La mia insalata di melone, cetrioli e ceci per Il Club del 27
Eccoci di nuovo all'appuntamento con Il Club del 27
Il libro scelto questo mese è Pulp, di Abra Berens e da cui ho scelto una insalata davvero insolita.
Amo il melone e tutte le ricette che riguardano questo frutto mi attirano sempre molto.
Confesso che, visti gli ingredienti, sono stata un attimo a pensarci su un po' titubante, ma poi la mia curiosità ha prevalso e ho deciso di provare. E ho fatto bene perchè è davvero buonissima, fresca, veloce da preparare, decisamente perfetta per l'estate. Sempre che si decida ad arrivare.
1 melone
2 o 3 cetrioli
300 g di ceci lessati
180 g di latticello
60 g di mandorle a lamelle
sale, pepe macinato al momento
poco olio d'oliva
20 g di erbe aromatiche a piacere
(io ho usato prezzemolo, aneto , basilico)
Tostate le mandorle in un pentolino per un paio di minuti, toglietele e tenetele da parte.
Pelate i cetrioli e tagliateli a pezzetti di misura media.
Tagliate a metà il melone, svuotatelo dei semi e, con lo scavino tondo, ricavate delle palline dalla sua polpa.
Raccoglietele in una grossa ciotola, unite i cetrioli e i ceci già lessati, condite con sale, pepe, il latticello e un filo d'olio, mescolate bene.
Colorate il tutto con le erbe aromatiche e voilà.
Servite e buon appetito!
Sernik Wiedenski - cheesecake polacco
The Sweet Polish kitchen di Ren Behan rappresenta il libro n. 100 che Cook_my_Books ha proposto, un numero davvero importante che non sarebbe stato possibile se non grazie alla generosità di Alessandra Van Pelt Gennaro, oltre 500 ricette realizzate insieme alle amiche del gruppo, un traguardo che va celebrato e festeggiato alla grande. Lo faccio anche con questa terza ricetta, una cheesecake. Questo tipo di dolce, a differenza di quello americano che ha una base di biscotti, è cucinata semplicemente in uno stampo rivestito di carta forno ed è chiamato cheesecake viennese.
In Polonia pare sia stato portato da re Jan Sobieski III, dopo la sua vittoria nella battaglia di Vienna del 1683.
Sernik Wiedenski
per 8/10 persone
800 g di Twarog
(in alternativa, ricotta)
200 g di zucchero semolato
200 g di burro a temperatura ambiente
200 g di panna acida
150 g di mscarpone
250 g di uvetta sultanina
90 g di maizena o fecola di patate + quella per infarinare l'uvetta
4 uova intere
1 cucchiaino di estratto di vaniglia, o i semi di una bacca
Scaldate il forno a 150° ventilato. Foderate uno stampo a cerniera da 20 cm. con la carta forno, facendola abbondantemente debordare. Ammollate l'uvetta in poca acqua tiepida, poi scolatela e asciugatela al meglio.
Rivestite esternamente lo stampo con la pellicola, fatelo generosamente in modo che l'acqua della cottura a bagnomaria non possa penetrare, avvolgete ulteriormente, dopo la pellicola, con l'alluminio.
Nella planetaria, o in una ciotola, se usate le fruste elettriche, montate insieme lo zucchero e il burro morbido finchè avrete un composto spumoso e chiaro. Unite le uova una alla volta, la vaniglia e montate ancora, poi aggiungete il formaggio, la panna acida, il mascarpone e continuate a montare con le fruste fino ad avere un composto liscio e omogeneo.
Passate velocemente l'uvetta in poca maizena o fecola e unitela al composto insieme al resto della maizena (o della fecola).
Mescolate per amalgamare tutto e versatelo nello stampo preparato. Sbattetelo leggermente sul piano di lavoro per eliminare eventuali bolle d'aria.
In una teglia che possa contenere lo stampo, mettete tanta acqua bollente che possa arrivare a metà dello stampo. Posate lo stampo nell'acqua dentro la teglia e posizionatela al centro del forno.
Cuocete per 55 minuti/1 ora. Sarà pronta quando i lati saranno sodi ma il centro del dolce ancora un po' tremolante. Dovrà comunque essere leggermente dorata in superficie. Una volta cotta, spegnete il forno e aprite leggermente lo sportello e lasciate il dolce nel forno per almeno un'ora.
Poi toglietela dal bagnomaria e rimuovete pellicola e alluminio. Lasciate raffreddare completamente, poi trasferite la cheesecake in frigorifero per una notte.
Servitela spolverata di zucchero a velo.
Potete anche sostituire l'uvetta con dei mirtilli.
