Oggi è il giorno de Il Club del 27 che torna, puntuale come una cambiale, con il libro Extra Virgin: Recipes and love from our Tuscan kitchen di Debi Mazar e Gabriele Corcos.

Un libro da tenere a portata di mano, pieno di belle idee e di piatti classici, i nostri piatti, magari un po' rivisitati ma ben fatti.

Io ho scelto un piatto che solo a nominarlo fa venire l'acquolina, un primo che faccio spesso ma che non mai pubblicato nel blog.






Spaghetti alla puttanesca

per 4 persone

450 g di pomodori
2 spicchi d'aglio affettati sottili
4 filetti di acciuga
60 g di olive di Gaeta, denocciolate e affettate
1 cucchiaio di capperi sotto sale
450 g di spaghetti
3 cucchiai di olio e.v. d'oliva
sale, pepe nero macinato al momento
1 pizzico di peperoncino
un ciuffo di prezzemolo tritato per guarnire


In una casseruola portate a ebollizione dell'acqua, scottate i pomodori nell'acqua bollente per un paio di minuti, più o meno, scolateli e pelateli. Tagliateli a metà, eliminate i semini e fateli a cubetti.

Portate a ebollizione l'acqua per la pasta. Quando bolle, calate gli spaghetti.
Dissalate i capperi sotto l'acqua corrente e tritateli grossolanamente.

In una padella saltapasta,scaldate l'olio a fuoco medio alto, aggiungete le acciughe, il peperoncino, i capperi, le olive e fate insaporire 3 o 4 minuti, mescolando in modo che le acciughe si sciolgano.
Unite i pomodori, abbassate il fuoco e cuocete il sugo per 10 o 15 minuti. Regolate di sale e di pepe.

Scolate gli spaghetti e versateli nella padella e mantecate la pasta fino a quando sarà ben condita.
Servitela con una spolverata di prezzemolo tritato e ancora un filo d'olio.


Qualche info sulle origini di questo piatto. Da Wikipedia:

"Le prime testimonianze di una pasta condita con una salsa molto simile a quella della Puttanesca, risalgono agli inizi del XIX secolo, quando il Cavalcanti, nel suo manuale Cucina torico-pratica propose alcune ricette di cucina popolare napoletana, tra le quali una "puttanesca ante litteram, definendola "Vermicelli all'olio con olive capperi ed alici salse".

Dopo alcune sporadiche apparizioni in altri ricettari di cucina napoletana, nel 1931 la Guida gastronomica d'Italia, edita dal T.C.I., la elenca tra le specialità gastronomiche della Campania, definendola "Maccheroni alla marinara" anche se la ricetta proposta è indubbiamente quella della moderna puttanesca. Si tratta dunque di uno dei molti casi nei quali il nome con cui è nota oggi la preparazione è successivo alla comparsa della stessa. Infatti a Napoli, nel linguaggio comune, questo particolare condimento per la pasta è noto semplicemente come aulive e cchiapparielle.

Il primo riferimento esplicito agli "spaghetti alla puttanesca" è quello di Raffaele La Capria nel romanzo Ferito a morte (1961), in cui si menzionano gli "spaghetti alla puttanesca come li fanno a Siracusa."