scende leggera, fitta fitta e asciutta, in silenzio sta coprendo tutto.
Dovrei fare tante cose, ma non mi va. Non sto tanto bene, sono raffreddatissima, la tosse mi tormenta,  e mi sono pure affettata via  un pezzo di mignolo con la mandolina di ceramica, giusto ieri sera. Maledetta  fretta!
Il dito è scomparso dentro a un chilo di garza e cerotto e  continua a farmi male,  non riesco a usare bene la mano, destra per giunta,  e non mi piace sentirmi così..
Spero che passi velocemente perchè non posso permettermi di stare ferma in questo periodo...
Pensare che avevo voglia di spignattare per bene in questi giorni....avevo trovato del pesce bellissimo che mi toccherà congelare, ed è un peccato....ma non ho alternative.
Mi godrò un w.e. al calduccio, sotto il plaid a dormicchiare sul divano, con i gatti accoccolati in grembo e sarà la volta che  quel signore che vive con me mi darà una mano. Forse.
Fuori fa troppo freddo, e quando è così  viene voglia di cibi che confortano, che scaldano. Cibi che vanno curati con amore e pazienza, affinché ti regalino tanta soddisfazione al momento dell'assaggio.
Cotture lunghe, che riempiono la casa di profumo mentre la pentola pippia dolcemente sul fuoco,  e tu pregusti, alzando il coperchio per controllare, il piacere che proverai a tavola, e già ti immagini i volti dei presenti al primo boccone....
Questa è una ricetta classica belga, che Federica ha condiviso tempo fa  su Coquinaria  e che io avevo fatto al volo.....mi sembra appropriata al meteo di questo w.e...


ve la riporto come l'ha pubblicata lei,  io ho omesso il pain d'épices in favore di un più rustico e nostrano  pane di  grano duro.


Carbonade flamande in forma di pane

1 kg  polpa di manzo, non troppo magra
3 cipolle bionde
2 bottigliette da 33 di birra, rigorosamente belga, la Leffe bionda,  o la Chimay
mezzo bicchierino di aceto rosso
1 cucchiaino di Vergeoise blonde (oppure dello zucchero di canna scuro)
1 cucchiaio di farina
2 foglie di alloro,
1 decina di rametto di timo
burro, sale, pepe nero macinato al momento
poca senape forte, o  all'antica (quella coi semini)


Per prima cosa tagliare la carne a pezzettoni. Rosolarla molto bene nel burro spumeggiante.
Nel frattempo affettare finemente le cipolle.
Una volta rosolata la carne, toglierla e tenerla in caldo. Nella stessa padella rosolare anche le cipolle affettate, insieme a un cucchiaino di Vergeoise.  Non è facile trovarla qui, io ne ho avuto un paio di pacchetti grazie a un dono, graditissimo, di Pinella, di ritorno da una sua  scorribanda a Parigi.  Per cui sostituitela con dello zucchero di canna grezzo, scuro.

Quando inizia a caramellarsi, sfumare con l'aceto rosso e lasciar evaporare un momento. Rimettere la carne nella pentola , cospargerla col cucchiaio di farina, alzare la fiamma per qualche minuto, quindi regolare di sale. Aggiungere le foglie di alloro, i rametti di timo e il contenuto delle due bottiglie di birra.
Quando ricomincia a bollire bene, abbassare la fiamma mettere il coperchio e cuocere per un paio d'ore abbondanti controllando che la carne rimanga morbida, sugosa.
Nel frattempo scavare la pagnotta di grano duro,  lasciando però un po' di mollica tutto intorno, in modo da avere una specie di zuppiera. Spalmare l'interno della pagnotta con  un leggerissimo  velo di senape e una volta cotta la carne, trasferirla lì dentro, una bella macinata di pepe ed è pronta per essere portata in tavola..
Tradizionalmente,a questo piatto è associato il pain d'épice o, nella versione "à l'ancienne",dei crostoni di pane raffermo spalmati di mostarda forte,
Anzi,il pain d'épice andrebbe messo sopra la carne prima di incoperchiare in modo da fondere letteralmente in cottura.  
Come dicevo, ho preferito una pagnotta di pane di grano duro...

Si accompagna bene con una purée di patate o delle patate al vapore.