E' a Nosy Be, a poche miglia dalla
Grande Terre, il Madagascar, un'isola che definire paradiso non
rende veramente l'idea.
Il Madagascar, che si affaccia sul
canale di Mozambico e dalla parte opposta sull'Oceano Indiano, è
chiamato l'Isola Rossa perchè il suo terreno è costituito per la
maggior parte di Laterite, una roccia sedimentaria ricca di ferro e
alluminio, che viene trasportata al mare dai numerosi fiumi.
E' la quarta isola al mondo, con il più
ricco patrimonio naturale del pianeta.
E' una terra dai molti colori, che
variano dal rosso del terreno al verde delle foreste, al blu e al
turchese dell'Oceano che la circonda.
Una terra magica, dove si ritrova il
ritmo con la natura, lussureggiante e rigogliosa, dove ci si sente
in armonia con se stessi e il creato...lo sguardo passa incredulo
da una specia ell'altra, dalle palme al frangipane, dal rosso sangue
degli ibisco del Gabon all'albero del caffè, dal profumo dell'ylang
ylang alla bellezza del fiore di corallo...
la fauna è qualcosa che non ti aspetti,
qualcosa che difficilmente potrai vedere altrove, tantissime specie
di camaleonti, piccoli gechi verdissimi, cicale enormi che
stordiscono e ti impediscono persino di sentire la voce umana,
lucertole grandi come iguane, ragni enormi, stelle marine di ogni tipo, aironi blu, il temerario Martin Pescatore e i lemuri, creature deliziosamente
miti, morbidissimi e socievoli, giocosi e affettuosissimi...
Le isole disseminate intorno sono
piccoli paradisi terrestri, con sabbie bianche e spiagge
incontaminate, popolate solo da sporadici villaggi costruiti vicino a
un corso d'acqua...alcune ti sembra persino impossibile che possano
esistere con tanta bellezza, il cielo sembra così vicino da poterlo
toccare, e il mare è talmente cristallino e ricco di sfumature di
blu che ti immagini di essere dentro a un dipinto di Chagall...
Ma quello che colpisce di più è la
gente.
Gli abitanti di questa meravigliosa
isola sono un popolo unico e allo stesso tempo una mescolanza di
razze, di Africa, India e Polinesia. Sono belli, eleganti, sinuosi,
vivono con ritmi lenti e tranquilli, e quando sei con loro ti immergi
completamente nella loro cultura e nelle loro antiche tradizioni.
Sono tutti cordiali e bendisposti,
sempre con il sorriso sulle labbra, nonostante abbiano una vita
assolutamente difficile, fra mille problemi e una miseria cronica,
endemica, rassegnata, quasi fatalista.
Le loro case sono poverissime baracche
di legno e palme, una povertà che ti lascia senza fiato, che ti
colpisce come un pugno a tutta forza nello stomaco, che ti fa
riconsiderare tutta la tua vita, che ti spinge a fare qualcosa ,
qualsiasi cosa, per portare aiuto, non ne puoi fare a meno,
sentendoti anche colpevole per quello che sprechi senza remore.
Le poche auto che girano, perlopiù di
provenienza francese, tipo R4 e altre vecchie Renault, sono tenute in
vita da meccanici di tutto rispetto, appaiono morte, ma risorgono
sempre, hanno molte vite, come i gatti.
Le donne, anche qui, reggono il peso di
tutto, sono loro che accudiscono i bambini, che fanno il bucato nel
rigagnolo che scorre poco lontano dalla capanna, che preparano quel
poco cibo, cucinandolo su bracieri improbabili fuori delle capanne,
che vanno fin da bambine a prendere l'acqua facendo chilometri e tornano camminando
leggere con quella straordinaria abilità di tenere qualsiasi cosa in
equilibrio sulla testa, sempre le donne intrecciano con grande
abilità stuoie morbide in fibra di cocco, o ricamano e intagliano
tovaglie da vendere ai turisti per pochi euro, contribuendo al magro
bilancio familiare, donne che si dipingono il viso di fiori...
Gli uomini che vivono sulle coste
vanno a pesca per la maggior parte del tempo, su piroghe scavate nel
legno o su barche malmesse dalle vele malamente rattoppate, e
affrontano l'oceano, lo conoscono, lo praticano tutti i giorni, e
quando tornano, frotte di bambini aiutano a lavare e pulire il pesce
per la famiglia, pensando anche alla sua conservazione, per quando il
mare darà pochi frutti, gli altri, quelli che vivono nell'interno,
sono contadini e pastori, e pastori ricchi se hanno uno zebù...
E quanti mercati......
a volte all'aperto, e a volte al
chiuso....sono una esplosione di colori e di odori, nel mezzo di un
caos di gente e la merce esposta su tavoloni di legno...hanno poco i
malgasci ma quel poco è esposto con ordine e cura...i pomodori
impilati con ordine, il pesce secco per grandezza, le ceste di
granchi vivi ricoperti di fango per tenerli idratati, oppure quelle
di riso, rigorosamente allineate, e le bottiglie tutte in ordine di
grandezza,
Ci si fanno incontri incredibili
intorno al mercato....a volte galline e tacchini vengono trasportati
appesi per le zampe, e sembrano borbottare seccati guardandosi
intorno da sotto in su...
Le cortecce intrecciate odorano di alberi antichi e saggi, ceppi di aloe vengono ordinatamente accatastati. Le loro foglie sembra che servano per curare i gonfiori dovuti alle slogature e per disinfettare le ferite.
