mercoledì 28 maggio 2014

28 Maggio 1979

E' passato molto tempo da quel giorno di maggio, oggi sono 35 anni.
Ma è come se fosse ieri, per me.
Guardarti con tuo figlio evoca sentimenti profondi, e ricordi bellissimi di te nelle varie fasi della nostra vita.
Faceva caldo in quella sala parto dell'ospedale San Carlo, un caldo afoso in una atmosfera molto tesa, per via dello sciopero in atto, e a causa di una disgrazia appena successa in quella stessa sala parto. Nel giro di due giorni erano morte due donne dopo aver partorito e la preoccupazione la si coglieva pienamente.
Ero inquieta e avevo anche un poco di paura, sapevo quello che mi aspettava, ero al secondo figlio.
Mi ero presentata al pronto soccorso alle 11 della mattina e avevano accettato il ricovero appunto perchè, anche se la la cosa pareva potesse andare per le lunghe, col secondo figlio tutto avrebbe potuto evolvere più velocemente. Mi hanno assegnato un posto, fortunatamente nell'ala nuova. Era una stanza a due letti, e la nursery da quattro posti la divideva da una stanza speculare dall'altra parte dei vetri. Due stanze da due letti e, fra loro, la nursery con quattro piccole culle, due culle termiche  e tutto l'occorrente per accudire i neonati.
Ho guardato con infinita tenerezza quelle culle d'acciaio, pensando a te che stavi per nascere, e la mano è scesa automaticamente sulla pancia, per farti una carezza.
Neanche il tempo di cambiarmi che subito una infermiera mi ha portato in sala travaglio, qualche piano più giù.
Erano le prime volte in cui anche i padri potevano entrare in sala parto, ma in ospedale si stavano ancora attrezzando e in quel momento non era possibile per tuo padre assistere al parto.
Papà è rimasto fuori dalla sala parto tutto il tempo, raggiunto nel pomeriggio da tua zia Ivana... è stato parecchio lunga l'attesa. Ma il sapere che lui era lì fuori, mi rassicurava e mi dava forza.
Come mi dava forza sentire il tuo battito attraverso il monitor. Pensavo solo a te, al momento in cui ti avrei avuto fra le braccia. Ancora non sapevo se il bimbo nel mio pancione fosse maschio o femmina, ma non mi importava, volevo solo che fosse sano e che tutto andasse bene.
Ero sola in sala parto, e il tempo era scandito dalle contrazioni e dal rumore ritmico del tuo battito veloce. Mi seguivano due ostetriche e un medico, unico personale sanitario presente che assicurava il servizio durante lo sciopero.
Fra una contrazione e l'altra parlavamo molto. Una delle ostetriche era molto giovane, l'altra invece era una donna sui 45 anni, molto bella, con dei capelli corvini e profondi occhi neri che spiccavano moltissimo per la sua carnagione molto chiara.
Così, in un attimo di pausa nelle contrazioni, ho raccontato che ero rimasta turbata da quanto successo a una amica. Durante il parto il suo bimbo era morto strangolato dal cordone ombelicale avvolto intorno al collo e in cui si era impigliato un piedino . Per tutta la gravidanza ho avuto il pensiero che potesse succedere anche a me, e anche se cercavo di scacciare i pensieri negativi, questa cosa restava lì, acquattata da qualche parte nella memoria, per poi riaffacciarsi improvvisamente caricandomi di ansia.
Ma ora ero lì, tu stavi per nascere, e le ostetriche mi rassicuravano
- Ci siamo noi, pronte ad ogni evenienza, stia tranquilla– mi dicevano.
Finalmente, mentre il sole cominciava a calare all'orizzonte, è arrivato il momento in cui ti sei affacciata alla vita, e ho sentito le due donne parlarsi sottovoce al contrario di quello che avevano fatto fino a quel momento. Ho capito che qualcosa non quadrava , ma ti ho sentito uscire da me e dopo qualche secondo ho sentito anche il tuo pianto mentre le ostetriche, contente, mi hanno detto : è una bella femminuccia! La preoccupazione è passata in un istante, lasciando il posto a una gioia immensa.
Ti ho stretto fra le braccia, avvolta in un telo verde, uno scricciolo pelato e tenerissimo che si è calmato non appena appoggiato sul mio cuore..
Quando ti hanno tolto dal mio abbraccio per portarti di sopra nella culla termica, ho chiesto alle ostetriche come mai bisbigliassero. Loro si sono scambiate uno sguardo e la più giovane mi ha detto che avevi due giri di cordone ombelicale intorno al collo, ma loro, con un movimento veloce hanno fatto in modo che il cordone si allentasse.
In quel momento le avrei baciate, grata per la loro esperienza e grata alla fortuna di averle avute entrambe tutte per me quel giorno, sicure e professionali. Ricordo che le lacrime sono scese copiose, irrefrenabili e a lungo. Un pianto liberatorio.
Il dopo in ospedale è stato tutto in salita, ma è durato poco, per fortuna. Una volta a casa è stato tutto più facile, nonostante il tuo poco dormire...

