era la regola a casa di mia madre.
Era sempre a fette o a tranci. Palombo la maggior parte delle volte,  oppure, più di rado,  sardine.
A casa nostra abitava il pescivendolo che aveva il banco  al mercato di piazza Wagner.
Ogni venerdì glielo portava a casa lui, l'Abbondio Suigo....il capostipite di una famiglia che ancora oggi ha lo stesso banco nello stesso mercato....
così la sera  del venerdì a cena c'era sempre il palombo in umido, e più  raramente le sarde fritte.
Non mi è mai piaciuto il palombo in umido, mai. Ma mi toccava mandarlo giù lo stesso. E mi costava tanta fatica....
Inutile dire che, appena andata via da casa, non l'ho mai più cucinato e nemmeno più visto a dire il vero...
Quelli erano tempi duri,  mia madre cercava di far quadrare il bilancio scegliendo quel tipo di pesce, meno costoso e pregiato...
La prima volta che assaggiai qualcosa di diverso fu in occasione di un  breve viaggio verso Fraciscio, vicino a Campodolcino, su verso le montagne della Valle Spluga...un viaggio fatto  con mio padre e il suo amico Domenico, che aveva una casa là. Un viaggio  nella sua bella macchina blu, un'Alfa 1900....Non so per quale motivo andarono fin lassù, ma mio padre volle portarmi con sé.
Ero elettrizzata dalla gita, difficilmente succedeva che noi potessimo andare a fare qualche giro. La portineria occupava anche i sabati e le domeniche e quell'occasione fu davvero speciale..
Facemmo tutta la strada lungo il lago di Como, e all'ora di pranzo ci fermammo in un ristorante....il mio primo ristorante! Mi sentivo una principessa, con la mia gonna a pieghe blu con le bretelle, la camicetta bianca e le scarpette rosse.....andare al ristorante o in trattoria, a quel tempo, per me e la mia famiglia, era un lusso....
Non ricordo dove fosse questo posto, in che paese del lago, ricordo solo che dalle finestre si vedeva il lago e la montagna di fronte.... mi portarono una trota salmonata,  bollita con la maionese. Una carne rosa, morbida e succulenta, dal sapore delicato, accompagnata da una cupoletta di maionese....ricordo che la mangiai lentamente, cercando di farmela durare il più a lungo possibile, come a voler fissare nella mente e nelle papille, il suo sapore.. era qualcosa di completamente diverso da quello che avevo conosciuto fino a quel momento, abituata al sapore un po' greve del palombo in umido di mia madre...

Ai giorni nostri, che abbiamo tutto praticamente in ogni momento,  la trota è un pesce che non cucino mai...scelgo quasi sempre pesce di mare ogni volta che sono davanti al banco della pescheria...ma quella trota mi fa sorridere ancora oggi...

Quello che vi propongo non ha nulla a che fare  con le trote, è un piatto diverso, saporito, che si prepara anche velocemente..



Seppie al verde con puré di patate al profumo di limone


per due/tre persone

3 grosse seppie
1 manciata di capperi sotto sale
1 ciuffo abbondante di prezzemolo
1 piccola cipolla bionda
2 spicchi d'aglio
4 filetti di acciuga sott'olio
1 bicchiere di vino bianco
sale, pepe nero macinato al momento
olio e.v.


per il puré

4 belle patate grosse
latte q, b.
burro q.b.
poca scorza di limone





pulire, lavare  e affettare le seppie in pezzi il più possibile regolari, in modo che cuociano uniformemente.

Dissalare i capperi, mondare e lavare anche il prezzemolo. Una volta pronti entrambi, tritarli insieme abbastanza finemente e tenere il trito da parte.
In una larga padella scaldare l'olio e aggiungere la cipolla tritata, l' aglio e i filetti di acciuga.
Abbassare la fiamma  per  lasciar fondere l'acciuga senza che bruci  e appassire la cipolla. A questo punto unire le seppie tagliate, mescolare per farle insaporire bene, salare e pepare e sfumare con il vino bianco.
Coprirle d'acqua, o, se l'avete, con del fumetto di pesce e lasciarle pippiare dolcemente finchè son quasi cotte e il fondo si sarà ristretto, senza però asciugare completamente, deve essere  ancora un poco lento.
A questo punto aggiungere il trito di prezzemolo e capperi e portare il tutto  a cottura, mescolando spesso, aggiungendo poca acqua o fumetto, se  alla fine il  fondo fosse troppo asciutto.

Tenere in caldo e preparare il puré di patate al solito modo.  Una volta pronto, profumarlo con della scorza di limone.
Al momento di andare a tavola, fare un nido di puré, cospargere con un altro po' di scorza di limone e adagiare nel nido le seppie ben calde.