domenica 19 febbraio 2012

Come si cambia..

eh sì, come si cambia...
Non mi sono mai piaciuti i cachi.  No,  forse non è del tutto esatto. Una volta li mangiavo,  quando avevano ancora i semi.
Quattro grossi semi marroncini avvolti da una polpa più gelatinosa ed elastica, gommosa quasi......ecco,  era quella che mi piaceva, tutto il resto del frutto lo mangiava mio padre, che ne andava matto.  Metteva un'idea di  Cognac nel mezzo macello che avevo fatto scavando nella polpa, e letteralmente li divorava...
Mia nonna ne aveva una grande pianta in mezzo all'orto dietro la casa, in Friuli. D'inverno rallegrava tutto con quei palloncini arancioni appesi a sembrare tante piccole lanterne..
Ma lei la odiava quella pianta, e ha fatto di tutto per farla morire, senza riuscirci. Alla fine ha preso la drastica decisione di  tagliarla, e l'ha fatto senza metterci ne uno ne due,  alla fine di una estate.
Inutile dire che i miei, che vivevano a Milano, non sapevano nulla.
Così, una volta arrivati al paese per le feste di Ognissanti, si sono trovati la  sgradita sorpresa. Niente più pianta, e soprattutto  niente più cachi.
Ricordo ancora la rabbia di mio padre, imprecava come un camallo inferocito in mezzo al cortile........
ricordo anche il mio dispiacere, sotto l'ombra del suo cappello avevo giocato una infinità di volte da bambina, mentre la nonna faceva il pisolino del dopopranzo...
era sempre stata lì, sempre. Ed era rimasta solo  una macchia di terra smossa.....
Odio veder tagliare gli alberi, è una vera sofferenza per me, soprattutto ora che è scoppiata questa maledetta moda di capitozzarli, di tagliare loro la cima, anche senza un vero motivo. L'albero è una scultura viva, che aiuta a vivere, ci regala tantissimo, e capitozzarlo significa condannarlo a una lunghissima agonia...
Se penso a quella pianta di cachi, mi rivedo con AnnaMaria, la mia compagna di scorribande estive, anche lei refrattaria alla pennica post prandiale.... quanti giochi là sotto!  Avevamo fatto una specie di armadietto con dei legni di recupero,  rivestito alla bell'e meglio con una vecchia tovaglia di plastica, e lo lasciavamo sotto quelle fronde scure.. ci mettevamo i pentolini e le tazzine di plastica, classici regali di Natale per le bambine di un tempo, dove fingevamo di cucinare....che fosse già  un segno?
Attingevamo a piene mani dall'orto....cetrioli e pomodori ancora caldi di sole....che sapore!!! I fiori di zucca, sapevo quali prendere, quelli sterili,...non avrebbero fatto zucchine....ce n'erano sempre in abbondanza,  nonna non si sarebbe accorta pensavo.....
li stracciavamo e li mescolavamo alle foglie delle succulente di mia nonna tagliate a pezzettini.......un connubio perfetto direi, soprattutto per la gioia di mia nonna,
quel pasticcio  non lo mangiavamo di sicuro...fingevamo di preparare il minestrone per i nostri ipotetici mariti....
Questo avveniva d'estate, durante le mie lunghe vacanze friulane.....me ne andavo quando i cachi cominciavano ad abbozzarsi sulla pianta, piccoli frutti verdi in divenire e che non mi piacevano del tutto...
Infatti non è un frutto che gira molto in casa mia, solo sporadicamente, giusto qualche volta  per mio marito e le mie figlie, ma anche loro non ne sentono la mancanza.....
col tempo poi,  dal cuore del frutto sono spariti i semi, ragione di più per non comprarli, visto che l'unica cosa che mi piaceva era quella membrana gommosa che li rivestiva...ora invece ci sono sui banchi i cachi mela, duri che sembrano palle da tennis.... E la cosa mi ha incuriosito, mi son chiesta se allappassero, come succedeva con quelli non ancora maturi, e nonostante le assicurazioni  del contrario del mio  fruttivendolo non mi sono mai avventurata a comprare questi cachi-mela .....poi   ho  visto un dolce che Artemisia ha pubblicato sul suo Blog...talmente bello e particolare che sono stata tentata, perchè no  mi son detta, ... ho messo da parte la mia avversione per questo frutto e ho pensato che sicuramente, anche se a me non fosse piaciuto, qualche cliente l'avrei comunque trovato....e infatti...
ecco la mia versione, un po' arrangiata, non avendo la pentola da tatin...