Il tempo è volato, talmente volato che mi sembra che tu ci abbia messo pochissimo a crescere, il 28 maggio 1979 era quasi l'altro ieri...
Ora sei una donna consapevole, affermata, nel pieno del suo fascino, sei moglie e madre .
Ma io, in certi momenti non posso fare a meno di scorrere i fotogrammi di tutta la nostra vita,
Rivedo tua sorella che ti accarezza delicatamente non appena entrata in casa di ritorno dall'ospedale, tenera e protettiva, e ti rivedo piccolissima, sul terrazzo, intenta a giocare con quella tanica vuota, camminavi da poco e la tanica era quasi più grande di te, ma quante ore ci hai perso spostandola su e giù! Chissà cosa ti divertiva tanto...
Ti rivedo il primo giorno di scuola, emozionata e un po' intimorita che stringi forte la mia mano, e poi ancora ti rivedo in piedi, mentre discuti la tua tesi di laurea ma sotto il tavolo ti tormenti nervosamente le mani...e infine ti rivedo in abito da sposa, mentre al braccio di tuo padre sali quelle scale radiosa, andando incontro alla tua nuova vita...

35 anni....Accettiamo il tempo che passa, noi, madri e figlie. Come tutte eppure diverse da tutte. Ognuna di noi anello di una catena di amore.

Auguri Chiara, buon compleanno!


Festeggiamo con la tua torta preferita?




Crostata golosa  pere e cioccolato
 

Brisée al cioccolato:

170 gr di farina
120 gr di burro
60 gr di zucchero
40 gr di cacao amaro in polvere

ripieno:

120 gr di cioccolato fondente al 60%
200 gr di panna fresca
1 uovo
1 tuorlo
25 gr di zucchero
2 pere kaiser
25 gr di zucchero semolato

 
Per la base:
fate ammorbidire il burro e setacciate la farina con il cacao.
Impastate  il burro burro con lo zucchero e quando sono amalgamati aggiungete la farina miscelata col cacao.
Impastate velocemente, fate una palla, avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigorifero per almeno un’ora. Io l'ho preparata la sera prima.
Imburrate e infarinate uno stampo da crostata da 24/26 cm. con un mix di farina e cacao. Riprendete la pasta e stendetela  con il mattarello fra due fogli di pellicola, sarà molto più agevole poi trasferirla nello stampo.
Trasferite  la pasta nella tortiera creando anche i bordi laterali, bucherellate il fondo  con i rebbi di una forchetta e rimettete il tutto  in frigo per mezz’ora a riposare.
Trascorso il tempo, cuocete in bianco  con il forno a 180° per 10 minuti circa, poi toglietela, eliminate carta e fagioli o quello che avete usato per la cottura in bianco, e lasciatela intiepidire.
Nel frattempo spezzettate grossolanamente il cioccolato raccogliendolo in una ciotola.
Scaldate la panna insieme allo zucchero senza arrivare all'ebollizione, versate il tutto sul  cioccolato, lasciate riposare qualche minuto, poi amalgamete bene con una spatola o una piccola frusta finchè la ganache è liscia e lucida.
Lasciate  intiepidire il cioccolato e aggiungete il tuorlo e  l’uovo intero sbattuti  insieme, miscelate bene.
Versate questo composto sulla base,
Sbucciate le pere e tagliatele a fettine sottili, disponetele in cerchi concentrici sul ripieno e spolverizzate di zucchero semolato.

