Come ormai sapete "l'oggetto sociale" del Club del 27 a cui mi onoro di appartenere, è quello di ridare lustro a ricette trascorse, preparate per il Tema del Mese collegato alle sfide MTC e con l'appuntamento di oggi rimettiamo in grande spolvero le ricette del Tema legato alla sfida n. 41 sul riso ma con uno sguardo anche alla sfida del Sartù, appena conclusa.
Fra tutte le ricette a disposizione mi sono fiondata direttamente sulla la torta degli addobbi. Perchè è un po' come per l'erbazzone, sempre assaggiata ai raduni coquinari, ma mai fatta. Mi è sembrato giusto provarci, dato che è un dolce particolare che mi è sempre piaciuto molto.
La ricetta è di Elisa Baker, bolognese doc, che l'ha imparata dalla nonna, e mi ci sono attenuta in tutto, l'unica mia idea è stata aggiungere un poco di liquore all'Amaretto in superficie, una volta cotta. Questo è uno di quei dolci di cui ogni famiglia ha la propria ricetta, spero proprio che Elisa mi perdoni per aver leggermente modificato quella di sua nonna.
Torta di riso degli addobi
100 g riso Arborio
300 g zucchero semolato
1 l. latte intero
100 g cedro candito tritato
100 g mandorle pelate tritate
1 mandorla amara
15/20 amaretti secchi (io 6 di Mombaruzzo, morbidi)
5 uova
50 g zucchero vanigliato
4 o 5 chicchi di caffè
Scorza di limone
1 bicchierino di liquore all’Amaretto
Poco burro e poco pane grattugiato per la teglia
Portate
a ebollizione il latte con lo zucchero semolato, la scorza di limone, i chicchi
di caffè.
Versate
il riso e lasciatelo cuocere per circa 45 minuti, mescolando spesso. Si formerà
una specie di cremina.
Lasciate
raffreddare e quando sarà completamente freddo, sbattete le uova e aggiungetele al riso
insieme alle mandorle, il cedro, gli amaretti. Mescolate molto bene.
Imburrate
generosamente una pirofila o uno di quei
contenitori di alluminio usa e getta (30x20) e spolverate di pane grattugiato
eliminando quello in eccesso.
Cuocete
in forno già caldo a 180° per circa 50 minuti o fino a che la superficie sarà
ben dorata. Vale sempre la prova stecchino, se esce asciutto è pronta. Togliete dal forno e con uno spillo, un ago o uno
stuzzicadente punzecchiate la superficie della torta e spruzzatela con un
bicchierino di liquore all’Amaretto.
Lasciatela
raffreddare e riposare almeno un giorno prima di assaggiare, è uno di quei
dolci che ha bisogno di “maturare”. Tagliatela possibilmente a rombi o a
quadrotti.
Si
conserva in frigorifero fino a 5 6 giorni.
La quantità di riso sembrerà poca rispetto al latte e allo zucchero ma non temete, la torta riuscirà perfettamente bilanciata.
Bella,buona con tutti gli ingredienti che piacciono a me!! Sempre grande Giuli
RispondiEliminaBuonissima e bellissima!!! COmplimenti Giuliana!!
RispondiEliminaClaudia
mai fatta, devo provarla!!
RispondiEliminaIo la amo. Ricetta molto simile a quella di mia nonna bolognese. Solo lei un po' meno zucchero. Mi riporta dritta dritta alla pasqua di quando ero bambina, questa torta c'era sempre.
RispondiEliminasempre meravigliosa giuliana!
Giuliana questa torta l'ho conosciuta negli anni di studio bolognesi... che buona che era! Complimenti per la presentazione, un bascio
RispondiEliminaciao carissima... vedo che tu è riuscita alla grande... bacioni
RispondiEliminaPensa che invece io non l'avevo mai sentita nominare prima! Non amo gli amaretti, ma i canditi sì...quindi forse potrei anche provare :-)
RispondiEliminaGiuliano abbaiamo scelto la stessa ricetta. Io mi sto mangiando tutta a teglia da sola. Buona vero?
RispondiEliminaSono stata in ballo 2 ore indecisa se scegliere la torta degli addobbi o il Risolatte,ho scelto quest'ultimo solo perche' non l'avevo mai provato ma ora voglio un pezzetto di tortaaa!!
RispondiEliminacara Giuliana pensa che io non l'avevo mai assaggiata prima...la trovo deliziosa e particolare.
RispondiEliminacomplimenti per la realizzazione
Fantastica!
RispondiEliminaCara Giuliana, come sempre il tuo tocco ha un guizzo che vola un filo più in alto. Mi immagino quell'amaretto che profumo ...
RispondiEliminaVolevo lanciarmi sul salato, ma crocchette e verdure ripiene sono abbastanza frequenti sulla mia tavola. Anche questa torta l'ho già fatta un paio di volte (la tua è davvero ben riuscita). Così mi sono lanciata sul risolatte, con i risultati che immaginavo... Non fa per me. Però ci ho provato, e questo è il bello del club!
RispondiEliminaNon la conoscevo ma spero di poter rimediare a questa mancanza. Nell' occasione seguirò questa ricetta con tutte le varianti che hai apportato che condivido in pieno
RispondiEliminaIo vorrei tanto assaggiarla Giuly perchè sembra divina... Sia la versione della Flavia che la tua, con l'immancabile tocco "liquoroso" che ti contraddistingue! Me la porti una fettina? ;)
RispondiEliminaFatta anch'io, non la conoscevo! Mi ha conquistata
RispondiEliminaBellissima Giuliana, l'amaretto aggiunge quel tocco raffinato, il tuo tocco, che non guasta ed esalta. Complimenti!
RispondiEliminaUn abbraccio, a presto ...
Come dici tu " è uno di quei dolci di cui ogni famiglia ha la propria ricetta" tu hai a pena creato la tua!
RispondiEliminaQuesta era anche nelle mie corde anchese non ho mai fato una torta dolce di riso.
Besitos grande donna!
ho scoperto questa torta, da poco, ma penso che la rifarò presto! GRazie anche per la tua variante!
RispondiEliminaChe meraviglia! dato che io l'ho fatta con la ricetta della nonna, sto facendo un giretto tra le ricette del Club del 27 per scoprire altre versioni. Questa è simile a quella che ho fatto io ma la tua solo a vederla mi pare proprio quella della mia infanzia. Identica e precisa anche nel taglio alla torta dei miei ricordi. La prossima volta che decido di farla mi sa che lascio stare e la ordino da te!!! Un saluto e buona serata!
RispondiEliminaeffettivamente anch'io sapevo dell'aggiunta del sassolino (liquore) dopo la cottura.
RispondiEliminala tua ha un aspetto delizioso!
Che torta meravigliosa che ti è uscita fuori. Ha fatto una crosticina fantastica e invoglia davvero a dare un morsetto :-) Ottima l'idea dell'aggiunta del liquore all'amaretto che esalta tutti gli altri sapori.
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