martedì 28 ottobre 2014

si sta come d'autunno

sugli alberi le foglie.

Ungaretti si trovava soldato in trincea nel bosco di Courton (Francia), e con queste poche parole esprime il dramma e la precarietà del momento storico e della condizione umana. 
I soldati li paragona a foglie autunnali che, ancora appese agli alberi, di lì a poco, inevitabilmente, cadranno, vittime dello scorrere del tempo.

L'autunno a volte  mi fa sentire come quelle foglie, appese ancora per poco agli alberi.
Lo pensavo in questi giorni, mentre guidando lentamente per la solita coda, osservavo lo scempio che stanno compiendo poco lontano da casa mia, distruggendo alberi e prati per far posto,  in previsione dell'Expo, a una specie di mostro a 14 corsie fra viadotti e svincoli.
Già l'autunno è una stagione che non amo affatto, mi incupisce per la mancanza di luce e per la prossimità con l'inverno, e poi veder cementificare tanto territorio  per qualcosa che non so nemmeno se servirà realmente, mi  lascia una forte sensazione di rabbia e di impotenza e mi dà la certezza della precarietà  di questa vita, in questo momento, in questa società tanto cambiata nei valori da non riuscire a riconoscercisi...
Osservo gli alberi tagliati, quel che resta dei loro tronchi mozzati, le sterpaglie dei loro rami sparsi dappertutto sul terreno. Un piccolo mandorlo nato chissà come in quel posto, è ancora in piedi, da solo in mezzo a tutta quella desolazione...lo vedevo sempre fiorito in primavera, unica nota colorata in mezzo a un piccolo bosco di grandi alberi lungo la  superstrada...e mi metteva allegria.... Verrà anche il suo turno, anch'esso finirà a pezzi come tutti gli altri alberi.  Mi si è stretto il cuore al pensiero, è una vera sofferenza veder tagliare gli alberi così, gratuitamente...
Cerco di scrollarmi di dosso questa specie di ansia cupa che mi attanaglia lo stomaco, penso a quegli autunni di quando ero bambina, in quella casa di ringhiera,  e  in quella  lunga strada alberata di aceri che ad autunno stendevano un colorato tappeto  di foglie.....io raccoglievo le più grandi e me ne facevo un bel ventaglio....
a pensarci, anche quegli aceri non ci sono più....

Qualche giorno dopo,   sistemando la dispensa mi è capitata fra le mani una confezione di farina di mandorle che avevo  comprato per chissà quale motivo, forse per una caprese, o altro, non ricordo, e che come molte altre volte poi non avevo fatto.....l'ho preso come un segno....
Pensando a quel mandorlo moribondo, ho deciso che lo avrei ricordato con un dolce alle mandorle...


Sformato di mandorle e uvetta con salsa al caffè

per 4 persone


Per lo sformato:

100 gr latte
150 gr panna liquida fresca
100 gr farina di mandorle
70 gr zucchero
1 uovo intero
1 pizzico di cannella
35 gr uvetta sultanina
poco vino bianco secco
burro e farina per gli stampini
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
1 pizzico di cannella in polvere



 per la salsa al caffé:

200 gr panna liquida fresca
80 gr zucchero
1 cucchiaio abbondante di caffé solubile


per decorare:
poca panna montata
fili di caramello



La sera prima preparate lo sformato.
Sciacquate l'uvetta sotto un po' d'acqua corrente, poi mettetela in una scodella, bagnatela con due o tre cucchiai di vino bianco e versateci sopra un goccio d'acqua calda, facendo in modo che l'uvetta sia ben a mollo.
Imburrate e infarinate 4 stampini, io avevo in casa i domopack e ho usato quelli, anche perchè così non avrei avuto difficoltà a sformare.
In una ciotola. con la frusta a mano sbattete bene l'uovo con lo zucchero, aggiungete la panna e il latte, il pizzico di cannella e l'estratto di vaniglia, poi la farina di mandorle e infine l'uvetta sgocciolata e asciugata  in un po' di carta da cucina, o in un canovaccio.
Mescolate bene il tutto e riempite gli stampini fino al bordo. Non aumenteranno  in cottura.
Mettete nel forno già caldo a 95° e cuocete per oltre un'ora, statico. Il tempo dipende dal forno, comunque son pronti quando al tatto  gli sformatini sono abbastanza solidi, morbidi ma solidi.
Togliete dal forno, fate raffreddare e coprite ogni stampino con della pellicola. Mettete in frigo fino a poco prima di servire.