Rimettete in forno e fate cuocere per 20 minuti a 180°

11 commenti:

  1. come non festeggiare il compleanno di una donna che porta il mio stesso nome? Auguri di cuore Chiara, un abbraccio a te e alla tua speciale mamma!

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  2. Emozionante il tuo racconto, Giuliana!
    Tantissimi auguri a Chiara e complimenti a te per la crostata cioccolatosa!

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  3. che belle parole ... ho le lacrime agli occhi.... oltre che una cuoca perfetta, credo tu sia veramente una bella persona

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  4. Giuliana come sempre i tuoi scritti mi commuovono!
    Auguri Chiara, buon compleanno!!

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  5. Io ho due figli maschi quindi non potrò provare quelle affinità elettive che si vivono con una figlia femmina...ma mi sono commossa lo stesso. Grazie per il tuo dolcissimo racconto.

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  6. anche per me il travaglio del primo figlio è stato nonostante tutto un bellissimo momento ricordo che la mia ostetrica visto che io non volevo coricarmi sul letto lo ha fatto lei e tra una contrazione e l'altra parlavamo del più e del meno come vecchie amiche, bellissima questa golosa crostata,felice week end speriamo senza pioggia

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  7. Tanti auguri a Chiara e complimenti alla mamma: mi hai catapultata indietro nel tempo, rivivendo tante delle tue emozioni. Grazie.
    Bacio.

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  8. Sempre maestra nei racconti e nelle ricette !
    Ti voglio bene !
    Franci54

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  9. Sfogliando virtualmente i post tratti dalla rubrica di Chiara "Blog's got talent", ho letto la puntata dedicata a te. Il link mi ha portato direttamente a questo post che mi ha commossa e conquistata. Ringrazio Chiara per avermi dato l'opportunità di conoscerti e dico grazie a te per avermi regalato questa emozione.
    Un caro saluto e a presto!
    Maria Grazia

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  10. Ci sono alcune cose che mi sono molto piaciute in questo primo giro di blog:la gallina vintage( devi essere una persona spiritosa...e mi piace), le memorie di cucina(e trovo che sia un bel modo poetico e più profondo di parlare di ricette...e mi piace)come hai descritto la nascita di tua figlia e ho ritrovato i miei ricordi nei tuoi..per questo ho iniziato a seguirti e mi farebbe molto piacere se facessi un salto da me.
    Ti auguro uno splendido weekend!
    Angela

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  11. Arrivo tardi per gli auguri. La storia del cordone è accaduta a mio zio, il quale era anche uscito con i piedi davanti, e più usciva più il cordone stringeva. Anche li', raccontava mia nonna, l'ostetrica era stata bravissima e lo aveva liberato in un lampo, appena apparsa la testolina.
    Ma il parto doveva essere stato molto doloroso, anche se lei questo non lo diceva apertamente. Dopo questo quarto figlio, il solo maschio, lei aveva detto basta. Allora pero' guai parlare di contraccezione... e quindi lei comincio' a evitare il marito in ogni modo... smise di andarsi a coricare la sera... passava la notte su uno sgabello in cucina, con il pretesto delle faccende... una storia tristissima e cosi' stupidamente inutile...

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