Babka wielkanocna
Il libro della settimana Cook_my_Books è The Sweet Polish Kitchen di Ren Behan,
Un libro davvero interessante che racconta l'importanza della pasticceria polacca, crocevia di tradizioni (italiana e svizzera, austro-ungarica, tedesca e baltica) che hanno dato vita a forme, sapori e accostamenti, ma che ha origini ben radicate nelle cucine di casa.
Sfogliandolo ci si rende conto che rappresenta un compendio di ricette che spaziano fra tecniche, zone e territori diversi, tipologie di dolci, ma tutte accomunate da bontà e bellezza.
Io ne ho scelte più di una e quella che propongo oggi è la classica Babka Wielkanocna, il dolce protagonista della Pasqua. Dopo la Quaresima ritornano il burro e lo zucchero e in ogni cestino preparato per il sabato precedente la festa, si troverà sicuramente una babka celata all'interno.
Mentre le torte a strati arrivarono in Polonia molto più tardi grazie alla regina Bona, italiana che sposò un re polacco, babka e mazurek sono altamente tradizionali e figurano nei più antichi ricettari polacchi.
Il nome Babka deriva da baba, che è l'abbreviazione di babcia, nonna. Si dice che la sua forma scanalata ricordi la gonna tradizionale delle nonne.
Babka wielkanocna
per 8 persone
500 g di farina bianca forte
20 g di lievito di birra fresco
200 g di zucchero semolato
4 uova grandi
un pizzico di sale
100 g di burro, a temperatura ambiente, a cubetti
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
100 g di scorze candite (arancia, cedro) tagliate a pezzettini
100 g di uvetta ammollata con un po' di rum e scolata
poco latte
per la glassa:
50/60 g di zucchero a velo
q.b. di acqua
Intiepidite un goccio di latte (2 cucchiai) e unite il lievito a pezzetti, mescolate per farlo sciogliere bene.
Setacciate la farina nella ciotola della planetaria dotata di lancia per impastare. Unite il lievito sciolto e lo zucchero e iniziate a mescolare. Unite le uova, una alla volta mescolando finché vengono perfettamente incorporate. L'impasto inizierà a staccarsi dalla ciotola ma sarà ancora molto appiccicoso.
Ora aggiungete il sale e incorporate il burro a pezzetti, uno alla volta.
Continuate ad impastare a media velocità per almeno altri 5 minuti, poi aggiungete l'uvetta scolata e asciugata, le scorze candite e continuate a impastare nuovamente fino a incorporare tutto. Continuate finché l'impasto si incorda. Sarà comunque abbastanza umido.
Coprite la ciotola della planetaria con un canovaccio pulito e lasciate lievitare in un luogo caldo fino al raddoppio dell'impasto.
Imburrate e infarinate uno stampo a ciambella, preferibilmente scanalato, da Kugelupf per intenderci.
Prendete l'impasto e trasferitelo nello stampo. Coprite nuovamente e lasciatelo lievitare in un luogo tiepido per altri 30/40 minuti.
Nel frattempo scaldate il forno, statico a 180°
Cuocete la Babka al centro del forno per 35 minuti o più, dipende dal forno.
Lasciate poi raffreddare nello stampo prima di sformare il dolce sul piatto di servizio.
A questo punto preparate la glassa. In una scodella mettete lo zucchero a velo e aggiungete acqua poco alla volta, fino ad avere una crema densa. Potete anche abbondare con la glassa, come ho fatto io, per cui aumentate le dosi come più vi piace.
Distribuitela sul dolce e servite.
Tonkatsu
Un piatto giapponese per la settimana di Cook_my_Books.
Il libro è Japanese Home Cooking di Maori Murota. La cucina giapponese mi ha sempre incuriosito ma non mi sono mai cimentata nonostate ami alla follia gyoza e tempura. L'occasione di provarci è arrivata sfogliando questo libro, perchè Maori Murota ti porta nel cuore della cucina casalinga giapponese di oggi, condividendo ricette che ha imparato da sua nonna e raccontandole con una semplicità che ti conquista.
Io ho scelto un piatto che è famoso nella cucina giapponese e che fa parte della quotidianità, pur essendo stato importato dall'Occidente nel periodo Meiji, tra la seconda metà dell'800 e i primi anni del '900, e subito variazioni e adattamenti. Fa parte di quei piatti denominati Yoshoku, che significa appunto cibo occidentale.
Il Tonkatsu, benchè un tempo fosse preparato con la carne di manzo, nella sua versione più moderna viene fatto con la carne di maiale. Una succulenta cotoletta, alta due dita, croccante e saporita.