Dopo le erbe si incontrano le pentole;
dopo le pentole i saponi, e dopo i saponi, le stoffe...
I piccoli paesi sono pressocché delle
bidonville, la vita si svolge tranquillamente per le strade
polverose, la corrente elettrica fornita da un unico generatore per
tutta l'isola, e soprattutto per chi può comprarsi un trasformatore,
altrimenti resta solo la luce delle candele.
La notte cade prestissimo lì, alle 17
è già buio pesto, e passando per quelle strade, le puoi trovare
disseminate di piccolissime luci tremule, che ti fanno pensare a
presepi sparsi e mollemente allungati
mentre il tramonto incendia il cielo,
lungo la linea dell'orizzonte sul mare...
Passi per le strade e guardando ai lati
vedi le persone sedute fuori dalle capanne, rischiarate dalla flebile
luce delle candele e del braciere dove cuoce la cena...
il pasto è sempre molto povero, anche
se la loro cucina, pur essendo scarna, è comunque ricca di profumi e
sapori,..il riso al cocco per esempio, è di una bontà incredibile,
così' come il pesce alla vaniglia, che mai ti aspetteresti così
particolarmente buono., per non parlare del cocco caramellato...
I bambini....
sono quelli che ti catturano, ti conquistano per sempre, con quei
sorrisi, con quegli occhi profondi e scuri. E scatti foto, maree di
foto, per poterli portare a casa con te per sempre quegli occhi e
quei sorrisi, perchè lo sai che non ti abbandoneranno mai quegli
occhi e quei sorrisi....infatti, un pezzetto del mio cuore è là, a Nosy Be, con i bimbi della Missione di Santa Teresa del Bambin Gesù, a Hell Ville, capoluogo dell'isola, oltre 600 bambini di ogni età affidati a una dozzina di giovani suore, che garantiscono almeno un pasto quotidiano e una istruzione minima, e ora anche un ambulatorio medico e oftalmico, grazie allo sforzo di tante persone che si sono riunite nell'Associazione Bambini del Madagascar, costituitasi in Italia per mettere in pratica un percorso di solidarietà atto ad aiutare la Missione.
Hanno bisogno di tutto, ma proprio di tutto. Oltre all'adozione a distanza, anche di indumenti, di materiale didattico per la scuola, e soprattutto di medicine...
L'anno scorso abbiamo scelto di fare le vacanze a Nosy Be, per unire la vacanza alla visita ai bimbi adottivi, con le mie amiche Silvana e Manuela, e con parte delle persone che si occupano dell'associazione, e i bimbi ci hanno regalato una giornata davvero speciale, una giornata in cui hanno fatto il saggio di fine anno alla nostra presenza.
E' stata una cosa indimenticabile, emozionante, commovente..le parole non bastano a descrivere l'emozione e la gioia che ho provato ..una esperienza vissuta con leggerezza e familiarità con loro, che ci hanno accolti con la nostra stessa gioia.
Ho rivisto così Justine, la mia bimba adottiva, un adorabile faccino da monella, che sta crescendo a vista d'occhio e che è molto brava a scuola....
E' stato difficilissimo tornare a casa, il cuore era pesante, a volte lo è tuttora, per la lontananza, per la nostalgia di quei volti e di quei sorrisi, di quegli occhi così pieni di curiosità e di gioia.
Mi mancano quei bambini....
Ma il seme è gettato, e un seme cresce, germoglia, e poi si moltiplica....
il seme della solidarietà, dell'amore per il prossimo, e dell'accettazione dell'altro, perchè aiutare gli altri, aiuta noi stessi.
Io ci andro'. Io ci voglio proprio andare.
RispondiEliminaPinella
Grazie, Giuliana per avermi fatto conoscere quello che ormai è il "nostro" paradiso.
RispondiEliminaSilvana, quanta nostalgia!!! Guardo e riguardo le foto, cercando di rivivere quei momenti così belli vissuti insieme, e in attesa di ritornarci....
RispondiEliminaE' anche il mio Paradiso che ripercorro con le tue stupende immagini e racconto:-)Grazie Giuliana!!
RispondiEliminaSandra
Mi hai fatto venire voglia di trasferirmi in Madagascar.... ma ricordavo le foto...
RispondiEliminaChe brava Giuliana! E che belle le foto.Un abbraccio e grazie
RispondiEliminaGiuli che emozione!!! Hai saputo rendere con le tue immagini la vera essenza di quei posti e di quelle persone, grazie!
RispondiEliminaGiuliana, avevo visto queste foto, ma l'emozione è sempre nuova, non mi vergogno di dire che la commozione mi ha preso fino alle lacrime, fino al cuore. Grazie
RispondiEliminaLa bellezza dei luoghi,delle persone e la tua narrazione mi hanno commossa e rapita, letteralmente! Ero anch'io là,tanto coinvolgente è stato il tuo reportage-un viaggio dell'anima e non solo una ricerca di luoghi esotici...Franca B.
RispondiEliminaBellissime queste immagine e il tuo racconto ....
RispondiEliminaChe foto meravigliose! Mi hai fatto venire i brividi...
RispondiEliminache emozione leggere di quei luoghi e guardare queste foto meravigliose...desidero da sempre andarci e chissà se mai ci riuscirò.
RispondiElimina