Poco prima di portare in tavola preparate la salsa al caffè.
In un pentolino mettete la panna con lo zucchero, lasciate sobbollire dolcemente per circa 5 minuti, mescolando perchè la panna tende a sollevarsi con il bollore. Fate ridurre la panna poi unite il cucchiaio di caffè solubile  mescolando fino al suo  completo scioglimento. Tenete in caldo. Oppure mettetela in una ciotola coperta con della pellicola. Se si raffredda potrete intiepidirla al microonde quando sarà il momento.

Preparate le decorazioni di caramello.
Mettete 3 o 4 cucchiai di zucchero in un pentolino, insieme a un cucchiaio di acqua e un cucchiaino di limone, lasciate che diventi dorato  e togliete dal fuoco. Lasciate riposare qualche attimo, poi, intingente una forchetta nel caramello e fate colare  dei fili, dei ghirigori  su un foglio di carta forno, ripetendo più volte l'operazione
Non aspettate che indurisca, non appena si intiepidiscono staccate i fili dalla carta e plasmateli come più vi piace o come riuscite. 
Io che volevo raccoglierli a gomitolo, non ci sono riuscita, oltre ad essermi scottata le dita, tutto quello che son riuscita a fare è quello che vedete nella foto...

Togliete almeno mezz'ora prima gli sformatini dal frigorifero.

Al momento di andare a tavola, intiepidite la salsa al caffè, versatene due o tre cucchiai in una coppa,   togliete con prudenza e con delicatezza gli  sformatini dagli stampi,  sono molto morbidi,  e appoggiateli sulla crema.
Montate ben ferma 200 gr di panna liquida con un poco di zucchero a velo, e con la sac à poche fate un piccolo ghirigoro sopra ogni sformatino, decorate con i fili di caramello o con dei chicchi di caffè e voilà, in tavola!





 

6 commenti:

  1. adoro le mandorle e questa la faccio di sicuro, anche se non amo particolarmente i dolci. grazie della bella ricetta :-)

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  2. Accipicchia....la malinconia ha preso pure me.....se solo potessimo concretizzare tutto il nostro dissenso con azioni efficaci...non so...quel senso di impotenza a volte supera la voglia di mettere in pratica quei buoni propositi che spesso rimangono tali.....La mandorla é di per sé fonte inesauribile di nutrienti e, forse, cibarsene a piú non posso potrebbe aiutare a ritrovare l'energia giusta!!! Io ci provo....e il tuo dolce é francamente irresisitibile!!!!! Bacioni

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  3. Stupenda ricetta prontamente copiata. Ma io...amo anche l'autunno, anzi, lo amo molto

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  4. Avevo lasciato un commento, che è successo? Ad ogni modo volevo solo dire che ho prontamente copiato meravigliosa ricetta. Io però amo moltissimo l'autunno...

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  5. Cara Giuliana,
    io su Ungaretti e su questa straordinaria ed emozionante poesia ho eseguito una tesina alle superiori, perchè la profondità e la sensibilità comunicata da quelle parole mi hanno sempre emozionata.....
    E come per Ungaretti, a differenza di te io amo l'autunno. I primi freddi mattutini, le prime sciarpe calde e avvolgenti, i pomeriggi che vanno velocemente all'imbrunire, tutto questo sprigiona in me il desiderio di confortanti amicizie, magari rallegrate da dolci ed eleganti pietanze, un po' come tutto quello che tu doni a tutti noi.
    Anche questo dolce al piatto di cui hai condiviso la ricetta, conforterà molto presto i miei pranzi autunnali e mi consentirà di pensarti con grande affetto.
    Un bacio, Anna

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  6. io amo l'autunno, qui a Trieste è cominciato in modo così tiepido e soleggiato...Belle ricetta Giuli, me la segno, sarà perfetta nel periodo natalizio, un bacione

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