Tonkatsu
per 4 persone
4 cotolette di maiale, spesse almeno 2 cm.
per la panatura:
4 cucchiai di farina
4 cucchiai di farina + 4 o 5 cucchiai di acqua
q.b. di pangrattato Panko
sale, pepe
q.b. di olio per friggere
per accompagnare:
spicchi di limone
insalata di cavolo cappuccio
per la salsa Tonkatsu:
4 cucchiai di salsa
Worcestershire
2 cucchiai di Ketchup
1 cucchiaio di Mirin
1 cucchiaino di salsa di soia
Togliete la carne dal frigorifero almeno mezz'ora prima della cottura. Io ho trovato delle belle cotolette di coppa di maiale che avevano attaccato anche un pezzetto d'osso, e sono state una scelta azzeccata.
Massaggiate ogni cotoletta con sale e pepe da entrambi i lati.
Affettate finemente con la mandolina il cavolo cappuccio, conditelo con sale, pepe, olio e aceto e lasciatelo insaporire.
Preparate la salsa Tonkatsu miscelando tutti gli ingredienti, mettete il composto in un pentolino e lasciatelo a fuoco dolce finchè si addensa un poco.
Preparate tre larghi piatti. Nel primo mettete la farina, nel secondo mescolate i 4 cucchiai di farina con l'acqua, iniziate con 4 cucchiai e sbattete con una forchetta fino ad avere una specie di pappetta bianca, densa ma fluida, in caso aggiungete altra acqua se vi sembra necessaria. Nel terzo piatto mettete il Panko.
Ora riprendete le cotolette, passate ognuna prima nella farina, poi nel composto di acqua e farina avendo cura di ricoprirle abbastanza bene, infine nel Panko, premendo bene per farlo aderire alla carne.
Scaldate l'olio fino a 180°.
Dovranno essere fritte in olio profondo, quindi regolatevi col tegame da usare.
Friggete in due riprese, perchè le cotolette non devono sovrapporsi, o anche un solo pezzo per volta. Cuocete almeno 2 minuti su un lato, poi girate e continuate a cuocere per altri 3 minuti, finchè non saranno ben dorate e croccanti.
Scolatele su carta assorbente e lasciatele riposare qualche istante.
Servitele accompagnate con l'insalata di cavolo cappuccio, spicchi di limone e la salsa Tonkatsu preparata
La panatura senza uova mi è piaciuta molto, una tecnica che userò sicuramente, quantomento quando si tratterà di Panko, ma potete impanare anche con l'uovo, come al solito.
La salsa è un po' piccante, ma ci sta benissimo. L'uomo di casa, benchè non ami particolarmente la carne di maiale, ha molto apprezzato.
Bavarese di Montasio e miele
Il tema di questo mese per L'Italia nel piatto è il miele.
Il prossimo 20 maggio si celebrerà la sesta giornata mondiale delle api, festa istituita dall'ONU per celebrare il fondamentale ruolo svolto dalle api nel mantenimento dell'equilibrio naturale. Queste piccole, infaticabili amiche raccolgono minute stille di nettare che elaborano traducendolo in miele, e per produrne un chilogrammo, percorrono 150 mila chilometri.
In Friuli, dietro casa, nell'orto del vicino che confinava con il nostro, c'erano due o tre alveari di legno.
Io, quando d'agosto ero in vacanza dai nonni, mi perdevo a guardare tutto il loro andirivieni, chi entrava con le zampette piene di polline, e chi usciva per andare a bottinare, e anche le api che si fermavano all'imboccatura dell'alveare continuando a muovere le ali per raffreddare la temperatura interna, fino a consumarle e infine morire.
Vedere il vicino che le ispezionava munito di scafandro e affumicatore era veramente interessate. Mi tenevo un po' distante dalla rete di confine solo per cautela, ma non avevo paura, perchè se si sta fermi le api non ti toccano, ti volano intorno a studiarti e basta. Lui toglieva i telarini e li smielava con una specie di paletta di legno. Il miele colava misto a pezzi di favo nei contenitori e le api non si agitavano mai. Creature meravigliose.
Quindi quale modo migliore di celebrare questa giornata dedicando alle nostre preziose amiche, ricette col miele?
Io ho pensato a un piccolo antipasto, un po' particolare:
Bavarese al Montasio e miele con noci caramellate al miele
per 6 persone
500 ml di panna liquida fresca
100 g di Montasio stagionato, grattugiato
60 g di miele di castagno
10 g di gelatina in fogli
per accompagnare:
1 cucchiaio abbondante di gherigli di noci
50 g di zucchero
50 g di miele di castagno
100 g di acqua.
Mettete a bagno la gelatina per ammorbidirla, grattugiate il formaggio, scaldate la panna.
Tritate le noci e tenetele da parte.
Quando la panna è calda, aggiungete il miele e il formaggio, mescolate su fuoco dolce finchè sono ben dissolti. A questo punto unite anche la gelatina strizzata e continuate a mescolare per farla sciogliere bene.
Bagnate velocemente degli stampini a piacere, scolateli e poi riempiteli con il composto al Montasio e miele, filtrandolo attraverso un colino a maglia fine.
