lunedì 15 aprile 2013

certi momenti

A volte ci sono momenti  che devi saper  riconoscere,  apprezzare e conservare in qualche cassetto del cuore, e  tenerlì lì, di riserva, per i momenti in cui  ti prende la tristezza, come una maniglia  a cui aggrapparsi per non cadere...
Ieri è stato uno di quei momenti. Sarà che finalmente era davvero primavera, che il cielo era di un blu incredibile, che l'aria profumava di fiori e di sole..una giornata come era da tanto che non succedeva. Un tepore dolce che distende l'anima  e ti fa sembrare che il mondo sia un po' meglio...
Così è bastato uno sguardo complice con mio marito per decidere  sui due piedi di andare al lago, al mio lago, il più bello del mondo per me che ci ho vissuto,  seppure per qualche  tempo..
Lo conosco a memoria ormai, e nonostante questo ogni volta scopro qualche angolo diverso, o che vedevo con occhi diversi....conosco le sue rive scoscese, le sue cascatelle d'acqua, le sue piccole insenature e le sue spiaggette di ghiaia sottile...
Un posto che però mi mancava di vedere era la Villa del Balbianello, a Lenno, quella che fa parte del FAI, un posto veramente affascinante, con una atmosfera d'altri tempi, con i suoi colori e la sua posizione sul lago, sul grande promontorio di Làvedo,  affacciato sul golfo di Venere, talmente affascinante  che sono venuti a girarci diversi film. Guerre stellari per esempio, e mi pare anche qualche cosa con 007....
Finora non ero mai riuscita ad andarci. Un tempo era chiusa al pubblico, e poi, una volta aperta, per un motivo o per un altro non l'avevo mai vista.
Così ieri, ecco arrivare l'occasione per  goderci una bella giornata.
Il lago era uno spettacolo fantastico, rifletteva il blu del cielo mischiato al colore delle montagne, non ancora del tutto verdi, qualche nuvoletta bianca messa qua e là come batuffoli di cotone completavano il quadro...
Alla Villa si arriva solo a piedi, e ci vogliono più di venti minuti di cammino fra salite e discese, in mezzo a un grande  bosco di latifoglie e conifere, oppure con un servizio di taxi boat che parte dal molo di Lenno.
La salita è stata il prologo alla bellezza, un cammino lento immersi nel silenzio del bosco, rotto soltanto dalle voci delle rare persone che incontravamo e dal fruscio del vento,  gli occhi al panorama sottostante, il blu del lago filtrava  fra i rami degli alberi, e l'ultima neve sulle montagne abbacinava...
lungo la strada primule, violette, pervinche..il colore e il profumo della primavera, finalmente!



La Villa  ti sorprende, e anche se la stagione è in ritardo,  i suoi giardini a picco sul lago sono perfettamente ordinati, le piante  topiate,





 i grandi platani potati "a candelabro", come silenziosi guardiani dei viali,





terrazze a lago rinfrescate  dagli  enormi  ombrelli degli alberi di canfora, dai cipressi, da magnolie e da vecchie conifere piegate dal vento








.innumerevoli statue guardano verso il lago, mute  custodi  della memoria di tanta vita passata fra quei viali delimitati da siepi di bosso...

















 i glicini sono dappertutto, ed è un peccato che non siano ancora in fiore, regaleranno un tocco ancora più romantico al giardino, e sarà sicuramente uno spettacolo bellissimo....dovrò tornare a vederlo..


 mio marito, stanco, si siede su una panchina e si immerge nei suoi pensieri contemplando il lago,  mentre io piano piano, armata di macchina fotografica percorro tutti i vialetti alla ricerca dell'inquadratura giusta,  osservando attraverso l'obiettivo tutta quella bellezza senza tempo, cercando di fissarla per sempre in ogni scatto.
Fortunatamente c'è pochissima gente, ho il tempo di stare in contemplazione nel più assoluto silenzio, ed è una vera poesia....
qualche straniero si siede all'attracco del taxi boat ad aspettare



e io arrivo alla chiesetta



per poi risalire fino alla loggia, magnifica, che domina la piccola collinetta all'interno del giardino, e da cui si ha una vista meravigliosa su due fronti.
Le sue colonne sono ricoperte da un groviglio di piante, attorcigliate, abbarbicate ai muri, come a volersene impadronire. Ma la mano dell'uomo si vede, è lui, è il suo lavoro che le ha guidate in questa continua contorsione che crea arabeschi viventi...





 un discorso che continua sui muri della  villa,  dove sorprendo due graziose bimbe inglesi a parlottare fra loro





dalla loggia mi godo una vista magnifica, da entrambi i lati il lago è un vero spettacolo.
Da questa parte, verso Como, la scogliera che si getta a picco nel lago




e da quest'altra invece, opposta,  l'alto lago, con le sue montagne ancora piene di neve a fare da corona, e i piccoli paesi affacciati sulle rive, la punta di Bellagio è là sullo sfondo, a dividere il lago in due braccia.



