E' passato molto tempo da quel giorno
di maggio, oggi sono 35 anni.
Ma è come se fosse ieri, per me.
Guardarti con tuo figlio evoca
sentimenti profondi, e ricordi bellissimi di te nelle varie fasi
della nostra vita.
Faceva caldo in quella sala parto
dell'ospedale San Carlo, un caldo afoso in una atmosfera molto tesa,
per via dello sciopero in atto, e a causa di una disgrazia appena
successa in quella stessa sala parto. Nel giro di due giorni erano
morte due donne dopo aver partorito e la preoccupazione la si coglieva pienamente.
Ero inquieta e avevo anche un poco di
paura, sapevo quello che mi aspettava, ero al secondo figlio.
Mi ero presentata al pronto soccorso
alle 11 della mattina e avevano accettato il ricovero appunto perchè,
anche se la la cosa pareva potesse andare per le lunghe, col
secondo figlio tutto avrebbe potuto evolvere più velocemente. Mi
hanno assegnato un posto, fortunatamente nell'ala nuova. Era una
stanza a due letti, e la nursery da quattro posti la divideva da una
stanza speculare dall'altra parte dei vetri. Due stanze da due
letti e, fra loro, la nursery con quattro piccole culle, due culle termiche e tutto
l'occorrente per accudire i neonati.
Ho guardato con infinita tenerezza
quelle culle d'acciaio, pensando a te che stavi per nascere, e la
mano è scesa automaticamente sulla pancia, per farti una carezza.
Neanche il tempo di cambiarmi che
subito una infermiera mi ha portato in sala travaglio, qualche piano
più giù.
Erano le prime volte in cui anche i
padri potevano entrare in sala parto, ma in ospedale si stavano
ancora attrezzando e in quel momento non era possibile per tuo
padre assistere al parto.
Papà è rimasto fuori dalla sala parto
tutto il tempo, raggiunto nel pomeriggio da tua zia Ivana... è
stato parecchio lunga l'attesa. Ma il sapere che lui era lì fuori,
mi rassicurava e mi dava forza.
Come mi dava forza sentire il tuo
battito attraverso il monitor. Pensavo solo a te, al momento in cui
ti avrei avuto fra le braccia. Ancora non sapevo se il bimbo nel mio
pancione fosse maschio o femmina, ma non mi importava, volevo solo
che fosse sano e che tutto andasse bene.
Ero sola in sala parto, e il tempo era
scandito dalle contrazioni e dal rumore ritmico del tuo battito
veloce. Mi seguivano due ostetriche e un medico, unico personale
sanitario presente che assicurava il servizio durante lo sciopero.
Fra una contrazione e l'altra parlavamo
molto. Una delle ostetriche era molto giovane, l'altra invece era
una donna sui 45 anni, molto bella, con dei capelli corvini e
profondi occhi neri che spiccavano moltissimo per la sua carnagione
molto chiara.
Così, in un attimo di pausa nelle
contrazioni, ho raccontato che ero rimasta turbata da quanto successo
a una amica. Durante il parto il suo bimbo era morto strangolato dal
cordone ombelicale avvolto intorno al collo e in cui si era
impigliato un piedino . Per tutta la gravidanza ho avuto il
pensiero che potesse succedere anche a me, e anche se cercavo di
scacciare i pensieri negativi, questa cosa restava lì, acquattata da
qualche parte nella memoria, per poi riaffacciarsi improvvisamente
caricandomi di ansia.
Ma ora ero lì, tu stavi per nascere, e
le ostetriche mi rassicuravano
- Ci siamo noi, pronte ad ogni
evenienza, stia tranquilla– mi dicevano.
Finalmente, mentre il sole cominciava a
calare all'orizzonte, è arrivato il momento in cui ti sei
affacciata alla vita, e ho sentito le due donne parlarsi sottovoce
al contrario di quello che avevano fatto fino a quel momento. Ho
capito che qualcosa non quadrava , ma ti ho sentito uscire da
me e dopo qualche secondo ho sentito anche il tuo pianto mentre le
ostetriche, contente, mi hanno detto : è una bella femminuccia! La
preoccupazione è passata in un istante, lasciando il posto a una
gioia immensa.
