Posta su una collina che domina la Val Curone, Mario Soldati la descriveva così:
“Quella delle terrazze di Montevecchia è tra le più belle posizioni della Brianza: uno spalto altissimo, un balcone che si erge, fuori dalle nebbie, e si affaccia dritto a sud; nelle giornate di vento si vede dalla Cisa al Monte Rosa. Alti monti la difendono dalle tramontane. Le brume, le nebbie, che salgono dalle pianure e dai laghi la sfiorano fruttuosamente: è chiaro, oramai, che il vino più delicato e squisito deriva sempre da uve mature al limite estremo delle condizioni climatiche e geoponiche necessarie alla vite”
C'erano molti localini, trattorie con le tovaglie a quadretti rossi e la "frasca" appesa all'entrata, che per un certo periodo frequentammo anche noi con la solita comitiva, dove potevi fare "merenda" con il salame locale e i formaggini, famosissimi.
I caprini, formaggi freschi a latte crudo e a pasta cruda, prodotti esclusivamente con latte di capra, solitamente in forma cilindrica, tipo i Petit Suisse per intenderci.
Li potevi consumare freschi oppure potevi tentare di assaggiare quelli stagionati, piccanti e molto saporiti, coperti da una leggera patina gialla e messi sott'olio. Questi ultimi si spalmavano su pane a fette e si annegavano con il Nustranel, un vinello bianco che andava giù come rosolio.
Il periodo d'oro di Montevecchia è durato a lungo, diciamo da fine anni '60 fino ai primi '80.
E' cambiata molto, come è nell'ordine delle cose. Ma le terrazze coltivate a rosmarino e a vigne sono sempre le stesse, sali nella piazzetta ed è tutto ristrutturato, i localini sono spariti, restano solo un paio di posti ma ritrovi la stessa sensazione di trovarti in una dimensione diversa, anche se i paesi della cintura e Milano, sono a pochi chilometri di distanza.
Il traffico continua a scorrere più giù mentre tu, dall'alto della collina, ti perdi ad osservare il patchwork disegnato dai terrazzamenti, dalle variegate sfumature di verde delle coltivazioni ad erbe aromatiche, dal rosso della terra, dalla geometria dei campi e delle vigne. Uno spettacolo che ti incanta la distesa della pianura, mentre una leggera foschia ammanta tutto di un'aura strana, impensata, quasi emozionante.
Ricordo che nelle nostre scorribande lassù concludevamo sempre le merende a base di salame e caprini con la torta di Montevecchia.
La facevo spesso un tempo, ma poi anche lei è caduta nell'oblio...
Ma è ora di rispolverarla per il Calendario del Cibo Italiano
Torta di Montevecchia
500 g pasta frolla
210 g caprini di Montevecchia
(se preferite, si possono usare i caprini vaccini )
170 g mascarpone
210 g zucchero
4 tuorli
3 albumi
15 g maizena
210 g caprini di Montevecchia
(se preferite, si possono usare i caprini vaccini )
170 g mascarpone
210 g zucchero
4 tuorli
3 albumi
15 g maizena
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
la scorza grattugiata di 1 limone non trattato
per guarnire
lamponi freschi
per il coulis
200 g lamponi
la scorza grattugiata di 1 limone non trattato
per guarnire
lamponi freschi
per il coulis
200 g lamponi
2 cucchiai colmi di zucchero a velo
Fate la frolla come d'abitudine e dopo il riposo stendetela in una teglia da 26 cm. bucherellate il fondo con la forchetta e cuocete in bianco per 10 minuti circa in forno a 180°. Togliete dal forno, eliminate i fagioli o altro della cottura in bianco e lasciate intiepidire.
Nel frattempo, con la frusta elettrica lavorate i formaggi in una ciotola insieme alla maizena, alla scorza di limone grattugiata e la vaniglia.
Fate la frolla come d'abitudine e dopo il riposo stendetela in una teglia da 26 cm. bucherellate il fondo con la forchetta e cuocete in bianco per 10 minuti circa in forno a 180°. Togliete dal forno, eliminate i fagioli o altro della cottura in bianco e lasciate intiepidire.
Nel frattempo, con la frusta elettrica lavorate i formaggi in una ciotola insieme alla maizena, alla scorza di limone grattugiata e la vaniglia.
A parte montare i
tuorli con 80 g di zucchero fino ad avere un composto chiaro e
spumoso.
Unite la crema di formaggi, mescolando bene.
Montate a neve gli albumi e quando sono quasi montati unire lo zucchero rimasto, pian piano sempre montando, quindi incorporate anche la meringa al composto di formaggio.
Mescolate bene e versate nel guscio di frolla.
Rimettete in forno e continuate la cottura a 180° per circa 45 minuti, dipende dal forno.
Il ripieno si gonfierà, è normale, tornerà poi a compattarsi a dolce freddo.
Unite la crema di formaggi, mescolando bene.
Montate a neve gli albumi e quando sono quasi montati unire lo zucchero rimasto, pian piano sempre montando, quindi incorporate anche la meringa al composto di formaggio.
Mescolate bene e versate nel guscio di frolla.
Rimettete in forno e continuate la cottura a 180° per circa 45 minuti, dipende dal forno.
Il ripieno si gonfierà, è normale, tornerà poi a compattarsi a dolce freddo.
Togliete dal forno e lasciate raffreddare completamente.
preparate il coulis:
Nel bicchiere del frullatore mettete i lamponi e lo zucchero a velo, frullate e passate tutto al setaccio per eliminare i semini , tenete in frigo.
Servite la torta con il coulis, qualche lampone fresco e foglioline di menta.
QUI potete trovare tutte le informazioni relative a questo piccolo borgo sulle colline brianzole
qualche foto di Montevecchia:
i terrazzamenti, preparati per la coltivazione del rosmarino
la vista sulle montagne alle spalle di Montevecchia, con i Corni di Canzo e le Prealpi...
i terrazzamenti
il Santuario
ma quanto è buono questo dolce... l'ho fatto un anno fa e ancor ci penso :-)
RispondiEliminaOddio Giuliana...ammetto che quando ho iniziato a leggere ero molto affascinata dalla tua descrizione, come sempre con te sembra di partire per un viaggio nel sogno. E l'atmosfera di Montevecchia mi larerdi averla sentita di persona, attraverso le tue parole.
RispondiEliminaMa poi ho letto dei caprini, e di questa torta che ne reca tutto il sapore e...ora non riesco a pensare.che a quella! Ovviamente mangiata in una di quella trattorie :-) Ricetta preziosa, grazie!
Che bontà! E che bel post, grazie per averci raccontato un pezzetto di vita :)
RispondiEliminaMai stata a Montevecchia e, ad essere sinceri, neanche ricordo di averla mai sentita nominare. Di solito, in questi casi, spunta mia madre con l'album di foto in bianco e nero a ricordarmi che ho perso la memoria :) ma visto che non c'e', mi sono lasciata trasportare dal tuo racconto e dalle tue foto. E la torta, e' la seconda lacuna da colmare :)
RispondiEliminaGli anni d'oro son passati è vero ma il fascino di Montevecchia rimane, ed i caprini gustati in loco paiono i migliori di sempre. La torta invece non la conoscevo, devo recuperare.
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