venerdì 25 novembre 2011

un pezzetto del mio cuore


E' a Nosy Be, a poche miglia dalla Grande Terre, il Madagascar, un'isola che definire paradiso non rende veramente l'idea.

Il Madagascar, che si affaccia sul canale di Mozambico e dalla parte opposta sull'Oceano Indiano, è chiamato l'Isola Rossa perchè il suo terreno è costituito per la maggior parte di Laterite, una roccia sedimentaria ricca di ferro e alluminio, che viene trasportata al mare dai numerosi fiumi.
E' la quarta isola al mondo, con il più ricco patrimonio naturale del pianeta.
E' una terra dai molti colori, che variano dal rosso del terreno al verde delle foreste, al blu e al turchese dell'Oceano che la circonda.






Una terra magica, dove si ritrova il ritmo con la natura, lussureggiante e rigogliosa, dove ci si sente in armonia con se stessi e il creato...lo sguardo passa incredulo da una specia ell'altra, dalle palme al frangipane, dal rosso sangue degli ibisco del Gabon all'albero del caffè, dal profumo dell'ylang ylang alla bellezza del fiore di corallo...











la fauna è qualcosa che non ti aspetti, qualcosa che difficilmente potrai vedere altrove, tantissime specie di camaleonti, piccoli gechi verdissimi, cicale enormi che stordiscono e ti impediscono persino di sentire la voce umana, lucertole grandi come iguane,  ragni enormi, stelle marine di ogni tipo, aironi blu, il temerario Martin Pescatore e i lemuri, creature deliziosamente miti, morbidissimi e socievoli, giocosi e affettuosissimi...















Le isole disseminate intorno sono piccoli paradisi terrestri, con sabbie bianche e spiagge incontaminate, popolate solo da sporadici villaggi costruiti vicino a un corso d'acqua...alcune ti sembra persino impossibile che possano esistere con tanta bellezza, il cielo sembra così vicino da poterlo toccare, e il mare è talmente cristallino e ricco di sfumature di blu che ti immagini di essere dentro a un dipinto di Chagall...













Ma quello che colpisce di più è la gente.
Gli abitanti di questa meravigliosa isola sono un popolo unico e allo stesso tempo una mescolanza di razze, di Africa, India e Polinesia. Sono belli, eleganti, sinuosi, vivono con ritmi lenti e tranquilli, e quando sei con loro ti immergi completamente nella loro cultura e nelle loro antiche tradizioni.
Sono tutti cordiali e bendisposti, sempre con il sorriso sulle labbra, nonostante abbiano una vita assolutamente difficile, fra mille problemi e una miseria cronica, endemica, rassegnata, quasi fatalista.
Le loro case sono poverissime baracche di legno e palme, una povertà che ti lascia senza fiato, che ti colpisce come un pugno a tutta forza nello stomaco, che ti fa riconsiderare tutta la tua vita, che ti spinge a fare qualcosa , qualsiasi cosa, per portare aiuto, non ne puoi fare a meno, sentendoti anche colpevole per quello che sprechi senza remore. 




Le poche auto che girano, perlopiù di provenienza francese, tipo R4 e altre vecchie Renault, sono tenute in vita da meccanici di tutto rispetto, appaiono morte, ma risorgono sempre, hanno molte vite, come i gatti.




Le donne, anche qui, reggono il peso di tutto, sono loro che accudiscono i bambini, che fanno il bucato nel rigagnolo che scorre poco lontano dalla capanna, che preparano quel poco cibo, cucinandolo su bracieri improbabili fuori delle capanne, che vanno fin da bambine  a prendere l'acqua facendo chilometri e tornano camminando leggere con quella straordinaria abilità di tenere qualsiasi cosa in equilibrio sulla testa, sempre le donne intrecciano con grande abilità stuoie morbide in fibra di cocco, o ricamano e intagliano tovaglie da vendere ai turisti per pochi euro, contribuendo al magro bilancio familiare, donne che si dipingono il viso di fiori...























Gli uomini che vivono sulle coste vanno a pesca per la maggior parte del tempo, su piroghe scavate nel legno o su barche malmesse dalle vele malamente rattoppate, e affrontano l'oceano, lo conoscono, lo praticano tutti i giorni, e quando tornano, frotte di bambini aiutano a lavare e pulire il pesce per la famiglia, pensando anche alla sua conservazione, per quando il mare darà pochi frutti, gli altri, quelli che vivono nell'interno, sono contadini e pastori, e pastori ricchi se hanno uno zebù...












In Madagascar lo zebù è molto più di un semplice animale, è un simbolo di ricchezza, di vita e di morte. Simbolo di ricchezza, perché questa è comunemente misurata da quanti omby (zebù) possiede una famiglia, è simbolo di vita perché di questo animale si sfrutta tutto, lavoro nei campi, animale da trasporto, latte, carne, pelle e corna, ed è anche simbolo di morte perché viene sacrificato e offerto in banchetto a tutti i partecipanti ad un funerale e le corna serviranno ad abbellire le tombe dei defunti, o gli alberi intorno alla capanna dove vive la famiglia che lo possedeva.






E quanti mercati......
a volte all'aperto, e a volte al chiuso....sono una esplosione di colori e di odori, nel mezzo di un caos di gente e la merce esposta su tavoloni di legno...hanno poco i malgasci ma quel poco è esposto con ordine e cura...i pomodori impilati con ordine, il pesce secco per grandezza, le ceste di granchi vivi ricoperti di fango per tenerli idratati, oppure quelle di riso, rigorosamente allineate, e le bottiglie tutte in ordine di grandezza,







Ci si fanno incontri incredibili intorno al mercato....a volte galline e tacchini vengono trasportati appesi per le zampe, e sembrano borbottare seccati guardandosi intorno da sotto in su...