Ti ho stretto fra le braccia, avvolta
in un telo verde, uno scricciolo pelato e tenerissimo che si è
calmato non appena appoggiato sul mio cuore..
Quando ti hanno tolto dal mio
abbraccio per portarti di sopra nella culla termica, ho chiesto alle
ostetriche come mai bisbigliassero. Loro si sono scambiate uno
sguardo e la più giovane mi ha detto che avevi due giri di cordone
ombelicale intorno al collo, ma loro, con un movimento veloce hanno
fatto in modo che il cordone si allentasse.
In quel momento le avrei baciate,
grata per la loro esperienza e grata alla fortuna di averle avute
entrambe tutte per me quel giorno, sicure e professionali. Ricordo che le lacrime sono scese copiose, irrefrenabili e a lungo. Un pianto liberatorio.
Il dopo in ospedale è stato tutto in
salita, ma è durato poco, per fortuna. Una volta a casa è stato
tutto più facile, nonostante il tuo poco dormire...
Il tempo è volato, talmente volato che
mi sembra che tu ci abbia messo pochissimo a crescere, il 28
maggio 1979 era quasi l'altro ieri...
Ora sei una donna consapevole,
affermata, nel pieno del suo fascino, sei moglie e madre .
Ma io, in certi momenti non posso fare
a meno di scorrere i fotogrammi di tutta la nostra vita,
Rivedo tua sorella che ti accarezza
delicatamente non appena entrata in casa di ritorno
dall'ospedale, tenera e protettiva, e ti rivedo piccolissima, sul
terrazzo, intenta a giocare con quella tanica vuota, camminavi da
poco e la tanica era quasi più grande di te, ma quante ore ci hai
perso spostandola su e giù! Chissà cosa ti divertiva tanto...
Ti rivedo il primo giorno di scuola,
emozionata e un po' intimorita che stringi forte la mia mano, e poi
ancora ti rivedo in piedi, mentre discuti la tua tesi di laurea ma
sotto il tavolo ti tormenti nervosamente le mani...e infine ti rivedo
in abito da sposa, mentre al braccio di tuo padre sali quelle scale
radiosa, andando incontro alla tua nuova vita...
35 anni....Accettiamo il tempo che
passa, noi, madri e figlie. Come tutte eppure diverse da tutte.
Ognuna di noi anello di una catena di amore.
Auguri Chiara, buon compleanno!
Festeggiamo con la tua torta preferita?
Crostata golosa
pere e cioccolato
Brisée al
cioccolato:
170 gr di farina
120 gr di burro
60 gr di zucchero
40 gr di cacao amaro in polvere
ripieno:
120 gr di cioccolato fondente al 60%
200 gr di panna fresca
1 uovo
1 tuorlo
25 gr di zucchero
2 pere kaiser
25 gr di zucchero semolato
Per la base:
fate ammorbidire il burro e setacciate la farina con il cacao.
Impastate il burro burro con lo zucchero e quando sono amalgamati aggiungete la farina miscelata col cacao.
Impastate velocemente, fate una palla, avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigorifero per almeno un’ora. Io l'ho preparata la sera prima.
Imburrate e infarinate uno stampo da crostata da 24/26 cm. con un mix di farina e cacao. Riprendete la pasta e stendetela con il mattarello fra due fogli di pellicola, sarà molto più agevole poi trasferirla nello stampo.
Trasferite la pasta nella tortiera creando anche i bordi laterali, bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e rimettete il tutto in frigo per mezz’ora a riposare.
fate ammorbidire il burro e setacciate la farina con il cacao.
Impastate il burro burro con lo zucchero e quando sono amalgamati aggiungete la farina miscelata col cacao.
Impastate velocemente, fate una palla, avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigorifero per almeno un’ora. Io l'ho preparata la sera prima.
Imburrate e infarinate uno stampo da crostata da 24/26 cm. con un mix di farina e cacao. Riprendete la pasta e stendetela con il mattarello fra due fogli di pellicola, sarà molto più agevole poi trasferirla nello stampo.
Trasferite la pasta nella tortiera creando anche i bordi laterali, bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e rimettete il tutto in frigo per mezz’ora a riposare.
Trascorso il tempo, cuocete in bianco con il forno a 180° per 10 minuti circa, poi toglietela, eliminate carta e fagioli o quello che avete usato per la cottura in bianco, e lasciatela intiepidire.
