a casa mia si è sempre apprezzata la carne di coniglio.
Sin da quando ero bambina facevano parte della vita in campagna, mia nonna ne aveva sempre e li teneva dietro la casa, dentro a specie di grandi gabbie di legno, poste in un recinto apposito,  che dividevano con le galline, anche se queste vivevano a terra ma poi avevano una specie di rastrelliera dove appollaiarsi per la notte.
La carne bovina era un lusso delle feste e in Friuli conigli, polli, galline, oche, anatre, tacchini e faraone erano gli animali più sacrificati. Vivevano a stretto contatto con l'uomo, calpestavano il suo stesso cortile, razzolavano nel suo orto, mangiavano i suoi scarti, producevano uova, piume, concime e finivano sulla sua tavola e a volte servivano come scambio...qualcuno ti faceva un favore? Un coniglio era sempre gradito....
Qunte volte ho  "fatto" l'erba per i conigli! 
Vieni, diceva mia nonna sul far della sera,  andiamo a fare erba, e prendeva su il "zej",  un grosso cesto di rami di salice  intrecciati da mio nonno e si andava....
era l'erba medica dei campi di cui erano particolarmente ghiotti i conigli,  gli  stessi  che poi mia nonna scannava quando arrivavano al peso che lei riteneva giusto...
......non ho mai voluto vedere quando succedeva, ma mi è capitato di vederla all'opera dopo,  mentre toglieva loro la pelliccia, sfilandola come un guanto, intera. Li appendeva a testa in giù, incideva i tendini delle zampe posteriori e tirava verso il basso...
Faceva questo con enorme sicurezza, tranquilla, senza remore,  con gesti che venivano da lontano, dalla  vita contadina, scandita dalle stagioni, dalle coltivazioni dei campi,  dall'allevamento e  dalla macellazione  finale degli animali da cortile....credo che non si sia mai posta problemi etici....come le Azdoure emiliane, o le Regiure lombarde, lei reggeva il peso della famiglia, e doveva mettere in tavola il cibo...che fosse pollo, o coniglio, o anatra..andava sempre acchiappato e macellato...
 Mia zia Teresina, sua figlia,  ne alleva  ancora tutti  gli anni, anche se,  per i suoi, parlare di conigli è inappropriato, alla fine sono davvero grossi. Con mezzo coniglio dei suoi puoi sfamare una famiglia di tre persone....

Io non so se è perchè è uno di quei sapori legati all'infanzia, ma il coniglio cucinato da mia nonna me lo ricordo ancora,  morbido che si scioglieva in bocca, con il profumo del rosmarino che ne esaltava la bontà, e soprattutto cucinato sulla cucina a legna.....sarà stato quello l'ingrediente speciale?

Fortunatamente anche a tutti i miei piace la carne di coniglio,  così lo cucino abbastanza  cercando di cambiare sempre  ricetta, provandone di nuove, a volte inventandole, più o meno come questa:



Rotolo di coniglio alle olive taggiasche


1 coniglio disossato
2 o 3 salamelle mantovane, dipende dalla stazza del coniglio
100 gr prosciutto cotto affettato
un trito di prezzemolo e aglio
4  o 5 pomodori secchi sotto sale,  io uso quelli sardi, sono molto più cicciosi e
morbidi anche se sono sotto sale.
1 vasetto di olive taggiasche sott'olio,  denocciolate
un trito abbondante di rosmarino e poco aglio
1 bicchiere di vino bianco di buona qualità
sale, pepe nero
olio e.v. buono


disossare il coniglio con un coltello da disosso molto affilato, oppure farlo disossare dal macellaio, se si ha la fortuna, come me, di avere un macellaio di fiducia  molto disponibile...
Pulirlo da eventuale grasso superfluo, lavarlo in acqua e aceto, asciugarlo molto bene.
Stenderlo su un tagliere, salare  pepare e  foderare l'interno con il  prosciutto cotto, premendo bene affinché aderisca perfettamente  alla carne. Questo servirà anche a tappare qualche buco o taglio nella carne fatto durante il disosso.
Spellare le salamelle e spalmarle sopra il prosciutto arrivando a coprire tutta la superficie del coniglio, ma lasciando un poco di spazio lungo i bordi, premere bene di nuovo.
Tritare il prezzemolo con un piccolo spicchio d'aglio e spargere anche questo sopra le salamelle.
Arrotolare partendo dalla parte più corta e alla fine rincalzare i lati esterni in modo che la carne chiuda completamente il rotolo.
Legare con della corda da cucina a mo' di arrosto arrotolato.
Tritare finemente un rametto di rosmarino insieme a un altro piccolo spicchio d'aglio.
Mettere a scolare le olive  in un colino  in modo che perdano il grosso dell'olio di conserva.
In una capace casseruola scaldare l'olio e rosolare il rotolo da tutte le parti, finchè è ben dorato, quindi aggiungere il trito di rosmarino e aglio, salare e pepare abbondantemente.
Sfumare con il vino bianco e lasciar evaporare, quindi sciacquare velocemente in acqua fredda i pomodori secchi, spezzettarli con le mani e aggiungerli nella casseruola, aggiungere anche le olive sgocciolate, lasciar insaporire qualche minuto poi  aggiungere acqua calda, o meglio, se l'avete, del brodo caldo fino ad arrivare a metà della carne. 
Coprire e lasciar cuocere pian piano finchè il liquido si restringe a sughetto e la carne è completamente morbida se la provate con una forchetta. Ci vorrà poco più di un'ora, un'ora e mezza.

E' ottimo servito con del puré di patate..



Buon appetito!!