ci siamo, è ufficialmente inverno. Non che non me ne fossi accorta...in questi giorni oltre a una leggera coltre di nebbia, le temperature sono scese parecchio. La mattina i prati sono bianchi di brina, e io sento particolarmente freddo. Mi succede sempre al primo freddo vero, non sono ancora del tutto acclimatata e lo sento parecchio all'inizio, poi pian piano mi abituo e lo soffro meno. Ma io sono un animale estivo e l'inverno mi pesa moltissimo, troppo.
La nebbia, quella di questi giorni intendo, non troppo spessa, in fondo non mi dispiace neanche. Ci sono abituata, ci sono cresciuta con la nebbia. Quando ero piccola ricordo che arrivava ai primi di ottobre per andarsene alla prima nevicata, agli inizi di novembre. Era una nebbia densa e molto bianca, che copriva e ovattava tutto. Ti ci potevi nascondere dentro senza esser vista.
Ma ormai, fortunatamente, sono molti anni che quei nebbioni insidiosi non scendono più così carichi e densi....guardo fuori dalla finestra e la luce dei lampioni, fioca e lattiginosa proietta piccoli coni simmetrici e allineati che si sfumano nella nebbia, sembrano fluttuare, sospesi nel nulla. Intuisco le luci delle luminarie appese nella via e quella appena percettibile di qualche auto che passa...
Appoggiata alla finestra, osservo il buio rischiarato dal biancore della nebbia e intanto penso a cosa mi aspetta. Manca poco a Natale. Cerco di riordinare le idee, mi scrivo probabili menù su foglietti volanti che poi regolarmente cestino, perchè lo so già come andrà a finire. Dovrò seguire ancora una volta la tradizione natalizia di famiglia. Messaggi molto poco subliminali me ne sono già arrivati...c'è l'insalata russa quest'anno? E i ravioli in brodo? E fai il cappone o il tacchino? E i cardi alla besciamella? E....? E....?
Insomma, non si deroga dalla tradizione. Non che mi dispiaccia, ma ogni tanto mi piacerebbe cambiare qualcosina. Non sempre eh? Una volta ogni tanto.
Così, mi decido e sistemo freezer e frigorifero in modo da fare spazio in previsione di quello che dovrò fare, e mentre svuoto tutto per fare una specie di inventario e dare una riordinata, mi trovo fra le mani un pacchetto di carne di cinghiale, regalo di una amica toscana col marito cacciatore, che avevo congelato in attesa del momento giusto per cucinarla. Nel cassetto della verdura poi stazionano da una settimana anche delle castagne cotte, sottovuoto.
E allora, mentre finisco di sistemare tutto, si accende la mia solita lampadina...
Fettuccine al ragù bianco di cinghiale e castagne
per 4 persone
per la marinatura:
1 carota
1 costola di sedano
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
1 ciuffo di salvia
qualche grano di pepe nero
alloro
un bicchiere abbondante di vino bianco
Per il ragù:
fettuccine all'uovo q.b.
700 gr polpa di cinghiale
200/250 gr castagne cotte
1 carota
1 costola di sedano
1 cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
1 piccolo pezzetto di cannella
2 chiodi di garofano
1 pizzico di noce moscata
5 o 6 di bacche di ginepro
1 bicchiere di vino bianco
1 foglia di alloro
olio e.v., sale, pepe nero
Per prima cosa, tagliate a pezzettini molto piccoli la carne di cinghiale. Eliminate eventuali parti troppo grasse o piene di nervature.
Riunite la carne in una ciotola e aggiungete carota, sedano, cipolla tutto affettato abbastanza finemente. Aggiungete l'aglio a fettine, il pepe in grani, un paio di foglie di alloro, la salvia e il rosmarino, tutto spezzettato, e unite il vino bianco, date una mescolata in modo che la carne sia completamente bagnata col vino, coprite la ciotola e ponetela in frigorifero per almeno mezza giornata.
Trascorso il tempo, riprendete la carne, toglietela dalla marinata, ripulitela grossolanamente dalle erbe e lasciatela scolare.
Tritate, non troppo finemente, le verdure per il ragù (sedano, carota, cipolla, aglio).
In una larga padella scaldate un goccio d'olio buono, unite il trito e lasciate soffriggere per qualche minuto, poi aggiungete la carne scolata, aggiungete anche il ginepro, il pezzetto di cannella sbriciolato, il pizzico di noce moscata, i chiodi di garofano, date una macinata di pepe e lasciate insaporire la carne mescolando spesso. Unite anche l'alloro e regolate di sale. Sfumate con il vino bianco e lasciate evaporare, poi aggiungete del brodo o dell'acqua calda a coprire la carne, mettete un coperchio, abbassate il fuoco e portate a cottura lentamente. Lasciate pippiare il ragù a fuoco dolce, e se si asciugasse troppo allungate con un poco di brodo o di acqua. Verso fine cottura, aggiungete le castagne spezzettate con le mani, lasciate che cuociano nel sugo di cinghiale per circa 10/15 minuti.
Alla fine dovrete avere un sugo leggermente morbido. E' perfetto così perchè la pasta all'uovo assorbirà molto il condimento.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata e, una volta pronta, scolatela e ripassatela nel tegame del ragù, mescolate bene per amalgamare il tutto e servite ben caldo.
Se vi va, aggiungete del parmigiano grattugiato, e decorate con una foglia di alloro.
Cara Giuliana,
RispondiEliminase si accendessero questo tipo di lampadine anche nella mente di molti ristoratori italiani, sono convinta che i loro locali sarebbero decisamente più affollati.
Ho giusto un meraviglioso carrè di cinghiale che aspetta di fare una sontuosa e degna fine, ti toccherà aiutarmi con qualcuna delle tue straordinarie idee gastronomiche. Intanto pensaci, così dopo le feste mi aiuti.....
Ti voglio un gran bene Giuly e grazie di cuore per il bellissimo pensiero che hai avuto per me.
Anna
Buon Natale a te e alla tua famiglia Giuli, un abbraccio grande !
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