia, nel senso che da che ho memoria l'ho sempre vista fare così da mia madre.  Lei l'ha sempre chiamata la "salsa", perchè alla fine della cottura il risultato deve essere una specie di salsa dove le verdure sono quasi sfatte.
Credo abbia imparato a farla dalla signora Cordioli,  a quel tempo settantenne e  milanese doc,  che abitava al primo piano di quella casa di ringhiera dove sono cresciuta e dove mia madre faceva la portiera, come ormai sapete dai miei racconti.
Da quando mia madre ha adottato questa ricetta, la peperonata di casa nostra è  sempre stata fatta così.
Anche la signora Cordioli la chiamava "salsa milanese" e così la chiamiamo noi, anche se cercando di documentarmi su questa versione, ho scoperto che era una delle ricette di Petronilla, alias: Amalia Moretti Foggia, 3° medico-donna d’Italia e a cui sul finire degli anni '20, la Domenica del Corriere oltre alla rubrica  "Il parere del medico"  affida  una rubrica di cucina  con cui , anche in tempo di  guerra, inizia un dialogo ininterrotto con un pubblico popolare, dispensando ricette e  consigli su come cucinare e risparmiare in quegli anni tanto difficili.
Tornando alla peperonata, devo dire che  qui  piace sempre molto  e io la preparo in tantissimi modi, ma  questa versione è quella che faccio più di ogni altra, soprattutto  quando voglio ritrovare il sapore dell'infanzia....una specie di comfort food per i momenti di nostalgia...
E' ottima così, con un paio di michette da affondarci dentro, pezzetto per pezzetto, facendo degli spicchi una specie di cucchiaio, ma ottima usata come condimento per il riso pilaf, o in bianco, o anche solo bollito.  Buona anche con il cous cous...

Facilissima da preparare, dura qualche giorno senza problemi conservata in frigorifero ben coperta.
La mia versione non contempla patate, invece presenti in quella di mia madre e della Signora Cordioli. Io evito, perchè non mi piace la consistenza che lasciano sfarinandosi, e poi perchè dopo un po' tendono a  diventare acide '.



 Peperonata o "salsa" milanese


2 peperoni gialli 
2 peperoni rossi
1 peperone verde (facoltativo)
1 melanzana (di quelle scure)
2 coste di sedano verde
2 carote
3 o 4 grossi pomodori da sugo ben maturi
(o in alternativa  pomodori datterini q.b. o anche una scatola di pelati)
2 zucchine
2 cipolle bionde
2 spicchi d'aglio
1 ciuffo di basilico
olio extra vergine d'oliva di buona qualtà
sale, pepe


Lavate, mondate tutte le verdure. Tagliate i peperoni eliminando semi e filamenti, riducete a tocchi non troppo piccoli le zucchine, le carote  e la melanzana, affettate le cipolle e il sedano, spellate l'aglio. Scottate in acqua bollente i pomodori da sugo  e spellateli, eliminate i semi e tritateli grossolanamente con un coltello.  Se usate i datterini, tagliateli a metà, eliminate i semi. L'unico inconveniente sarà la loro buccia che troverete qua e là.



A freddo, in una capace casseruola, mettete un po' di olio, poi  tutte le verdure, aggiungete il basilico e i pelati nel caso non usiate nè pomodori da sugo nè pomodori datterini. Mettete su fuoco vivace, mescolando per i primi minuti, fino a quando le verdure iniziano a rilasciare i loro liquidi. A questo punto abbassate il fuoco e coprite la pentola. Lasciate cuocere mescolando ogni tanto affinché non attacchi e bruci, e quando vi sembra a buon punto, togliete il coperchio, alzate il fuoco e fate in modo che il grosso del liquido si riassorba. In questa fase meglio controllarla a vista d'occhio perchè tenderà ad attaccarsi alla pentola.
Inevitabilmente resterà un po' morbida e le verdure saranno quasi sfatte, ma è il suo buono, deve essere così, altrimenti che salsa sarebbe?


Certo non è un piatto molto presentabile esteticamente, ma è un contorno robusto, pieno di sapore e,  per me, di ricordi.




Un piatto legato a una tradizione che arriva da molto lontano e che credo continuerà ad andare lontano, quantomeno per quanto riguarda la  mia famiglia.