Accanto ai mercati di carne e di verdura ci sono sempre angoli di erbe medicinali e spezie, una sorta di farmacia tribale che una specie di stregone espone per la strada, per chi non vuole affidarsi alla medicina come la conosciamo noi...
Le cortecce intrecciate odorano di alberi antichi e saggi, ceppi di aloe vengono ordinatamente accatastati. Le loro foglie sembra che servano per curare i gonfiori dovuti alle slogature e per disinfettare le ferite.




Dopo le erbe si incontrano le pentole; dopo le pentole i saponi, e dopo i saponi, le stoffe...







I piccoli paesi sono pressocché delle bidonville, la vita si svolge tranquillamente per le strade polverose, la corrente elettrica fornita da un unico generatore per tutta l'isola, e soprattutto per chi può comprarsi un trasformatore, altrimenti resta solo la luce delle candele.
La notte cade prestissimo lì, alle 17 è già buio pesto, e passando per quelle strade, le puoi trovare disseminate di piccolissime luci tremule, che ti fanno pensare a presepi sparsi e mollemente allungati








mentre il tramonto incendia il cielo, lungo la linea dell'orizzonte sul mare...






Passi per le strade e guardando ai lati vedi le persone sedute fuori dalle capanne, rischiarate dalla flebile luce delle candele e del braciere dove cuoce la cena...
il pasto è sempre molto povero, anche se la loro cucina, pur essendo scarna, è comunque ricca di profumi e sapori,..il riso al cocco per esempio, è di una bontà incredibile, così' come il pesce alla vaniglia, che mai ti aspetteresti così particolarmente buono., per non parlare del cocco caramellato...


I bambini....
sono quelli che ti catturano, ti conquistano per sempre, con quei sorrisi, con quegli occhi profondi e scuri. E scatti foto, maree di foto, per poterli portare a casa con te per sempre quegli occhi e quei sorrisi, perchè lo sai che non ti abbandoneranno mai quegli occhi e quei sorrisi....





























infatti, un pezzetto del mio cuore è là, a Nosy Be, con i bimbi della Missione di Santa Teresa del Bambin Gesù, a Hell Ville, capoluogo dell'isola, oltre 600 bambini di ogni età affidati a una dozzina di giovani suore, che garantiscono almeno un pasto quotidiano e una istruzione minima, e ora anche un ambulatorio medico e oftalmico, grazie allo sforzo di tante persone che si sono riunite nell'Associazione Bambini del Madagascar, costituitasi in Italia per mettere in pratica un percorso di solidarietà atto ad aiutare la Missione.
Hanno bisogno di tutto, ma proprio di tutto. Oltre all'adozione a distanza, anche di indumenti, di materiale didattico per la scuola, e soprattutto di medicine...
L'anno scorso abbiamo scelto di fare le vacanze a Nosy Be, per unire la vacanza alla visita ai bimbi adottivi, con le mie amiche Silvana e Manuela, e con parte delle persone che si occupano dell'associazione, e i bimbi ci hanno regalato una giornata davvero speciale, una giornata in cui hanno fatto il saggio di fine anno alla nostra presenza.









































E' stata una cosa indimenticabile, emozionante, commovente..le parole non bastano a descrivere l'emozione e la gioia che ho provato ..una esperienza vissuta con leggerezza e familiarità con loro, che ci hanno accolti con la nostra stessa gioia.
Ho rivisto così Justine, la mia bimba adottiva, un adorabile faccino da monella, che sta crescendo a vista d'occhio e che è molto brava a scuola....














E' stato difficilissimo tornare a casa, il cuore era pesante, a volte lo è tuttora, per la lontananza, per la nostalgia di quei volti e di quei sorrisi, di quegli occhi così pieni di curiosità e di gioia.






Mi mancano quei bambini....
Ma il seme è gettato, e un seme cresce, germoglia, e poi si moltiplica....
il seme della solidarietà, dell'amore per il prossimo, e dell'accettazione dell'altro, perchè aiutare gli altri, aiuta noi stessi.








12 commenti:

  1. Io ci andro'. Io ci voglio proprio andare.

    Pinella

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  2. Grazie, Giuliana per avermi fatto conoscere quello che ormai è il "nostro" paradiso.

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  3. Silvana, quanta nostalgia!!! Guardo e riguardo le foto, cercando di rivivere quei momenti così belli vissuti insieme, e in attesa di ritornarci....

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  4. E' anche il mio Paradiso che ripercorro con le tue stupende immagini e racconto:-)Grazie Giuliana!!
    Sandra

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  5. Mi hai fatto venire voglia di trasferirmi in Madagascar.... ma ricordavo le foto...

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  6. Che brava Giuliana! E che belle le foto.Un abbraccio e grazie

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  7. Giuli che emozione!!! Hai saputo rendere con le tue immagini la vera essenza di quei posti e di quelle persone, grazie!

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  8. Giuliana, avevo visto queste foto, ma l'emozione è sempre nuova, non mi vergogno di dire che la commozione mi ha preso fino alle lacrime, fino al cuore. Grazie

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  9. La bellezza dei luoghi,delle persone e la tua narrazione mi hanno commossa e rapita, letteralmente! Ero anch'io là,tanto coinvolgente è stato il tuo reportage-un viaggio dell'anima e non solo una ricerca di luoghi esotici...Franca B.

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  10. Bellissime queste immagine e il tuo racconto ....

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  11. Che foto meravigliose! Mi hai fatto venire i brividi...

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  12. che emozione leggere di quei luoghi e guardare queste foto meravigliose...desidero da sempre andarci e chissà se mai ci riuscirò.

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