martedì 22 maggio 2012

tempo di ciliegie


E 500 cavalieri
con la testa insanguinata
con la spada sguainata
indovina che cos'è?
E sono solo le ciliegie
e sono solo le ciliegie
e sono solo le ciliegie
che maturan nel giardin!

mi viene sempre in mente questa quando arrivano le ciliegie, una filastrocca che si cantava in girotondo, mettendosi le coppie di ciliegie alle orecchie a mo' di orecchini pendenti...l'avete mai fatto?
Ci si divertiva davvero  con poco un tempo....

tempo di ciliegie,  ancora non sono quelle giuste, ma fra poco arriveranno  i Duroni di Vignola, o  le Ferrovia...belle cicciose, sode, buone.
Magari qualcuno ha la fortuna di averle nel giardino, come me un tempo.
C'era un grosso ciliegio nel cortile di quella casa di ringhiera. Il mio cortile.
Era una pianta di "graffioni", quelle ciliegie rosse e gialle, una particolare qualità di  duroni, dolcissime e sode. Stava su una specie di altana di terreno a lato del cortile, e i suoi lunghi rami andavano a finire sul tetto dell'autorimessa  che confinava con il nostro muro di cinta. Una pianta che quando era fiorita era una meraviglia, riempiva di luce, allegria e bellezza quel cortile grigio e anonimo..
Ne produceva sempre moltissime, per la mia felicità e quella di mio padre che ne era ghiottissimo.
I rami bassi, quelli alla mia portata, erano i miei. Allungavo la mano e mangiavo, mangiavo. Mia madre mi sgridava a volte, per paura delle indigestioni, ma come si fa a resistere alle ciliegie, soprattutto quando sono così dolci, profumate e succose come quelle?
Il resto del raccolto lo faceva mio padre, arrampicandosi sull'albero. Saliva con un grosso cesto, e raccoglieva.
La messe era sempre copiosa  tanto che ne regalavamo una gran quantità. Bastava quasi per tutti gli inquilini di quelle ringhiere, dopo che ne avevamo consegnato parecchi chili al dottor Colombo, il padrone di casa, il despota che imponeva sempre i suoi svariati diktat.
Infatti la regola era che agli inquilini non fosse permesso  l'uso del cortile, e quindi nemmeno avere i frutti di quello che vi cresceva. Mio padre non ci si atteneva lo stesso agli ordini del dottor Colombo.
Quella pianta era particolarmente generosa, e ogni anno in questo periodo erano molti chili ogni giorno da raccogliere.
Mettevamo a disposizione di tutti  perchè altrimenti tutto quel ben di Dio sarebbe andato sprecato. Va bene fare marmellate, va bene fare anche scorpacciate di ciliegie, ma mica potevamo farcela da soli, noi in quattro..
Così, ogni giorno, dopo la raccolta mattutina e dopo averne preso la nostra parte, il cesto era in bella vista su un davanzale all'inizio delle scale per cui chi voleva, ne prendeva... naturalmente sparivano a razzo...

Le ultime, quelle più dolci, mia madre le metteva sotto aceto. Un modo di ritrovare il sentore  della primavera, anche in pieno inverno.






Ciliegie sotto aceto


500 g ciliegie
500 ml di aceto di miele
100 ml vino rosso corposo 
100 g di zucchero di canna
2 chiodi di garofano
1/4 di una stecca di cannella

mezzo cucchiaino di pepe nero in grani
un rametto di timo 
una grattatina di noce moscata




Uso l'aceto di miele, trovo che la sua leggera nota dolce finale sia perfetto per questa preparazione, ma si può tranquillamente usare anche del buon aceto di mele, o un aceto non troppo aggressivo.
 
Pulire le ciliegie eliminando i piccioli, asciugare le ciliegie su di uno strofinaccio e metterle in un barattolo. Aggiungere lo zucchero, mescolarle e lasciarle riposare una notte.

Non vanno denocciolate, il nocciolo conferisce ancora più sapore. Non è comodo, vero, ma ne guadagna il gusto.
Versare l'aceto di miele in una casseruola a fondo spesso, il vino rosso  e aggiungere i chiodi di garofano la cannella e la noce moscata, il pepe e il timo e far bollire 3 minuti . Togliere la casseruola dal fuoco e versare così, caldo,  sulle  ciliegie. Chiudere  ermeticamente il barattolo e lasciarlo raffreddare completamente e conservatelo al riparo dalla  luce e in un luogo asciutto, per 2 mesi circa prima di essere consumato.

Le ciliegie sott'aceto hanno una croccantezza acidula che non ha paragoni , danno più gusto  ai salumi e accompagnano in maniera eccellente il bollito.

A me piace accompagnarle anche con le terrine di carne.




Provateci!




9 commenti:

  1. Certo che ci provo!!! Ho ancora un sacco di ciliegie di sabato scorso... ;O)

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  2. Originalissima questa ricetta, un'idea molto chic da proporre a tavola ^_^ brava

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  3. Quando passo per di qua mi sembra di ritornare indietro nel tempo o nei luoghi d'origine, ed è una bellissima sensazione :-) Anch'io da piccola non vedevo l'ora di scorgere quei puntini rossi tra le foglie verdi nell'albero davanti casa. Stressavamo il nonno finché stufo di suppliche non appoggiava la scala ed allora..scorpacciate a non finire! Qui ad Atene, nei vari mercatini rionali, si trovano ottime ciliegie, mi copio la ricetta, grazie!!

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  4. Ciliegie...da vedere se ne rimangono per poter fare questo originale conserva!

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  5. Io impazzisco per le ciliegie!!!!!
    Figurati se mi lascio sfuggire l'occasione di provare questa ricetta!!! ;-)
    Bacioni!

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  6. Ma lo sai che ho in dispensa un barattolone di ciliegie in alcool dall'anno scorso???? Giusto ieri ci pensavo e adesso arrivi tu...ovvio che ci provero'. Sono di quelle preparazioni pazzesche che sono un vero tesoro!

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  7. Sai che anche da noi le belle ciliegie bianche e rosse si chiamavano graffioni?C'era però la diceria che fossero maggiormente infestate dai "gianin" (bacherozzi...)
    Ovviamente il fatto non spaventava nè me, nè mio papà: in famiglia noi due eravamo i divoratori di ciliegie...Che nostalgia delle belle ciliegie del tempo che fu...
    Però un esperimento così stuzzicante potrei farlo!

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  8. Giuliana cara, adoro questo tipo di preparazioni. Ci proverò sicuramente!!

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  9. Una idea genial con sidra mi madre la preparaba con aguardiente y canela es un rico postre también ,esperaré el tiempo de las cerezas,abrazos y abrazos.

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