Che dire? La felicità per aver vinto la sfida del pollo fritto è stata prima  come una  ubriacatura e poi  una carica di energia che mi ha riempito di adrenalina e di entusiasmo, oltre che di gratitudine.  
Ho vissuto un mese che credo mi ricorderò a lungo, insieme a voi, che siete una gran bella comunità, un luogo virtuale eppure tanto reale, che mi fa sentire a casa.
Non si può restare soli, certe notti qui, cantava qualcuno e infatti, a notte inoltrata mentre il sonno ancora non arriva, Alessandra, di là dall’oceano mi chiede a che argomento ho pensato. Terrine! Ho detto col fiato sospeso, sperando che potesse andare bene.  Ed è pura emozione sentirmi dire:  sì che va bene!

Una sfida che ha raggiunto livelli altissimi. Me l’aspettavo, conoscendo la vostra bravura e la vostra preparazione, mica per niente fate parte di  MTC,  ma che è stata un crescendo continuo di idee, di impegno, di sperimentazione con dei risultati che sono lì da vedere, e che hanno regalato a tutti noi tantissime sorprese e soddisfazioni, andando  ben oltre le aspettative.
Vedete, le terrine sono come vecchie signore molto raffinate. Hanno il fascino di chi sa il fatto suo, ma che mostra qua e là qualche piccolo segno del tempo che passa. In questi giorni voi siete riusciti a far  ritrovare loro un poco della giovinezza perduta, le avete rese attuali, belle e importanti. Per moltissimi di voi era la prima volta e, quando è così, non è certo facile. Ma avete buttato il cuore oltre l’ostacolo, come si suol dire, con risultati che definire ottimi è riduttivo.
Ho guardato ogni terrina con occhi nuovi ogni volta, cercando di vedere il progetto che contenevano, la creatività, valutando la tecnica, le consistenze, l’armonia fra gli accostamenti scelti, gli ingredienti, gli accompagnamenti. 
E’ stato difficilissimo scegliere, difficilissimo, perché alcune mi hanno molto colpito e quasi tutte sarebbero da premiare, e questa volta il podio serve più largo. Per questo motivo non intendo fare graduatorie, considero tutte ex aequo al secondo posto.
La terrina di capriolo e nocciole di Sabrina, per la grande complessità dei sapori e per l’impegnativo lavoro che ha fatto, perfetto e di grande perizia,  per arrivare ad un risultato così.
La terrina di menta e agnello di Cecilia, per quei sapori ben combinati e per la creativa idea di cuocerla nella melanzana.
Cristina per la sua coreografica terrina di cefalo e cozze, e le ormai proverbiali alici a contenerla e decorarla, in pendant con le righe del  cestino 😂  Studiata e realizzata con la  grande padronanza tecnica e conoscenza della materia prima che la contraddistinguono,  e quell’acqua di pomodoro…
Quella di Ilaria, la terrina di pesce alla francese, che mi ha colpito per eleganza e raffinatezza, per quella clorofilla e per quel beurre blanc in accompagnamento.

Una menzione speciale a Sandra "anche no", una Maestra per me,  da cui imparo sempre, che ha realizzato da par suo due terrine da manuale, a Pasqualina, che ha dipinto una MondrianterrinaRita, che ha destrutturato una mia vecchia ricetta con un risultato sorprendente. Maria Grazia,  per l'idea bicolore, Giulia per le  nocciole che lei sa,  e  quella salsa all'aglio da sturbo,  Donatella, per l'effetto animalier  che ha dato alla sua, Cristiana, che ha fatto un lavoro pazzesco, rischiando pure coi vapori della senape, Valeria, che fa parlare inglese alla sua terrina di cervo,  Fabio, che conosce i suoi polpi  passando per lo Chablis dMari per non parlare del  Trio India Productions . E potrei continuare ancora a lungo perché ogni terrina meriterebbe di essere menzionata.

Ma se è, come è, una gara, solo una è quella che vince.   E’ l’MTC bellezza, mi son detta, devi scegliere.
E allora butto anch’io il cuore oltre l’ostacolo e scelgo quella che mi ha emozionato, quella di cui ho letto, riletto, e poi  ancora riletto la preparazione, quella che mi scoprivo a pensare più spesso.

E il quinto giorno la terrina di Marina, vinse.

Mi ha catturato tutto di questa terrina. La scelta della carne di coniglio e di maiale, di cui conosco il fondersi in un sapore davvero unico, gli ingredienti della marinatura, la gelatina alla Malvasia da inserire nella crosta, quella al Nero d’Avola, la complessità della salsa Malvasia e pistacchi di accompagnamento, e quelle ciliegie, quelle ciliegie... 
Un’onda di sapori che mi ha letteralmente sommerso e che mi è rimasta in testa.  Mi hanno conquistato la creatività, la tecnica articolata, complessa, sapiente, perfetta.
Il risultato è LA terrina, quella che anche Bocuse apprezzerebbe, ammirato.

Complimenti a Marina, ma anche a tutti voi, nessuno escluso. Grazie per aver accettato di mettervi alla prova in questa sfida, su un argomento un po’ vintage, come me. 
E vi ringrazio perché in questo mese anch’io ho imparato molto, da tutti voi. Grazie per avermi coinvolto con i vostri messaggi, le vostre domande, i vostri dubbi, certezze e incertezze. E’ stato bellissimo attraversare con voi il tourbillon di questa sfida. Spero di essere stata all’altezza.

Ora passo a Marina il testimone che Silvia mi ha consegnato, e di cui non la ringrazierò mai abbastanza.

Certe notti son notti ma non son mai restata sola, con le terrine e voi, e la cucina riapre, prima o poi.