Tatin di cachi e frolla di cioccolato e mandorle

per la frolla:
200 gr farina
100 gr burro
50 gr cioccolato fondente
50 gr zucchero
50 gr mandorle
Rhum 


per il ripieno
4 cachi mela
4 o 5 cucchiai zucchero di canna scuro (io avevo il Muscovado, molto scuro e aromatico)
poco burro,
qualche goccia di limone per il caramello.

Nel Bimby o nel mixer tritare il cioccolato con lo zucchero fino a polverizzarlo, aggiungere le mandorle e tritare ancora il tutto fino ad avere un composto molto fine.
Nella ciotola dell'impastatore mettere la farina, il burro ammorbidito, la polvere al cioccolato e azionare la spatola a foglia aggiungendo tanto Rhum quanto basta ad avere una pasta liscia e omogenea. Lasciar riposare mezzoretta in frigorifero.
Nel frattempo sbucciare i cachi con una mandolina,  facendo lieve pressione per non asportare troppa polpa,  tagliarli a metà o in quarti, come si preferisce, eliminando eventuali filamenti interni. Io li ho fatti a quarti perchè non erano tutti di uguale calibro,  sarebbe uscito un dolce sbilenco, invece a quarti li ho potuti assestare meglio nella teglia.
In una teglia antiaderente,  24/26 cm. dipende da quanti cachi avete da disporre, caramellare lo zucchero con un cucchiaio d'acqua e qualche goccia di limone, facendo molta attenzione perchè brucia facile, e aggiungere qualche fiocchetto di burro.
Disporre i quarti, o i mezzi cachi sul caramello a piacere ma  in modo che sia completamente rivestito il fondo della teglia.
Tirare la pasta e appoggiarla sui cachi rincalzandola ai bordi in modo che il caramello e il liquido che inevitabilmente si formerà, non possa fuoriuscre.
Non è una operazione facile,  perchè  la pasta può rompersi, ma io di solito  mi aiuto mettendola fra due  ampi strati di pellicola, la stendo, poi tolgo il foglio superiore  e prendendo il foglio sottostante riesco a manovrarla senza problemi...la  capovolgo sulla teglia e delicatamente tolgo l'altra pellicola e  hop!.... La pasta, anche la più sottile,  è nello stampo senza problemi..

Cuocere in forno già caldo a 200° per circa 30 minuti...dipende dal forno.
Una volta pronta, togliere dal forno e lasciarla riposare qualche minuto,  in modo che il caramello si distribuisca bene, sformarla capovolgendola su un piatto, o altro,  resistente al calore..operazione che va fatta a torta ancora abbastanza calda in modo che la frutta non si appiccichi alla teglia..


Beh è piaciuta.....

Confesso di aver assaggiato un caco mela mentre lo sbucciavo....una fettina sottile sottile, è stata una vera sorpresa....un sapore delicato di caco, ma con la consistenza di una mela....e nemmeno troppo dolce...

mi sa che li comprerò di nuovo...

8 commenti:

  1. Qui non si trovano più da un pezzo, contrariamente a te io stravedo per i cachi, anche i cachi mela, che accompagno sempre ai patè di fegato e fegatini, ci stanno veramente bene.

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    1. qui ce ne sono ancora in giro Bru....so che ti piacciono, e sono sicura che coi paté di fegato sono perfetti....la prossima volta ci provo...

      grazie, baci

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  2. Bello che anche a te piaccia quella cosa intorno ai semi....perchè per me è lo stesso. E anch'io ho scoperto i cachi-mela e li trovo deliziosi. Il dolce è naturalmente molto intrigante...

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  3. anche io detestavo i cachi e sono stata folgorata da una ricetta di Artemisia. La differenza sta nella ricetta, che per me è stata un dessert piuttosto semplice nella preparazione ma di grande effetto: cachi frullati e cioccolato amaro. Non dovrebbe essere difficile rintracciarla sul suo blog, te la consiglio caldamente

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    1. Grazie Dede, parto alla ricerca...

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    2. Trovata!! Me la salvo per l'anno prossimo, ormai i cachi, quelli classici, non ci sono più....

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