Chi mi conosce sa che difficilmente faccio dolci al limone, tranne pochissime eccezioni come la Bettitorte o le delizie al limone, ma queste solo con la ricetta di Elisabetta Cuomo. Come le sue, nessuna. A dire il vero, il limone nella mia cucina ha un posto abbastanza marginale. Mai sul pesce, mai sui fritti, però ce l'ho sempre in casa, metti che ci venga voglia di un Gin tonic...
Solo che stavolta sono capitata su Sale&Pepe di maggio, comprato dopo essere stata attratta dai calzoncelli fritti della copertina. Era una vita che non acquistavo riviste di cucina e mi sono lasciata tentare.
Sfogliando la rivista sono arrivata su una ricetta la cui foto non mi diceva molto, poi leggendo ingredienti e procedimento sono stata investita da una marea di ricordi, di profumi, di volti. Era praticamente un dolce che servivano spesso nella pensione di Cervia dove portavo le mie figlie piccole, ormai 35/40 anni fa. Una piccola pensione a gestione familiare, in una via appena alle spalle della passeggiata a mare. Nonna e mamma in cucina, le figlie in sala a servire, padre e nonno si occupavano di tutto il resto. Era un posto abbastanza semplice, pulitissimo, un piccolo dehor fiorito e una cucina che si faceva ricordare. Ogni giorno c'era un dessert diverso, mezzogiorno e sera. Quella pubblicata era praticamente la ricetta che loro chiamavano torta budino solo che la cuocevano negli stampi scannellati. Appena tornavo a casa dal mare la facevo ogni tanto, ma poi pian piano ho smesso, e non mi ricordo il perchè, chissà...son passati troppi anni.
Vederla lì mi ha fatto venire la voglia di rifarla, dopo tanto tempo.
La ricetta prevede uno stampo da 18 e ho scoperto che l'unico di cui dispongo ha la cerniera rotta, allora ho fatto il ricalcolo delle dosi per una teglia apribile da 20, ma una volta pronto l'impasto è stato chiaro che il 20 non era sufficiente a contenerlo, quindi ho dovuto rifoderare e reimburrare al volo uno stampo da 24.
Per cui le dosi che indico sono perfette per quella misura.
Torta budino di limone e mandorle
per 8 persone
210 g di mandorle pelate
3 mandorle amare
1 limone non trattato (circa 200 g)
210 g di zucchero
6 uova grandi
5 o 6 amaretti secchi
1 pizzico di sale
Spazzolate bene il limone, lavatelo in acqua corrente e mettetelo in una casseruola con acqua fredda e portate a ebollizione. Cuocetelo per un'ora abbondante, finché al tatto è morbido. Scolatelo e lasciatelo raffreddare, poi tagliatelo a metà nel senso della lunghezza, con cura eliminate i semi.
Foderate con la carta forno il fondo e le pareti di uno stampo apribile da 24 cm. e imburratela.
Scaldate il forno a 180°.
Tritate le mandorle insieme alle mandorle amare, agli amaretti e 2 cucchiai di zucchero prelevati dalla dose fino a ridurle in polvere.
Fate a pezzettini il limone e frullatelo fino a farlo diventare una crema.
Separate le uova, raccogliete gli albumi in una ciotola, i tuorli in un'altra. Montateli con lo zucchero rimasto fino a quando saranno cremosi e amalgamati , aggiungete la polvere di mandorle e amaretti, la crema di limone e il pizzico di sale, mescolate fino ad amalgamare bene il tutto.
Montate a neve ferma gli albumi e incorporateli al composto mescolando con una spatola fino a che si sono completamente amalgamati.
Trasferite l'impasto nella teglia preparata e cuocete per circa 50/60 minuti. Se tendesse a scurire troppo in superficie, copritelo con un foglio di alluminio.
E' un dolce molto umido, una specie di budino sostenuto, più sodo e consistente, ma ha una cremosità molto piacevole al palato. Il limone si sente ma non invade, e per me è perfetto così.
Una volta cotto, toglietelo da forno, lasciatelo raffreddare poi sformatelo su un piatto di servizio. Completatelo con una spolverata di zucchero a velo e decoratelo con rondelle di limoni baby.
Nemmeno a me piace il limone e non lo uso quasi mai, ma questa torta (che avevo adocchiato sul mensile) mi tenta e la metto fra le prime della "to do list" (Maria Chiara)
RispondiEliminaQuesta ricetta è la fotocopia quasi perfetta della ° 666 dell'Artusi.
RispondiElimina