Sigillate bene e mettete in frigorifero fino al momento di servire.
Preparate uno sciroppo con lo zucchero, l'acqua e il miele e lasciate ridurre a fuoco dolce fino a un liquido sciropposo e denso. Aggiungete le noci tritate e mescolate, lasciate intiepidire.
Servite le piccole bavaresi con le noci caramellate al miele.
Ho scelto di usare il miele di castagno, leggermente amarognolo, perché non volevo un risultato dolciastro, ma potete usare il tipo di miele che preferite.
Liguria: pancakes con prescinseua, mirtilli, noci e miele millefiori delle 5 terre
Lombardia: Cupeta della Valtellina https://www.pensieriepasticci.it/2024/05/cupeta-della-valtellina-al-miele-e-noci.html
Trentino-Alto Adige: Mela cruda marinata, formaggio fresco e noci caramellate
Veneto: Pollo Latte e Miele: tecnica padovana di allevamento per valorizzare il pollo ruspante
Emilia-Romagna: Le streghe farcite https://zibaldoneculinario.blogspot.com/2024/05/le-streghe-farcite.html
Toscana. Crema fiorentina al miele di castagno con crumble al polline e ‘favo’ alla pappa reale
Umbria: Arvoltolo al pecorino e miele
Marche: Crescia con mele e miele
Lazio: Crostatine con ricotta, miele e kiwi
Abruzzo: Biscottoni abruzzesi con miele
Molise: Cicerchiata molisana
Campania: Portafoglio di lombata di maiale con asparagi e uova e riduzione al vino Aglianico e miele
Puglia: Insalata di arance, mozzarella, capocollo di Martina con salsa al miele
Basilicata: Biscotti al miele
Sicilia: Spaghetti con il Miele https://www.profumodisicilia.net/2024/05/02/spaghetti-con-il-miele/
Sardegna: Savoiardone di Fonni con mousse alla pardula, miele di Lavanda selvatica, cialdine di Carasau glassate al miele e granella di nocciole https://dolcitentazionidautore.blogspot.com/2024/05/savoiardone-di-fonni-con-mousse-alla.html
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Papas con choco - Patate e seppie
La settimana di Cook_my_Book è iniziata con un bellissimo libro che si intitola Andalusia, scritto da uno chef spagnolo, Jose Pizzarro.
Un libro denso di immagini e ricette che vi fanno sognare viaggi in posti meravigliosi, con sapori che resteranno a lungo nella memoria.
Come in questo piatto, semplice ma squisito.
Pizzarro racconta che anche se viene servito in tutta l'Andalusia, è un piatto famoso per essere originario di Cadice, dove choco significa seppia, ed è una delle più antiche ricette tradizionali della città, presumibilmente creato quando i conquistadores tornarono dall'America portando le patate. Che, a differenza delle corti reali, divennero la base della maggior parte dei pasti dei poveri visto che erano facilmente coltivabili e sazianti.
Papas con choco - Patate e seppie
per 4 persone
1 kg di seppie, pulite
1 kg di patate
1 cipolla affettata finemente
2 spicchi d'aglio pelati e schiacciati
1 foglia di alloro
2 rametti di rosmarino
1 bustina di zafferano
1 scatola di pelati a pezzetti
1 cucchiaino di Pimenton de la Vera
(in alternativa, paprika affumicata)
2 l di fumetto
una manciata di foglie di prezzemolo, tritate grossolanamente
sale, pepe
q.b. di olio e.v. d'oliva
Tagliate le seppie pulite a fettine, dividendo i tentacoli.
Scaldate un goccio d'olio in una casseruola dal fondo spesso, unite le seppie e fate rosolare tutto a fuoco alto per 2 o 3 minuti, fino a doratura. Togliete dalla padella e tenete da parte.
Nella stessa padella aggiungete un altro goccio d'olio e abbassate a fuoco medio. Unite cipolla e aglio e soffriggete con un pizzico di sale, fino a quando saranno morbidi. Profumate con il Pimenton o con la paprika affumicata, le erbe aromatiche, i pelati a pezzetti, lo zafferano e cuocete a fuoco dolce per altri cinque minuti, poi versate metà del fumetto e le seppie. Portate a bollore e continuate la cottura a fuoco lento, a tegame coperto, per circa mezz'ora. Rabboccate di brodo se vedete che si asciuga troppo.
Nel frattempo preparate le patate, lavate e tagliate a pezzettoni di circa 3 cm.
Quando le seppie cominceranno ad ammorbidirsi, unite le patate nella padella con il brodo rimasto e riportate a bollre. Abbassate la fiamma e continuate a cuocere finchè seppie e patate saranno tenere e il fondo abbastanza morbido.
Servite caldo con una bella spolverata di prezzemolo tritato.