Nel frattempo spezzettate grossolanamente il cioccolato raccogliendolo in una ciotola.
Nel frattempo spezzettate grossolanamente il cioccolato raccogliendolo in una ciotola.
Scaldate
la panna insieme allo zucchero senza arrivare all'ebollizione, versate il tutto sul cioccolato, lasciate riposare qualche minuto, poi amalgamete bene con una spatola o una piccola frusta finchè la ganache è liscia e lucida.
Lasciate intiepidire il cioccolato e aggiungete il tuorlo e l’uovo intero sbattuti insieme, miscelate bene.
Versate questo composto sulla base,
Lasciate intiepidire il cioccolato e aggiungete il tuorlo e l’uovo intero sbattuti insieme, miscelate bene.
Versate questo composto sulla base,
Sbucciate le pere e tagliatele a fettine sottili, disponetele in cerchi concentrici sul
ripieno e spolverizzate di zucchero semolato.
Rimettete in forno e fate cuocere per 20 minuti a 180°
Rimettete in forno e fate cuocere per 20 minuti a 180°
come non festeggiare il compleanno di una donna che porta il mio stesso nome? Auguri di cuore Chiara, un abbraccio a te e alla tua speciale mamma!
RispondiEliminaEmozionante il tuo racconto, Giuliana!
RispondiEliminaTantissimi auguri a Chiara e complimenti a te per la crostata cioccolatosa!
che belle parole ... ho le lacrime agli occhi.... oltre che una cuoca perfetta, credo tu sia veramente una bella persona
RispondiEliminaGiuliana come sempre i tuoi scritti mi commuovono!
RispondiEliminaAuguri Chiara, buon compleanno!!
Io ho due figli maschi quindi non potrò provare quelle affinità elettive che si vivono con una figlia femmina...ma mi sono commossa lo stesso. Grazie per il tuo dolcissimo racconto.
RispondiEliminaanche per me il travaglio del primo figlio è stato nonostante tutto un bellissimo momento ricordo che la mia ostetrica visto che io non volevo coricarmi sul letto lo ha fatto lei e tra una contrazione e l'altra parlavamo del più e del meno come vecchie amiche, bellissima questa golosa crostata,felice week end speriamo senza pioggia
RispondiEliminaTanti auguri a Chiara e complimenti alla mamma: mi hai catapultata indietro nel tempo, rivivendo tante delle tue emozioni. Grazie.
RispondiEliminaBacio.
Sempre maestra nei racconti e nelle ricette !
RispondiEliminaTi voglio bene !
Franci54
Sfogliando virtualmente i post tratti dalla rubrica di Chiara "Blog's got talent", ho letto la puntata dedicata a te. Il link mi ha portato direttamente a questo post che mi ha commossa e conquistata. Ringrazio Chiara per avermi dato l'opportunità di conoscerti e dico grazie a te per avermi regalato questa emozione.
RispondiEliminaUn caro saluto e a presto!
Maria Grazia
Ci sono alcune cose che mi sono molto piaciute in questo primo giro di blog:la gallina vintage( devi essere una persona spiritosa...e mi piace), le memorie di cucina(e trovo che sia un bel modo poetico e più profondo di parlare di ricette...e mi piace)come hai descritto la nascita di tua figlia e ho ritrovato i miei ricordi nei tuoi..per questo ho iniziato a seguirti e mi farebbe molto piacere se facessi un salto da me.
RispondiEliminaTi auguro uno splendido weekend!
Angela
Arrivo tardi per gli auguri. La storia del cordone è accaduta a mio zio, il quale era anche uscito con i piedi davanti, e più usciva più il cordone stringeva. Anche li', raccontava mia nonna, l'ostetrica era stata bravissima e lo aveva liberato in un lampo, appena apparsa la testolina.
RispondiEliminaMa il parto doveva essere stato molto doloroso, anche se lei questo non lo diceva apertamente. Dopo questo quarto figlio, il solo maschio, lei aveva detto basta. Allora pero' guai parlare di contraccezione... e quindi lei comincio' a evitare il marito in ogni modo... smise di andarsi a coricare la sera... passava la notte su uno sgabello in cucina, con il pretesto delle faccende... una storia tristissima e cosi' stupidamente inutile...