sabato 2 novembre 2024

Zuppa di castagne e funghi per l'Italia nel piatto

Sono nata in un piccolo borgo affondato nella pianura friulana delle Grave, fra vigneti sassosi,  campi di granturco,  innumerevoli ruscelli e  poi lui, il Tagliamento.   
In quei tempi  difficili  la gente che viveva sulle  montagne carniche, prima che arrivasse l'inverno,  scendeva a valle per cercare di scambiare oggetti e provviste.  Col carretto e l'asino, o addirittura a piedi col solo gerlo sulle spalle, ci volevano  molti giorni  per coprire distanze che oggi si percorrono in poco tempo, e queste persone affrontavano il  viaggio per necessità,  dormendo  all'addiaccio o, a volte, nei fienili dei contadini.
Mio  nonno aveva un amico in Tramonti di Sopra, un paesetto  all'interno delle Dolomiti Friulane, lungo la strada del Passo Rest, che ogni anno  arrivava da noi  con la sua famiglia carico di cose  da barattare. Solitamene scambiavano farina di frumento, o di mais, vino, aceto e tanto altro con  le castagne, o  castagne secche, noci, e poi oggetti come  cucchiai  e stoviglie di legno intagliate o le  tipiche ciabatte di pezza cucite a mano (i scarpés, e per me ce n'era sempre un paio), gerle e grossi cesti (gli zeis) intrecciati.
Era sempre una festa quando invadevano il cortile,  un momento di gioia per mio nonno che riabbracciava il  suo ex commilitone. Mia nonna metteva su la polenta, faceva una grossa padella di  frico al volo e si condivideva quello che c'era.  
Grazie a loro, in  casa restava qualche chilo di castagne che mia nonna faceva  durare   fino  alla  festa di Ognissanti  e dei defunti. Era  tradizione, in quelle sere,  fare le caldarroste e lasciarne un po' sulla tavola, in modo che le anime dei trapassati, durante il loro viaggio notturno,  potessero rifocillarsi. Qualche castagna finiva bollita,  passione di mia nonna.  Qualcuna però  scampava alla sua gola  e finiva per completare la  minestra. 

Questa è una zuppa tipica friulana che io faccio utilizzando i funghi che trovo, non sempre gli stessi. Stavolta ho utilizzato i cardoncelli, molto simili  a quelli  che spuntavano in lunghe file sui prati del Nart, un campo particolare che mio nonno coltivava a foraggio, profumatissimi e carnosi. Purtroppo quasi scomparsi.
Per ricordare quei momenti con i miei nonni,  quelle storie antiche di  una vita ormai scomparsa e per l'Italia nel piatto, ho scelto di preparare questa ricetta  un po' rustica  ma  saporita.



Zuppa di castagne e funghi

per 2/3 persone

350/400 g di castagne  già cotte
500 g di  funghi cardoncelli 
1 carota
1 costa di sedano
1 piccola cipolla
1 spicchio d'aglio
1 foglia di alloro
un  mazzetto di  biete
2 l. abbondanti di brodo vegetale (oppure acqua)
poco olio e.v. d'oliva
una noce di burro
parmigiano grattugiato per completare


Mondate i funghi, lavateli velocemente, dividete il gambo dal cappello.
Tagliate i gambi a pezzi piccoli,  a fette abbastanza spesse il resto, si dovranno "ritrovare" nella zuppa.
Tritate sedano, carota e cipolla, non troppo finemente.
Mondate anche le biete, lavatele accuratamente.
Mettete a bollire  il brodo vegetale (o l'acqua).
In una casseruola mettete un filo d'olio e una noce di burro, unite il trito di sedano, carota e cipolla preparato in precedenza e lasciatelo appassire leggermente. Unite anche l'aglio pelato e la foglia di alloro. Unite tutti i funghi e  fate insaporire mescolando.
A questo punto unite il brodo di verdure ben caldo, salate e abbassate il fuoco. Coprite e continuate la cottura per circa mezz'ora, poi unite le castagne sbriciolandole con le mani. Conservatene qualcuna  sia per completare i piatti che da aggiungere alla zuppa se necessario.
Mentre la zuppa cuoce, sbollentate un paio di minuti  le biete in acqua bollente salata e poi ripassatele in padella con un pezzetto di burro, un pizzico di sale e di pepe. Non dovranno stracuocere. Tenetele in caldo.
In caso il liquido della zuppa si asciugasse troppo, rabboccate con dell'altro brodo di verdure. Se invece vi sembra ancora troppo lento, aggiungete delle altre castagne sbriciolate.
La zuppa dovrà essere abbastanza ristretta e densa.
Regolate di sale e di pepe.
Servitela con una generosa spolverata di parmigiano e un po' biete ripassate.
Se avanzerà, sarà ancora più buona il giorno dopo. Qui purtroppo, come sempre quando la preparo,  non ne è avanzato nemmeno un cucchiaio.









Piemonte: Gnocchi all’Ossolana
Liguria: trofie di castagne con sugo bianco di funghi galletti

Lombardia: https://www.pensieriepasticci.it/2024/11/teglia-di-patate-e-porcini-del-ticino.html 

Trentino-Alto Adige: Canederli di ricotta con ripieno di castagne

Veneto: Zuppa di castagne arrosto e funghi
Emilia-Romagna:  Lasagne con castagne

Toscana: Armelette o lasagne bastarde della Lunigiana ai funghi porcini

Umbria: Polenta con i funghi e  puntarelle di maiale

 Lazio: Sugo alle castagne

 Abruzzo: Zuppetta di farro con Castagne Roscette e porcini

Molise: Taccozze con funghi e castagne

Campania: Risotto con zucca e castagna avellinese 

Puglia: Crema di patate con funghi cardoncelli e gamberetti

https://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2024/11/crema-di-patate-con-funghi-cardoncelli.html

Basilicata: Ciambotta autunnale lucana di pelli eperoni e funghi cardoncelli

Calabria:  https://dolcementeinventando.com/fileja-autunnali-alla-zucca-castagne-e-funghi/ 

Sicilia: Minestra di Castagne e Fagioli

Sardegna: https://dolcitentazionidautore.blogspot.com/2024/11/pane-fittas.html


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3 commenti:

  1. Mi sono persa nel tuo bellissimo racconto. Questa zuppa ha proprio quel sapore di un tempo, di casa, famiglia e tradizioni. Grazie per aver condiviso la ricetta.

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  2. Un comfort food per i giorni freddi, con quella umidità che ti entra dentro e si ha bisogno di scaldare anche il cuore... bravissima Giuliana!

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  3. Adoroooo questa zuppa, voglio proprio provarla. A presto LA

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