domenica 27 novembre 2011

il dolce della domenica

La domenica è il giorno in cui posso andare con lentezza,  soprattutto d'inverno, che gli impegni si diradano un po'..... è il giorno in cui resto a ciabattare per casa, spostandomi fra divano e poltrone, fra un libro e  il computer, fra un sospiro e uno sbadiglio.... la TV no, ho smesso da tempo di guardarla...
così la mattina la passo in cucina, la faccio diventare  un momento tutto mio, un tempo che mi serve per provare ricette più laboriose e  che hanno bisogno di essere coccolate con pazienza, un momento anche per lasciare spazio alla fantasia, che durante la settimana è compressa fra le mille urgenze, il tempo sempre contato , le ore che volano a rotta di collo e non ti bastano mai...
Accosto la porta della cucina per non disturbare chi dorme, mi faccio un buon caffè, metto in sottofondo   Rai News per le notizie e  la giornata si avvia..... i gatti mi fanno compagnia, seguendo ogni mio più piccolo movimento, presenze costanti e silenziose, condividono tutto, sempre, come fossero la mia ombra...uno si pazza sulla sedia di cucina, l'altra si acciambella sul calorifero...ormai sanno come prendermi...
Da quando mi sono sposata, una vita fa,  non è domenica senza un dolce, anche il più semplice, non fossero altro che frittelle di mele in mancanza d'altro...tutto per sottolineare il giorno di festa.
Ci son cresciuta con questa cosa  "della festa".....le scarpe della festa, gli abiti della festa, il pranzo della festa...retaggio di tempi difficili dove l'unico vestito buono mia madre me  lo teneva per la domenica,  per le feste comandate, per i matrimoni e, se non era troppo chiassoso, per   i funerali, ....
Fa niente se tu crescevi e il vestito non ti andava più bene nonostante fosse ancora quasi nuovo.... così funzionava. Si tenevano con  talmente tanta cura  le cose che alla fine non le usavi e non ne godevi  quasi mai....
Mia madre ha ancora adesso cassetti dove conserva camicie da notte nuove di zecca - per quando andrò in ospedale -  mi dice.....le è capitato tre o quattro volte  in 83 anni, e alcune fanno ormai parte della  storia dell'intimo...
La domenica dicevo, è il giorno in cui la famiglia originaria torna a ricomporsi, completata dai generi e  dai nipoti...e fin da quando le mie figlie erano piccole, il dolce non poteva mancare. Magari erano solo i pasticcini  o una torta di  pasticceria, o, come dicevo,  delle semplici frittele di mele di cui le bambine andavano matte e non ne avevano mai abbastanza....

poi ho imparato a cucinare un po' meglio, e il dolce continua ad essere d'obbligo.....

questo è quello di oggi, ed è una vecchissima ricetta di Maurizio, lo chef del Ristorante al Mulino,  lo stesso della crema rovesciata alle mandorle..





Torta di mandorle e arancia


Il succo di 2 arance non trattate, non troppo grandi
la buccia grattugiata di una delle arance
La buccia di 1 limone grattugiata
3 tuorli
3 albumi montati a neve
150 gr zucchero
150 gr mandorle pelate tritate finissime (o nocciole)
50 gr mandorle con la buccia
50 gr biscotti secchi tritati

per guarnire:

poca marmellata d'arancia
mandorle a filetti
poco zucchero a velo


tostare le mandorle pelate in forno. Lasciarle raffreddare poi tritarle nel tritatutto con i biscotti secchi. Tostare anche le mandorle a lamelle e tenere da parte.Tritare anche le mandorle con la buccia, finemente ma non troppo.
Grattugiare la buccia di una arancia.
Spremere entrambe le arance filtrandone il succo.
Montare i tuorli con parte dello zucchero, unire la buccia del limone e il succo e la scorza d’arancia, aggiungere quindi il trito di mandorle e biscotti secchi, infine montare a neve densissima gli albumi con il restante zucchero e unirli delicatamente all'impasto.
La pastella che ne risulterà sarà abbastanza liquida, è normale.
Imburrare e infarinare uno stampo
possibilmente a cerniera piccolo, da 22 cm. è perfetto.
Cuocere in forno a 180° per circa 40 minuti, controllando, prima di toglierla dal forno, con lo stecchino. Ogni forno è una cosa a sè,  per cui la cottura può variare, l'importante comunque è la prova stecchino. La torta all'interno dovrà essere un po' umidiccia e morbida, ma cotta. Lo stecchino dovrà comunque uscire pulito.
Farla raffreddare qualche minuto nello stampo, poi sformare e appoggiare la torta  su una gratella e al momento di servire stendere un leggerissimo velo di marmellata di arance sulla torta e su parte del bordo,  servirà solo a tenere ferme le mandorle a lamelle.
Cospargere la torta di mandorle a lamelle tostate,  facendole cadere anche sui bordi  e spolverare di zucchero a velo.



l'interno, morbido e fondente...è una torta leggera, senza grassi, e senza lievito, molto piacevole che si può fare anche sostituendo le mandorle con le nocciole, ma  con queste non ci ho ancora provato,  da tanto  che ci piace così....




spero che piaccia anche a voi...


8 commenti:

  1. Sicuramente la proverò Giuli, è una di quelle torte che piacciono a me, quelle che sanno di casa...
    Io ho smesso di preparare il doce della domenica, accidenti alla dieta!!!

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  2. Cara Giuliana, le tue ricette hanno sempre un tocco speciale.
    Sembra quasi di sentire il profumo di questo dolce, di assaporarne il gusto in ogni sfumatura. E' il dessert perfetto per una domenica in famiglia!
    Un abbraccio
    eugenia

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  3. Mi pare giusto che dopo essermi goduta la lettura delle tue domeniche, adesso mi impegni a provare il tuo dolce.
    Copincollato fra le cose da fare per i miei quando caleranno da Londra.
    Buona serata.
    Mandi

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  4. Giuliana cara, un dolce che sa di casa, che profuma di arance e mandorle come la Sicilia, che ti scalda il cuore come le tue parole.

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  5. Senti Maestra! questa torta è da manuale e......l'arancia con il rosmarino??????

    PINE

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  6. Ti dirò la verità: girano in rete talmente tante ricette che mi sembra di aver ormai raggiunto il livello di guardia, non è per quelle dunque che ti leggo, ma per il tuo condividere ricordi, sentimenti, impressioni

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  7. Ah le frittelle di mele...

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  8. grazie a tutti...

    Dede, hai ragione....le ricette qui, sono un di più....

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