resto in silenzio, abbandono la macchina fotografica e mi riempio gli occhi di tanta bellezza. Cerco di farne scorta, mentre la serenità entra nel cuore...
ma ormai è tardi, è ora di scendere, comincia a fare caldo, le gambe mi cedono un poco per la scarpinata  e la fame comincia a farsi sentire....
riprendiamo la via e mentre ci avviamo scatto le ultime foto dall'alto del giardino alla riva di fronte, dove il battello sta uscendo da Lenno




ci fermiamo un attimo al Lido, per un veloce pranzo, un posto molto bello, proprio ai piedi della salita alla Villa, con una vista sul lago fantastica.  Pranziamo con il lago e le montagne negli occhi.
Qualcuno è già in spiaggia a prendere il sole, sulla sponda opposta qualcun'altro accende fuochi e alza un filo di fumo, un paio di ragazzotti  mettono in acqua il loro armo e si accingono a vogare, e i teli bianchi fluttuano morbidamente nell'aria mentre scatto l'ultima foto della giornata.


a volte si aspetta la felicità  senza saper cogliere le piccole cose che la vita ci regala,  senza accorgerci che la serenità, la felicità passa in momenti come questi, in una giornata piena di luce, di sole, di profumo e colore, di storia, di  bellezza.



qualche cenno sulla Villa:


La costruzione della Villa e della Loggia risale alla fine del Settecento, quando il cardinal Durini acquistò la punta di Lavedo, una romantica penisola lacustre sul lago di Como, per edificarvi un’appartata dimora di villeggiatura e di svago letterario. Il luogo aveva ospitato fino al XVI secolo un piccolo cenobio religioso francescano, del quale rimane a testimonianza solo la stretta facciata della chiesetta caratterizzata da due campanili. Alla morte del Cardinale, avvenuta nel 1797, la Villa appariva già costituita da due corpi quadrangolari comunicanti e da un elegante loggiato che si poneva come ponte ideale fra la biblioteca e il salotto adito alla musica. La Villa quindi passò in eredità al patriota Luigi Porro Lambertenghi, nipote del Durini, che trasformò la residenza da luogo di meditazione ad impegnato ritrovo per massoni (Silvio Pellico dal carcere ricorderà con nostalgia quei giorni). Il volontario esilio di Luigi in Belgio suggerì la vendita della proprietà all’amico Giuseppe Arconati Visconti che, insieme alla moglie Costanza, rese la Villa un prestigioso salotto estivo frequentato da Berchet, Giusti e Manzoni. Gianmartino Arconati Visconti, figlio di Giuseppe, arricchì il Balbianello del parapetto in pietra, che delimita la terrazza. Il casato andava però estinguendosi e la Villa venne abbandonata per trentanove lunghi anni prima che, nel 1919, venisse acquistata dal generale americano Butler Ames, a cui si devono importanti restauri tesi a recuperare i preziosi arredi degli Arconati. Alla morte del generale, gli eredi vendettero il Balbianello a Guido Monzino, noto imprenditore milanese, colto collezionista e appassionato viaggiatore. La Villa venne nuovamente restaurata e trasformata in parte in museo privato ove Monzino raccolse con perizia e attenzione museografica i ricordi di viaggio, le collezioni d’arte e i cimeli delle famose spedizioni da lui compiute, come la conquista del Polo Nord nel 1971 e dell’Everest nel 1973. L’11 Ottobre 1988, alla morte di Monzino, per suo volere testamentario la Villa, gli arredi e lo splendido giardino del dosso di Lavedo vennero lasciati in eredità al FAI, con una dote che ne aiuta ancora oggi la manutenzione.

10 commenti:

  1. Li ho visitati quando ho fatto la scuola di progettazione e ci ha guidato il curatore, Emilio Trabella.
    Un capolavoro la villa incastonata su quella punta che si getta nel lago, con quella vista magnifica, ma il vero gioiello del luogo sono proprio i giardini: il viale dei Platani, i bellissimi alberi di Canfora, alberi secolari e gli enormi Lecci potati ad ombrello, anno dopo anno con grande e meticolosa cura.
    Ma quello che lascia senza parole è proprio l'intreccio del Ficus pumila sulle colonne e tutt'attorno alle finestre della villa: un capolavoro dell'uomo in sinergia con la natura.
    Un luogo magico, assolutamente DA VEDERE. Baci, sister!

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  2. che splendido posto Giuli, non conoscevo questa villa ma grazie a te e al FAI l'ho potuta ammirare, bellissime foto! Buona settimana cara, un abbraccio !

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  3. Grazie Giuliana, mi hai regalato un momento magico.............................

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  4. Grazie Giuliana, mi hai regalato un momento magico..............

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  5. Che foto meravigliose! E il tuo racconto mi ha riportato lì...
    Grazie, Giuliana!

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  6. Grazie Giuliana per averci regalato momenti di autentica serenità!!!!!

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  7. Un angolo di paradiso, Giuliana! Le tue foto trasmettono una pace e una tranquillità fuori dal comune, quindi immagino che vedere dal vivo queste bellezze sia ancora più bello.
    Grazie per aver pensato di condividere con noi questi scatti meravigliosi.

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  8. Giuliana che belle foto grazie del bellissimo momento
    Maria

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  9. Io adoro questi luoghi sono magici. Giuliana le tue foto descrivono tutto il fascino del lago.Grazie per averci regalato queste immagini, oggi più che mai avevo bisogno
    di questa magia. la primavera ci ha regalato solo due giorni di sole ed ora.......sta piovendo tantissimo. Ciao
    Simonetta

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